Poverty of peoples is a crucial concern in development as in research questions. Measures of poverty represent a key issue in implementing politics towards resolution of deprivation conditions. In the last 40 years we assisted at two main approaches. The traditional income-consumption based studies (one-dimensional) and the Sen's capabilities-functionings approach (multidimensional) have mostly characterised deprivation and development analysis. An open debate grows on the evaluation of indigence and on method choice, mainly by a multidimensional view. Important implications on aggregation systems emerge, especially on weights and choice arbitrariness. Involvement of all stakeholders is considered as capital. This paper aims to turn a light on past and recent discussions on measuring poverty and development to further promote the conceptual and methodological debate on economical and social issues at a global, regional and national scale. ; La povertà umana è una tematica centrale nei programmi di sviluppo e nella ricerca. La misura della povertà rappresenta un fattore chiave nelle politiche finalizzate alla soluzione delle deprivazioni. Negli ultimi 40 anni lo studio si è basato su due approcci: il metodo classico del reddito-consumo (unidimensionale) e l'approccio capacità-funzionamenti di Sen (multidimensionale) hanno caratterizzato l'analisi dello sviluppo e della povertà. Il dibattito scientifico sulle modalità di stima delle condizioni di indigenza e sulla scelta del metodo da applicare evolve in chiave multidimensionale. Infatti, importanti sviluppi emergono dall'aggregazione dei dati, dai sistemi di ponderazione e dall'arbitrarietà delle scelte dove il coinvolgimento di tutti gli stakeholders è considerato essenziale. Il presente lavoro vuole porre l'attenzione sulle precedenti ed attuali riflessioni riguardo la misurazione della povertà, al fine di aprire ulteriormente il dibattito concettuale e metodologico sulle tematiche economico-sociali al livello globale e nazionale.
The Ethiopian Federal government is implementing a process of health care decentralization, with the aims of spreading the primary health care and achieving the health-related Millennium Development Goals. The ethnographic research conducted in the district of Kilte Awlaleo (Tigray Regional State) has shown the continuity between the health care programmes directed at the rural areas and the practices of mobilization of the peasant population developed by the Tigray People's Liberation Front (TPLF) during the civil war against the Derg. Under this experience, TPLF legitimates the current strategies to "fight poverty", that merge with transnational discourses on community empowerment and participatory development, engendering creative governmental techniques. Starting from two specific health care programmes – the Health Extension Programme and the Women Development Army –, the article focuses on the processes of governance observed in the area under investigation, and on the ways in which subjects involved in development interventions embody the State. ; Il governo federale etiope ha avviato un processo di decentralizzazione del sistema sanitario volto alla diffusione della primary health care e al conseguimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio relativi alla salute. La ricerca etnografica nel distretto di Kilte Awlaleo, nello Stato regionale del Tigray, ha messo in luce come i programmi sanitari rivolti alle aree rurali si situino in stretta continuità con le strategie di mobilitazione della popolazione contadina sviluppate dal Tigray People's Liberation Front (TPLF) nel corso della guerra civile contro il Derg. In virtù di tale esperienza, il TPLF legittima le odierne strategie di "lotta alla povertà", che si fondono con i discorsi transnazionali sull'empowerment delle comunità e lo sviluppo partecipativo, dando luogo alla produzione creativa di tecniche governamentali. Prendendo le mosse da due programmi sanitari specifici – lo Health Extension Programme e il Women Development Army –, l'articolo si concentra sui processi di governance osservati nell'area oggetto d'indagine e sulle forme di incorporazione dello Stato da parte dei soggetti coinvolti negli interventi di sviluppo.
The contribution illustrates a part of the research: "Strategies and Technologies for the valorization of heritage". Objective of the research is to realize new strategies of building recovery and to promote the cultural patrimony local. Le "metropoli del sud del mondo" sono fortemente caratterizzate da significative densità abitative, anche a causa di un incontrollato consumo di suolo e dell'uso improprio del costruito esistente. In Italia, ed in particolare nel centro-sud di questo paese, città come Roma e Napoli e non ultima Palermo presentano forti criticità in termini di degrado edilizio ed ambientale. Il progetto di ricerca sulle "Strategie e tecnologie per la rigenerazione urbana" (tematica svolta nell'ambito della convenzione internazionale con l'Istituto dell'Egeo - del Ministero della Cultura Ellenico, Rodi, Grecia - e con il patrocinio degli Enti locali) pone in luce alcune questioni aperte sulle strategie volte a fronteggiare e a contrastare la svendita indiscriminata del territorio e del patrimonio. Gli interessi da difendere e le opportunità esistenti spingono verso una sostenibilità sociale, economica, ambientale e politica, tesa ad incidere sulla diffusione della conoscenza del territorio e delle sue valenze. Questo è un obiettivo prioritario su cui è necessario calamitare investimenti e iniziative in tutti i settori produttivi in un quadro di sviluppo integrato, rispettoso dell'ambiente e delle vocazioni del territorio.
