Purdah, o Della protezione: educazione e trasmissione culturale nelle famiglie migranti pakistane
In: Politiche migratorie
In: Ricerche 21
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In: Politiche migratorie
In: Ricerche 21
In: Studi storici Carocci 155
In: Studi sociali
In: Quaderni di storia
In: Attualità e storia 71
Since the 1980s the Pakistani society has been characterized by a rise of sectarian violence that has especially involved the Sunni and Shiite communities in the Punjab province. While there is a long history of communitarian and sectarian violence in South Asia before 1947, the contemporary phenomenon has significantly innovated the forms of violence. Sectarian clashes in the past were typically sporadic and localized, where the contemporary Sunni-Shi'a violence is based on a perception of religious identity as collective and homogeneous. Sunni and Shi'a conflicts in the Punjab are connected to the activity of sectarian organizations that combine requests for religious purification with socio-political themes. The essay analyzes the historical evolution of this phenomenon in connection with the larger economic and social change in the Punjab province from the 1970s onwards. ; La società pachistana è stata caratterizzata dagli anni ottanta del novecento da una violenza a carattere settario che ha coinvolto in special modo le comunità sunnita e sciita. Pur presentando elementi di continuità con i conflitti del passato, questo fenomeno ha innovato in modo rilevante le forme della violenza tipiche dell'Asia meridionale. I conflitti settari attuali non hanno le caratteristiche sporadiche e localizzate tipiche della violenza "tradizionale", ma si basano su una percezione dell'identità come collettiva e omogenea. Inoltre il fenomeno è collegato all'attività di organizzazioni che uniscono richieste di purificazione religiosa a temi di carattere socio-politico. Il saggio analizza le radici storiche e l'evoluzione di questo fenomeno ricollegandolo alla più generale trasformazione sociale ed economica della provincia del Punjab dagli anni settanta in poi.
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Da circa settanta anni il Jammu e Kashmir è motivo di scontri fra India e Pakistan, i due paesi si contendono il controllo dello stato per ragioni di tipo religioso e politico. La stipula dell'atto di annessione del Jammu e Kashmir all'Unione Indiana è stato l'evento scatenante della prima guerra indopakistana che si è risolta grazie all'intervento delle Nazioni Unite. L'ONU ha raccomandato ai due paesi di indire un referendum per stabilire la volontà popolare kashmira riguardo al tema dell'annessione, tuttavia il plebiscito non è mai stato organizzato, le richieste di autodeterminazione kashmira non sono state ascoltate e l'annessione dello stato all'India non è stata revocata. Dal 1947 dunque il Jammu e Kashmir si trova sotto amministrazione indiana per volere del maharajah Hari Singh che firmò l'Instrument of Accession e parte della sua autonomia politica e legislativa è stata rimessa al governo indiano, che nel corso degli anni ha esteso progressivamente il proprio controllo sul paese. Questo ha inasprito i rapporti fra India e Pakistan, causando lo scoppio di altri tre conflitti, ed ha alimentato il malcontento della comunità musulmana in Jammu e Kashmir che è sfociato nel 1989 in un'insurrezione armata. Attualmente l'autonomia kashmira è stata ulteriormente limitata, continuano le proteste e le rivolte popolari contro il dominio indiano in favore del referendum e del diritto di autodeterminazione kashmiro e continuano gli scontri fra India e Pakistan.
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Escrito en marzo de 2002, tras un viaje en Pakistán entre los refugiados afganos, este ensayo quiere documentar la labor realizada por las mujeres de RAWA (Revolutionary Association of Women in Afghanistan) y sus luchas en defensa de la laicidad, la libertad y la democracia. No es exactamente un diario de viaje. Más bien se trata de un recorrido de conocimiento que quiere establecer canales de comunicación y entendimiento en oposición a la retórica neocolonial de las bombas portadoras de civilización y el ataque a las libertades de las mujeres, que hoy ve aliados los fundamentalismos de diversos colores y matices. ; Escrito en marzo de 2002, tras un viaje en Pakistán entre los refugiados afganos, este ensayo quiere documentar la labor realizada por las mujeres de RAWA (Revolutionary Association of Women in Afghanistan) y sus luchas en defensa de la laicidad, la libertad y la democracia. No es exactamente un diario de viaje. Más bien se trata de un recorrido de conocimiento que quiere establecer canales de comunicación y entendimiento en oposición a la retórica neocolonial de las bombas portadoras de civilización y el ataque a las libertades de las mujeres, que hoy ve aliados los fundamentalismos de diversos colores y matices.
