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Un'alleanza Europa - Russia
In: Affari esteri: rivista trimestrale, Band 41, Heft 161, S. 39-41
ISSN: 0001-964X
Occidente versus Russia
Nel primo capitolo viene analizzata l'evoluzione dei rapporti tra Occidente e Russia negli ultimi 30 anni, soffermando l'attenzione sugli eventi salienti e gli sforzi diplomatici di entrambe le parti, utile per comprendere il substrato dell'attuale contesto geopolitico. Successivamente viene trattata la politica economica russa e la controversia sul gasdotto Nord Stream 2. Nel terzo capitolo vengono approfonditi gli interessi politici e strategici della Russia, con particolare attenzione alle regioni baltica, per poi esaminare, nei paragrafi successivi, le problematiche relative alla presenza di russofoni nei Paesi baltici e le minacce dal punto di vista militare e dal punto di vista ibrido, con un approfondimento sulla centrale nucleare bielorussa di Astravets e sulla minaccia ibrida marittima. Nell'ultimo paragrafo si analizzano le strategie che NATO e UE stanno mettendo in atto per affrontare le sfide del futuro immediato. 4 Il seguente elaborato si prefigge di analizzare l'attuale situazione strategica nella zona del mar Baltico con lo scopo di esprimere delle considerazioni in merito alla sicurezza e alla politica di difesa degli interessi comunitari e globali
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Russia: uno Stato federale?
La Costituzione della Federazione di Russia del 1993 introduce tutti quegli elementi che nell'ambito della scienza del diritto comparato sono riconducibili alla delineazione di uno Stato federale quali la previsione di un riparto delle competenze tra Stato federale e le sue entità federate denominate soggetti (sub''ekty), l'applicazione del principio dell'autonomia organizzativa nei confronti dei soggetti della Federazione, la creazione di una seconda camera di rappresentanza degli interessi di tali soggetti, la possibilità di attuare la revisione costituzionale solo con la partecipazione degli stessi (tranne che per i cap. 1, 2 e 9) e, infine, la creazione di una Corte costituzionale competente a dirimere i conflitti di attribuzione tra centro e periferia. Le disposizioni costituzionali che disciplinano tali istituti danno tuttavia ampio spazio al legislatore che è più volte intervenuto formalizzando spesso precedenti posizioni di diritto espresse dalla Corte costituzionale della FR nelle sue sentenze e dando luogo a modifiche informali della Costituzione stessa. Frequentemente con leggi federali sono stati infatti modificati le modalità di riparto delle competenze congiunte, i principi relativi all'autonomia organizzativa dei soggetti e il sistema elettorale per la scelta dei componenti della seconda camera. Di notevole impatto sono stati altresì i recenti interventi attuati dal legislatore federale rispetto all'autogoverno locale che hanno ridisegnato i rapporti tra gli organi del potere statale dei soggetti della Federazione e gli organi espressione dell'autogoverno locale. Oltre a ciò per disciplinare le relazioni tra centro e periferia è stata dichiarata la perdita dell'efficacia giuridica della maggior parte dei trattati bilaterali di diritto interno a cui si era fatto ricorso all'inizio degli anni '90 per evitare il distacco di parti di territorio della Russia, sono stati introdotti nuovi istituti non previsti in Costituzione come i rappresentanti plenipotenziari del Presidente e si è voluto intervenire sul numero delle entità (repubbliche, regioni, territori, città federali, regione autonoma degli Ebrei, circondari autonomi) che compongono la Federazione da un lato mediante la fusione dei circondari autonomi con le regioni e/o con i territori e, dall'altro, attraverso la "incorporazione" nella stessa Federazione di due nuovi soggetti: la Crimea alla quale è stato riconosciuto lo status di Repubblica e la città di Sebastopoli che è stata dichiarata città di livello federale accanto a Mosca e San Pietroburgo. In considerazione della continua tensione tra accentramento e decentramento propria dello Stato federale attraverso la disanima degli elementi più importanti delle riforme e "controriforme" attuate nel caso concreto della Russia si tratta dunque di verificare a) in che misura al processo di accentramento del potere in linea orizzontale (attuato soprattutto dall'inizio degli anni '90) ha corrisposto e corrisponde un processo di accentramento in linea verticale, b) se i processi di accentramento in linea orizzontale e verticale sono stati funzionali l'uno rispetto all'altro, c) se l'accentramento in linea verticale ha esclusivamente interessato l'esercizio del potere esecutivo oppure anche l'esercizio del potere giurisdizionale e/o legislativo, d) se il principio etnico in Russia continua a svolgere un ruolo rilevante nella definizione delle relazioni centro-periferia, e) se e in che misura il sistema partitico influenza la scelta delle élite locali e, infine: f) se e quanto è stato complessivamente modificato il rapporto tra Federazione – soggetti – autogoverno locale rispetto a quello delineato con l'entrata in vigore della prima Costituzione della Russia "postsovietica", g) se tale rapporto ripropone una visione del rapporto tra centro e territori propria del periodo imperiale e/o del periodo sovietico e h) in che misura l'esperienza della Russia si potrebbe ancora iscrivere in quella degli Stati federali secondo la scienza del diritto costituzionale comparato. Il contributo prende in considerazione la letteratura italiana e straniera, inclusa quella russa la cui analisi contemporaneamente permette di valutare la posizione della dottrina russa nei confronti dei modelli occidentali.
