Riassunto/Abstract Il presente lavoro di tesi fa parte di un progetto svolto nell'ambito di una collaborazione fra Regione Toscana e Istituto di Geoscienze e Georisorse (IGG) del CNR di Pisa, avente per obiettivo lo studio di una metodologia per l'individuazione delle zone di protezione di pozzi o sorgenti idropotabili, distribuiti sul territorio regionale toscano, nonché la presentazione di un esempio di delimitazione relativa al campo pozzi Greti, località fiume Greve in Chianti. L'acqua è una risorsa indispensabile per la vita, per lo sviluppo e per l'ambiente. Essa è una risorsa finita e vulnerabile, parzialmente rinnovabile visti i tempi necessari a ripristinare situazioni di eventuali sovra-sfruttamenti, e che richiede un'efficiente gestione per la sua difesa e salvaguardia in modo da garantire la sua utilizzazione anche alle generazioni future. Spesso è soggetta ad emergenze sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo. Dal punto di vista qualitativo, le emergenze derivano da eventuali situazioni di inquinamento originato da svariate sostanze utilizzate sui terreni, scarichi di rifiuti di vario genere e composti di origine industriale. Dal punto di vista quantitativo, le acque possono essere soggette a problemi tipo il sovra- sfruttamento, l'abbassamento del livello della falda, la mancanza o la riduzione di nuovi apporti idrici alle sorgenti. E' evidente notare che il manifestarsi delle contaminazioni dell'acqua delle falde idriche dipende non solo dalla vulnerabilità degli acquiferi, ma anche dalla suscettibilità di un acquifero nel processo di interazione acqua-roccia ad assorbire i contaminanti e permettere la loro propagazione lungo l'acquifero stesso. La vulnerabilità degli acquiferi sottende a vari fattori quali la capacità di auto- depurazione del terreno, la soggiacenza della falda, la connessione tra falda e i corsi d'acqua e soprattutto al grado di protezione degli acquiferi. Le zone di protezione, assieme a quelle di tutela assoluta e di rispetto, costituiscono le aree di salvaguardia. In dettaglio, la zona di tutela assoluta rappresenta la zona immediatamente prospiciente l'opera di presa (10 metri di raggio dal punto di captazione); la zona di rispetto costituisce una porzione di territorio intorno alla zona di tutela assoluta che viene sottoposta a vincoli e destinazioni d'uso tali da tutelare la risorsa idrica (in assenza di altre individuazioni ha una estensione di 200 metri di raggio dal punto di captazione); la zona di protezione rappresenta un'area più vasta per la cui delimitazione è necessario tener conto dell'intera area di ricarica della falda, delle emergenze naturali e artificiali e delle zone di riserva. La difesa degli acquiferi dall'inquinamento è rivolta ad aree che sono già interessate da inquinamento, oppure a quelle che potrebbero esserlo ad esempio in aree di urbanizzazione, mediante piani di tutela elaborati dalle Regioni. Queste devono prevedere degli interventi che privilegino la tutela delle zone di captazione dell'acqua e del territorio circostante, attraverso uno stretto controllo delle possibili fonti di contaminazione. In questo lavoro è stata effettuata, prima di tutto, una attenta analisi sulla legislazione inerente le aree di salvaguardia, partendo dalla normativa comunitaria che detta le linee guida per la tutela della risorsa idrica destinata al consumo umano, fino ad arrivare alle norme emanate da alcune regioni italiane. E' infatti compito delle Regioni la scelta del criterio per l'individuazione delle aree di salvaguardia e la delimitazione delle stesse sul territorio. Uno degli obiettivi della tesi è stato quello di affrontare gli aspetti scientifici sulla delimitazione delle zone di protezione intorno ai campi-pozzi, che insieme a quelle di tutela assoluta vanno a formare le aree di salvaguardia. I criteri utilizzati per la delimitazione delle zone di protezione, indicati dalla normativa, sono: (a) di tipo geologico e riguardano la presentazione dell'ubicazione del campo pozzi, il riconoscimento delle strutture geologiche e l'individuazione dei processi geologici che hanno interessato l'area di studio; (b) idrogeologici, questi prevedono lo studio dell'intera area di ricarica della falda e consistono nel definire le aree di salvaguardia mediante considerazioni tecnico- scientifiche basate sulle conoscenze di idrochimica sotterranea e sulle caratteristiche stratigrafico - strutturale dell'acquifero; (c) geochimici, questi si basano su analisi idrogeochimiche e isotopiche delle acque e vengono utilizzati non solo per definirne gli aspetti qualitativi, ma anche per la ricostruzione dei diversi circuiti idrici. Il progetto all'interno del quale si è sviluppata la tesi ha previsto come prima fase l'individuazione, da parte delle varie AATO (Autorità di Ambito Territoriale Ottimale) coordinate dalla Regione Toscana, di opere di captazione ritenute prioritarie nell'intero scenario regionale. In seconda fase si è proceduto all'acquisizione delle informazioni necessarie mediante il recupero e la rielaborazione di tutti i dati relativi alle aree di studio già in possesso delle AATO. Infine, si è proceduto all'esecuzione di nuove analisi, fornendo specifici programmi per la raccolta dei dati. L'acquisizione e la produzione dei nuovi dati sono state curate dalle varie AATO, mentre il mio lavoro, all'interno dell'IGG-CNR è stato rivolto sia alla acquisizione di nuovi dati che all'elaborazione degli stessi. Infine, si è proceduto alla effettiva delimitazione della zona di protezione sul caso specifico Greti, individuata tramite un criterio metodologico d'insieme che si avvale, in una prima fase, dello studio dell'assetto delle formazioni geologiche caratteristiche dell'area, dell'analisi idrogeologica delle stesse, nonché delle deduzioni tratte dall'indagine idrodinamica dell'acquifero. Tutto ciò, validato dai risultati ricavati dalle analisi chimiche e isotopiche effettuate sulle sorgenti poste sui rilievi e su una serie di pozzi individuati nei pressi del campo pozzi, ha consentito di circoscrivere una zona di protezione, che in parte si discosta dalla traccia del bacino idrografico del Fiume Greve in Chianti. In particolare, lo studio delle formazioni geologiche e del loro assetto, tramite l'analisi delle sezioni nell'area di Greve, ha permesso di evidenziare un assetto idrostrutturale che, relativamente agli acquiferi in roccia, favorisce un flusso idrico sotterraneo da N a S. In conclusione, questo tipo di approccio multi-disciplinare ha permesso di studiare nel dettaglio il bacino di alimentazione del campo pozzi "Greti" e di delimitarne la zona di protezione ponendo l'accento su quell'area che contribuisce maggiormente all'alimentazione della falda captata dal pozzo in esame. Sarà compito degli enti locali adottare interventi, come prescrizioni o particolari destinazioni d'uso del territorio, da inserire negli strumenti urbanistici sia generali che di settore che permetteranno una migliore difesa della risorsa idrica sotterranea. Una considerazione generale, che deriva dal presente lavoro, porta a riconoscere nello strumento delle aree di protezione un'utile strategia per la tutela di una così preziosa risorsa: salvaguardia non fine a se stessa ma coniugata al crescente bisogno di sviluppo sostenibile delle aree urbane e sub-urbane e uso sostenibile delle risorse naturali. La nozione di uso sostenibile, in particolare, della risorsa idropotabile, traduce la necessità di trovare un equilibrio tra le esigenze di sviluppo economico legate allo sfruttamento di tali risorse e gli imperativi della loro protezione e conservazione a medio e lungo termine, in maniera tale che l'uso attuale delle risorse naturali non comprometta il loro impiego futuro. Di fondamentale importanza, è il fatto che le risorse del pianeta debbano essere gestite in modo da assicurare il soddisfacimento sia delle generazioni presenti che di quelle future. Ciò implica la possibilità di configurare, anche a livello internazionale, un vero e proprio diritto umano fondamentale all'acqua. A tale diritto individuale, corrisponderebbe un obbligo degli Stati di far sì che le attività di sfruttamento economico delle risorse stesse siano in ogni caso compatibili con l'obiettivo di assicurare acqua potabile in quantità e qualità sufficiente a sostenere le necessità basilari delle popolazioni interessate. Abstract The present job of thesis makes part of a project developed within a collaboration among Region Tuscany and Institute of geosciences and earth resources (IGG) of the CNR in Pisa, having for objective the study of a methodology for the individualization of the zones of protection of wells or rising drinking water , distributed on the Tuscan regional territory, as well as the presentation of an example of delimitation related to the field wells Pebbly shores, place Heavy river in Chianti. Water is an essential resource for the life, for the development and the environment. It is an ended resource and vulnerability, partially renewable visas the necessary times to restore situations of possible overexploitations, and that it asks for an efficient management for her defense and safeguard so that to also guarantee her use to the future generations. It is often subject to emergencies both from the qualitative point of view that quantitative. From the qualitative point of view, the emergencies derive from possible situations of pollution originated from varied substances used on the grounds, unloading of refusals of various kind and mixtures of industrial origin. It 'obvious to note that the occurrence of water contamination of the aquifer depends not only on groundwater vulnerability, but also from the susceptibility of an aquifer in the process of interaction water-rock to absorb the contaminants and to allow their propagation along the same aquifer. The vulnerability of the aquiferis subtends to various factors what the ability of auto-purification of the ground, the depth to of the stratum, the connection between stratum and the courses of water and above all to the degree of protection of the aquifers. The zones of protection, together with those of