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In: https://morethesis.unimore.it/theses/available/etd-03132015-152309/
Il lavoro di ricerca ambisce a mettere in risalto le similitudini storico culturali tra il nazionalismo a stampo religioso dei musulmani d'India e il sionismo politico di Theodore Herzl. Il lavoro si compone di due parti, precedute da una introduzione e seguite da una conclusione. La prima parte, con taglio più culturale, analizza alcuni aspetti degni di nota per comprendere il processo culturale che ha portato alla formazione di una identità nazionale tra i musulmani d'India e tra gli ebrei d'Europa. La seconda, dal taglio più storico, ricostruisce il processo storico-politico che sta alla origine della nascita di Pakistan e Stato d'Israele come entità statali indipendenti. Nella prima parte del lavoro mi soffermerò sui seguenti aspetti: -l' appartenenza religiosa intesa come tratto accomunante -Il tema della lingua e della riscoperta di Urdu ed Ebraico moderno -il ruolo della storia nel processo di national building Nella seconda parte del lavoro si faranno emergere i tratti comuni delle due epopee nazionalistiche: -il debito culturale che il nazionalismo dei musulmani d'India e il sionismo politico hanno con l'Europa -la formazione laica e progressista di Mohammad Ali Jinnah e Theodore Herzl -il periodo storico nel quale queste aspirazioni nazionalistiche si sono realizzate: la fase della decolonizzazione. -il rapporto con le autorità inglesi - gli squilibri internazionali derivati alla nascita di Pakistan e Stato d'Israele -la questione umanitaria legata ai fenomeni migratori -la questione delle minoranze Il lavoro è accompagnato da una bibliografia delle fonti.
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The history of the Italian archaeological school in Swat began in 1955 with Giuseppe Tucci, who inaugurated a tradition that survives to this today. The mission that he founded has had an uninterrupted presence albeit with a hiatus between 2007 and 2010 when a self-declared Taliban emirate was established in Swat, and has assumed a prominent role in Indo-Pakistani archaeology. Since its beginnings, the Italian mission has obtained excellent results in the excavation and preservation of the Buddhist shrines of Butkara 1, Panr 1, and Saidu Sharif 1 under the direction of Domenico faccenna. many sites of different eras have been investigated by prominent figures as Giorgio Gullini, Giorgio Stacul, maurizio Taddei, Umberto Scerrato, and Pierfrancesco callieri. from 2011 to 2016, the mission, which is now under the patronage of ISmEO and directed by the author of this contribution, led the joint Italian-Pakistani project "Archaeology, community, Tourism-field school" (AcT), funded by the Pakistani- Italian Debt Swap Agreement (PIDSA). AcT project included research, restoration and teaching activities aimed at promoting archaeological tourism, aiding the economic growth of the region involving the local community in the study and preservation Swati heritage. The core of this project is the new Swat museum, that is the result of the cooperation between Italian and Pakistani experts, and was inaugurated in November 2013. The older local museum, built under the initiative of Giuseppe Tucci in 1963, was severely damaged by an explosion in 2008; its surviving parts were restored and incorporated into new construction. The sixty-year presence of the Italian mission, the responsibility of extensive archaeological areas on behalf of the Pakistani government and the continuity of the local working relationships on a generational scale has made this program unique in its field and has offered the conceptual basis of the AcT and archaeological site management. Archaeology was initially only an earning opportunity for many, but through active participation has created a growing sense of belonging and shared responsibility. Such an awareness is fundamental for the protection and restoration of the sites; for which end the field school organized by our project provided the methodological base. In addition to its social-economic value, the AcT project pursues scientific aims of utmost relevance for Indo-Pakistani archaeology. fieldwork has provided a new, indepth interpretation of Proto-historic cemeteries, and the mission has promoted excavation and restoration programs at Buddhist sites, such as Saidu Sharif, Jahanabad, Amluk-dara, and Gumbat. moreover, excavation activities, directed by the author of this contribution, have been being carried out at Barikot, where evidence of the early city (6th century Bc), with subsequent Achaemenid, mauryan, and Indo-Greek phases,were brought to light.
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