I paesi dell'area del Mercosur
In: Quaderni di documentazione 34
In: Le costituzioni dell'America latina Vol. 1
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In: Quaderni di documentazione 34
In: Le costituzioni dell'America latina Vol. 1
In: Quaderni di documentazione 34
In: Le Costituzioni dell'America latina 1
In: Quaderni del Dipartimento di Diritto Pubblico; Università di Pisa
In: Conoscere il mondo 33
In: Manuali professionali 99
In: Biblioteca Mercosur
In: Colección Europa-América Latina
Il seguente progetto di ricerca ha come obiettivo lo studio delle relazioni internazionali tra UNIONE EUROPEA e MERCOSUR attraverso l'analisi del processo negoziale per la creazione di un'area di libero commercio. Il metodo adottato ha privilegiato lo studio della struttura di UE e MERCOSUR e le relative azioni di politica estera al fine di avere una visione più chiara del ruolo due attori nel contesto internazionale e delle loro ambizioni future. Dopo una disamina di questi aspetti, il progetto di ricerca si è focalizzato sulle relazioni che legano i due blocchi e sull'evoluzione del negoziato per la creazione di un'area di libero commercio. Infine ho ritenuto importante mettere a confronto nel periodo dal 2014 al 2017 le posizioni assunte dai due paesi principali del blocco sudamericano, ovvero Argentina e Brasile, e concentrarmi sulle recenti evoluzioni nelle relazioni tra i due blocchi. Gli attori coinvolti sono principalmente organizzazioni internazionali, banche multilaterali e singoli stati appartenenti geograficamente alle seguenti aree: Europa e Sud America. Il lavoro svolto, concluso a metà gennaio 2018, ha pertanto cercato di dimostrare i motivi per cui il negoziato si è esteso per un periodo di circa venti anni ma soprattutto ha messo in luce le circostanze più recenti, le quali hanno favorito una rapida accelerazione della cooperazione tra UE e MERCOSUR ed una (possibile) conclusione dello storico accordo nel corrente anno.
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Mercosur ha trabajado un acuerdo sobre el arbitraje en el comercio internacional con las repúblicas de Chile y Bolivia. El objetivo de ambos acuerdos es el uso de instrumentos de arbitraje como un medio alternativo privado de resolución de las controversias derivadas de los contratos comerciales internacionales entre personas físicas o jurídicas de derecho privado. Tratándose de convenciones internacionales, la entrada en vigor de ambos instrumentos requiere aprobación legislativa y la ratificación de un número mínimo de Estados miembros. Insistiendo en el contenido de los acuerdos, cabe señalar que en ambas convenciones un papel importante se atribuye a la autonomía de la voluntad de las partes contratantes para la solución de controversias, de hecho, abriéndose de hecho la posibilidad de acordarlo libremente tomando como base el derecho Internacional Privado. ; Mercosur has worked an agreement on arbitration in International Trade with the republics of Chile and Bolivia. The objective of both agreements is the use of instruments of arbitration as an alternative means of private resolution of disputes arising out of international commercial contracts between natural or legal persons in private law. Insisting on the contents of the agreements, it should be noted that in both conventions an important role is attributed to the autonomy of the will of the contracting parties to the settlement of disputes, in fact, opening up the possibility of freely agree on the basis of the private international law.
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La presente tesi ha come obiettivo principale un'analisi dei caratteri salienti dell'istituto della cittadinanza e gli effetti che questo potrebbe produrre alla luce del diritto internazionale e dei processi di integrazione regionale. Tenendo presente che la cittadinanza, in quanto istituto di diritto interno, irradia i suoi effetti e soffre altresì limitazioni anche dall'esterno, tale da renderla rilevante per l'ordinamento giuridico internazionale, osserveremo come e in quali misure i fenomeni di integrazione regionale, quale Unione europea e Mercosul, impattano sulla tematica della cittadinanza. In questo senso, l'istituzione di una cittadinanza comune, la quale presuppone la titolarità di quella nazionale, è stata alla base delle iniziative dell'Unione in questo campo. Più di recente, tale interesse ha coinvolto anche il Mercosul in ragione della crescente attenzione verso la disciplina delle aree sociali oltre che quelle economiche, soprattutto per quanto riguarda la circolazione e il soggiorno delle persone e l'approvazione di un piano di azione che prevede l'istituzione della Cittadinanza del Mercosul, ispirata dal modello europeo, entro il 2021. ; The primary purpose of this research is to conduct an analysis of the main features of citizenship and the effects that it might produce in the light of international law and of regional integration processes. Citizenship under national law radiates its effects and also suffers limitation from outside and for this reason it appears extremely relevant to international law. We will thus observe how and in which measures the regional integration phenomena, in particular the European Union and the Mercosur, have an impact on the issue of citizenship. In this sense, the establishment of a common citizenship, which presupposes nationality of a Member State, has been the basis for European Union initiatives in this field. More recently, these initiatives have also involved the Mercosur in light of an increasing attention towards the regulation of social as well as economic areas, especially with reference to the movement and residence of people and the approval of a plan of action for the establishment of the Mercosur Citizenship within 2021, that is inspired by the European model.