absolute guardianship and of respect, they constitute the areas of safeguard. In detail, the zone of absolute guardianship immediately represents the overlooking zone the work of taking (10 meters ray from the point of uptake ); the zone of respect constitutes a portion of territory around the zone of absolute guardianship that is submitted to ties and such destinations of use by to protect the water (in absence of other individualizations it has an extension of 200 meters ray from the point of uptake) resource; the zone of protection represents a vast area for whose delimitation it is necessary to take into account of the whole area of recharge of the stratum, of the natural and artificial emergencies and of the backup zones. The defense of the acquiferis from the pollution is turned to areas that are already interested by pollution, or to those that could be for instance it in areas of urbanization, through plans of guardianship elaborated by the Regions. These must foresee some interventions that privilege the guardianship of the zones of uptake of the water and the surrounding territory through a narrow control of the possible sources of contamination. In this job she has been effected, everything, a careful analysis on the inherent legislation the areas of safeguard, departing from the normative community that says the lines it drives for the guardianship of the water resource destined to the human consumption, thin to reach the norms emanated by some Italian regions. And' in fact performs some Regions the choice of the criterion for the individualization of the areas of safeguard and the delimitation of the same on the territory. One of the objectives of the thesis have been that to face the scientific aspects on the delimitation of the zones of protection around the field-wells, that together with those of absolute guardianship they go to form the areas of safeguard. The criterions used for the delimitation of the zones of protection, pointed out by the normative one, are:(a) type geologic and they concern the presentation of the location of the field wells, the recognition of the structures geological and the individualization of the geologic trials that have interested the area of study; (b) hydrogeological, these foresee the study of the whole area of recharge of the stratum and they consist of defining the areas of safeguard through considerations technical - scientific based on the knowledge of underground hydrogeochemistry and on the characteristic structural - stratigraphic of the aquifer; (c) geochemical, these are founded on hydrogeochemical analysis and isotopic of the waters and you/they are not only used for defining its aspects qualitative, but also for the reconstruction of the different water circuits. The project inside which the thesis is developed has as before expectation phase the individualization, from the various AATO (Authority of Optimal Territorial Circle) coordinated by the Region Tuscany, of works of uptake held priority in the whole regional scenery. In second phase already proceeds to the acquisition of the necessary information through the recovery and the reprocessing of all the data related to the areas of study in possession of the AATO. Finally proceeds to the execution of new analyses furnishing specific programs for the harvest of the data. The acquisition and the production of the new data have been taken care of by the various AATO, while my job, inside the IGG-CNR you/he/she has been turned both to the acquisition of new data and to the elaboration of the same. Finally proceeds to the real delimitation of the zone of protection on the case specific Pebbly shores, individualized together through a methodological criterion of that uses, in a first phase, of the study of the order of the geological formations characteristics of the area, of the idrogeological analysis of the same, as well as of the deductions drawn by the hydrodynamic investigation of the aquifer. Everything, validated by the results obtained by the chemical and isotopic analyses effected on the sources mails on the reliefs and on a series of wells individualized near the field wells, has allowed to circumscribe a zone of protection, that partly him far from the trace of the hydrographic basin of the Heavy River in Chianti. Particularly, the study of the geological formations and of their order, through the analysis of the sections in the area of Heavy, she has allowed to underline an idrostructural trim that, relatively to the acquiferis in rock, it favors an underground water flow from N to S. In conclusion, this type of fine-disciplinary approach has allowed to study in the detail the basin of feeding of the field wells "Pebbly shores" and to delimit its zone of protection setting the accent on that area that mostly contributes to the feeding of the stratum gained by the well in examination. she will be performed some local corporate body to adopt interventions as prescriptions or particular destinations of use of the territory, to insert in the urbanistic tools is general that of sector that they will allow a best defense of the underground water resource. A general consideration, that derives from the present job, brings to recognize in the tool of the areas of protection an useful strategy for the guardianship of such a precious resource: safeguard not end to herself but conjugated to the increasing need of sustainable development of the urban and sub-urban areas and sustainable use of the natural resources. The notion of sustainable use, particularly, of the drinking water resources , translates the necessity to find an equilibrium between the tied up demands of economic development to the exploitation of such resources and the imperatives of their protection and maintenance to middle and long term, in such way that the actual use of the natural resources doesn't jeopardize their future employment. Of fundamental importance, it is the fact that the resources of the planet must have managed so that to assure the satisfaction both of the present generations that of those future. This implicates the possibility to shape, also to international level, a real fundamental human right to the water. To such individual right, it would correspond an obligation of States to do yes that the activities of economic exploitation of the resources themselves are in every case compatible with the objective to assure drinkable water in quantity and enough quality to sustain the fundamental necessities of the interested populations.
Se il lavoro dello storico è capire il passato come è stato compreso dalla gente che lo ha vissuto, allora forse non è azzardato pensare che sia anche necessario comunicare i risultati delle ricerche con strumenti propri che appartengono a un'epoca e che influenzano la mentalità di chi in quell'epoca vive. Emergenti tecnologie, specialmente nell'area della multimedialità come la realtà virtuale, permettono agli storici di comunicare l'esperienza del passato in più sensi. In che modo la storia collabora con le tecnologie informatiche soffermandosi sulla possibilità di fare ricostruzioni storiche virtuali, con relativi esempi e recensioni? Quello che maggiormente preoccupa gli storici è se una ricostruzione di un fatto passato vissuto attraverso la sua ricreazione in pixels sia un metodo di conoscenza della storia che possa essere considerato valido. Ovvero l'emozione che la navigazione in una realtà 3D può suscitare, è un mezzo in grado di trasmettere conoscenza? O forse l'idea che abbiamo del passato e del suo studio viene sottilmente cambiato nel momento in cui lo si divulga attraverso la grafica 3D? Da tempo però la disciplina ha cominciato a fare i conti con questa situazione, costretta soprattutto dall'invasività di questo tipo di media, dalla spettacolarizzazione del passato e da una divulgazione del passato parziale e antiscientifica. In un mondo post letterario bisogna cominciare a pensare che la cultura visuale nella quale siamo immersi sta cambiando il nostro rapporto con il passato: non per questo le conoscenze maturate fino ad oggi sono false, ma è necessario riconoscere che esiste più di una verità storica, a volte scritta a volte visuale. Il computer è diventato una piattaforma onnipresente per la rappresentazione e diffusione dell'informazione. I metodi di interazione e rappresentazione stanno evolvendo di continuo. Ed è su questi due binari che è si muove l'offerta delle tecnologie informatiche al servizio della storia. Lo scopo di questa tesi è proprio quello di esplorare, attraverso l'utilizzo e la sperimentazione di diversi strumenti e tecnologie informatiche, come si può raccontare efficacemente il passato attraverso oggetti tridimensionali e gli ambienti virtuali, e come, nel loro essere elementi caratterizzanti di comunicazione, in che modo possono collaborare, in questo caso particolare, con la disciplina storica. La presente ricerca ricostruisce alcune linee di storia delle principali fabbriche attive a Torino durante la seconda guerra mondiale, ricordando stretta relazione che esiste tra strutture ed individui e in questa città in particolare tra fabbrica e movimento operaio, è inevitabile addentrarsi nelle vicende del movimento operaio torinese che nel periodo della lotta di Liberazione in città fu un soggetto politico e sociale di primo rilievo. Nella città, intesa come entità biologica coinvolta nella guerra, la fabbrica (o le fabbriche) diventa il nucleo concettuale attraverso il quale leggere la città: sono le fabbriche gli obiettivi principali dei bombardamenti ed è nelle fabbriche che si combatte una guerra di liberazione tra classe operaia e autorità, di fabbrica e cittadine. La fabbrica diventa il luogo di "usurpazione del potere" di cui parla Weber, il palcoscenico in cui si tengono i diversi episodi della guerra: scioperi, deportazioni, occupazioni . Il modello della città qui rappresentata non è una semplice visualizzazione ma un sistema informativo dove la realtà modellata è rappresentata da oggetti, che fanno da teatro allo svolgimento di avvenimenti con una precisa collocazione cronologica, al cui interno è possibile