Il lavoro di tesi ha per oggetto l'analisi del Goal 1 dell'Agenda Onu 2030, "Porre fine ad ogni forma di povertà nel mondo" in particolare si pone l'attenzione sugli indicatori statistici per il monitoraggio del raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile. Una prima parte del lavoro presenta una rassegna sull'Agenda Onu, elencando e spiegando i 17 Goals che la compongono; successivamente l'elaborazione si focalizza sul Goal 1, fulcro di questa tesi e sui rispettivi target. Vengono prima di tutto definite ed elaborate le accezioni di povertà e disuguaglianza analizzando l'impostazione assiomatica, gli indicatori e le forme multidimensionali. L'obiettivo principale di questa tesi è quello di condurre un'analisi riguardante gli indicatori statistici inerenti la povertà sia a livello europeo, sia a livello nazionale attraverso l'ausilio dei dati forniti rispettivamente da Eurostat ed Istat e di confrontare, attraverso la costruzione di grafici, gli andamenti e le differenze che caratterizzano i vari Paesi europei. Al fine di evidenziare il quadro evolutivo circa il raggiungimento degli obiettivi previsti dal Goal 1, attraverso l'ausilio del software statistico STATA 14 e la stima di due tipologie di modelli di regressione (Modello Pooled e Modello Panel a effetti fissi), si vuole indagare in che modo le variabili quantitative, PIL pro-capite, tasso di occupazione e la variabile qualitativa sistema di welfare influenzino le misure di povertà monetaria, di deprivazione materiale e di disuguaglianza. Il fine è quello di capire da cosa dipendono le differenze emerse a livello europeo circa le percentuali di povertà e su cosa occorrerebbe investire per ridurle e raggiungere gli obiettivi prefissati entro il 2030. I risultati emersi indicano che il percorso da seguire risulta essere ancora lungo soprattutto a livello nazionale mentre a livello europeo si osservano progressi significativi per la maggioranza dei target.
open ; "Health for all" è l'obiettivo totalizzante e imperativo che l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha sancito il 21 ottobre 2011 nella Rio Political Declaration on Social Determinants of Health ribadendo come le disuguaglianze delle condizioni di salute degli individui nella popolazione mondiale sono sicuramente evitabili e inaccettabili politicamente, socialmente ed economicamente . In questo scenario l' OMS indica come priorità assoluta, prerequisito di tutti gli 8 Millennium Development Goals (MDGs) il controllo delle Infezioni del Tratto Riproduttivo ( ITR) e delle Infezioni Sessualmente Trasmesse (IST). Il rilievo che la sorveglianza di queste patologie assume è motivato dall'impatto riproduttivo clamoroso che quasi tutte hanno, e soprattutto dalla dimensione della loro diffusione nonchè dalla possibilità di prevenzione e, in alcuni casi di cura, che le caratterizza. Le donne migranti e i loro bambini sembrano particolarmente vulnerabili e suscettibili all'effetto di particolari fattori di rischio cui si trovano esposti nel Paese ospite : in particolare la povertà, lo stress, l'alimentazione inadeguata, l'emarginazione, la promiscuità, la prostituzione subita- anche quando occasionale frutto della necessità- e la difficoltà di fruizione dell'assistenza sanitaria nonché l'esclusione dai programmi di screening incidono negativamente sulla salute riproduttiva delineando un focus di intervento necessario in tale ambito. La sorveglianza delle Infezioni Ginecologiche del BTR nelle popolazioni migranti può fornire dati utili alla individuazione di eventuali analogie o differenze di incidenza/prevalenza e fattori di rischio nel confronto con la popolazione italiana, nell'ottica di opportuni adeguamento potenziamento e perfezionamento delle conoscenze , delle risorse e delle strategie applicative di prevenzione e terapia per la tutela della salute personale e riproduttiva di gruppi epidemiologicamente ancora poco conosciuti e con frequenti robuste difficoltà di accesso ai servizi assistenziali. Le casistiche ...
The issue of the link between migration and development is increasingly relevant in the global political agenda. However, the scientific discussion concerning the increased migratory flows seems to be more focused on the questions regarding admission and / or rejection of migrants on the territory of receiving countries than on the general topic of the contribution of migrants to the financial, social and cultural development of societies (of origin, transit, or destination). The volume aims at offering food for thought for the analysis of the changes occurring in modern societies, that are asked to answer thoroughly to economic and forced migration. The goal of the volume is to open discussion among experts, scholars and policy-makers, on the problematic questions, outcomes, implications and achievements on migration and development.