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La presente indagine intende esaminare i caratteri ed il ruolo assunti dall'istituto del rinvio pregiudiziale e dall'attivazione in funzione consultiva delle Corti internazionali rispetto all'impatto sull'ordinamento giuridico cui si rivolgono le competenze dell'organo giurisdizionale sovranazionale. L'occasione per l'elaborazione di una nuova indagine in materia, è sorta in virtù dell'avvenuta approvazione da parte del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa del Protocollo n. 16 alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, il 10 luglio del 2013 . Il Protocollo introduce la previsione di un nuovo potere consultivo da attribuire alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, permettendo alle più alte Corti di un'Alta Parte contraente di richiedere alla Corte di Strasburgo pareri consultivi su questioni di principio inerenti l'interpretazione o l'applicazione dei diritti e delle libertà fondamentali garantiti dalla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo e dai protocolli allegati. L'istituto del parere consultivo introdotto dal Protocollo in parola presenta profili di somiglianza ed altri di differenziazione rispetto all'istituto del rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea, contemplato ai sensi dell'articolo 267 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea. L'indagine adotta il metodo comparatistico per esaminare i modelli di rinvio pregiudiziale contemplati rispetto alle organizzazioni internazionali considerate, avendo cura di analizzare il ruolo assunto dal rinvio pregiudiziale nel rafforzamento del meccanismo di cooperazione tra giudici nazionali e giurisdizioni internazionali. L'esigenza di dar conto della varietà delle esperienze giurisdizionali nell'abito delle quali è in discussione l'esercizio della funzione consultiva, giustifica l'opportunità di estendere l'oggetto di cognizione del presente lavoro di tesi a sistemi giuridici nell'ambito dei quali l'attivazione in funzione consultiva della Corte internazionale non può dirsi attuativa di alcun rapporto dialogico tra giudice domestico e giurisdizione sovranazionale; è in questa prospettiva che si è trattato della funzione consultiva attribuita alla Corte Interamericana dei diritti dell'uomo ed alla Corte Internazionale di Giustizia, non attivabili per iniziativa dell'organo giurisdizionale nazionale. Quanto precisato è funzionale alla soddisfazione dello scopo ultimo del presente elaborato: fornire una valutazione comparata dell'impatto che tanto il rinvio pregiudiziale alle Corti internazionali quanto la loro attivazione in funzione consultiva, producono sul rafforzamento del processo di integrazione delle organizzazioni internazionali di riferimento. La presente indagine non ha la presunzione di esaurire l'analisi delle esperienze maturate rispetto ai modelli di attribuzione della funzione consultiva all'organo giurisdizionale sovranazionale, né rispetto all'istituto del rinvio pregiudiziale di cui si dotino le organizzazioni internazionali; si pone invece l'obiettivo di esaminare i connotati che, in sede di applicazione dell'istituto del rinvio pregiudiziale o di attivazione in funzione consultiva, siano espressione delle specificità caratterizzanti i sistemi considerati ovvero consentano di rilevare l'esistenza di modelli giuridici efficienti, perciò altrove applicabili. Non sarebbe stato possibile, per ragioni che addicono allo scopo del presente elaborato, oltreché per la varietà dei modelli predisposti con riferimento all'istituto del rinvio pregiudiziale ed all'attivazione in funzione consultiva delle Corti internazionali, fornire un esame complessivamente esaustivo delle esperienze in materia sviluppate. La scelta dei modelli da esaminare ha tenuto conto dei sistemi giuridici la cui trattazione meglio consentisse di orientare questo lavoro di tesi all'obiettivo volto a fornire una valutazione comparata ed evidente dell'impatto che il rinvio pregiudiziale alle Corti internazionali e la loro attivazione in funzione consultiva, riverberano sul consolidamento del processo di integrazione delle organizzazioni internazionali di riferimento. A questo proposito, ad esempio, non si è provveduto all'esame della competenza pregiudiziale riconosciuta al Tribunale andino, pressoché equiparabile alla competenza pregiudiziale riconosciuta alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea. Per l'esiguità numerica e la scarsa significatività delle pronunce pregiudiziali emesse, non si è invece dato conto della competenza pregiudiziale attribuita alla Corte Centroamericana di giustizia; è opportuno precisare, al contrario, che l'esiguità numerica delle opinioni rese dal Tribunale Permanente di Revisione, non ha costituito ragione di esclusione dal presente elaborato della funzione consultiva attribuita Tribunale, specie in forza dell'esistenza del progetto presentato dal Parlamento del MERCOSUR, volto alla creazione di una vera e propria Corte di Giustizia, a tale organo giurisdizionale si intende attribuire il ruolo di interprete uniforme del diritto dell'integrazione. A fronte del ruolo concretamente marginale assunto dal rinvio pregiudiziale, l'analisi della Corte Caraibica di Giustizia è apparsa opportuna in relazione al carattere imprescindibile del contributo apportato dal rinvio pregiudiziale rispetto all'elaborazione di principi capaci di incidere sul processo di integrazione, manifestamente arretrato nell'esperienza regionale assunta a modello. Le esperienze maturate nell'ambito delle organizzazioni internazionali sorte nel continente europeo e nel continente americano, sono state capaci di dar vita a meccanismi