effettuare operazioni di selezione di render statici (immagini), di filmati precalcolati (animazioni) e di scenari navigabili interattivamente oltre ad attività di ricerca di fonti bibliografiche e commenti di studiosi segnatamente legati all'evento in oggetto. Obiettivo di questo lavoro è far interagire, attraverso diversi progetti, le discipline storiche e l'informatica, nelle diverse opportunità tecnologiche che questa presenta. Le possibilità di ricostruzione offerte dal 3D vengono così messe a servizio della ricerca, offrendo una visione integrale in grado di avvicinarci alla realtà dell'epoca presa in considerazione e convogliando in un'unica piattaforma espositiva tutti i risultati. Divulgazione Progetto Mappa Informativa Multimediale Torino 1945 Sul piano pratico il progetto prevede una interfaccia navigabile (tecnologia Flash) che rappresenti la pianta della città dell'epoca, attraverso la quale sia possibile avere una visione dei luoghi e dei tempi in cui la Liberazione prese forma, sia a livello concettuale, sia a livello pratico. Questo intreccio di coordinate nello spazio e nel tempo non solo migliora la comprensione dei fenomeni, ma crea un maggiore interesse sull'argomento attraverso l'utilizzo di strumenti divulgativi di grande efficacia (e appeal) senza perdere di vista la necessità di valicare le tesi storiche proponendosi come piattaforma didattica. Un tale contesto richiede uno studio approfondito degli eventi storici al fine di ricostruire con chiarezza una mappa della città che sia precisa sia topograficamente sia a livello di navigazione multimediale. La preparazione della cartina deve seguire gli standard del momento, perciò le soluzioni informatiche utilizzate sono quelle fornite da Adobe Illustrator per la realizzazione della topografia, e da Macromedia Flash per la creazione di un'interfaccia di navigazione. La base dei dati descrittivi è ovviamente consultabile essendo contenuta nel supporto media e totalmente annotata nella bibliografia. È il continuo evolvere delle tecnologie d'informazione e la massiccia diffusione dell'uso dei computer che ci porta a un cambiamento sostanziale nello studio e nell'apprendimento storico; le strutture accademiche e gli operatori economici hanno fatto propria la richiesta che giunge dall'utenza (insegnanti, studenti, operatori dei Beni Culturali) di una maggiore diffusione della conoscenza storica attraverso la sua rappresentazione informatizzata. Sul fronte didattico la ricostruzione di una realtà storica attraverso strumenti informatici consente anche ai non-storici di toccare con mano quelle che sono le problematiche della ricerca quali fonti mancanti, buchi della cronologia e valutazione della veridicità dei fatti attraverso prove. Le tecnologie informatiche permettono una visione completa, unitaria ed esauriente del passato, convogliando tutte le informazioni su un'unica piattaforma, permettendo anche a chi non è specializzato di comprendere immediatamente di cosa si parla. Il miglior libro di storia, per sua natura, non può farlo in quanto divide e organizza le notizie in modo diverso. In questo modo agli studenti viene data l'opportunità di apprendere tramite una rappresentazione diversa rispetto a quelle a cui sono abituati. La premessa centrale del progetto è che i risultati nell'apprendimento degli studenti possono essere migliorati se un concetto o un contenuto viene comunicato attraverso più canali di espressione, nel nostro caso attraverso un testo, immagini e un oggetto multimediale. Didattica La Conceria Fiorio è uno dei luoghi-simbolo della Resistenza torinese. Il progetto è una ricostruzione in realtà virtuale della Conceria Fiorio di Torino. La ricostruzione serve a arricchire la cultura storica sia a chi la produce, attraverso una ricerca accurata delle fonti, sia a chi può poi usufruirne, soprattutto i giovani, che, attratti dall'aspetto ludico della ricostruzione, apprendono con più facilità. La costruzione di un manufatto in 3D fornisce agli studenti le basi per riconoscere ed esprimere la giusta relazione fra il modello e l'oggetto storico. Le fasi di lavoro attraverso cui si è giunti alla ricostruzione in 3D della Conceria: . una ricerca storica approfondita, basata sulle fonti, che possono essere documenti degli archivi o scavi archeologici, fonti iconografiche, cartografiche, ecc.; . La modellazione degli edifici sulla base delle ricerche storiche, per fornire la struttura geometrica poligonale che permetta la navigazione tridimensionale; . La realizzazione, attraverso gli strumenti della computer graphic della navigazione in 3D. Unreal Technology è il nome dato al motore grafico utilizzato in numerosi videogiochi commerciali. Una delle caratteristiche fondamentali di tale prodotto è quella di avere uno strumento chiamato Unreal editor con cui è possibile costruire mondi virtuali, e che è quello utilizzato per questo progetto. UnrealEd (Ued) è il software per creare livelli per Unreal e i giochi basati sul motore di Unreal. E' stata utilizzata la versione gratuita dell'editor. Il risultato finale del progetto è un ambiente virtuale navigabile raffigurante una ricostruzione accurata della Conceria Fiorio ai tempi della Resistenza. L'utente può visitare l'edificio e visualizzare informazioni specifiche su alcuni punti di interesse. La navigazione viene effettuata in prima persona, un processo di "spettacolarizzazione" degli ambienti visitati attraverso un arredamento consono permette all'utente una maggiore immersività rendendo l'ambiente più credibile e immediatamente codificabile. L'architettura Unreal Technology ha permesso di ottenere un buon risultato in un tempo brevissimo, senza che fossero necessari interventi di programmazione. Questo motore è, quindi, particolarmente adatto alla realizzazione rapida di prototipi di una discreta qualità, La presenza di un certo numero di bug lo rende, però, in parte inaffidabile. Utilizzare un editor da videogame per questa ricostruzione auspica la possibilità di un suo impiego nella didattica, quello che le simulazioni in 3D permettono nel caso specifico è di permettere agli studenti di sperimentare il lavoro della ricostruzione storica, con tutti i problemi che lo storico deve affrontare nel ricreare il passato. Questo lavoro vuole essere per gli storici una esperienza nella direzione della creazione di un repertorio espressivo più ampio, che includa gli ambienti tridimensionali. Il rischio di impiegare del tempo per imparare come funziona questa tecnologia per generare spazi virtuali rende scettici quanti si impegnano nell'insegnamento, ma le esperienze di progetti sviluppati, soprattutto all'estero, servono a capire che sono un buon investimento. Il fatto che una software house, che crea un videogame di grande successo di pubblico, includa nel suo prodotto, una serie di strumenti che consentano all'utente la creazione di mondi propri in cui giocare, è sintomatico che l'alfabetizzazione informatica degli utenti medi sta crescendo sempre più rapidamente e che l'utilizzo di un editor come Unreal Engine sarà in futuro una attività alla portata di un pubblico sempre più vasto. Questo ci mette nelle condizioni di progettare moduli di insegnamento più immersivi, in cui l'esperienza della ricerca e della ricostruzione del passato si intreccino con lo studio più tradizionale degli avvenimenti di una certa epoca. I mondi virtuali interattivi vengono spesso definiti come la forma culturale chiave del XXI secolo, come il cinema lo è stato per il XX. Lo scopo di questo lavoro è stato quello di suggerire che vi sono grosse opportunità per gli storici impiegando gli oggetti e le ambientazioni in 3D, e che essi devono coglierle. Si consideri il fatto che l'estetica abbia un effetto sull'epistemologia. O almeno sulla forma che i risultati delle ricerche storiche assumono nel momento in cui devono essere diffuse. Un'analisi storica fatta in maniera superficiale o con presupposti errati può comunque essere diffusa e avere credito in numerosi ambienti se diffusa con mezzi accattivanti e moderni. Ecco perchè non conviene seppellire un buon lavoro in qualche biblioteca, in attesa che qualcuno lo scopra. Ecco perchè gli storici non devono ignorare il 3D. La nostra capacità, come studiosi e studenti, di percepire idee ed orientamenti importanti dipende spesso dai metodi che impieghiamo per rappresentare i dati e l'evidenza. Perché gli storici possano ottenere il beneficio che il 3D porta con sè, tuttavia, devono sviluppare un'agenda di ricerca volta ad accertarsi che il 3D sostenga i loro obiettivi di ricercatori e insegnanti. Una ricostruzione storica può essere molto utile dal punto di vista educativo non sono da chi la visita ma, anche da chi la realizza. La fase di ricerca necessaria per la ricostruzione non può fare altro che aumentare il background culturale dello sviluppatore. Conclusioni La cosa più importante è stata la possibilità di fare esperienze nell'uso di mezzi di comunicazione di questo genere per raccontare e far conoscere il passato. Rovesciando il paradigma conoscitivo che avevo appreso negli studi umanistici, ho cercato di desumere quelle che potremo chiamare "leggi universali" dai dati oggettivi emersi da questi esperimenti. Da punto di vista epistemologico l'informatica, con la sua capacità di gestire masse impressionanti di dati, dà agli studiosi la possibilità di formulare delle ipotesi e poi accertarle o smentirle tramite ricostruzioni e simulazioni. Il mio lavoro è andato in questa direzione, cercando conoscere e usare strumenti attuali che nel futuro avranno sempre maggiore presenza nella comunicazione (anche scientifica) e che sono i mezzi di comunicazione d'eccellenza per determinate fasce d'età (adolescenti). Volendo spingere all'estremo i termini possiamo dire che la sfida che oggi la cultura visuale pone ai metodi tradizionali del fare storia è la stessa che Erodoto e Tucidide contrapposero ai narratori di miti e leggende. Prima di Erodoto esisteva il mito, che era un mezzo perfettamente adeguato per raccontare e dare significato al passato di una tribù o di una città. In un mondo post letterario la nostra conoscenza del passato sta sottilmente