Cover; Quartino; Dedica; Indice; Il problema della mobilità del personale nel pubblico impiego privatizzato; La mobilità individuale volontaria e di ufficio; La mobilità collettiva e le eccedenze di personale; Lo stato dell'arte e i nodi irrisolti. Profili sostanziali e processuali; Bibliografia.
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Public good provision has always been a central role of government, but it is also an important element in political competition. The recent financial difficulties of public authorities have undermined their capacity to invest in public goods, requiring politicians to search for new ways to finance those investments. A solution widely adopted is the Public-Private Partnership, an instrument designed to provide more valuable public goods thanks to efficiency gains coming from bundling building and operating phases in a single contract, but that has often resulted in resounding failures. The most common explanation for this lack of results is that PPP are often adopted not for efficiency purposes but to avoid financial constraints. We build a model to analyze the incentives for politicians to use PPP for pork barrel politics in presence of a binding budget constraint, when they have a better ability to look forward than their voters, and are limited in their possibility to stay in charge. We then release the assumption of homogeneous income among voters, and analyze how this modifies politician's incentives to pander.
Pubblicato per la celebre collana Institutional Analysis della University of Michigan Press, questo testo è il secondo di tre volumi antologici che raccolgono alcuni dei contributi più rilevanti del Workshop in Political Theory and Policy Analysis. Animato da Elinor Ostrom - vincitrice del prestigioso 'Frank E. Seidman Distinguished Award in Political Economy' - presso l'Università dell'Indiana (USA), il Workshop è al centro di una rete internazionale di scienziati politici, sociologi, economisti ed antropologi che usano l'analisi istituzionale per studiare i beni pubblici ed i problemi della governance (.).
Pubblicato per la celebre collana Institutional Analysis della University of Michigan Press, questo testo è il secondo di tre volumi antologici che raccolgono alcuni dei contributi più rilevanti del Workshop in Political Theory and Policy Analysis. Animato da Elinor Ostrom - vincitrice del prestigioso 'Frank E. Seidman Distinguished Award in Political Economy' - presso l'Università dell'Indiana (USA), il Workshop è al centro di una rete internazionale di scienziati politici, sociologi, economisti ed antropologi che usano l'analisi istituzionale per studiare i beni pubblici ed i problemi della governance (.).
In quello che Paolo Grossi chiama il medioevo sapienziale i giuristi si impegnano a definire una serie di regole tese alla composizione delle controversie di confine: non ci sono infatti testi normativi precostituiti che le definiscano. Il Corpus Iuris si occupa, quasi esclusivamente, della conflittualità confinaria tra privati. Quando il richiamo ai testi del diritto romano viene effettuato serve solo per conferire 'autorevolezza' a soluzioni che assai spesso si fondano su pratiche di composizione legate alla prassi. Le regole elaborate dai giuristi medievali trovano così la loro formalizzazione sul piano del diritto, ma rinviano a un modo di vivere i confini tra comunità legato agli spostamenti, alle abitudini, alle comuni necessità esistenziali. D'altra parte l'esistenza di demarcazioni nette (che pure esistono) rinvia non tanto a una pretesa politica esclusiva e totalizzante, quanto piuttosto all'esercizio di diritti e prerogative determinati. ; In what Paolo Grossi calls «the sapiential Middle Ages» jurists engaged themselves in defining a set of rules aiming at the settlement of boundary disputes, which previously were not established by any normative text. The Corpus Iuris concerns nearly exclusively boundary disputes between private individuals. References to texts of the Roman law were meant to give 'authority' to resolutions often based upon customary praxis. The norms elaborated by Middle Ages jurists are thus given a formal legal shape; yet, they are linked to a perception of the boundaries between communities that was affected by the displacements, the customs, the common needs of everyday life. On the other side the existence of actual neat demarcations was linked to the exertion of certain rights and privileges rather than to an exclusive and absolute political claim.
