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In this article the author attempts to analyse the power relationships in the Yugoslav society, in post-war historical perspective of development. He is using the difference between power and meta-power as the conceptual framework. The whole development can be demonstrated as the creation of a system by actors who have meta-power and who want to negate their own meta-power by development of self-management. However, the spontaneous developments lead to such social structuring which challenges the established structure of meta^power. The dilemma with which those having meta-power are faced is whether to intervene into the development of the system and thus »come to surface« as the one having meta-power, or leave the development to remain spontaneous and in such a manner endanger their meta-power. Particular attention has been paid to the relationship between an enterprise and the political system as that sphere of the social system where the processes described in this article are shown with great clarity.
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In: Multilingual matters 117
Contents -- Introduction -- Acknowledgements -- Chapter 1 Language Planning and Language Change -- Chapter 2 Linguistic Diversity -- Chapter 3 Standard and Non-Standard Variations -- Chapter 4 Language in Education -- Chapter 5 New Conventions -- Chapter 6 The Language of Bureaucracy -- Chapter 7 The Language of Politicians -- Chapter 8 The Language of Newspapers -- Chapter 9 The Language of Advertising -- Chapter 10 The Language of Young People -- Chapter 11 Italian and English in Italy -- Chapter 12 Italian in English-Speaking Countries -- Chapter 13 Italian in Multilingual Europe -- Conclusions -- References -- Index
In: Italian Political Science Review: Rivista italiana di scienza politica, Band 35, Heft 2, S. 372-374
ISSN: 0048-8402
Korupcija je problem koji postoji već dugi niz godina, ali se u zadnje vrijeme o tome više govori i piše u medijima i društvu. U prošlosti na korupciju se gledalo kao na normalnu pojavu, dok se danas ona ipak osuđuje i pokušava spriječiti. Korupcija je zloupotreba ovlasti radi stjecanja privatne koristi. Dvije temeljne podjele su na administrativnu ili birokratsku korupciju i političku. Iako svi misle da je mito jedini oblik korupcije, postoje još mnogi oblici kao što su sukob interesa, nepotizam i klijentelizam. Mnogi se pitaju zašto dolazi do korupcije? Razlozi su mnogobrojni. To mogu biti ekonomski, politički, moralni ili neki drugi razlozi. Naravno, postoje različite teorije koje različito definiraju razloge zbog kojih se javlja korupcija. Korupcija je loša pojava i negativno utječe na čitavo društvo zato što građani gube povjerenje u vlast i korupciju doživljavaju kao normalnu pojavu. Kako bi se korupcija spriječila potrebno je imati dobar zakonodavni okvir, učinkovite institucije u borbi protiv korupcije, aktivno građanstvo, svijest o štetnosti i sankcije za počinitelja korupcije. Stanje u Republici Hrvatskoj s korupcijom nije baš dobro, naime ona je među korumpiranijim državama Europske Unije, unatoč brojnim nastojanjima da se suzbije i spriječi. ; Corruption is the problem that exist a lot of years, but lately this problem is more involved in the media and society. In the past, corruption was a normal thing, but today corruption is condemned and tries to prevent. Corruption is the abuse of power for private gain. Two main types of corruption are administrative (bureaucratic) and political corruption. Although everyone thinks that bribe is the only type of corruption, there are a lots of other forms like conflict of interest, nepotism and clientelism. People are wondering why comes to corruption. There are many reasons. It could be economic, political, moral or some other reason. Of course, there are many theories differently explaining reasons of corruption. Corruption is a bad phenomenon and has a ...