Questa tesi utilizza metodologie differenti al fine di esplorare argomenti generalmente ascritti all'economia dello sviluppo. Il primo capitolo discute la letteratura sul capitale sociale scomponendolo nel suo componente strutturale, le reti, e cognitivo, la fiducia. Ogni componente è a sua volta scomposto in diverse sotto-dimensioni una delle quali, il particolarismo, è utilizzato nel secondo capitolo, sia a livello teorico che empirico, come determinante di forme di corruzione collusiva. Come previsto dalla teoria, il particolarismo ha un effetto positivo e causale sulla probabilità di offrire una tangente. Il terzo capitolo valuta l'impatto di un progetto di estensione agricola realizzato in Etiopia, volto ad introdurre la coltivazione di nuovi prodotti ortofrutticoli insieme ad alcune tecniche e strumenti innovativi. Empiricamente si utilizzano gli strumenti della valutazione d'impatto combinando confronti tra villaggi, attraverso una stima difference-in-differences, con una comparazione all'interno del villaggio usando uno studio controllato randomizzato. I risultati indicano che il progetto ha contribuito alla diversificazione produttiva ma non ha influenzato i ricavi ottenuti dalla vendita dei prodotti ortofrutticoli e, di conseguenza, il benessere delle famiglie. Il quarto capitolo mostra come meccanismi incentivati sufficientemente simili elicitino decisioni correlate in termini di avversione al rischio solo quando si tengono in considerazione altri atteggiamenti relativi al rischio. Inoltre si studia la correlazione tra l'avversione al rischio riportata e l'avversione al rischio ottenuta tramite lotterie. I risultati suggeriscono una misurata validità esterna dei due metodi studiati. ; This dissertation makes use of several methodologies to explore topics ascribed to the field of development economics. Chapter 1 reviews the literature on social capital by presenting a decomposition of trust and networks -- the cognitive and the structural component of social capital, respectively--, in several sub-dimensions. One of this dimension is used in chapter 2 where we investigate, both theoretically and empirically, the role played by the cultural norm of particularism, as opposed to universalism, for collusive bribery. Consistent with the theory, particularism is found to have a positive causal effect on the probability of offering a bribe. Chapter 3 assesses the impact of a small-scale agricultural extension project implemented in rural Ethiopia aimed at introducing the cultivation of horticultural gardens. Empirically, a mixed impact evaluation design is used combining across-villages comparisons, through difference-in-differences estimations, with a within village randomized control trial. The findings indicate that the project contributes to production diversification while it does not influence total revenues from sales, household welfare and diet. Chapter 4 shows that similar incentivized mechanisms elicit similar decisions in terms of monetary risk aversion only if other risk-related attitudes are accounted for. Furthermore, it examines whether individuals' characteristics and a self-assessed measure of risk aversion relate to individuals' choices in lotteries. The findings suggest that there is some external validity of the two studied tasks as predictors of self-reported risk attitudes.
In questo saggio Schneider espone dettagliatamente alcune generalizzazioni da lui sviluppate nel corso di un interesse più che decennale ai problemi dello sviluppo. Il suo scopo è mostrare come il modo di considerare e di affrontare lo sviluppo differenzi l'antropologo dall'economista o dal teorico dello svililppo, essendo diverso il tipo di esperienze e di "coinvolgimento" con le realtà e le situazioni su cui si vuole intervenire.Fra le dieci generalizzazioni proposte dall'autore possiamo distinguere quelle che mirano ad evidenziare il "comportamento economico" delle popolazioni del Terzo Mondo nel loro sistema di vita tradizionale, e quelle che riguardano alcune caratteristiche dei piani di sviluppo finora adottati e le loro conseguenze sul sistema sociale e culturale delle popolazioni "beneficiarie" degli interventi.Dal primo gruppo emerge la considerazione che l'uomo del Terzo Mondo è al pari di noi homo oeconomicus e come tale dimostra capacita di decision-maker, cioé valuta varie e reali possibilità e sceglie quelle che gli permetteranno di migliorare i profitti.L'applicabilità di concetti presi dall'economia neo-classica a realtà etnografiche è stata dimostrata proprio dall'evidenza empirica del comportamento razionale delle popolazioni su cui l'autore ha lavorato a lungo. L'esperienza antropologica ha inoltre contribuito a eliminare il pregiudizio che le popolazioni del Terzo Mondo siano orientate alla produzione unicamente per la sussistenza. Oggi è chiaro che questa gente non produce solo per il sostentamento, ma per ricavare un profitto. Un esempio a riguardo ci è offerto dai Turu del Tanganyika studiati da Schneider nel 1959-60. I Turu considerano