giurisdizionali più evoluti e sofisticati, in quanto riconducibili a tempi più estesi di gestazione. Esperienze di competenza pregiudiziale o di attivazione dell'organo giurisdizionale sovranazionale in funzione consultiva, tuttavia, si sono certamente avviate anche con riferimento ai sistemi giurisdizionali riconducibili alle organizzazioni regionali appartenenti ad altre aree geografiche, quali, ad esempio, quelle del continente africano. Sul piano dell'attivazione in funzione consultiva, è possibile ricordare la procedura di consultazione facoltativa della Corte comune di giustizia ed arbitrato istituita nell'ambito della Organisation pour l'harmonisation en Afrique du droit des affaires (OHADA), competente ad assicurare l'interpretazione e l'applicazione uniforme del diritto commerciale nell'ambito degli ordinamenti degli Stati parte dell'organizzazione. Tuttavia, non è all'attivazione in funzione consultiva della Corte comune di giustizia, preclusa agli organi giurisdizionali nazionali statuenti in Cassazione, che si rimette il processo di uniforme applicazione del diritto regionale, quanto invece all'esercizio della funzione tipicamente giurisdizionale: qualora nell'ambito del processo per cassazione dinanzi alla suprema corte nazionale sia sollevata una questione di interpretazione o applicazione del diritto OHADA, l'organo giurisdizionale nazionale dovrà sospendere il processo e rimettere la questione alla Corte comune di giustizia ed arbitrato, competente in quel caso a conoscere l'intero ricorso per cassazione. Quanto ai modelli di competenza pregiudiziale maturati nel continente africano, possono essere ricordate la procedura di rinvio pregiudiziale facoltativo alla Corte di Giustizia della Economic Community of Western African States (ECOWAS), la procedura di rinvio pregiudiziale obbligatorio al Tribunale istituito nell'ambito della Southern African Development Community (SADC), cui si associa la mancata previsione di procedure di infrazione volte a sanzionare violazioni del dovere di rinvio pregiudiziale. Sono altresì investite della funzione pregiudiziale, il cui esercizio fa seguito al rinvio pregiudiziale obbligatorio: la Corte di giustizia dell'Africa orientale, istituita nell'ambito della East African Community (EAC), la Corte di giustizia del Common Market for Eastern and Southern Africa (COMESA), la Corte di giustizia della Union économique et monétaire ouest-africaine (UEMOA), la Corte di giustizia istituita nell'ambito della Communauté Économique et Monétaire de l'afrique centrale (CEMAC); nell'ambito delle appena menzionate esperienze di integrazione regionale, sono contemplate procedure di infrazione azionabili in caso di violazione del dovere di rinvio pregiudiziale . L'elaborato si articolerà in quattro capitoli. Il capitolo primo sarà dedicato all'esame della funzione consultiva che il Protocollo n. 16 allegato alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo ha attribuito alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ed al corrispettivo istituto del parere consultivo; provveduto alla contestualizzazione delle ragioni che hanno condotto all'adozione dello strumento in parola, l'elaborato esaminerà le conseguenze che deriverebbero dalla ratifica del presente Protocollo, sia con riferimento agli effetti sui procedimenti giurisdizionali nazionali pendenti, sia alla luce del precario equilibrio che connota il funzionamento del sistema giurisdizionale della Corte di Strasburgo. Il capitolo intenderà altresì prospettare l'impatto che l'attivazione in funzione consultiva della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, sarebbe suscettibile di produrre sulla relazione intercorrente tra la Corte di Strasburgo ed il giudice domestico e discuterà della possibilità di ravvisare nel Protocollo in parola, il meccanismo di raccordo tra la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo e la Corte di Giustizia dell'Unione Europea. Il capitolo secondo sarà dedicato al confronto tra il ruolo assunto dal rinvio pregiudiziale alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea e gli effetti dell'attivazione in funzione consultiva della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo; tramite l'individuazione delle specificità connotanti i rispettivi istituti, verrà esaminato l'impatto che l'emissione del rinvio pregiudiziale o del parere consultivo, producono sul giudice remittente oltreché rispetto alla formazione di definiti indirizzi giurisprudenziali, validi in funzione orientativa per gli organi giurisdizionali che in futuro siano investiti della soluzione di analoghe questioni. Il capitolo terzo si proporrà di esaminare le specificità che connotano il rinvio pregiudiziale e l'attivazione in funzione consultiva nel panorama di altre Corti internazionali, con riferimento al ruolo a questo proposito assunto dall'organo giurisdizionale sovranazionale nel sistema dell'organizzazione internazionale di riferimento. Il terzo capitolo sarà articolato in sei paragrafi. Il paragrafo primo del capitolo terzo esaminerà l'istituto del rinvio pregiudiziale nell'ambito delle funzioni giurisdizionali assunte dalla Corte di Giustizia del BENELUX; tracciati gli aspetti connotanti dell'istituto, indicati i soggetti legittimati alla proposizione del rinvio e gli effetti che si producono in seguito al rilascio del provvedimento emesso all'esito del meccanismo pregiudiziale, l'esame sarà condotto avendo cura di confrontare l'istituto in parola con l'istituto del rinvio pregiudiziale alla Corte di Lussemburgo e con la funzione consultiva attribuita dal Protocollo n. 16 alla Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo alla Corte di Strasburgo. Il paragrafo