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In: Studia Hellenistica 36
"What a remarkable fifty years they have been for the world. Think what we would have missed if we had never heard the Beatles" : con queste parole, nel novembre 1997, la Regina Elisabetta celebrava il suo cinquantesimo anniversario di matrimonio. A quanto pare, ancora oggi, i quattro ragazzi di Liverpool fanno parlare di sé. Sono passati 50 anni da quando hanno conquistato il cuore degli Stati Uniti con il singolo 'I Want To Hold Your Hand', riuscendo, in poco più di 2 minuti e mezzo, a entrare nella Billboard Hot 100, la classifica dei 100 brani più trasmessi dalle radio oltreoceano. Innovatori senza precedenti, pur sotto l'influenza di Buddy Holly, degli Everly Brothers e Chuck Berry, i Beatles hanno dimostrato come il rock & roll poteva coinvolgere varietà di armonie e strutture. La compattezza del loro sound era data dalla combinazione sinergica del basso melodico di Paul unito alla batteria "folle" di Ringo, alla chitarra "rockabilly" di George e a quella, più decisa, di John. Idealistici, spiritosi, eclettici e irriverenti, essi hanno saputo definire e incarnare lo stile degli Anni '60 e la loro musica, iniziata con le canzoni romantiche e terminata con stravaganze perfezioniste, ha fissato dei nuovi standard per il successo artistico e commerciale della musica pop-rock. Fino ai primi Anni '50 il Regno Unito si presentava con confini culturali e sociali molto rigidi, entro i quali prendeva coscienza una comunità "pluralistica"; questi nuovi fermenti dettero origine a controversie con i giovani che si ribellavano alle convenzioni e alle autorità. Iniziò ad aleggiare un vento di libertà morale, il cui primo obiettivo era proprio lo smantellamento delle barriere poste tra la cultura popolare e la cultura alta. A livello artistico, si possono vedere i primi cambiamenti con Waiting For Godot, dramma teatrale beckettiano, messo in scena nel settembre 1955 all'Arts Theatre di Londra; con Look Back In Anger di Joan Osborne, rappresentato nel 1956 al Royal Court Theatre; con la Pop Art introdotta l'anno successivo da una mostra alla Whitechapel Gallery; e con la pubblicazione nel 1957 di Declaration, una raccolta di saggi i cui autori esprimono la loro indignazione contro l'apatia, il disinteresse e il fallimento intellettuale dell'ambiente in cui vivono. Tom Maschler, curatore della raccolta, presenta gli Angries come degli anarchici, spesso socialmente alienati, e non appartenenti ad alcun movimento politico preciso . Doris Lessing, unica figura femminile a comparire nella raccolta, ha le idee molto chiare: "we give little attention to the people who leave - that process of elimination that goes on all the time and which excludes, very early, those likely to be original and reforming, leaving those attracted to a thing because that is what they are already like. This social mechanism goes almost unnoticed - yet it is as powerful as any in keeping our institutions rigid and oppressive" ; e prosegue Collins: "the average man is a conformist, accepting miseries and disasters with the stoicism of a cow standing in the rain". Sempre negli Anni '50, il rock veniva giudicato un genere banale e inferiore, visto dalla critica come privo di qualsiasi significato musicale e valore duraturo; tale concezione mutò notevolmente nel decennio successivo, quando risultò impossibile continuare a definirlo "una semplice anomalia temporanea" . La rivalutazione di Elvis, l'impatto di Dylan con la nascita della canzone di "protesta" e la British Invasion dei Beatles, che fecero della musica popolare il nucleo centrale dei primi movimenti studenteschi e subculturali, indussero a considerare il rock una seria forma d'arte, d'intrattenimento e d'industria. Al riguardo, va ricordata la nascita, nel 1967, della rivista musicale Rolling Stone, che ancora oggi non si interessa solo alla musica in senso stretto, ma anche a tutti i fattori socioculturali a essa contigui. Di notevole importanza è stato poi lo sviluppo della televisione: se negli Anni '50 solo il 6% della popolazione possedeva un televisore, nel 1965 sarà di proprietà di più del 90%. E in questi Swinging Sixties, i Beatles e la televisione furono una fonte di guadagno reciproco: da un lato, infatti, i Fab Four ottenevano una visibilità a livello nazionale e globale, dall'altro la televisione era ben contenta di ospitare le masse di pubblico che i Beatles stessi attiravano. Nelle loro apparizioni televisive, si passò dalle esibizioni musicali alle interviste e ai dibattiti, le cui tematiche avevano poco a che fare con le pop star "classiche": la guerra in Vietnam, l'uso della marijuana, la religione. Così, se nel biennio '62-'63 il 76% delle loro apparizioni erano musicali, tra il 1966 e il 1970 soltanto il 17% riguardavano le esibizioni. È stata proprio questa scissione tra il ruolo classico della pop star e quello più complesso incarnato dai Beatles, a renderli così speciali. Definiti "uomini di idee", "intellettuali" , in quanto portavoce di una generazione e guida di una controcultura globale, c'è anche chi li paragona ai giocolieri e menestrelli medievali. Sì, l'epoca è sicuramente diversa a livello tecnologico e geopolitico, ma proprio come i menestrelli, i Beatles hanno usato la loro musica per rivestire più ruoli: intrattenitori, critici, cronisti, opinionisti, corteggiati ma anche ostacolati da quelli che volevano far loro da "padroni". "Who would have thought that the pop music of the 1960s would develop into a force as vital as that of the jongleur of old?".