il bestiame da loro allevato deposito di valore ed aspirano ad avere mandrie sempre più numerose per poter migliorare la loro posizione e aumentare il loro potere nellla società. Per raggiungere un tale obiettivo prima regola da seguire è sposarsi. Alla moglie infatti compete la produzione di grano e più ne produce più aumenta la quantita da immagazzinare e conservare per i periodi di siccità. Un grosso surplus di grano permetterà di ottenere bestiame a basso prezzo. I piu ricchi allevatori infatti, avendo investito poco nella produzione di grano in tempi normali, quando capitano anni di siccità sono costretti a vendere bestiame a prezzi ridotti per ottenere il grano necessario.L'orientamento al profitto è quindi presente nelle attivita di gestione e produzione delle genti del Terzo Mondo. Il suo riconoscimento, come aspetto importante del loro comportamento economico, comporta una necessaria revisione dei principali obiettivi dei progetti sviluppo, fino ad oggi miranti soprattutto ad aumentare la produzione di cibo per migliorare l'alimentazione.Altra generalizzazione, implicita in quanto detto sopra, è che questa gente è motivata ad ottenere potere. È errato quindi considerare queste societa statiche ed il loro ordinamento del potere una rigida tradizione mantenuta dal sistema sociale.Fra i Tiv della Nigeria nel 1920, come riporta la Mead (1955), gli uomini più giovani trovarono un immediato vantaggio dalla situazione creatasi dalla abolizione, da parte del governo coloniale britannico, del tipo tradizionale di matrimonio per scambio delle "sorelle" da cui dipendcvano il potere e l'alta posizione degli uomini piu vecchi. I giovani poterono procurarsi mogli attraverso i normali compensi (bridewealth), minacciando seriamente il potere degli anziani che avevano invece un controllo assoluto sugli scambi tradizionali.Questo ed altri casi citati da Schneider mostrano che quando si presentano particolari situazioni alcune sezioni della popolazione cercano di sfruttarle a loro vantaggio per ottenere potere a scapito di altri, provocando modificazioni nel sistema sociale. La constatata frequenza del fenomeno nega inoltre la possibilità di reputarlo "eccezionale".Altri preconcetti devono essere abbattuti, come quello di ritenere che la gente del Terzo Mondo necessariamente debba essere guidata o indirizzata nelle scelte di sviluppo. Questa gente ha invece dimostrato di essere capace di realizzare per proprio conto forme concrete ed utili di sviluppo. Ne sono un esempio l'industria del cacao creata in Ghana dagli Akwapim e quella del caffé ad opera dei Chagga in Tanzania che si rivelarono le iniziative più vantaggiose per i rispettivi paesi al tempo dell'indipendenza.Un caso particolarmente interessante e quello dei Teso dell'Uganda che iniziarono a coltivare il cotone all'inizio del secolo su pressione del governo coloniale britannico. Sebbene il cotone fosse in competizione con il miglio, loro prodotto tradizionale, il piano non fallì. I Teso infatti seppero integrare la coltivazione del cotone con il loro sistema di produzione di miglio, arrivando ad ottenere un notevole profitto da entrambi. L'aumentata quantità di miglio prodotto permise loro sia di venderlo sia di usarlo per fare birra. Inoltre, resistendo ai tentativi del governo di aumentare la produzione del cotone, mantennero con profitto le loro mandrie e i loro tradizionali sistemi di gestione.Dal secondo gruppo di generalizzazioni proposte da Schneider, emergono due considerazioni: la prima riguarda il carattere etnocentrico della maggior parte dei programmi di sviluppo, l'altra l'impossibilita di raggiungere uno sviluppo con "equità".Sarà sufficiente riportare il caso dei Somali dell'Africa orientale per chiarire la sua prima valutazione. Questa gente è fra le popolazioni africane allevatrici di cammelli quella che ne possiede di più. Questo fatto ed un confronto con gli agricoltori, ritenuti meno ricchi, hanno creato nei Somali una sensazione di benessere economico ed una alta considerazione del loro bene rimario, i cammelli. Lo sviluppo dal loro punto di vista consisterehbe solo in un aumento del numero dei capi per persona. I teorici dello sviluppo invece, attribuendo un valore economico molto basso ai cammelli per i quali non esiste un mercato mondiale, considerano i Somali uno dei popoli più poveri della terra. Le loro proposte di sviluppo quindi consistono nel sostituire l'allevamento dei cammelli con l'agricoltura e la pesca, i cui prodotti hanno un mercato mondiale. Ma nessun Somalo vede in questa sostituzione una soluzione "razionale" per il proprio sviluppo.I piani di sviluppo hanno per Schneider anche un carattere dottrinario poiché, gasandosi in minima parte su una valutazione obiettiva dei fatti, sono dettati soprattutto dall'ideologia di chi è addetto alla loro programmazione. Per esempio il piano proposto per l'area Mbeere in Kenya che mira a individualizzare il possesso della terra, é solo in apparenza un tentativo di scongiurare il degrado dell'ambiente attraverso la creazione di