secondo fornirà la complessiva trattazione dei caratteri e del ruolo assunto dalla funzione consultiva di cui è investita la Corte EFTA, nell'ambito delle funzioni giurisdizionali di cui l'organo è investito; a questo proposito l'elaborato intenderà rilevare la relazione tra l'adozione di provvedimenti giurisdizionali contrastanti con le determinazioni tracciate dal parere e l'apertura della procedura di infrazione da parte dell'Autorità di sorveglianza EFTA, a fronte del carattere non coercitivo del parere consultivo reso. Sarà altresì ravvisata l'opportunità di contestualizzare l'azione di rafforzamento costante ed equilibrato delle relazioni commerciali ed economiche che intercorrono le Parti contraenti, nella prospettiva volta ad includere la tutela dei diritti fondamentali rispetto all'azione interpretativa dell'Accordo Istitutivo dello Spazio Economico Europeo. Il paragrafo terzo sarà dedicato alla trattazione dell'istituto del rinvio pregiudiziale alla Corte Caraibica di Giustizia; l'elaborato condurrà l'indagine esaminando gli effetti che la pronuncia pregiudiziale produce rispetto all'elaborazione di principi capaci di incidere sul consolidamento del processo di integrazione regionale, dunque sulla relazione di cooperazione con i giudici nazionali, a fronte dell'impostazione dualista degli ordinamenti degli Stati membri dell'organizzazione di integrazione. Il paragrafo quarto del presente capitolo, nell'ambito dell'organizzazione di integrazione regionale del MERCOSUR, esaminerà il ruolo assunto dall'attivazione in funzione consultiva del Tribunale Permanente di Revisione, in quanto occasione per affermazioni di principio che definiscano la relazione tra l'ordinamento dell'organizzazione di integrazione e gli ordinamenti degli Stati che sono ne sono membri. Fornirà altresì menzione del progetto di revisione di origine parlamentare volto all'istituzione della Corte di Giustizia del MERCOSUR, ossia capace di rafforzare il processo di integrazione regionale, attraverso la previsione dell'istituto del rinvio pregiudiziale, perciò irrobustendo i meccanismi di relazione che intercorrono tra l'organo giurisdizionale domestico ed il Tribunale Permanente di Revisione. Il paragrafo quinto si proporrà di contestualizzare la funzione consultiva di cui è investita la Corte Interamericana dei diritti dell'uomo nel processo diretto al rafforzamento del raccordo tra il sistema convenzionale e gli ordinamenti interni; l'elaborato a tal fine rileverà i tratti connotanti del modello penetrante con cui l'organo giurisdizionale interviene adottando determinazioni interpretative del diritto di integrazione, preservando o promuovendo azioni di revisione democratica dell'ordinamento degli Stati ed il principio dello Stato di diritto, imprescindibili presupposti per lo sviluppo del processo di integrazione in sé orientato alla protezione ed alla promozione dei diritti umani. Il paragrafo sesto ed ultimo del capitolo terzo, esaminerà la funzione consultiva attribuita alla Corte Internazionale di Giustizia, nell'ambito dei mezzi giurisdizionali di soluzione delle controversie di diritto internazionale. Esporrà le ragioni che conducono ad assumere la giurisdizione consultiva a strumento indispensabile per l'accertamento delle regole di diritto internazionale, circoscrivendo la funzione accertativa agli ambiti di competenza giurisdizionale suscettibili di investire la Corte Internazionale, la cui determinazione dipende dall'identità del soggetto dotato di legittimazione attiva che intenda investire della questione l'organo giurisdizionale. Il capitolo quarto ed ultimo sarà dedicato all'esame comparato dei modelli considerati, esporrà le risultanze del processo di indagine trasversale compiuta sui modelli giuridici che contemplano l'esercizio della funzione consultiva ovvero l'istituto del rinvio pregiudiziale. Il capitolo quarto si strutturerà in tre paragrafi. Il paragrafo primo esaminerà l'istituto del rinvio pregiudiziale e la funzione consultiva attribuita alle Corti internazionali, rispetto ai soggetti legittimati all'attivazione in funzione consultiva dell'organo giurisdizionale sovranazionale ovvero alla richiesta di rinvio pregiudiziale. Il paragrafo secondo interesserà il confronto tra i modelli esaminati rispetto all'oggetto ed alla natura del pronunciamento richiesto in sede di attivazione dell'organo giurisdizionale in funzione consultiva ed in sede di proposizione del rinvio pregiudiziale. Il terzo paragrafo del capitolo quarto, sarà dedicato all'esame degli effetti prodotti dall'esercizio della funzione consultiva attribuita alle Corti internazionali considerate ed agli effetti prodotti all'esito del procedimento aperto dal rinvio pregiudiziale su l rafforzamento del processo di integrazione delle organizzazioni internazionali e con riferimento allo sviluppo del dialogo che intercorre tra il giudice domestico e l'organo giurisdizionale sovranazionale, quando allo sviluppo di quel meccanismo di cooperazione, giovi l'attivazione in funzione consultiva dell'organo in parola ovvero il provvedimento emesso all'esito del rinvio pregiudiziale, ossia nelle ipotesi in cui siano i giudici nazionali a domandare l'intervento della Corte internazionale. L'indagine si articolerà distinguendo il ruolo assunto dalla giurisdizione consultiva e dall'istituto del rinvio pregiudiziale nel processo di conservazione e rafforzamento delle organizzazioni in sé orientate alla regolamentazione degli spazi economici comuni dal ruolo assunto dalla giurisdizione consultiva e dall'istituto del rinvio pregiudiziale nel processo di rafforzamento delle organizzazioni in sé orientate alla protezione ed alla promozione dei diritti fondamentali.