In quello che Paolo Grossi chiama il medioevo sapienziale i giuristi si impegnano a definire una serie di regole tese alla composizione delle controversie di confine: non ci sono infatti testi normativi precostituiti che le definiscano. Il Corpus Iuris si occupa, quasi esclusivamente, della conflittualità confinaria tra privati. Quando il richiamo ai testi del diritto romano viene effettuato serve solo per conferire 'autorevolezza' a soluzioni che assai spesso si fondano su pratiche di composizione legate alla prassi. Le regole elaborate dai giuristi medievali trovano così la loro formalizzazione sul piano del diritto, ma rinviano a un modo di vivere i confini tra comunità legato agli spostamenti, alle abitudini, alle comuni necessità esistenziali. D'altra parte l'esistenza di demarcazioni nette (che pure esistono) rinvia non tanto a una pretesa politica esclusiva e totalizzante, quanto piuttosto all'esercizio di diritti e prerogative determinati. ; In what Paolo Grossi calls «the sapiential Middle Ages» jurists engaged themselves in defining a set of rules aiming at the settlement of boundary disputes, which previously were not established by any normative text. The Corpus Iuris concerns nearly exclusively boundary disputes between private individuals. References to texts of the Roman law were meant to give 'authority' to resolutions often based upon customary praxis. The norms elaborated by Middle Ages jurists are thus given a formal legal shape; yet, they are linked to a perception of the boundaries between communities that was affected by the displacements, the customs, the common needs of everyday life. On the other side the existence of actual neat demarcations was linked to the exertion of certain rights and privileges rather than to an exclusive and absolute political claim.
La tesi di dottorato ivi presentata si pone come obbiettivo la ricostruzione come questo sapere scientifico (la scoperta del cambiamento climatico antropico sostanziata dalla comunità scientifica di 190 paesi) ha influenzato la ricerca, la politica e il discorso pubblico nel nostro paese, l'italia. Il titolo è indicativo quando riassuntivo: Il cambiamento climatico in Italia. Istituzioni scientifiche, politica e discorso pubblico (1988-2012). Esso definisce in maniera puntuale i temi che si tratteranno: una genealogia di fenomeni storici, politici, culturali nati in nuce alla scoperta di questo cambiamento che influenzerà in maniera determinante il modo in cui viviamo, l'ambiente intorno a noi, i modelli di sviluppo, la sicurezza del nostro abitare, la forma delle nostre città. In ogni paese questa complessa scoperta ha avuto impatti differenti, un portato differente sulla ricerca e sullo sviluppo economico. Quello che in queste pagine si tenta di analizzare è come l'Italia ha assimilato il discorso del cambiamento climatico , in continua evoluzione date le sue infinite ramificazioni, e come ha reagito a livello politico e di ricerca. ; How we have started talking about climate change? How policies has been shaped? How research has forced institutions and policy makers to act to cut greenhouse emission? The aim of this PhD dissertation is to trace the genealogy of the issue of climate change in Italy, in research institutions, politics and the public discourse. The author will analyze how research on anthropic climate change- related topics has arise, what measure has been taken from italian politicians, what role newspapers have played in forming the public opinion, which role has played the civil society in stressing the relevance of this phenomena. In particular the thesis use the archive of Umberto Colombo, president of ENEA, ministerial documents, and newspapers' archive, to reconstruct the history of science, politics and public discourse from 1998 to 2012. ; No Avalaible
La comunicazione della scienza e il public engagement nella scienza sono stati ripetutamente invocati negli ultimi anni, in particolare durante la pandemia di COVID-19. Le Accademie svizzere delle scienze hanno istituito il gruppo di esperte ed esperti «Communicating Sciences and Arts in Times of Digital Media» affidandogli un duplice mandato: effettuare una valutazione sistematica ad ampio raggio dello stato della comunicazione della scienza e del public engagement in Svizzera e identificare possibili miglioramenti ed elaborare raccomandazioni per la loro realizzazione. Le raccomandazioni sono compilate nella presente brochure. Esse si concentrano sul ruolo dei singoli scienziati, sulla comunicazione scientifica istituzionale, sul giornalismo scientifico e su altri aspetti e sono destinate agli stakeholder e ai decisori nella scienza e nelle università, nelle organizzazioni di finanziamento, nel mondo politico e nelle testate mediatiche. ; Accademie svizzere delle scienze (2021) Migliorare la comunicazione della scienza e il public engagement nella scienza in Svizzera. Raccomandazioni del gruppo di esperte ed esperti «Communicating Sciences and Arts in Times of Digital Media» In Science in the Swiss Public. The State of Science Communication and Public Engagement with Science in Switzerland. Swiss Academies Reports 16 (8).
