Von Matthia Kramer ; Paralleltitel: ˜Ilœ Politico Italiano; cioe Dieci Centurie di sceltissimi Proverbii, o Massime Sententiose &c. di quella Natione ; Vorlageform des Erscheinungsvermerks: Nürnberg. Bey Johann Friderich Rüdiger. Jm Jahr 1712. ; Volltext // Exemplar mit der Signatur: München, Bayerische Staatsbibliothek -- L.eleg.m. 1354 c
Intro -- Titel -- Impressum -- In Memoriam -- Inhalt | Indice -- Giorgio Mezzalira/Günther Pallaver: Eine Tagung zum Rechtsextremismus in Südtirol Un convegno sull'estrema destra in Alto Adige A conference on the far right extremism in Alto Adige/Südtirol -- Giorgio Mezzalira/Günther Pallaver: Rechtsextremismus. Eine Annäherung L'estrema destra. Uno sguardo d'insieme -- Guido Margheri: L'estrema destra in Italia. Lo spazio di senso in comune della destra plurale -- Kathrin Glösel/Hanna Lichtenberger: Rechtsextremismus in Österreich. Akteure, Straftaten und Gegenstrategien -- Bernhard Weidinger: "… daß deutscher Boden deutsch bleibt". Österreichische Burschenschaften und der Südtirol-Konflikt nach 1945 -- Giorgio Mezzalira: A passo di tartaruga. La nuova estrema destra italiana in Alto Adige -- Johannes Kramer/Alexander Fontó/Lukas Tröger/Max Volgger: Die "Südfront" im Kontext. Neonazistische Szene in Südtirol 1990-2015: Ein Dokumentationsprojekt, ein Ereignisabriss und erste Erkenntnisse -- Leopold Steurer: Südtirol und der Rechtsextremismus. Über "Urangst"-Politik, Geschichtsrevisionismus und rechte Seilschaften -- Wir danken | ringraziamo | our thanks to -- Autorinnen und Autoren | Autori.
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Il presente elaborato è stato scritto con lo scopo di esaminare la creazione del valore condiviso come modello di sviluppo di una particolare area geografica, il Metapontino, attraverso l'istituzione di un cluster locale per la produzione e commercializzazione della fragola candonga. Nel gennaio 2011, sull' Harvard Business Review, viene pubblicato un articolo intitolato "The Big Idea: Creating Shared Value" scritto da Michael E. Porter e Mark R. Kramer. In tale articolo i due autori affermano che il valore condiviso è: "l'insieme delle politiche e delle pratiche operative che rafforzano la competitività di un'azienda migliorando nello stesso tempo le condizioni economiche e sociali delle comunità in cui opera". Inoltre, Porter e Kramer asseriscono che per creare valore condiviso le imprese possono perseguire tre diversi approcci: riconcepire prodotti e mercati, ridefinire la produttività nella catena del valore e facilitare lo sviluppo di cluster locali. Nella trattazione ci si è concentrati in particolar modo su come il valore condiviso possa esser creato attraverso l'istituzione di un cluster locale. Una volta analizzata la questione dal punto di vista teorico e dopo aver visto come il modello d'impresa che meglio contribuisce alla generazione di valore condiviso è quello dell'impresa sociale, si è tentato di applicare tali concetti teorici ad una realtà culturale e territoriale come quella della Basilicata, con particolare riferimento alla pianura del Metapontino. Dall'analisi socio-economica, compiuta sia a livello regionale che con riferimento all'area della fascia Jonica, è emerso come l'economia del luogo si trovi in una fase di transizione, nella quale convivono situazioni dinamiche ed altre più in difficoltà, soprattutto nei settori tradizionali, caratterizzati dalla presenza di microimprese che non sono in grado di assicurare spontaneamente i necessari livelli di investimento nelle proprie risorse umane così come nei processi di innovazione, ricerca ed internazionalizzazione. Tuttavia, si è potuto appurare che la pianura del Metapontino rappresenta il volano dell'economia regionale, dato l'importante ruolo che essa riveste nella produzione ortofrutticola, sia regionale che nazionale. Sulla base di tali premesse, ci si è addentrati nell'analisi del Distretto Agroalimentare di Qualità del Metapontino, con particolare riferimento alla filiera ortofrutticola. È emerso così come il Metapontino rappresenti l'area ideale per la produzione della fragola candonga. Pertanto, dopo aver analizzato le politiche attuate dalla regione e dal Distretto per promuovere e valorizzare di tale prodotto, si è effettuato uno studio, che non ha la premessa di risultare esaustivo per il lettore, per vedere in che modo lo sviluppo di un cluster locale per la produzione dello stesso, con conseguente strutturazione di una filiera di qualità, possa contribuire ancor di più allo sviluppo economico e sociale non solo dell'area considerata ma dell'intera regione.