mutando nel momento in cui lo vediamo rappresentato da pixel o quando le informazioni scaturiscono non da sole, ma grazie all'interattività con il mezzo. La nostra capacità come studiosi e studenti di percepire idee ed orientamenti importanti dipende spesso dai metodi che impieghiamo per rappresentare i dati e l'evidenza. Perché gli storici possano ottenere il beneficio sottinteso al 3D, tuttavia, devono sviluppare un'agenda di ricerca volta ad accertarsi che il 3D sostenga i loro obiettivi di ricercatori e insegnanti. Le esperienze raccolte nelle pagine precedenti ci portano a pensare che in un futuro non troppo lontano uno strumento come il computer sarà l'unico mezzo attraverso cui trasmettere conoscenze, e dal punto di vista didattico la sua interattività consente coinvolgimento negli studenti come nessun altro mezzo di comunicazione moderno. ; If the job of the historian is to understand the past like it has been comprised from the people who have lived it, then is perhaps not risked to think that it is also necessary to communicate turns out you of the searches with own instruments that belong to an age and that they influence the mentality of who in that age alive. Emergent technologies, especially in the area of the multimedialità like the virtual truth, allow the historians to communicate the experience of the past in more senses. In that way the history collaborates with the computer science technologies stopping itself on the possibility to make historical reconstructions virtual, with relati examples and book reviews to you? What mainly it takes care the historians is if a reconstruction of a lived last fact through its recreation in pixels is a method of acquaintance of the history that can be considered valid. That is the emotion that navigation in a truth 3D can provoke, is means in a position to transmitting acquaintance? Or perhaps the idea that we have of the past and its study comes thin changed in the moment in which it is disclosed through the diagram 3D? For a long time but the discipline has begun to above all make the accounts with this situation, forced from the invasività of this type of average, from the show making of the past and one spreading of the partial and antiscientific past. In a literary world post it must begin to think that the visual culture in which we are dipped is changing our relationship with the past: for this the acquaintances matured until today are not false, but it is necessary to recognize that historical truth exists more than one, to times written to times visual. The computer has become one omnipresent platform for the rappresentazione and information dissimation. The methods of interaction and representation are evolving continually. And it is on these two railroads that are move the offer of the computer science technologies to the service of the history. The scope of this thesis is just that one to explore, through it uses and the computer science experimentation of various instruments and technologies, as it can effectively be told the virtual past through three-dimensional objects and atmospheres, and like, in their being characterizing elements of communication, in that way they can collaborate, in this particular case, with the historical discipline. The present search reconstructs some history lines of the main active factories to Turin during the second world war, remembering tightened relation that exists between structures and individuals and in this city in particular between factory and movement laborer, is unavoidable to penetrate in the vicissitudes of the movement Turinese laborer who in the period of the fight of Liberation in city was a political and social subject of first relief. In the city, understanding like been involved biological entity in the war, the factory (or the factories) becomes the conceptual nucleus through which to read the city: they are the factories it objects to it to you main of the strafings and is in the factories that fight one war of liberation between class laborer and authority, of factory and citizens. The factory becomes the place of "usurpation of the power" of which Weber speaks, the stage in which the various episodes of the war are kept: strikes, deportations, occupations. The model of the city represented here is not a simple visualization but an informative system where the modeled truth is represented from objects, that they make from theatre to the development of events with a precise chronological positioning, to whose inside is possible to carry out operations of selection to render (images static), of filmati estimated (animations) and navigable scenes interactively beyond to activity of search of bibliographical sources and comments of students mainly legacies to the event in object. Objective of this job is to make to interact, through various plans, the historical disciplines and computer science, in the various technological opportunities that this introduces. The offered possibilities of reconstruction from the 3D come therefore put to service of the search, offering an integral vision in a position to approaching us the truth of the age taken in consideration and convogliando in an only espositiva platform all it turns out to you. Spreading Plan Informative Map Multimedia Turin 1945 On the practical plan the plan previews a navigable interface (Flash technology) that it represents the plant of the city of the age, through which it is possible to have a vision of the places and of the times in which the Liberation taken shape, it is to conceptual level, it is to practical level. This I interlace of coordinated in the space and in the time it not only improves the understanding of the phenomena, but it creates a greater interest on the argument through I use it of instruments disclosed you of great effectiveness (and appeal) without to lose sight the necessity of valicare the historical theses proposing itself like didactic platform. A such context demands a study deepened of the historical events to the aim to reconstruct with clarity a map of the city that is precise is topographicalally is to level of multimediale navigation. The preparation of the map must follow the standards of the moment, therefore the used computer science solutions are those supplied from Adobe Illustrator for the realization of the topography, and from Macromedia Flash for the creation of a navigation interface. The base of the data described is obviously consultabile being contained in the medium support and totally annotated in the bibliography. It is the continuous one to evolvere of the information technologies and it massiccia spread of the use of the computers that us door to a substantial change in the study and the historical learning; the academic structures and the operating economic have made the demand own that it reaches from the user (teaching, students, operating of the Cultural Assets) of one greater spread of the historical acquaintance through its computerized representation. On the didactic forehead the reconstruction of an historical truth through instruments informed to us concurs also with the not-historical to touch with hand those that are problematic of the search the which sources lacking, holes of the chronology and appraisal of the authenticity of the facts through tests. The computer science technologies allow a complete, unitary vision and exhausting of the past, convogliando all the information on an only platform, allowing also to who are not specialized to comprise immediately of what are spoken. The better book than history, for its nature, cannot make it in how much divides and organizes the news in various way. In this way to the students it comes given the opportunity to learn through a various rappresentazione regarding those to which they are accustoms to you. The premise centers them of the plan is that it turns out to you in the learning of the students can be improves to you if a concept or a content comes communicated through more channels than expression, in our case through a text, images and a multimediale object. Didactics The Fiorio Tannery is one of the place-symbol of the Turinese Resistance. The plan is one reconstruction in virtual truth of the Fiorio Tannery of Turin. The reconstruction serves to enrich the historical culture is to who produces it, through an accurate search of the sources, is to who can then have use of of, above all the young people, than, attracted from the ludic aspect of the reconstruction, they learn with more facility. The construction of manufatto in 3D supplies to the students the bases in order to recognize and to express the just relation between the model and the historical object. It is made of job through which it is joints to the reconstruction in 3D of the Tannery: a deepened historical search, based on the iconografiche, cartographic sources, that they can be documents of arches or archaeological diggings to you, sources, etc. The modellazione of the buildings on the historical basis for research work, in order to supply the poligonale geometric structure that allows three-dimensional navigation. The realization, through the instruments of the computer graphic of navigation in 3D. Unreal Technology is the name given to the used graphic motor in numerous videogames trades them. One of the fundamental characteristics of such product is that one of having a called instrument Unreal editor with which it is possible to construct virtual worlds, and that it is that one used for this plan. UnrealEd (Ued) is the software in order to create levels for Unreal and the games base to you on the motor of Unreal. E' be used the free version of the editor. The final result of the plan is a navigable virtual atmosphere representing one accurate reconstruction of the Fiorio Tannery to the times of the Resistance. The customer can visit the building and visualize specific information on some points of interest. Navigation comes carried out in first person, a process of "show" of atmospheres visits you through a furnishing consono allows to the customer one greater immersività rendering the more credible and immediately