Questa tesi punta a ricostruire il pensiero politico di Bell tra il secondo dopoguerra e la metà degli anni Settanta. In tale arco cronologico, la riflessione politica di Bell si profila, per usare una formula di Jean-François Lyotard, come una «grande narrazione» del capitalismo. Nel complesso, cioè, l'opera di Bell appare come una storia sociologica del capitalismo, che nella fine delle ideologie registra l'apogeo del fordismo e, in seguito, ne mette in luce le trasformazioni in senso post-industriale, indagando le ricadute che tali mutamenti implicano sul piano dei rapporti di potere e della legittimazione del sistema. Nell'ottica di Bell, pertanto, il capitalismo non costituisce soltanto un sistema economico, ma la forma specifica attraverso cui si dispiega la società nel suo complesso, attivando una serie di rapporti di potere mediante i quali gli individui vengono coordinati e subordinati. Una siffatta concezione del capitalismo agisce immediatamente la questione del potere e solleva un interrogativo a esso connesso: «che cosa tiene insieme una società?». Una domanda che attraversa la traiettoria intellettuale di Bell e, sia pure declinata mediante una terminologia sociologica, riflette in realtà l'ambizione delle scienze sociali di farsi teoria politica. Esse si presentano quindi come teoria politica della modernità, nella misura in cui distinguono il potere sociale dal potere politico e, al tempo stesso, instaurano tra i due poli una tensione dialettica produttiva. Mettendo a fuoco la concettualizzazione del potere nell'opera di Bell si analizzeranno le mutazioni nel rapporto tra Stato e società negli Stati Uniti durante la Golden Age del capitalismo. In particolare, si metterà in luce nella grande narrazione di Bell l'ascesa e il declino di un ordine istituzionale che, alla metà degli anni Settanta, appare percorso da molteplici tensioni politiche e sociali che preannunciano l'avvento dell'età globale e il bisogno di una nuova "scala" di governo. ; This dissertations deals with Daniel Bell's political thought between the post-war era and the Seventies. During these years, Bell's political reflection appears to be, to say it in the words of Jean-François Lyotard, a «grand narrative» of capitalism. Overall, Bell's work is a sociological history of capitalism. It points out the height of fordism by assuming the end of ideology, and then sheds light on the post-industrial transformations, looking at the effects produced on power relations and the legitimacy of the socio-political system. In Bell's view, capitalism is not only an economic system, but a complex social system which places individuals in the power structure by means of subordination and coordination. «What holds a society together?» is the question that go trough the whole trajectory of his reflection. It looks a sociological question, but actually it is a political question, because the order of society depends on the legitimacy of obligation relationships. The link between politics and sociology marks Bell's thought and shows how social sciences are assumed to be the political theory of modernity: they analyze the political side of social relations as well as the social element inherent to the workings of political institutions. In other words, I look at the way in which Bell, «the sociologist of capitalism» as «The Economist» put it, distinguishes between social power and political power and then makes them interact. Focusing on Bell's view of power I analyze the transformations occurred in the relationship between State and society in the US during the so-called Golden Age of Capitalism. Particularly, drawing the trajectory of this «grand narrative» of capitalism up to mid-seventies, I highlight that Bell recognizes the coming of a global age, full of political and social strains, and the need of a new institutional scale to cope with them.