una più responsabile agricoltura. In realta è l'espressione dell'idea inconscia che la privatizzazione e lottizzazione della terra costituiscano un buon sistema poichè è il sistema usato in Europa ed in America. Altro esempio è la sostituzione in Burkina Faso della produzione della birra che costituiva una importante fonte di reddito, con l'industria del cotone che rende meno ma che ha una migliore reputazione.La seconda considerazione riguarda l'impossibilità di raggiungere uno sviluppo equo. Ad essa Schneider arriva partendo dal presupposto che lo sviluppo è un processo politico o sociale. Ciò significa che quando per intervento del governo o delle nazioni interessate allo sviluppo del Terzo Mondo, vengono introdotte nuove o più avanzate tecnologie, oppure nuove forme di produzione, o innovazioni nella gestione ed uso delle risorse, si verificano fenomeni di polarizzazione sociale. Un esempio: in Kenya per disposizioni governative i Tugen, agricoltori, hanno interrotto il loro legame commerciale con gli Il Chamus, popolazione prevalentemente pastorale. Questi ultimi allora hanno cercato di incrementare la loro produzione agricola intensificando l'irrigazione. Ma solo i più ricchi hanno potuto accaparrarsi le poche aree irrigabili. Ora questi hanno il controllo sulle provviste di grano e possono aumentare ancora le loro mandrie vendendo grano ai più poveri della loro gente.Quindi poichè lo sviluppo è spesso accompagnato da polarizzazione sociale non si potrà raggiungere uno sviluppo equo. È meglio allora puntare all'equità o allo sviluppo?Nel Punjab in India l'introduzione di una nuova specie di grano a più alto rendimento contribuì a risolvere in parte i problemi alimentari del paese nel 1970, ma contribuì anche ad aumentare la ricchezza di chi, già più ricco di altri, possedeva un numero di acri tale da permettergli di sostenere le spese che il nuovo prodotto comportava. Una situazione opposta si è verificata in Tanzania che ha seguito la via dell'equità. Il denaro destinato allo sviluppo del paese è stato infatti usato soprattutto per migliorare i servizi legati alla salute e all'educazione, mentre sono stati trascurati investimenti per attività produttive. Ciò ha impedito una polarizzazione sociale ma anche un vero sviluppo del paese.Per Schneider, una risposta a quale delle due vie sia più saggio seguire è suggerita dalla previsione degli effetti dell'una e dell'altra a lungo termine.
Le discipline economiche e sociologiche che hanno cominciato a preoccuparsi del problema dell sviluppo dei paese poveri dopo la seconda guerra mondiale si sono sempre incentrate sugli aspetti riguardanti la crescita economica. A partire dagli anni settanta però, nasce una nuova corrente di pensiero che decide di distogliere lo sguarda dagli aspetti economici e di accumulazione del capitale. Nasce così la teoria dei Basic Needs, un approccio che guarda alla soddisfazione dei bisogni fondamentali degli individui nella società. Tali bisogni vengono identificati nella possibilità per l'individuo di vivere una vita dignitosa, attraverso una adeguata istruzione, alimentazione e un efficiente sistema sanitario. La forza di questa strategia, enunciata dall'economista Paul Streeten, risiede nell'interdipendenza fra i diversi settori indicati. L'esperienza di diversi paesi che hanno intrapreso questo tipo di politiche, hanno messo in luce che gli interventi effettuati hanno portato ad un consistente miglioramente nella vita degli individui, riducendo il fenomeno della povertà. Il caso dello Sri Lanka, in partcolare, ha dimostrato che attraverso interventi mirati è possibile raggiungere degli ottimi risultati negli indicatori sociali, anche con con un reddito pro-capite piuttosto basso. L'investimento nel capitale umano viene visto quindi come necessario per creare le condizioni favorevoli per una crescita economica di un paese. L'interesse per questa strategia è rimasto vivido nei decenni seguenti, nonostante un suo raffreddamento durante gli anni delle politiche di Aggiustamento Struttrale, imposte dal FMI e dalla Banca Mondiale. Grazie al lavoro svolto dalle organizzazioni umanitarie, come l'UNICEF, l'approccio ha trovato una sua continuità nella nascita del concetto di Sviluppo Umano, che riprendendo i principali elementi dei Basic Needs e implementandoli con il pensiero dell'economista Amartya Sen del Capability approach, offre nuovi spunti per le politiche di lotta alla povertà e di protezione dei gruppi vulnerabili. L'importanza di dover intervenire sui settori riguardanti I bisogni primari degli individui, attraverso una buona gestione delle risorse, con un grado di partecipazione elevato della società civile, nella definizione delle strategie, viene sottolineata dai nuovi programmi di aiuto delle IFI ( Istituzioni Finanziarie Internazionali ). Con la fine degli anni novanta, vengono eleborati i PRSP, strumenti di riduzione della povertà che andranno ad interessare l'agenda di sviluppo e cooperazione elaborata nel 2005 e chiamata Millennium Development Goals (MDG's).