The purpose of the present work is to widen the debate and encourage future research about the contribution that companies can make to alleviate social problems that have never been as pressing as today. This is the essence of Creating Shared Value (CSV), a new and ground-breaking concept coined by Michael Porter and Mark Kramer (2011) who sparked a global movement to redefine the role of business in society around a simple but powerful idea: business success and social progress are interdependent. My research has been divided into three chapters. The first one is about a brief literature review about the long and diverse history of Corporate Social Responsibility (CSR), the primordial notion from which CSV started, going through the major contributors who have progressively drawn companies' attention to their moral duty to society. However, CSR falls foul of an intrinsic philanthropic motif that is conventionally at odds with the generation of profit or any financial gain. Therefore, in order to overcome this strong criticism, CSV is presented as a new and flawless approach overcoming all the various limitations of CSR, in which finally social issues represent new business opportunities, not as costly problems to solve. The second chapter is entirely dedicated to the Novartis case study to describe a practical application of the CSV model within a large corporation. Specifically, I analyse the project that Novartis embarked upon, called Arogya Parivar, a social program that offers effective, low-cost medications against infectious and chronic diseases that are prevalent in rural India. By the means of some strategic tools like the Pestle analysis, it might result quite arguable to embark upon an initiative like the one at consideration, as it targets a market that is going through a critical economic juncture and that is affected by political instability. However, it turns out to be a very strategic move when it comes to 'democratizing healthcare' at a profit, an objective that could significantly contribute to the prosperity of that social context and simultaneously lead the entire company to obtain a sustained competitive advantage. In the light of this, Novartis is presented as a starling example of a business implementing a CSV strategy that has been successfully co-creating sustainable financial and social value in India. In the end, I conclude with a forward-looking vision on the future of businesses, which to me is based on the democratization of commerce through an 'inclusive capitalism' that makes sure that globalization will benefit all. There is an incredible value lying right at 'the bottom of the pyramid', which requires though a paradigm shift in the thinking process of the private sector: the poor need no longer to be seen as an intractable problem of capitalism, but as a viable market, a source of innovation and significant market capitalization. In this view, Creating Shared Value represents the only opportunity to bring on the same track the success of a business and the welfare of the community. A company is a such a systemic entity in the context in which it takes action that pursuing adversarial objectives is something that does not benefit any of the parts involved. The business world does not only represent a source of labour supply or of provision of products and services, but also the fundamental engine for innovation and economic development that will unleash an enormous wave of growth for the entire planet.