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1. GLI OBIETTIVI DELLO STUDIO La finalità dello studio risiede nel costituire la base conoscitiva essenziale ttraverso la quale capire il contributo del sistema insediativo-urbanistico e della funzionalità sistemica della mobilità nella determinazione dell'esigenza e della consistenza di pre-condizioni e di vincoli su cui fondare e confrontare le strategie della pianificazione territoriale nelle aree metropolitane. In altri termini il presente studio intende perseguire come obiettivo quello di individuare/definire i "segni" fisici effettivi delle trasformazioni che investono i territori metropolitani (in particolare dell'area Foz do Iguaçu/ Ciudad del Este, posta a confine dei tre stati Brasile/Paraguay/Argentina), di interpretarli e di ricondurli, il più possibile, entro criteri d'identificazione generalizzati. Il processo di conoscenza della conformazione dei luoghi (dei caratteri insediativi, della morfologia territoriale, della struttura funzionale) e dei fenomeni che tale conformazione ha prodotto, consentirebbe di cogliere e proporre indicazioni, in termini innovativi, per gli strumenti di pianificazione del territorio –oggi del tutto insufficienti in Brasile- e, attraverso un'operazione di contestualizzazione degli interventi, consentirebbe di individuare azioni strategiche, sia generali sia di settore. Le aree metropolitane sono "regioni urbane complesse" dove episodi variegati ed esperienze dissonanti raggiungono un'intensità assai rilevante; un'intensità che ci segnala in modo evidente che i criteri d'identificazione sono oggi fortemente in discussione. Se osserviamo una qualsiasi cartografia di un'area metropolitana abbiamo la conferma dello sgretolamento di molti dei "confini e delle partizioni che continuano a solcare le nostre mappe mentali"; regioni territoriali e città non sono più così distinguibili nella fisicità dello spazio. Continuiamo ad osservare ed a percepire solo i fenomeni di lunga durata, dai condizionamenti più stabili: l'orografia del terreno, la rete idrica, i tracciati di comunicazione. La grande forza di questi elementi morfogenetici ci spinge ad appoggiare l'interpretazione delle configurazioni urbane ai telai di supporto dei sistemi insediativi, cercando di comprendere, dalla loro evoluzione, gli aspetti della vita sociale che oggi si muove sul territorio. Le considerazioni fatte sin qui, oltre a quelle che possono essere condotte facilmente sulla peculiarità e specificità di un contesto territoriale metropolitano, ci spingono a verificare, con il presente studio, due ipotesi. La prima è che la funzionalità sistemica della rete stradale -della mobilità- in quanto strumento per creare nuove opportunità territoriali, diviene uno strumento privilegiato per contribuire all'identificazione dei modelli insediativi e di conseguenza assume un ruolo fondamentale prima nell'interpretazione e successivamente nella pianificazione territoriale; la seconda ipotesi è che la comprensione di quei fenomeni (anche sociali), legati alla costruzione del sistema insediativo-urbanistico, rappresenta una risorsa strategica per cogliere la logica che ha pilotato le scelte insediative spontaneistiche. In particolare si è convinti che l'individuazione sul territorio di funzioni superiori maggiormente dinamiche, unitamente all'identificazione della formazione di nuove famiglie di attività tipicamente metropolitane , ci consentono di comprendere meglio le trasformazioni in atto sia sul territorio che sulla domanda di urbanità. Le considerazioni esposte conducono a definire come ambiti concettuali strategici dello studio il sistema delle funzioni metropolitane, il sistema della mobilità nonché le relazioni che li legano. 2. LA METODOLOGIA, LE FASI ED I TEMPI La metodologia: Sulla scorta di quanto detto, consegue che occorre costituire e sistematizzare, in modo prioritario, attraverso la verifica delle interrelazioni esistenti tra sistema insediativourbanistico e funzionalità sistemica della rete stradale, l'eterogeneo patrimonio informativo inerente detti sistemi. Da questa finalità discendono due operazioni specifiche delle quali una riferita al sistema insediativo-urbanistico e l'altra a quello della rete stradale. La prima operazione è rappresentata dalla ricognizione delle componenti del sistema insediativo-urbanistico che contribuiscono a determinare la domanda di mobilità; difatti, in ragione del ruolo che la presente operazione svolge entro un più ampio processo di verifica delle trasformazioni esistenti su un territorio metropolitano, l'obiettivo perseguito è quello di creare le condizioni affinché, associando a tali componenti le esigenze di relazioni di cui sono portatrici, in una successiva fase di studio sia possibile arrivare ad un'articolazione teorica della domanda e, conseguentemente, alla definizione di un modello interpretativo del sistema della rete stradale. La seconda operazione è identificata nella valutazione della distribuzione territoriale delle possibilità offerte dall'attuale sistema della rete stradale e, di conseguenza, in un'operazione di chiaro/scuro, alla definizione di un modello interpretativo del sistema insediativo urbanistico. La costruzione dell'analisi: L'esistenza di due operazioni specifiche distinte induce a pensare di costruire una matrice articolata in due parti: una riguardante il sistema insediativo-urbanistico, l'altra relativa al sistema della rete stradale, ognuna delle quali organizzata