My research investigates a recent tendency in Italian literature, characterized by elements of renewal within the novel-writing tradition and of discontinuity with postmodern culture. It proposes an interpretation of the genres of the historical novel and crime fiction in the last fifteen years, in order to underline the important role played by these types of narrative in revitalizing contemporary Italian literature. These modalities of writing are considered both individually and in their connections beyond a traditional notion of genre, emphasizing those characteristics which may be assumed as irreconcilable with a postmodern approach to fiction and those which, furthermore, seem to indicate attempts to take a new course. In particular, my study analyses the recent literary tendency to combine the elements of 'crime' and 'history' in order to represent political and social reality, and how the works examined relate to postmodern narrative. For this reason, I pay particular attention to the relationship between literature and the past and to the socio-political aspects connected with the praxis of narrating, offering an original interpretation of the way in which the authors studied engage with these characteristics.
The debate over the question of the sustainability of development has been for some time underway in relation to the environment and to public health. More recently attention has turned to other aspects of sustainability as well, now that a generally accepted meaning of the term has been reached which defines it as the sum total of policies for satisfying the needs of the present generation without compromising the capacity of future generations to satisfy their own needs. Within this broader context the role of public administration is obvious. One of the key questions that this volume has attempted to provide an answer is: can the European vision hold true in the same terms for Italy as well? - The debate over the question of the sustainability of development has been for some time underway in relation to the environment and to public health. More recently attention has turned to other aspects of sustainability as well, now that a generally accepted meaning of the term has been reached which defines it as the sum total of policies for satisfying the needs of the present generation without compromising the capacity of future generations to satisfy their own needs. Within this broader context the role of public administration is obvious. One of the key questions that this volume has attempted to provide an answer is: can the European vision hold true in the same terms for Italy as well?
2020 will be remembered as the Covid-19 year. Libraries and the other cultural institutions locked down. Nevertheless, during the crisis, libraries created platforms and special webpages and diversified their services through telephone calls to their users, foodbanks deliveries, children's care and contacts with elderly patrons. The digital library boomed. The challenge is to see to what extent library services can be implemented in a hybrid way – partly through the use of technologies, partly physical – and how to bring people together and at the same time keeping them at a distance from each other. At the end of the day, libraries showed a high level of resilience, to the point that the narrative should be reversed: during the Covid-19 time, libraries were more resilient and open than ever and were indeed pursuing sustainable development goals. These are not accessory objectives for libraries, just as sustainable development is not something that should be left to governmental policies for social and economic affairs. Moreover, they do not deal exclusively with climate change and low-carbon emissions and should not unfold through exhibitions, one-off events and poster sessions for small-scale, locally based projects, having a limited impact and being of purely demonstrative nature.They should be incorporated into library main objectives and be part of their normal administration. The European Regional Development Fund strengthens economic and social cohesion in the European Union by correcting imbalances between its regions. ESF is Europe's main instrument for supporting jobs, helping people to improve their employment prospects and ensuring fairer job opportunities for all EU citizens. They are attractive because they have been used in libraries in several countries – successfully. ; Il 2020 sarà ricordato come l'anno della pandemia da Covid-19 e della chiusura di biblioteche e di altre istituzioni culturali. Tuttavia, durante la crisi, oltre a diversificare i loro servizi, le biblioteche hanno creato piattaforme e pagine web speciali, ampliato i servizi via telefono, fornito cibo in varie città, fornito servizi ai bambini che stavano a casa e stabilito contatti con gli utenti anziani. La biblioteca digitale è esplosa. La grande scommessa è ora nella conduzione ibrida dei servizi bibliotecari – l'uso di nuove tecnologie combinato all'accesso fisico – e nel tenere unite le persone pur mantenendole separate. Insomma, la narrazione delle biblioteche in lockdown va rovesciata nel suo contrario: esse hanno mostrato un alto grado di resilienza e sono rimaste più aperte che mai; il loro sforzo si è concentrato nel perseguire a tempo pieno obiettivi di sviluppo sostenibile. Questi ultimi non sono obiettivi accessori per le biblioteche così come lo sviluppo sostenibile non è qualcosa che rimane nelle competenze esclusive delle politiche governative socioeconomiche. Gli obiettivi di sviluppo sostenibile non trattano esclusivamente di cambiamento climatico ed emissioni a basso contenuto di carbonio e per questo non dovrebbero consistere solo in esibizioni e progetti di natura spontanea con impatto limitato a scopo dimostrativo.Gli obiettivi di sviluppo sostenibile dovrebbero invece essere incorporati in quelli di base delle biblioteche ed entrare a far parte della loro normale amministrazione. Il FESR rafforza la coesione economica e sociale nell'Unione europea correggendo gli squilibri tra le sue regioni. Il FSE è il principale strumento europeo per sostenere l'occupazione, aiutare le persone a trovare un lavoro migliore e garantire opportunità di lavoro più eque per tutti i cittadini dell'UE. Le biblioteche di vari paesi europei hanno già utilizzato tali fondi con successo.