codificabile atmosphere. The Unreal architecture technology has allowed to obtain a good result in the short time, without that they were necessary participations of programming. This motor is, therefore, particularly adapted to the fast realization of prototypes of a discreet quality, the presence of a sure number of bug renders it, but, in inaffidabile part. To use a editor from videogame for this foretell reconstruction the possibility of a its employment in the didactic field, what the simulations in 3D allow in the specific case are to allow the students to experience the job of the historical reconstruction, with all the problems that the historian must face in recreating the past. This job wants to be for the historians a experience in the direction of the creation of a expressive repertorio more wide one, that it includes three-dimensional atmospheres. The risk to employ of the time in order to learn as this technology works in order to generate virtual spaces renders skeptics how many is engaged in the instruction, but the experiences of plans develop to you, above all to the foreign country, serve to understand that they are a good investment. The fact that a software house, that happening of public creates a videogame of large, includes in its product, a series of instruments that concur with the customer the creation of own worlds in which playing, it is sintomatico that the computer science schooling of the medium customers is growing more and more quickly and that I use it of a editor as Unreal Engine will be in future one activity to the capacity of a more and more immense public. This puts to us in the conditions for planning modules of instruction more immersed to you, in which the experience of the search and the reconstruction of the past they interlace with the more traditional study of the events of one sure age. The virtual worlds interatti to you often come defined like the cultural shape key of XXI the century, as the cinema it has been for the XX. The scope of this job has been that one to suggest that the objects and the acclimatizations in 3D are large opportunities for the historians employing, and that they must pick them. The fact is considered that the aesthetic one has an effect on the epistemologiy. Or at least on the shape that turns out you of the historical searches they assume in the moment in which they must be diffuse. A made historical analysis in superficial way or with presupposed wrong can however be diffuse and to have credit in numerous atmospheres if diffused with winning and modern means. Here why it does not convene to bury a good job in some library, in attended that someone discovers it. Here why the historians do not have to ignore the 3D. Our ability, like students and students, to perceive important ideas and guidelines often depends on the methods that we employ in order to represent the data and the evidence. Because the historians can obtain the benefit that 3D the door with himself, however, they must develop a search agenda turns to assess that the 3D he supports theirs objects you of teaching investigators and. An historical reconstruction can be much profit from the educational point of view is not from who the visit but, also from who it realizes it. The phase of necessary search for the reconstruction cannot make other that to increase the background cultural of the developer. Conclusions The thing more important has been the possibility to make experiences in the use of mass media of this kind in order to tell and to introduce the past. Turning upside down the cognitive paradigm that I had learned in the humanistic studies, I have tried to desumere those that we will be able to call "universal laws" from the objective data emerged from these experiments. From epistemologico point of view computer science, with its ability to manage impressive masses of data, gives to the students the possibility to formulate of the hypotheses and then to assess them or to refute them through reconstructions and simulations. My job has gone in this direction, trying to know and to use instruments it puts into effect them that in the future they will have always greater presence in the communication (also scientific) and that they are the mass media of excellence for determined bands of ages (adolescent). Wanting to push to the end the terms we can say that the challenge that today the visual culture places to the traditional methods of making history is the same one that Erodoto and contrapposero Tucidide to the narrators of myths and legends. Before Erodoto the myth existed, that it was means perfectly adapted in order to tell and to give meant to the past of one tribe or one city. In a literary world post our acquaintance of the past is thin changing in the moment in which we see it represented from pixel or when the information gush not alone, but thanks to the interattività with means. Our ability as studious and students to perceive important ideas and guidelines often depend on the methods that we employ in order to represent the data and the evidence. Because the historians can obtain the benefit sottinteso to the 3D, however, they must develop a search agenda turns to assess that the 3D he supports theirs objects you of teaching investigators and. The experiences collections in the previous pages carry to not too much think that in a future far away an instrument to us as the computer will be the only means through which transmitting acquaintances, and from the didactic point of view its interattività concurs involvement in the students like no other modern mass media.
Dottorato di ricerca in Storia d'Europa: Società, politica e istituzioni(XIX-XX Secolo) ; Una curiosa espressione di Jacques Delors, più volte utilizzata nel corso della sua carriera, definì le istituzioni comunitarie come un "O.P.N.I., oggetto politico non identificato". L'affermazione di Delors appare come un compromesso tra l'interesse a tutela dei diritti degli Stati e la necessità di attribuire al processo di integrazione europea istituzioni stabili e soprattutto autonome. In realtà, i caratteri di profonda instabilità mostrati dal modello di Comunità ne fecero scaturire due orientamenti interpretativi differenti. Il primo considerò il raggiungimento dell'obiettivo prefissato nella realizzazione di una unione politica; come sostiene Riccardo Perissich, "Ai limitati trasferimenti di sovranità già decisi, altri ne sarebbero seguiti, anche se sempre in modo graduale. Coerentemente con questo approccio, le istituzioni avrebbero dovuto evolvere verso un modello classico. La Commissione si sarebbe trasformata in un esecutivo federale; il Consiglio dei ministri in un "Senato degli Stati"; l'Assemblea parlamentare in un vero Parlamento federale"1. Il secondo orientamento si basò sull'idea che il principio di sovranità non potesse essere frammentato e che il conferimento di potere previsto dai Trattati fosse più di carattere tecnico che politico. Questa seconda interpretazione aumentò i dubbi e la diffidenza nei confronti della Commissione e ancor più del Parlamento. C'è da dire inoltre, che gli Stati firmatari dei Trattati si riconobbero più nella prima lettura del modello, con un necessario distinguo per la Francia che, all'epoca dell'entrata in vigore era presieduta dal generale Charles De Gaulle, fortemente contrario, come noto, all'idea di una qualsiasi minima cessione di potere a livello sovranazionale. A seguito della fusione di CECA, CEE ed EURATOM una sola Commissione unificò l'apparato amministrativo mentre al Parlamento europeo venne assegnato unicamente il compito di esercitare il potere in materia di bilancio, oltre ad una funzione meramente consultiva; l'elezione diretta del Parlamento fu contemplata nell'articolo n.138 del Trattato istitutivo della Comunità europea nel quale, oltre ad essere indicato il sistema di elezione dei parlamentari europei delegati come provvisorio, 1R. Perissich, L'Unione Europea una storia non ufficiale, Milano, Longanesi, 2008, p.54. venne previsto che il Parlamento avrebbe elaborato progetti volti alla realizzazione di una procedura di elezione uniforme per tutti gli Stati membri. Di fatto, negli anni che intercorsero tra il 1951 e il 1976, furono presentate numerose proposte orientate all'istituzione della procedura di elezione a suffragio universale diretto che, dopo molte difficoltà, trovarono soltanto nel 1979 la loro attuazione; questo risultato rappresentò l'inizio di una nuova era in cui l'importanza della comunicazione politico-istituzionale giocò un ruolo fondamentale per creare il necessario contatto con i cittadini, in previsione della loro partecipazione al voto europeo. Ricordiamo come nel 1974, al vertice francese presieduto da Valéry Giscard D'Estaing, venne adottata la decisione di istituire il Consiglio europeo e l'elezione diretta del Parlamento. L'evento avrebbe esercitato una notevole influenza nella dinamica istituzionale europea; nonostante il suo assetto di Assemblea diversa da quelle nazionali, il Parlamento europeo direttamente eletto avrebbe preteso un aumento della propria influenza politica così come del proprio peso istituzionale. Attraverso le elezioni, i cittadini europei avrebbero potuto accrescere progressivamente il loro interesse nei confronti dei temi comunitari riuscendo a percepire meglio l'esistenza di un'istituzione fino ad allora poco conosciuta. Su questo aspetto federalisti e "gradualisti" si collocarono su posizioni discordanti, in quanto i primi da sempre consideravano il Parlamento eletto come "Congresso del popolo europeo" e quindi come il potere costituente della futura Federazione europea. Personalità di spicco sui singoli piani nazionali, costantemente impegnate nella causa dell'integrazione europea (solo per citare alcuni nomi si ricordano Altiero Spinelli, Simone Veil, Helmut Kohl, Jacques Chirac), oltre ad esponenti politici ed intellettuali che interpretarono un ruolo di forte influenza all'interno dei loro partiti riguardo alla scelta europeista (per l'Italia ricordiamo Giorgio Amendola, Enrico Berlinguer, Mauro Ferri, Gaetano Arfè), si impegnarono con l'intento