secondo propri criteri di analisi ed indicatori. In tal modo risulta possibile seguire un duplice senso di lettura: un primo consente di ottenere una visione complessiva della consistenza del sistema insediativo-urbanistico e di quello del sistema della rete stradale all'interno del territorio metropolitano, mentre un secondo, territorializzando le informazioni, permette di tracciare il profilo del territorio o di "ambiti orfologicamente/funzionalmente omogenei". La lettura del sistema insediativo-urbanistico per la definizione degli attrattori di traffico: La scelta dei criteri di lettura e parimenti quella degli indicatori di questa matrice deve essere orientata in modo tale da porre in evidenza le relazioni dirette con il sistema della rete stradale; in altri termini, non si vuole fornire una rappresentazione esaustiva e completa della struttura e della consistenza del sistema insediativo-urbanistico, bensì tracciare una descrizione che, anche se parziale, sia tesa ad evidenziarne le implicazioni con il sistema della rete stradale. Si devono scegliere criteri ed indicatori atti ad evidenziare quelle componenti del sistema insediativo-urbanistico che costituiscono degli attrattori di traffico. Nello specifico una scelta come quella della "struttura funzionale" e della "presenza di famiglie di funzioni dinamiche", rispettivamente come criterio di analisi e come indicatore, consentirebbe di determinare il volume e le caratteristiche della domanda di mobilità sul territorio ed all'interno di ambiti territoriali omogenei, poiché costituiscono le tendenze territoriali più significative per la formazione di un'area metropolitana. La lettura del sistema della rete stradale: Il processo di costruzione di questa matrice si basa sull'intersezione di due percorsi: il primo "teorico metodologico", il secondo "logico processuale". Il primo ha come finalità quella di individuare le tematiche attraverso le quali é possibile raggiungere l'obiettivo di definire l'attuale sistema della rete stradale; il secondo quella di individuare operativamente le fasi di lavoro. Il "percorso teorico - metodologico": Come detto nel paragrafo precedente l'obiettivo ultimo di questo percorso è rappresentato dalla valutazione del sistema della rete stradale condotta attraverso il riconoscimento (l'individuazione) di un insieme di "tematiche-chiave" intese come elementi interpretativi del territorio o di parti di esso. In questa ottica le "tematiche-chiave" dovrebbero costituire i criteri di analisi delle prestazioni offerte dal sistema della rete stradale, ossia i principi elementari attraverso i quali distinguere e classificare i dati e le informazioni. Il "percorso logico processuale": Basandosi sul "percorso teorico metodologico", deve essere definito come il prodotto di successivi confronti tra le "tipologie d'ambito". Le tipologie sono intese come sintesi valutative relative alla morfologia peculiare di parti del territorio ed alle "tematichechiave d'interpretazione"; le "tipologie d'ambito" rappresentano quindi degli strumenti di espressione del giudizio di sintesi sulla dotazione e sulla qualità delle infrastrutture e del servizio che interessano l'ambito territoriale specifico, in relazione alla morfologia insediativa del territorio. Le fasi ed i tempi: Occorre precisare che il percorso di studio si svolge oltre che per "contenitori tematici" per fasi successive di lavoro . In particolare, da un lato sono individuati tre momenti successivi di articolazione dello studio rappresentati dalla fase di costruzione del quadro di riferimento, dalla fase del confronto e dalla fase propositiva; dall'altro i tre diversi "contenitori" individuati precedentemente2 costituiscono ambiti di analisi paralleli che, pur trovando una loro sintesi nella fase del confronto, connotano tutto l'iter di studio, nella convinzione della impossibilità di ridurre la pluralità degli aspetti costituenti le aree metropolitane -ed in particolar modo quella dell'area Foz do Iguacu/ Ciudad del Este - all'interno di una unica ed oggettiva proposta di studio. Riassumendo l'attività di studio, che ha avuto la durata di tre anni, è articolata in tre fasi consecutive: La prima fase è relativa alla costruzione del "quadro di riferimento", cioè alla acquisizione ed elaborazione delle conoscenze necessarie allo sviluppo dello studio. A sua volta questa si suddivide in due sezioni. La prima, quella della raccolta ha carattere compilativo e consta di un'attività di selezione delle informazioni; la seconda, quella della valutazione, è rappresentata dalla elaborazione, sintesi ed analisi critica dei dati precedentemente acquisiti. La costruzione del "quadro di riferimento" è intesa come comprensivo dello studio del contesto territoriale, del contesto normativo-gestionale e del contesto socioeconomico. Per quanto riguarda il "contesto territoriale", viene elaborata una griglia di lettura attraverso la quale individuare gli elementi strutturanti l'attuale modello di assetto dell'area metropolitana oggetto di studio anche al fine di pervenire all'identificazione di "ambiti territoriali omogenei". Quest' analisi è condotta, a scala territoriale, sia attraverso ricerche bibliografiche che per mezzo di contatti diretti con i funzionari e gli amministratori coinvolti o preposti. La definizione del "contesto normativo-gestionale" si svolge in due momenti; il primo si riferisce alla ricostruzione del quadro delle competenze attribuite dai soggetti politici che governano