This collection of essays examines various aspects of regional development and the issues of internationalization. The first essay investigates the implications of the impressive growth of China from a rural-urban perspective and addresses the topic of convergence in China by employing a non-parametrical approach to study the distribution dynamics of per capita income at province, rural and urban levels. To better understand the degree of inequality characterizing China and the long-term predictions of convergence or divergence of its different territorial aggregations, the second essay formulates a composite indicator of Regional Development (RDI) to benchmark development at province and sub-province level. The RDI goes beyond the uni-dimensional concept of development, generally proxied by the GDP per capita, and gives attention to the rural-urban dimension. The third essay "Internationalization and Trade Specialization in Italy. The role of China in the international intra-firm trade of the Italian regions" - deals with another aspect of regional economic development: the progressive de-industrialisation and de-localization of the local production. This essay looks at the trade specialization of selected Italian regions (those regions specialized in manufacturing) and the fragmentation of the local production on a global scale. China represents in this context an important stakeholder and the paper documents the importance of this country in the regional intra-firm trade.
Dottorato di ricerca in Diritto dei contratti pubblici e privati ; La trattazione vuole offrire un inquadramento generale della cessione di cubatura a seguito dell'emanazione della legge 12 luglio 2011 n. 106 di conversione del d.l. 13 maggio 2011 n. 70. La normativa ha introdotto all'articolo 2643 c.c. rubricato ‹‹atti soggetti a trascrizione››, il numero 2-bis che ha disposto in modo del tutto innovativo la necessità di trascrivere ‹‹i contratti che trasferiscono, costituiscono o modificano i diritti edificatori comunque denominati, previsti da normative statali, regionali o da strumenti di pianificazione territoriale›› . I problemi teorici e applicativi posti dalla novella sono numerosi e particolarmente complessi. L'espressione utilizzata dal n. 2-bis, infatti, pur definendo la disciplina pubblicitaria, non esplicita né quali siano i caratteri essenziali di cui si compone il contratto che trasferisce la volumetria, né la natura dei ‹‹diritti edificatori››. L'obiettivo dello studio è pertanto quello di identificare oltre ai tratti caratteristici della cessione di cubatura, un modello contrattuale idoneo a garantire la circolazione della potenzialità edificatoria e soluzioni operative che possano rimanere immuni ai mutamenti giurisprudenziali, con la finalità precipua di verificare se il n. 2–bis, abbia posto le basi per un mercato dei ‹‹diritti edificatori›› volto ad un più efficace sfruttamento della proprietà immobiliare. Per farlo, nel Capitolo I si è ritenuto opportuno prendere le mosse da problematiche antiche e mai del tutto risolte inerenti agli accordi di ‹‹micropianificazione ad iniziativa privata›› (di cui la cessione di cubatura è espressione) ed allo ius aedificandi, al fine di individuare i limiti e le modalità di esercizio del potere di costruire soprattutto con riferimento ai rapporti con la p. a. La disamina non ha inoltre potuto prescidere da un'analisi dei più recenti strumenti di perequazione, compensazione ed incentivazione che rappresentano un'evoluzione rispetto all'originaria prassi applicativa. Indagato il ‹‹contenuto complesso›› dello ius aedificandi e la natura giuridica del permesso di costruire, si è potuta affrontare nel Capitolo II la spinosa problematica della natura giuridica dei trasferimenti di volumetria. A seguito di un esame dei principali teorizzazioni come ‹‹bene immateriale››, come ‹‹chance›› e come nuovo ‹‹diritto reale tipizzato›› si è potuto rilevare, anche attraverso un'analisi applicativa dell'istituto a vari negozi tipici ed ai diritti di godimento e di garanzia (Capitolo III), come la sola ricostruzione che possa assicurare un effettivo utilizzo dell'istituto è quella che riesca a farne interagire la natura privatistica e pubblicistica in uno sforzo di integrazione coerente tra le diverse materie. Pertanto, sul presupposto che l'interprete debba, prima di tutto, attenersi al dettato della norma, la soluzione di un nuovo diritto reale, caratterizzato da un'imprescindibile connessione con il provvedimento amministrativo, è apparsa maggiormente in linea con il dettato normativo ed in grado di assicurare un ampio utilizzo dell'istituto. Nel Capitolo IV l'attenzione si è quindi focalizzata sui caratteri costitutivi del contratto. In primis si è sottolineata l'importanza dell'accordo privatistico quale momento genetico della vicenda circolatoria attraverso una nuova lettura del tradizionale rapporto soggetto-oggetto, in cui l'autonomia negoziale assume una forza creatrice divenendo il veicolo mediante il quale si sostanzia il processo creativo voluto dalle parti atto a ‹‹generare l'oggetto del contratto›› (la cubatura). In secundis si è tentato di individuare il modo in cui diritto privato e diritto amministrativo convivono all'interno della cessione di cubatura, rinvenendo la chiave di congiunzione nell'elemento accidentale della ‹‹condizione››, rappresentata dal provvedimento amministrativo. Ne è emerso un istituto complesso che si compone necessariamente di due momenti: uno genetico (regolato dal diritto privato) ed uno applicativo (disciplinato dal diritto amministrativo). La particolare struttura