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Russia maggiore/minore/altra
Russia: Major / Minor / Other Over the centuries, within the flexible and dialectic space of Eastern Europe, it is possible to recognize 'major' and 'minor' cultural, linguistic, and political entities, shifting roles and positions. The perspective of the 'foreign' scholar can contribute to build a 'minor' vision of the culture he/she investigates (whether it is placed in the dominant or subordinate space within the general background of a given historical moment). Russia, a frontier territory without the characteristics of the frontier, is characterized by permeable borders, in which two distinct series of "centricity" coexist and intersect: individual and collective; in so doing, they assign to the country the quality of an empire that is both marginal and central.In this perspective, the relationship with history and memory (one's own and that of others) is essential. For the artist (and the inhabitant) of 'minor' Russia, this relationship is complex, because he/she is always the inheritor of his/her own painful and traumatic past. In fact, he/she cannot ignore to be a grain (albeit oppressed and trampled, rebellious or exiled) of the 'major' Russia, of its state mechanism, of its political and ideological condition. In the existential and creative journey of writers who describe their country, imaginary and real, moving between different worlds, languages, regimes, colors, one can perhaps recognize the multifaceted face of a greater, dominant, authoritarian, violent, short-sighted Russia, that is at the same time minor, peripheral, exiled (inside and outside its borders), oppressed, estranged and extra-located. The field of research, therefore, must be placed on the threshold of the 'many Russias', in the space between hegemonic and marginal phenomena.
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I prigionieri italiani in Russia
In: Biblioteca storica
Le ambizioni della nuova Russia
In: Affari esteri: rivista trimestrale, Band 41, Heft 161, S. 53-72
ISSN: 0001-964X
Russia: la diplomazia del gas
Il settore dell'energia e delle materie prime, in particolare petrolio e gas naturale, riveste un'importanza fondamentale per l'economia russa dalla prima metà del XX secolo fino ad oggi. La Russia possiede un quarto delle riserve mondiali di gas. L'esportazione di questa materia prima può contare su immensi giacimenti di metano che si trovano nella Siberia occidentale, soprattutto, ma anche in quella centrale e orientale così come nel mar Bianco, nel Caucaso e nella regione di Astrakan. Il settore energetico rivestiva per l'economia russa un ruolo primario già durante il periodo sovietico, quando, nonostante la Guerra fredda, gas e petrolio arrivavano puntuali in Europa, compensando a partire dagli anni Settanta le ripetute limitazioni agli approvvigionamenti provenienti dal Golfo. Un dato estremamente importante se si considera che il peso del gas naturale nel paniere energetico europeo è cresciuto in modo costante a partire dagli anni Sessanta. Nel primo capitolo si analizza come ha fatto l'Europa Occidentale a diventare un importatore di gas sovietico, diventando sempre più dipendente da Mosca e poi dalla Federazione russa. Nel secondo capitolo si ricostruiscono le fasi più significative dello sviluppo dell'industria sovietica nel settore del gas naturale a partire dal 1946 fino ad oggi. Si analizza il processo di creazione del colosso energetico Gazprom che si occupa di esplorazione, produzione, distribuzione, stoccaggio, trasformazione e commercializzazione di gas e altri idrocarburi in Russia e all'estero. Particolare attenzione è dedicata all'intreccio che inevitabilmente si è venuto a creare tra la la capacità energetica russa e le iniziative diplomatiche del Cremlino sia nei confronti dei paesi dell'ex blocco sovietico che di quelli dell'Unione europea. Tra gli stati dell'ex Unione Sovietica un posto specifico occupano ovviamente Ucraina e Belorussia il cui caso è stata attentamente esaminato. Nel terzo capitolo si analizza la situazione energetica europea e le ragioni economiche ed ambientali che hanno portato l'Europa a puntare sul gas naturale. Dal 1996 il gas è il secondo vettore energetico nel consumo primario di energia dopo il petrolio, con una quota di circa il 25 per cento. La strategia di Gazprom nei confronti delle esportazioni di gas verso l'Europa si è sempre orientata sia verso una riduzione dei rischi legati al transito attraverso paesi non sempre considerati da Mosca sia verso una crescita delle esportazioni ad un prezzo stabile. La dipendenza dell'Unione europea dalle importazioni di gas russo è al centro oggi del dibattito ancora di più dopo lo scoppio della crisi Ucraina e dell'annessione russa della Crimea. Al fine di rendere più affidabili i flussi di gas verso l'Europa, Gazprom ha adottato negli ultimi anni una strategia basata su due obiettivi: da un lato, potenziare e consolidare il suo controllo sulle infrastrutture esistenti; dall'altro, diversificare le rotte mediante la costruzione di nuove infrastrutture. Infine viene affrontato il tema dei rapporti tra la Russia e l'Italia, dal momento che questo paese è il terzo più grande importatore di gas russo in Europa. Le relazioni tra Eni e Gazprom vantano una storia di ben 45 anni di cooperazione a partire dal primo accordo di forniture di gas firmato tra i due governi nel lontano 1969.
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