di legittimarne il ruolo rispetto alle altre istituzioni, in particolar modo la Commissione. I parlamentari eletti nel primo suffragio universale diretto si trovarono quindi ad affrontare temi che andavano dalla questione dei paesi comunisti ai rapporti con il Terzo mondo, alla progettazione di una televisione europea fino alla necessità di redigere una prima bozza di Costituzione europea. Il ricorso alle candidature di personalità politiche ben note all'opinione pubblica quali Enrico Berlinguer, Simone Veil, Willy Brandt, si pensò potesse offrire un maggiore potenziale all'organizzazione della propaganda. La campagna elettorale del giugno 1979, così come le altre due successive, fu tuttavia caratterizzata, soprattutto in Italia e Francia, da argomenti troppo spesso collegati alla dialettica politica della propria nazione. In ogni caso l'informazione data ai cittadini europei fu in grado di suscitare un inevitabile interessamento ai problemi comunitari, ma soprattutto alla realtà sovranazionale. L'affluenza al voto fu comunque inferiore rispetto alle elezioni nazionali. Nei motivi della scarsa partecipazione al voto, oltre l'assenza di dibattito propriamente europeo vi fu anche il fatto che le strategie dei partiti tesero ad una sorta di strumentalizzazione delle elezioni europee, puntando attraverso le campagne elettorali al perseguimento di obiettivi nazionali. Il primo scrutinio diretto fu in grado comunque di dare una ventata di novità al concetto di democrazia europea. La nuova legittimità consentì al Parlamento di consolidare nel tempo i propri poteri e di interpretare un ruolo all'interno del processo decisionale comunitario che all'epoca poteva dirsi quanto meno "nebuloso". Una volta fissato il periodo di svolgimento delle prime elezioni, le forze politiche nazionali dovettero sostenere una sfida che le avrebbe costrette a rimettersi in gioco, cercando di rinnovare gli argomenti e i temi individuati per le campagne elettorali nazionali. Una maggiore consapevolezza riguardo alla necessità di allargare l'orizzonte, senza trascurare tuttavia il contatto con i propri elettori e cercando le possibili somiglianze con gli altri partiti europei, avrebbe consentito di conciliare la propria ideologia in un contesto più ampio. Occorre tener presente come tra il 1975 e il 1979 si fossero create all'interno dell'Assemblea parlamentare non eletta, formazioni politiche rappresentative di partiti accomunati da un orientamento affine a quello nazionale. La diversità di ideologie, tuttavia rendeva queste coalizioni molto deboli, soprattutto per via della tanto difficile integrazione ostacolata dalla predominanza degli interessi nazionali anteposti a quelli comunitari. La primazia dei partiti nazionali ha sempre costituito un ostacolo all'autonomia di azione dei gruppi e delle federazioni lasciando, fino ad oggi, inattuata la costituzione di veri e propri partiti europei. All'indomani del primo suffragio universale diretto, tuttavia, il nuovo parlamentare europeo avrebbe assunto il ruolo di trait d'union tra il proprio elettorato, il proprio partito, la coalizione europea e il Parlamento stesso. I tratti caratterizzanti il percorso politico-istituzionale del Parlamento europeo sono stati oggetto di approfondimento nello studio dei casi relativi ai tre Paesi considerati rivelando le differenze che, per la natura stessa del ruolo giocato nel contesto sovranazionale, non hanno risparmiato il processo di integrazione e, nel caso specifico, la partecipazione alle elezioni dirette del Parlamento. Accomunando Italia e Francia, paesi fondatori della Comunità europea che si dimostrarono troppo intenti a trattare temi nazionali durante le campagne elettorali, nel Regno Unito l'idea di Europa si coniugò con la costante valutazione di tutti gli elementi che sarebbero risultati convenienti per partecipare, senza che tutto ciò costringesse a modificare o rinunciare a quanto già in possesso, atteggiamento che trovò nella linea di governo di Margaret Thatcher una perfetta interpretazione durata per l'intero decennio esaminato. Se per il primo suffragio universale diretto l'attività maggiore fu quella di approntare nuovi metodi organizzativi per le campagne elettorali, adatti alla ricerca di un consenso più ampio, diretto a legittimare l'istituzione sovranazionale, nella seconda e terza tornata le riflessioni delle forze politiche si resero necessarie per cercare di individuare le cause del progressivo calo partecipativo. I difetti di una comunicazione politica spesso basata su issues nazionali, soprattutto riguardo la Francia, ha di sicuro rappresentato una delle possibili cause, ma l'atteggiamento stesso dei partiti, apparso frequentemente poco incline a credere seriamente nell'importanza delle elezioni, ha lasciato percepire incertezza ai cittadini europei. Per altro verso, anche le campagne elettorali comunitarie, sebbene abbiano investito molte risorse per cercare di catturare il consenso dell'opinione pubblica, hanno mostrato la parziale efficienza dei mezzi messi in atto. Elezioni di second'ordine quindi? E' possibile parlarne ancora in questi termini? Da quanto emerso nel corso della ricerca condotta sul versante storico-politologico, il livello delle elezioni europee non risulta affatto secondario. Il dato partecipativo, anzi è inversamente proporzionale alla quantità di lavoro preparatorio sia dal punto di vista politico che amministravo-istituzionale, ben superiore a qualsiasi suffragio nazionale. Ci si chiede allora perché gli elettori non abbiano risposto con altrettanto entusiasmo. Qui le risposte trovano differenti possibilità da tenere nella giusta considerazione: la poca attenzione ai temi comunitari, la qualità della comunicazione, l'errore di propagandare l'evento troppo a ridosso delle date di svolgimento, l'eccessiva distanza tra istituzioni e cittadini, il livello culturale degli elettori, i giorni della settimana individuati per i suffragi spesso troppo vicini ad elezioni nazionali appena svolte, la classe politica poco convinta. In realtà tutti questi fattori rappresentano concause della scarsa partecipazione. Il cittadino europeo in mezzo a questo guazzabuglio è il personaggio principale di una performance in cui lui stesso determina la riuscita. Nonostante i numeri evidenzino una progressiva flessione nei dieci anni esaminati, i cittadini non sono rimasti indifferenti di fronte alle novità introdotte dal processo di integrazione europea. Spesso, soprattutto durante i sondaggi, accanto ad una percentuale di "indifferenti" o "euroscettici", molti intervistati hanno lamentato la poca autorità del Parlamento europeo nel contesto istituzionale comunitario2 confidando in ulteriori progressi strutturali. Il mancato raggiungimento di questo obiettivo, preannunciato già prima del 1979, insieme alle vicende politiche legate al proprio Paese, ha gradualmente provocato negli elettori reazioni di protesta attraverso il non voto o il voto negativo3, comportamenti capaci di delineare una partecipazione differente rispetto alla decisione di esprimere la propria scelta. Questo tipo di elettore ha mostrato di essere stato raggiunto dall'informazione diffusa durante le campagne elettorali e, sulla base di quanto appreso, ha deciso consapevolmente di non votare o di esercitare un voto diverso annullando o votando scheda bianca; quindi si è recato ai seggi, 2 Si vedano a questo proposito i risultati emersi nella pubblicazione della Commissione delle Comunità europee, Eurobarometro – L'opinione pubblica nella Comunità europea, Vol.1, 32/89, Direzione generale Informazione, comunicazione e cultura, Bruxelles, 1989. 3 Cfr. A. Gianturco Gulisano, La fenomenologia del non voto, in R. De Mucci (a cura di), Election day. Votare tutti e tutto assieme fa bene alla democrazia?, cit. non è rimasto inerte disinteressandosi di quanto stava accadendo. L'auspicio di un consolidamento istituzionale del Parlamento e di una maggiore coesione politica della Comunità europea non ancora raggiunti, anche per responsabilità delle politiche nazionali, ha posto l'elettore in condizione di negare il proprio contributo o protestare verso il mancato conseguimento dei risultati. L'accrescimento della conoscenza e del coinvolgimento, sebbene presenti, non sono andati di pari passo con la partecipazione. Elementi di insoddisfazione hanno caratterizzato il comportamento dell'elettore realmente europeista. I cittadini europei possono in realtà collocarsi in tre macro aree nelle quali si ritrovano gli europeisti, gli euro avversi e gli euroscettici. Se le aspettative degli europeisti sono rimaste deluse, gli euroavversi hanno parzialmente esercitato il diritto di voto alimentando quelle liste comunque presenti nella competizione europea. Gli euroscettici, invece hanno rappresentato il punto nevralgico dell'elettorato. Trovandosi in quella parte di popolazione attenta ad osservare quali e quanti cambiamenti sarebbero avvenuti a partire dal 1979 hanno avuto modo di consolidare la loro posizione continuando a percepire la Comunità ancora lontana e prevalentemente scomoda se non inutile. A differenza dell'europeista deluso che comunque ha continuato a partecipare, magari protestando, e dell'euroavverso che ha espresso il suo disappunto preferendo i partiti antieuropeisti, l'euroscettico ha proseguito nell'osservazione, affiancandosi agli incerti che sono rimasti a casa. A questo punto sono apparse inevitabili ulteriori valutazioni verso quegli elementi che caratterizzano le elezioni in genere. Ciò che attrae il cittadino ai seggi elettorali è prevalentemente il peso che le elezioni possono esercitare sui cambiamenti del governo nel proprio Paese. Il "less at stake" delle elezioni europee ha rappresentato sicuramente uno dei motivi scatenanti i sentimenti appena descritti; lo scenario si profila diverso, In such 'marker-setting' elections, voters have an incentive to behave tactically, but in a sense of the word 'tactical' that is quite different from what we see in National elections, where large parties are advantaged by their size. In a markersetting election the tactical situation is instead characterized by an apparent lack of consequences