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Nel diritto canonico classico, la necessità di evitare scandali nelle comunità e, dunque, di scongiurare turbamenti dell'ordine sociale giustificò la disapplicazione di norme giuridiche. Con riguardo alla consuetudine, la regola fu declinata, in base alle contingenze politiche e religiose, per riconoscere ovvero negare efficacia alle norme consuetudinarie, adottando soluzioni diverse per acquisire il consenso della società: occorreva, infatti, tenere conto tanto della volontà popolare manifestata nell'adesione agli usi quanto della coscienza sociale espressa nella reazione all'applicazione o alla mancata applicazione di essi. Innocenzo III contribuì a definire la rilevanza giuridica della nozione di scandalo, ora estirpando le consuetudini contrarie agli usi della Chiesa romana che più rischiavano di frammentare l'unità della fede, ora garantendo il rispetto dei riti a cui le popolazioni mostravano maggiore attaccamento, attraverso il principio per cui occorreva evitare a tutti i costi manifestazioni di dissenso o opposizione nella comunità cristiana. La politica di Innocenzo III sollecitò, su tale punto, le riflessioni della scienza giuridica canonistica: le sue decretali e le costituzioni del quarto concilio lateranense furono, infatti, utilizzate nel periodo del grande scisma, per argomentare la necessità di mantenere l'unità all'interno della Chiesa, pur nel rispetto dei diversi riti religiosi. ; According to medieval canon law, legal rules could be waived, thus avoiding any scandals and therefore preventing a motive for public discord. As regards the custom, this principle was shaped according to the religious and political contingencies, in order to recognize or deny any effects to customary rules. Different solutions were adopted with a view to maintaining social support towards the institutions: it was necessary to take into account both the popular spirit expressed abiding by the customs and the reactions of public opinion to the application or non-application of them. Innocent III helped to figure out the legal relevance of scandals, through the principle that it was essential to avoid at all costs dissents or oppositions in the Christian community: sometimes he uprooted the customs contrary to that of the Roman Church, which were considered dangerous to the unity of faith; other times he secured the application of the rites to which the population showed the greatest attachment. The policy of Innocent III urged, on this point, the remarks of the canonical doctrine: his decretals and the fourth Lateran council constitutions were utilized in the period of the great schism, in order to balance out the need both to maintain the unity within the Church and to respect the different ceremonial practices. ; Ciencias Religiosas ; Derecho
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In: Princeton Near East paper 31
Nakon uvoda autor obrađuje četiri teme: 1. osnutak, svrha i oblik pastoralno- informativnoga lista Crkva na kamenu, 2. četiri dosadašnja razdoblja lista Crkva na kamenu (komunističko razdoblje, razdoblje demokratskih izbora, Domovinskoga rata te poraća), 3. sadržajna strana Crkve na kamenu i 4. komunikacijski stav prema čitateljima i stav čitatelja prema Crkvi na kamenu. U zaključku se ističe kako je ovaj list od 1980. godine, kada ga je osnovao mostarsko-duvanjski biskup i apostolski upravitelj trebinjsko-mrkanski mons. Pavao Žanić, pa do sada odigrao veliku vjersku, povijesnu i kulturološku ulogu u Crkvi i društvu te da mu je trajna zadaća prinos boljitku života ljudi u društvenim i kršćanskim zajednicama na temelju Dekaloga, evanđeoskih i crkvenih zasada. ; After the introductory part the author analyzes four topics: 1. establishment, purpose and form of pastoral-informative newspaper Crkva na kamenu (Church on the rock), 2. four past periods of the newspaper Crkva na kamenu (communistic period, period of democratic elections, Croatian War of Independence and after-war period), 3. content side of the newspaper, 4. communication attitude to readers and readers' attitude to Crkva na kamenu. The conclusion points out that this newspaper since 1980, when it was founded by the bishop of Mostar-Duvno and Apostolic Administrator of Trebinje-Mrkan Mons. Pavao Žanić, till now has played a great religious, historical and cultural role in the Church and society and that its permanent task is contributing to the benefit of people in social and Christian communities on the basis of Decalogue, evangelical and Church foundations.
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In this paper I discuss Davide Sparti's book Wittgenstein politico and I examine the possibility to read Wittgenstein's later works from an ethical and political point of view. I defend the following thesis: we can understand the political interest of Wittgenstein's philosophy only if we analyse its ethical value. I pay attention especially to the main themes presented in Sparti's book, and I sketch an analysis of the relationship between Philosophische Untersuchungen's ethical meaning and the ethical meaning of the whole wittgensteinian approach to philosophy. Moreover, I argue against the tendency currently shown by philosophy of politics to judge Wittgenstein's thought a conservative one.
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