il territorio; il secondo individua le azioni indotte sul territorio da regolamenti e strumenti di pianificazione. All'interno di questo contesto è svolto un approfondimento conoscitivo relativamente al significato di area metropolitana espresso dai diversi attori ed alle possibili forme di partecipazione al processo decisionale attualmente offerte. Infine, relativamente al "contesto socio-economico", sono presi in esame i diversi cicli produttivi caratterizzanti l'area metropolitana oggetto di studio e consentono di cogliere i criteri che hanno guidato fino ad oggi le scelte. Nello stesso tempo si possono fornire i riferimenti principali per costruire un quadro di politiche territoriali e social nel futuro. I dati raccolti, essendo espressioni dei diversi modi di affrontare il tema (e di riflesso la disciplina urbanistica), danno la possibilità, nell'ultima parte, di effettuare delle riflessioni conclusive sulla necessità di integrare le scelte di pianificazione territoriale con quelle dela mobilità, in intesa con gli strumenti di gestione amministrativa . In generale nello studio ci si è proposti di seguire un procedimento interattivo che da una parte evidenzi contributi, settoriali e non, riferimenti teorici e strumenti utili a comprendere e controllare i fenomeni di trasformazione in atto, e che cerchi, dall'altra, lo stimolo innovativo in alcuni casi specifici di studio. La seconda fase, che si pone come momento di sintesi dei tre contesti di analisi utilizzati nelle fasi precedenti, opera un confronto tra le metodologie individuate durante l'analisi del "contesto culturale" e le specificità dell'aree metropolitane rappresentate sia dalla sintesi del "contesto territoriale", attuale e previsto, sia da quella del "contesto gestionale". In questa fase ha un peso predominante l'indagine sul flusso e sulle caratteristiche del traffico veicolare e delle persone che attraversano il "Ponte Internazionale dell'Amicizia" (anche con un particolare sguardo ala domanda turistica) e il "Ponte Internazionale della Fratellanza". La terza fase, propositiva, arriva all'individuazione non solo dei criteri di interpretazione, ma anche e soprattutto delle strategie da attuare per "provocare" trasformazioni sul territorio metropolitano secondo gli obiettivi predefiniti. Lo studio, difatti, intende giungere all'individuazione di un insieme di considerazioni che siano espressione dei diversi "contesti" analizzati, al fine di fornire non una soluzione ad un problema specifico ma una metodologia per la definizione/pianificazione delle aree metropolitane che offra flessibilità nel tempo e nello spazio e che sia garante della possibilità di espressione e rappresentazione di tutti i soggetti sociali. 3. IL CASO DI STUDIO/APPLICAZIONE: Foz do Iguaçu3 insieme alla paraguayana Ciudad Del Est4 e all'argentina Puerto Iguazu, appartiene a uno dei più grandi poli turistici e culturali dell'America del Sud. La zona della "Triple Frontera" (chiamata così proprio perché in quest'area in cui si incontrano i territori di Brasile, Argentina e Paraguay) un'area metropolitana a tutti gli effetti per caratteristiche morfologiche e relazioni funzionali. Il territorio brasiliano si collega a quello del Paraguay attraverso il "Ponte dell'Amicìzia" 5 che collega le città di Foz do Iguaçu e Ciudad del Este: è l'accesso principale all'intenso commercio turistico che si sviluppa tra i due paesi. Consente Il movimento di 2,6 milioni di persone all'anno: turisti, residenti e lavoratori delle città di confine Foz do Iguaçu e Ciudad del Este. In certe stagioni, il flusso di traffico oltrepassa il numero di collegamenti quotidiani che arrivano a dieci mila (10.000) automobili e ottocento (800) autocarri, causando una congestione di traffico e conseguentemente il disagio e il ritardo nella fornitura di flussi di produzioni. I problemi derivanti dal confine tra Brasile e Paraguay soprattutto in prossimità del ponte e lungo le rive del fiume Paraná, non sono un problema locale o regionale, si tratta di un problema di sicurezza nazionale con riflessi internazionali. I problemi di sicurezza pubblica sono evidenti nella città di Foz do Iguaçu, una città turistica, in una posizione inferiore nel panorama nazionale è la quinta città tra i comuni con i più alti tassi di omicidio (per 100 mila abitanti intorno 98,7 nel 2008). Dopo il lavoro integrato della Polizia Federale, quella militare e comunale questo numero è sceso oggi a 69,6 omicidi, ma rimane la settima città nello stato del Paraná più violento. La Polizia Federale è responsabile della supervisione dei confini brasiliani. Si occupa del monitoraggio di ingresso/uscita delle persone nel/dal Paese, del controllo dei mezzi di trasporti e si preoccupano di combattere i crimini nazionali e transnazionali che si stanno verificando nella regione di confine: il traffico di droga, armi, donne e bambini; crimini contro la fauna e la flora. In tutto il confine ci sono solo 23 posizioni ufficiali di controllo della polizia federale. Tra i tanti problemi innescati dalle carenze della sorveglianza delle frontiere sul Territorio Brasiliano sono i clandestini, la droga, le armi e l'evasione fiscale. La mancanza di un maggiore controllo del fiume consente ai pescherecci illegali di trafficare droga, armi e perfino gli animali selvatici. La polizia federale stima che circa 40.000 persone al giorno attraversano il ponte di amicizia che collega la città brasiliana di Foz do Iguaçu e quella del Paraguay, Ciudad