for the allocation of power, on the one hand, and by the attentiveness of politicians and media, on the other4. La mancanza di conseguenze sul livello nazionale garantita dalle elezioni europee ha "alleggerito" l'elettore della responsabilità di orientare con la propria scelta il corso della politica nazionale. Sebbene nel 1979 vi fu un'attività partitica a livello transnazionale, consentita anche dalla disponibilità di fondi in quel periodo, l'attenzione dell'elettorato fu minima. In termini di risultati transnazionali la percezione fu praticamente irrilevante; circa il cinquanta per cento dei votanti ammise di non aver idea di quali gruppi avessero ottenuto maggiori consensi. Altro aspetto da non sottovalutare si collega allo sproporzionato successo ottenuto dai partiti più piccoli rispetto ai grandi; è in questo caso che si può parlare di voto punitivo nei confronti della politica del governo nazionale. Molte le sfaccettature e tutte fondamentali per riuscire a capire il perché delle differenze comportamentali dell'elettorato, differenze che nei tre Paesi oggetto di studio si sono rivelate estremamente rappresentate. In linea con la tradizione, gli elettori dell'Italia e della Francia hanno mostrato una partecipazione considerevole, evidentemente legata alle vicende che hanno caratterizzato il dibattito politico nazionale negli anni 1979 – 1989. Il voto "pseudo-obbligatorio" dell'Italia ha mantenuto alta la percentuale dei votanti, ma i risultati hanno mostrato orientamenti variabili nelle tre tornate esaminate. Il caso francese ha mostrato una escalation della destra attraverso i consensi ottenuti dal Front National in risposta ad un importante declino del Partito comunista, anche in considerazione di una progressiva dispersione di voti dovuta alla presenza di numerose liste, in particolar modo nel 1989. Il caso anglosassone si colloca in una posizione particolare rispetto agli altri due Paesi, ma sarebbe più giusto dire rispetto a tutti gli altri. A fronte di un orientamento nazionale tendenzialmente contrario alla Comunità europea, fra le ideologie maggiormente rappresentative si è distinto un Partito conservatore desideroso di giocare un ruolo importante nel contesto europeo, consapevole quindi del significato che la competizione europea 4 C. Van der Eijk, M. Franklin, M. Marsh, What voters teach us about Europe-Wide Elections: what Europe-Wide Elections teach us about voters, in "Electoral Studies", vol. 15, n. 2, p. 157. avrebbe potuto assumere per la riuscita dell'intento. L'importanza del suffragio sovranazionale non fu invece immediatamente compresa dai Laburisti, che di fatto ottennero una pesante sconfitta nel corso del primo appuntamento con lo scrutinio europeo, ravvedendosi in seguito e riuscendo a superare i Conservatori anche grazie all'inizio del declino del governo Thatcher. Un elemento che ha accomunato tutti i Paesi della Comunità è stato rappresentato dalla progressiva affermazione dei Verdi. Lo studio effettuato attraverso una costante attenzione al dibattito politico di ciascun Paese, insieme alle strategie attuate dagli attori, consapevoli fin dall'inizio che la sfida europea li avrebbe impegnati non più o meno di quella nazionale, ma sicuramente in modo diverso, ha condotto ad un approfondimento verso il singolo cittadino che assumendo in sé il ruolo di attore principale ne ha determinato gli esiti. Le risultanze dei dati emersi dalle consultazioni avvenute negli anni 1979 – 1989 non possono considerarsi soltanto per il puro dato numerico. La molteplicità dei fattori che hanno influito sulla scelta di votare o meno ha mostrato un elettore che, pur appartenendo a paesi diversi e con differenti livelli culturali, è stato in grado di decidere basandosi su considerazioni affatto superficiali, operando un'attenta scelta dei numerosi elementi che avrebbero potuto favorire il rafforzamento politico-istituzionale europeo: una tacita selezione dell'elettorato, che inevitabilmente ha lasciato fuori tutti coloro che non hanno ritenuto importante impegnarsi per una consultazione ritenuta priva di un qualsiasi tornaconto. Classe politica poco convinta, informazione discutibile, scarsa conoscenza da parte dei cittadini riguardo al ruolo del Parlamento europeo, inefficacia della comunicazione, hanno contribuito a costruire un elettore diverso dal solito, più attento, in possesso di maggiore senso critico nei confronti di uno scenario nuovo e molto più complesso rispetto a quello nazionale5. Dalla pluralità di elementi emersi durante la ricerca attraverso il ricorso all'interdisciplinarietà per cercare di comprenderne maggiormente i significati, sono emersi dettagli che hanno stimolato ad ulteriori approfondimenti. 5 Cfr. Commissione delle Comunità europee, Eurobarometro – L'opinione pubblica e l'Europa, 9/89, Direzione generale Informazione, comunicazione e cultura, Bruxelles, 1989. Successivamente alle considerazioni storico – politiche , ciò che si è voluto sottolineare, attraverso l'analisi sociologica, riguardo alle elezioni europee nel loro complesso e nella loro perpetua considerazione di elezioni secondarie, è che tutti i fattori esaminati ne mostrano un'immagine differente, che non vuole assolutamente porsi in contrasto con l'interpretazione dei dati puri, ma vuole indurre a considerare maggiormente i numerosi fattori, che per la qualità e la quantità riscontrata permettono di ottenere un quadro più completo dei fatti, andando oltre al mero dato partecipativo sul quale, indubbiamente, la differenza con la partecipazione nazionale è di tutta evidenza. L'esame approfondito è apparso ancor più necessario alla luce del tortuoso processo di costruzione europea e del macchinoso assetto istituzionale comunitario, al fine di poter tenere nella giusta considerazione il maggior numero di elementi possibile, non tanto per giustificare i risultati, ma quanto, piuttosto, per riflettere su di essi cercando di distribuire una responsabilità policentrica a partire dalle forze politiche per finire al cittadino stesso. ; Jacques Delors used to talk about European institutions as an O.P.N.I Object Politique Non Identifié. His opinion appears a compromise between his interest to protect National rights and the need to give lasting and autonomous governance to the European integration process. Actually from the European Community model, two different ways of thinking the governance derived both influenced by the instability of the model itself. The first one aimed at a political union; as Riccardo Perissich says: "Ai limitati trasferimenti di sovranità già decisi, altri ne sarebbero seguiti, anche se sempre in modo graduale. Coerentemente con questo approccio, le istituzioni avrebbero dovuto evolvere verso un modello classico. La Commissione si sarebbe trasformata in un esecutivo federale; il Consiglio dei ministri in un "Senato degli Stati"; l'Assemblea parlamentare in un vero Parlamento federale"6. The second one tried not to neglect the sovereignty principle by transferring technical and political power according to the Treaties. This second view increased doubts and mistrust towards the European Parliament and Commission as well. European Member States agreed above all with the first view, except for the France of Charles De Gaulle who was still convinced of his idea of not giving power to supranational level. Following the unification between ECSC, EEC and EAEC there was a single Commission for the whole administrative system while the Parliament had competence on the European budget; direct election to European Parliament was referred to as "temporary" in Article 138 of the European Community Treaty; then the Parliament would plan the way for a single procedure election regarding all Member States. Between 1951 and 1976 there were many proposals to define a direct universal suffrage, but only in 1979 this target was achieved. This result meant a significant change also for the polical and institutional 6R. Perissich, L'Unione Europea una storia non ufficiale, Milano, Longanesi, 2008, p.54. communication that became fundamental to reach citizenship during the election campaign. In 1974, during the French summit chaired by Valéry Giscard d'Estaing, were both established the European Council and the direct election of the European Parliament. The European Parliament finally elected by European citizens would require an increase in both political and institutional influence. The direct elections would enhance popular interest in European affairs as well as raise people's awareness of the Parliament itself. This last aspect emphasized the differences between the federalist and the "gradualist" trend. The first one considered the direct elected Parliament as a "Congress of European People", that is to say the constituent power of the future European Federation. Many famous people were constantly engaged in the European integration cause as politicians and intellectuals did by committing themselves to legitimizing the role of the European Parliament in relation to other institutions, particularly the European Commission. Reference can be made to Altiero Spinelli, Enrico Berlinguer, Simone Veil, Helmut Kohl, Jacques Chirac, just to mention some of them. Members of the European Parliament (MEP's) began their job by addressing many issues such as the question of communist nations or planning for a European TV or preparing a draft for the European Constitution. Appointing political celebrities such as Enrico Berlinguer, Simone Veil, Willy Brandt was a way to make the propaganda more effective. The 1979 election campaign as well as the other two following ones was, however, characterized by arguments too often associated with the national political discourse. All the information given to European citizens succeeded in generating interest in supranational reality above all. The turnout was lower than in national elections and the reason has to be found in the behaviour of political parties in discussing mostly national issues aiming at national targets. In spite of this, the first direct election to the European Parliament gave a breath of fresh air to the meaning of European