Considerare il paesaggio urbano e l'imprenditorialità sociale come elementi in osmosi (Aldrich & Zimmer, 1986), ci permette di ampliare il raggio d'azione in termini di protezione del patrimonio urbano, sviluppo di capacity building della comunità e miglioramento delle capacità imprenditoriali. Inoltre assumere una posizione ibrida in cui convivano i valori sociali con quelli economici e considerare la sussidiarietà circolare, permette di migliorare le prestazioni in termini di policy e pratiche delle istituzioni, dei privati e della sfera civile (Fusco Girard, 2014; Zamagni, 2011). L'approccio al "Paesaggio Storico Urbano" (PSU) (UNESCO, 2011) rappresenta l'assunto più recente e valido riguardo l'identificazione, la conservazione e la valorizzazione del patrimonio urbano nel dibattito scientifico e politico internazionale. Esso considera l'interrelazione sistemica tra fattori economici, sociali, ambientali e culturali permettendo di analizzare il patrimonio urbano come organismo vivente dinamico e altamente complesso. In risposta alla richiesta UNESCO di analizzare e testare strumenti che rendano operativo tale approccio, il lavoro di tesi sviluppa un'analisi comparativa tra quattordici strumenti selezionati nel campo socio-economico, sia tradizionali sia innovativi e identifica l'impresa sociale come tool efficace per la rigenerazione del patrimonio urbano. Obiettivi specifici della ricerca sono: sviluppare una griglia per valutare l'impatto sociale dell'impresa sociale integrata da valori del paesaggio urbano complesso (Fusco Girard, 2014), selezionare il modello di valutazione di impatto sociale e selezionare un caso studio allo scopo di testare in maniera empirica i dati esplorati attraverso il metodo grounded based (Corbin & Strauss, 2014) e sperimentare la griglia valutativa. Come caso studio è stata selezionata la città anglosassone di Plymouth perché prima "Social Enterprise City" in cui è rilevante il rapporto di interdipendenza tra rigenerazione del paesaggio urbano attraverso il patrimonio culturale e la promozione di imprenditorialità sociale; lo sviluppo del caso studio ha mirato a integrare dati quantitativi e qualitativi con osservazione attiva dei luoghi e interazione diretta con gli operatori sociali, politici ed economici coinvolti nel processo di rigenerazione. Il metodo Social Return on Investment (SROI) (A. Nicholls et al., 2015) è stato utilizzato perché riesce a combinare la dimensione sociale con quella economica e perché può essere utilizzato in forma partecipata. È stato selezionato uno specifico progetto sviluppato dall'impresa sociale culturale Real Ideas Organisation (RIO, operante nel quartiere di Devonport, Plymouth), riguardante il restauro e la riapertura al pubblico della Devonport Column (John Foulston, 1824). La colonna monumentale, dall'alto valore simbolico per la città e la nazione, grazie all'operato dell'impresa è visitabile e offre una vista su tutta la città e la baia di Plymouth. La valutazione di impatto sociale, condotta secondo il metodo SROI (Nicholls et al., 2012) e integrando i valori del paesaggio storico complesso (Fusco Girard, 2014), ha dimostrato che investire in attività legate al recupero del patrimonio culturale ha un impatto positivo sul resto del paesaggio urbano aumentandone il valore, sulla comunità locale in termini sociali ed economici e sull'intero organismo urbano che ne beneficia ottenendo una nuova destinazione culturale. È possibile trarre dallo studio di campo ulteriori implicazioni in termini di analisi economica (Esposito De Vita & Ragozino, 2015; Gendron, 1996; Porter & Kramer, 2011), capitale sociale (Fusco Girard, 2013; Putnam, 2000) e ruolo dell'imprenditorialità sociale (Aldrich & Zimmer, 1986; Tognetti & Venturi, 2013). A tale livello è possibile confermare che: elementi come la trasparenza, la fiducia e la relazionalità descrivono ambienti ricchi di valore sociale che creano un impatto positivo in termini di produzione del valore sociale e nell'amplificare la capacità di performance della società; gli strumenti di valutazione emergono per il ruolo correttivo, di innovazione e di coinvolgimento della comunità nel processo decisionale; il ruolo dell'impresa sociale può considerarsi agente di cambiamento in termini di policy e di valore economico. Durante la fase di analisi si è osservato anche che l'investimento in organizzazioni in cui è già maturo il capitale sociale rende di più, ciò conferma la rilevanza del paesaggio sociale come terreno fertile su cui sviluppare un processo di ri-generazione del paesaggio urbano. In termini prospettici i risultati raggiunti possono giustificare una seconda sessione di lavoro sul campo a Plymouth per proseguire la valutazione e ampliarla all'intera organizzazione RIO analizzando approfonditamente il modello adottato per la "teoria del cambiamento" (Kail & Lumley, 2012) e una sperimentazione del modello di Plymouth per la rigenerazione urbana in contesti geopolitici differenti provando a lavorare integrando la dimensione imprenditoriale sociale con quella del paesaggio storico urbano.