La tesi ha per oggetto lo studio delle politiche pubbliche locali ed in particolare delle politiche sociali che dal 2011 sono diventate politiche esclusivamente territoriali. L'obiettivo è quello di verificare se il differente orientamento politico delle amministrazioni genera politiche differenti. Per verificare le ipotesi si sono scelti 2 Comuni simili sul piano delle variabili socio-economiche, ma guidati da giunte con orientamento politico differente: il Comune di Modena a guida Partito Democratico e il Comune di Verona con un sindaco leghista a capo di una giunta di centro-destra. Nella prima parte vengono esposti ed analizzati i principali paradigmi di studio delle politiche (rational choice, paradigma marxista, economia del benessere, corporativismo e pluralismo, neo-istituzionalismo e paradigma relazionale) e viene presentato il paradigma che verrà utilizzato per l'analisi delle politiche (paradigma relazionale). Per la parte empirica si è proceduto attraverso interviste in profondità effettuate ai due Assessori alle Politiche sociali e ai due Dirigenti comunali dei Comuni e a 18 organizzazioni di Terzo settore impegnate nella costruzione delle politiche e selezionate attraverso la metodologia "a palla di neve". Sono analizzate le disposizioni normative in materia di politica sociale, sia per la legislazione regionale che per quella comunale. L'analisi dei dati ha verificato l'ipotesi di ricerca nel senso che l'orientamento politico produce politiche differenti per quanto riguarda il rapporto tra Pubblica Amministrazione e Terzo settore. Per Modena si può parlare di una scelta di esternalizzazione dei servizi che si accompagna ad un processo di internalizzazione dei servizi tramite le ASP; a Verona almeno per alcuni settori delle politiche (disabilità e anziani) sono stati realizzati processi di sussidiarietà e di governance. Per la fase di programmazione l'orientamento politico ha meno influenza e la programmazione mostra caratteristiche di tipo "top-down". ; My thesis deals with local public policies, with a particular focus on policies which since 2011 have acquired a mere territorial status. My aim was to verify if different political orientation of government could generate different orientation in policies. In order to test this hypothesis, I have chosen two municipalities which are very similar in terms of socio-economic variables, but with an otherwise politically orientated City Council. The cities I mean are Modena (led by Democratic Party) and Verona (led by a center-right council). Firstly, I have analyzed the major paradigms for the political study (rational choice, the Marxist paradigm, welfare economics, corporatism and pluralism, neo-institutionalism and the relational paradigm), and I have presented the paradigm used for political analysis (relational paradigm). I have applied experimental method by carrying out interviews to assessors for social policies, to municipal managers, to eighteen third-sector organizations involved in municipal policies, selected through the method called "ball of snow". Secondly, I have analyzed law provisions on social policy, both in the regional and municipal legislation, with a particular consideration to the so called "piani di zona". To sum out, data analysis have confirmed the original research hypothesis. Political orientation has shown to produce different policies according to the relationship between Public Administration and Third Sector. Referring to Modena, it is possible to affirm a pure choice of outsourcing of services. On the other hand, referring to Verona, it is possible to verify a choice of subsidiarity and governance processes regarding to some policy areas (disabled and elderly). Finally, concerning to a planning phase, political orientation has demonstrated lower political influence with a planning of top-down type.
Nel quinto libro dell'Etica Nicomachea Aristotele definisce la condizione necessaria perché una particolare specie di giustizia, il giusto politico (politikon dikaion), trovi attuazione: è l'esistenza di un ordine politico formalmente definito (politeia). Al centro della riflessione aristotelica sul giusto politico è il rapporto che passa tra questa particolare modalità di configurazione della giustizia e la politeia reale. È infatti la comprensione di quel rapporto a rendere intelligibili i fattori politici "indipendenti" (indipendenti cioè dalla natura, dalla necessità o dal caso) che condizionano la storia delle comunità politiche e che costituiscono l'oggetto di studio proprio della scienza politica. Attraverso la comparazione con la politeia Aristotele riflette sull'intelligibilità del giusto politico: in quanto si discosta dalla nozione assoluta di giustizia, come la politeia reale si discosta da quella ideale, il giusto politico diventa intelligibile. ; In NE Book V Aristotle recognizes the condition required for the implementation of a particular kind of justice, namely, political justice (politikon dikaion): that condition is a form of government (politeia). Central to the point of Aristotle's comparising politeia and political justice is the intelligibility of political justice (and of politeia): political justice becomes intelligible in that it departs from absolute justice, in the same way as forms of government deviate from the ideal one i.e. the best form.
This notebook is the fourth in the series designed to illustrate the results of an interdisciplinary study group, fostered by Lea Campos Boralevi, Vittore Collina and Bruna Consarelli, lecturers in the history of political theory, entitled Figure dello spazio, politica e società, and aimed at exploring the major political and social issues of the modern and contemporary age from the aspect of spaces and their production. The contributions presented in this book address issues connected with the role and impact of technology.