democracy. The newly acquired legitimacy gave the European Parliament the opportunity to consolidate its power by acting a definite role inside the European decisional process that was, at that time, nebulous to say the least. Once the electoral date was scheduled all the national political parties had to face a challenge that forced them to renew their themes and topics previously chosen in national campaign. There was greater awareness of the necessity to broaden the horizon without loosing contact with voters by looking for similarities in other European political parties. This is what would allow single ideologies to merge in a wider context. We must to consider that between 1975 – 1979 inside the European Parliament there were representatives of parties sharing outlooks similar to the national ones, but different ways of thinking made these coalitions too weak, above all because of the predominant national interests. The primacy of national parties has always been an obstacle to the autonomy of groups and federations, neglecting the implementation of European parties. After the first direct European elections the new MEP's were a kind of "trait d'union" with their own electorates, their own party, the European coalition and the Parliament as well. The peculiar features of the political-institutional path of the European Parliament concerning the three countries studied showed differences that have characterized their participation in European elections. While Italy and France, founding members of EC, were too busy to deal with national issues during electoral campaign, the UK was more attentive to evaluate the benefits of participation and Margaret Thatcher, who was Prime Minister from 1979 to 1990 was particularly suited for such an attitude. While during the first direct election there was a need to bring some new element in organizing the electoral campaign in order to reach a wider consensus, the following two elections made political forces more reflective about the decline in turnout. Too many national issues made the communication weak, particularly for the French campaign. What citizens perceived was the little confidence of political parties and that was the reason for such a large incertitude among the people. On the other hand, the Community campaign too showed a partial efficiency. So what kind of elections are we talking about? Still "second order" elections? This is not the picture that emerged from my research conducted on the historical and political fields. Participation is inversely proportional to the preparatory work, both from a political point of view and from an administrative-institutional one, which was far superior to any national suffrage. So, why didn't voters participate so enthusiastically? Many answers are possible because many are the causes of such an odd behaviour: little attention to European issues, quality of communication, propaganda too close to the election date, distance between citizens and istitution, the cultural level of voters, election dates too close to those of national elections, lack of confidence of the political class were all contributing factors in low participation. In the middle of this mess the European citizen becomes the protagonist for the success of such a performance. Despite numbers reveal a gradual decline in the ten years examined, European citizens have not remained indifferent to the changes introduced by the European integration process. Many surveys showed that in addition to a percentage of "indifferent" or "eurosceptical" people, there were citizens who asked for a stronger Parliament hoping that this result would be reached sooner or later. The failure to achieve this goal as well as the political events of each nation have gradually caused an outcry against the vote expressed either in nonvoting or in negative-vote; these different behaviours show a different way of participating . The voter who, though informed by the electoral campaign, decided not to vote or to give a different vote by cancelling his vote or returning blank−voting ballot, went nevertheless to the polling station and didn't stay at home ignoring what was happening. The unfullfilled hope for an institutional strengthening of the Parliament and for greater political cohesion of the European Community, due to political responsibilities, didn't allow the voter to contribute or protest against the non-achievement of results. Citizens' increased knowledge and involvement did not keep pace with the participation; some elements of dissatisfaction have characterized the behaviour of the pro-Europe voter. The three main groups in which European voters may be included are pro- Europe, anti-Europe and eurosceptics. Whereas the pro-Europe voters' expectations have been disappointed, the anti-Europe voters have partially exercised the right to vote feeding this kind of lists in the European competition. Eurosceptics, on the other hand were the centerpiece of the electorate. Being careful observers of which and how many changes have occurred since 1979, citizens have been able to consolidate their position by continuing to perceive the Community as still too distant and mostly uncomfortable if not useless. They have continued their observation by standing together with those uncertain people who stayed at home. At this point it appeared inevitable to assess also those elements that characterized the elections in general. What attracts people to the polling station is mainly the weight that elections may have on the governmental changes in their own countries. The "less at stake" of European elections surely showed one of the reasons just described. We are therefore facing a different context, In such 'marker-setting' elections, voters have an incentive to behave tactically, but in a sense of the word 'tactical' that is quite different from what we see in National elections, where large parties are advantaged by their size. In a markersetting election the tactical situation is instead characterized by an apparent lack of consequences for the allocation of power, on the one hand, and by the attentiveness of politicians and media, on the other7. The lack of consequences on the national level where European elections are concerned lightened voters by taking away their responsibility in directing the national political course. Although in 1979 there was a political activity at the transnational level, the electorate's attention was very scarce. The result showed 50% of voters admitting to their disinformation about the groups that achieved greater consensus. 7 C. Van der Eijk, M. Franklin, M. Marsh, What voters teach us about Europe-Wide Elections: what Europe-Wide Elections teach us about voters, in "Electoral Studies", vol. 15, n. 2, p. 157. Another issue is the large success gained by smaller parties; in this case it is possible to talk about a "punishment vote" against the policy of the national government. The three cases studied showed different ways of participating. Italian and French voters showed a considerable participation according to their tradition also because in the 1979 – 1989 period there was an interesting political debate. The Italian "pseudo-compulsory" vote kept the percentage of voters high, but the outcome showed changing directions during the above mentioned period. Looking at the outcomes got by the Front National the French case showed an escalation of the Right next to to a significant decline of the Communist Party. There was also a substantial dispersion of voting because of so many rolls, particularly during the 1989 elections. The British case is a special one for the particular behaviour towards the European integration process. The Conservative Party wanted to play an important role in the European context and for this reason European elections were considered as a way to succeed in it. On the contrary the Labour Party did not immediately understand the importance of such a crucial opportunity; the outcome of the 1979 European elections was disastrous and they met an evident defeat that therefore was useful to understand many things for future elections. All three countries have seen the progressive growth of the Green Party. The present study has paid constant attention to to the political debate in each country, and to the strategies implemented by the actors, who were aware from the beginning that the European challenge would engage them in different ways. It was, moreover, focused on the individual citizen's ability to determine the election outcome. Considering the outcome through the mere numerical data gives a partial view of the whole context. There are so many aspects that influenced the decision to vote or not. There was a selection among voters that showed citizens who desired a more political union operating a political and institutional strengthening in opposition to those who did not want to engage themselves in an election without any gain. An unconvinced political class, questionable information, lack of knowledge among citizens about the role of the European Parliament have built a different voter, a more attentive one, with a greater critical sense towards a newer context different from the national one. The diverse elements which have emerged from this interdiciplinary study have led to further insights. After historical considerations, a sociological analysis has been carried out on European elections as a whole and their "second order" perception. From these considerations a new picture has emerged, which is not in absolute contrast with the interpretation of the raw data. The quality and the quantity of so many factors allow a more complete picture of the facts, going beyond the mere participation on which, undoubtedly, the difference with the national presence is quite evident. Detailed examination appeared necessary in the light of the tortuous European building process, in order to take into account as many elements as possible, not only to justify the results, but rather because, to reflect on them trying to deploy a polycentric responsibility from the political forces to the citizens themselves.