del Este, dimostrando l'elevato flusso di domanda. Un'azione strategica integrata per frenare l'illecito è necessario: il controllo delle frontiere spinge verso l'obiettivo di riqualificare l'immagine della città di Foz Iguaçu in una combinazione di politiche di sviluppo turistico e tutela/recupero paesaggistico. In particolare il Turismo a Foz do Iguaçu ha dimostrato di essere un settore altamente importante. Chiaramente c'è la necessità di lavorare di più e meglio, puntando sull'integrazione e sulla cooperazione tra tutti gli attori coinvolti nel settore, al fine di aumentare la competitività e rispondere più efficacemente alle sfide che nascono dalle nuove tendenze anche con la realizzazione di eventi capaci di attrarre visitatori. Tale strategia apre prospettive per garantire un maggiore sviluppo per tutte le regioni del Paese, creando posti di lavoro, incremento di reddito e riduzione delle disparità regionali. Per quanto riguarda il settore turistico la città di Foz do Iguaçu si trova in una zona molto significativa: in uno importante nodo della rete territoriale sudamericano dove si congiungono gli elementi chiave della connettività e del movimento territoriale continentale. Il connubio di tre nazioni contribuisce alle politiche di integrazione territoriale del Mercosur, e quindi costituisce un importante corridoio per l'esportazione e l'importazione verso i paesi del Sud America. Meta turistica consolidata, secondo il Brasile nella scelta dei turisti stranieri quando nella loro viaggi di piacere, scelgono mete ricettive elette come "una delle sette meraviglie del mondo naturale". Foz do Iguaçu riceve annualmente circa 1.400.000 visitatori provenienti da oltre 180 paesi diversi. Con questo, il numero di posti di lavoro generati dalle attività turistiche è cresciuto vertiginosamente nella città di Foz do Iguaçu, nel periodo tra il 2006 e il 2010. I dati del Ministero del Lavoro mostrano che le attività turistiche erano all'origine della creazione di 17.000 nuovi posti di lavoro nel 2010, raggiungendo la cifra di 8.829 e quindi un incremento del 17% tra il 2006 e il 2010. La città di Foz do Iguaçu è nota a livello internazionale per il Parco Nazionale di Iguaçu, più precisamente per le cascate conosciute come Falls. Tuttavia, nonostante la città abbia una zona di conservazione di questa portata e di estensione territoriale, non ha altre iniziative in termini di tutela ambientale. Quello che possiamo vedere è la mancanza di conservazione permanente in gran parte del margine dei fiumi Paraná e Iguaçu. Le aree protette finiscono per essere invasa da occupazione illegale e utilizzate in gran parte come un percorso di contrabbando. Le aree ripariali sono invece di grande importanza ecologica, coperte o meno da vegetazione nativa, poiché hanno la funzione di preservare le risorse idriche, il paesaggio, la stabilità geologica, la biodiversità, la riproduzione/rigenerazione della fauna e della flora, la protezione del suolo e assicurare il benessere delle popolazioni umane. La Macroproposta: Molto è stato detto a proposito del fiume Paraná e del ruolo che riveste nella configurazione spaziale ed ambientale delle città che si affacciano su di esso ed in particolare per Foz do Iguaçu in Brasile e Ciudad del Est in Paraguay. La macroproposta mira a rideterminarne l'identità, senza limitarsi ad un progetto isolato. L'idea è di pensare ad un progetto "unico", non solo per la sua complessità, non per la sua posizione strategica, ma per quanto può "provocare" a livello regionale e a livello nazionale nelle trasformazioni territoriali. Il progetto non dovrebbe solo dare soluzioni immediate ai problemi funzionali dell'area metropolitana (di confine dei tre stati), né essere un progetto di abbellimento mero delle sue aree, ma essere una proposta per l'integrazione degli enti pubblici con la società locale e cercare soluzioni al problema della sicurezza pubblica in collaborazione con gli aspetti dello sviluppo ambientale, socioeconomico e turistico. In tale approccio la sovrapposizione tematica è necessaria per sviluppare linee guida finalizzate a migliorare il rapporto dei fiumi Paraná e Iguaçu con la città di Foz do Iguaçu. Linee guida che si riferiscano sia al paesaggio urbano della città, sia alle aree prioritarie di intervento lungo il fiume. Il disegno può e deve, quindi, fungere da collante di un movimento di consolidamento di meccanismi istituzionali, sia per la sicurezza pubblica e al processo di gestione ambientale e urbana Foz do Iguaçu. La macroproposta, non è venuta da un approccio semplificato che considera solo un intervento fisico o una specifica azione di miglioramento, ma vuole essere connessa alle politiche necessarie per ottenere benefici territoriali, significativi miglioramenti della sicurezza pubblica, sviluppo socio-economico e tutela ambientale. Il tutto volto all'incremento della qualità della vita e verso lo sviluppo sostenibile. Trattare la regione dei tre confini, più precisamente lungo il "bordo", vuol dire, anche, fare integrazione tra i diversi saperi che gesticono la conoscenza e la trasformazione nelle politiche urbane. Il salto di qualità nella città può avvenire con un progetto di rinnovamento urbano che abbia in considerazione le generose risorse naturali, gli interessi della popolazione anche tramite le loro associazioni e ciò è quanto è stato configurato come un principio guida per lo sviluppo della macroproposta.
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