dell'istituto esprime d'altra parte una tendenza sempre più diffusa a considerare l'ordinamento come un unicum, in cui i distinti sistemi normativi ‹‹perdono›› il proprio primato se collocati all'interno dell'ordinamento giuridico unitario. Stabilito in che termini diritto privato e diritto amministrativo dialogano tra loro e superato l'impasse della qualificazione giuridica, è stato possibile valutare le prospettive future di un mercato dei trasferimenti di volumetria. Considerato il quadro generale esistente in Italia e facendo tesoro delle considerazioni che sono derivate da uno studio del TDRs statunitense (Capitolo V), si è giunti a ritenere come agli intenti ambiziosi dei lavori preparatori non sia corrisposta un'opera di codificazione all'altezza dei propositi perseguiti a causa della mancanza di un framework di principi comuni da imporre su scala nazionale. In una prospettiva de iure condendo si è dunque tentato di ovviare alla carenza di un (auspicabile) intervento legislativo volto a definire più chiaramente i caratteri dell'istituto, proponendo alcune soluzioni applicative e teorizzando le possibili modifiche normative da introdurre nel codice civile per assicurare un maggiore e più sicuro utilizzo dei trasferimenti di volumetria. ; The Ph.D. thesis aims to provide a general framework of the transfer of development rights, following the issuance of the law 12 July 2011 n. 106 of converting d. l. 13 May 2011 n. 70. The legislation introduced in article 2643 c.c. entitled ‹‹instruments subject to registration››, the number 2-bis which places, in a completely innovative way, the need to record in a public register ‹‹contracts that transfer, constitute or modify the development rights, however denominated, provided by State or regional regulations, or by planning instruments››. The theoretical and applied problems posed by the new provision are numerous and very complex. In fact, the expression used by n. 2-bis does not express what are the essential characteristics of the contract which transfers the ‹‹development rights›› and their legal status. Therefore the aim of the thesis is to identify the characteristic features of the institute and also a contract scheme that could be able to ensure the transmission of the development rights for finding practical solutions, immune to judicial decisions. The principal aim is to verify whether the n. 2-bis has laid the foundations for a market of development rights, for a more efficient use of real estate. The Chapter I deals with ancient and never fully resolved problems related to the microplanning agreements (of which transfer of development rights is an expression) and related to the power to built, in order to identify the limits and procedures for exercising the right to build, especially in relation to the powers of the public administration. Moreover the analysis does not leave aside the latest tools of equalization, compensation and incentives that represent an evolution from the original archetype. After reviewing the complex content of the right to build and the legal status of building permits issued by the municipality, the Chapter II deals with the issue of the legal status of transfer of development rights. The analysis of the main theories as an ‹‹immaterial good››, such as ‹‹chance›› and as a ‹‹new land right›› show that the only feasible solution that can ensure an effective use of the transfer of development rights is the one that can make interact the private nature and public one in an effort of coherent integration between the different fields of law. On the assumption that the interpreter must, first of all, follow the wording of the rule, the solution of a new land right, characterized by an essential connection with the administrative measure, it appear nearer with the provision of the law and can ensure wide use of the institute. Therefore in Chapter IV, attention is focused on the characteristics of the contract. In the first place it is emphasized the importance of private agreement like ‹‹fundamental moment›› of transfer of development rights, through a new interpretation of the traditional relationship between ‹‹subject›› and ‹‹object››, in which the contractual autonomy has a creative force and became the vehicle through which the land rights is generated. Second attempt is made to identify the way in which private law and administrative law coexist, finding the key junction of the two moments in the element of the accidental ‹‹condition››, represented by building permit. What emerges from the examination is a complex institution that consists of two parts: one governed by private law and one determined by administrative law. The particular structure of the institute shows that the two areas of law, lose their primacy if placed within the unit legal system. After determining how private and administrative law interact with each other and overcoming the deadlock of the legal status, it is possible to assess the future prospects of a market of transfer of development rights. Based on the current Italian situation and building on the considerations that are derived from a study of the USA TDRs (Chapter V), it can be argued that the number 2-bis is not able to achieve the ambitious goals that the legislator wanted to accomplish, due to the lack of a framework of common principles to be imposed at national level. In the concluding remarks, in a proactive perspective, are proposed some application solutions and are theorized some possible legislative changes to be introduced in the Civil Code, to ensure a greater and safer use of development rights.