Die folgenden Links führen aus den jeweiligen lokalen Bibliotheken zum Volltext:
Alternativ können Sie versuchen, selbst über Ihren lokalen Bibliothekskatalog auf das gewünschte Dokument zuzugreifen.
Bei Zugriffsproblemen kontaktieren Sie uns gern.
21298 Ergebnisse
Sortierung:
In: Multilingual matters 117
Contents -- Introduction -- Acknowledgements -- Chapter 1 Language Planning and Language Change -- Chapter 2 Linguistic Diversity -- Chapter 3 Standard and Non-Standard Variations -- Chapter 4 Language in Education -- Chapter 5 New Conventions -- Chapter 6 The Language of Bureaucracy -- Chapter 7 The Language of Politicians -- Chapter 8 The Language of Newspapers -- Chapter 9 The Language of Advertising -- Chapter 10 The Language of Young People -- Chapter 11 Italian and English in Italy -- Chapter 12 Italian in English-Speaking Countries -- Chapter 13 Italian in Multilingual Europe -- Conclusions -- References -- Index
In: Italian Political Science Review: Rivista italiana di scienza politica, Band 35, Heft 2, S. 372-374
ISSN: 0048-8402
In: Studia Hellenistica 36
"What a remarkable fifty years they have been for the world. Think what we would have missed if we had never heard the Beatles" : con queste parole, nel novembre 1997, la Regina Elisabetta celebrava il suo cinquantesimo anniversario di matrimonio. A quanto pare, ancora oggi, i quattro ragazzi di Liverpool fanno parlare di sé. Sono passati 50 anni da quando hanno conquistato il cuore degli Stati Uniti con il singolo 'I Want To Hold Your Hand', riuscendo, in poco più di 2 minuti e mezzo, a entrare nella Billboard Hot 100, la classifica dei 100 brani più trasmessi dalle radio oltreoceano. Innovatori senza precedenti, pur sotto l'influenza di Buddy Holly, degli Everly Brothers e Chuck Berry, i Beatles hanno dimostrato come il rock & roll poteva coinvolgere varietà di armonie e strutture. La compattezza del loro sound era data dalla combinazione sinergica del basso melodico di Paul unito alla batteria "folle" di Ringo, alla chitarra "rockabilly" di George e a quella, più decisa, di John. Idealistici, spiritosi, eclettici e irriverenti, essi hanno saputo definire e incarnare lo stile degli Anni '60 e la loro musica, iniziata con le canzoni romantiche e terminata con stravaganze perfezioniste, ha fissato dei nuovi standard per il successo artistico e commerciale della musica pop-rock. Fino ai primi Anni '50 il Regno Unito si presentava con confini culturali e sociali molto rigidi, entro i quali prendeva coscienza una comunità "pluralistica"; questi nuovi fermenti dettero origine a controversie con i giovani che si ribellavano alle convenzioni e alle autorità. Iniziò ad aleggiare un vento di libertà morale, il cui primo obiettivo era proprio lo smantellamento delle barriere poste tra la cultura popolare e la cultura alta. A livello artistico, si possono vedere i primi cambiamenti con Waiting For Godot, dramma teatrale beckettiano, messo in scena nel settembre 1955 all'Arts Theatre di Londra; con Look Back In Anger di Joan Osborne, rappresentato nel 1956 al Royal Court Theatre; con la Pop Art introdotta l'anno successivo da una mostra alla Whitechapel Gallery; e con la pubblicazione nel 1957 di Declaration, una raccolta di saggi i cui autori esprimono la loro indignazione contro l'apatia, il disinteresse e il fallimento intellettuale dell'ambiente in cui vivono. Tom Maschler, curatore della raccolta, presenta gli Angries come degli anarchici, spesso socialmente alienati, e non appartenenti ad alcun movimento politico preciso . Doris Lessing, unica figura femminile a comparire nella raccolta, ha le idee molto chiare: "we give little attention to the people who leave - that process of elimination that goes on all the time and which excludes, very early, those likely to be original and reforming, leaving those attracted to a thing because that is what they are already like. This social mechanism goes almost unnoticed - yet it is as powerful as any in keeping our institutions rigid and oppressive" ; e prosegue Collins: "the average man is a conformist, accepting miseries and disasters with the stoicism of a cow standing in the rain". Sempre negli Anni '50, il rock veniva giudicato un genere banale e inferiore, visto dalla critica come privo di qualsiasi significato musicale e valore duraturo; tale concezione mutò notevolmente nel decennio successivo, quando risultò impossibile continuare a definirlo "una semplice anomalia temporanea" . La rivalutazione di Elvis, l'impatto di Dylan con la nascita della canzone di "protesta" e la British Invasion dei Beatles, che fecero della musica popolare il nucleo centrale dei primi movimenti studenteschi e subculturali, indussero a considerare il rock una seria forma d'arte, d'intrattenimento e d'industria. Al riguardo, va ricordata la nascita, nel 1967, della rivista musicale Rolling Stone, che ancora oggi non si interessa solo alla musica in senso stretto, ma anche a tutti i fattori socioculturali a essa contigui. Di notevole importanza è stato poi lo sviluppo della televisione: se negli Anni '50 solo il 6% della popolazione possedeva un televisore, nel 1965 sarà di proprietà di più del 90%. E in questi Swinging Sixties, i Beatles e la televisione furono una fonte di guadagno reciproco: da un lato, infatti, i Fab Four ottenevano una visibilità a livello nazionale e globale, dall'altro la televisione era ben contenta di ospitare le masse di pubblico che i Beatles stessi attiravano. Nelle loro apparizioni televisive, si passò dalle esibizioni musicali alle interviste e ai dibattiti, le cui tematiche avevano poco a che fare con le pop star "classiche": la guerra in Vietnam, l'uso della marijuana, la religione. Così, se nel biennio '62-'63 il 76% delle loro apparizioni erano musicali, tra il 1966 e il 1970 soltanto il 17% riguardavano le esibizioni. È stata proprio questa scissione tra il ruolo classico della pop star e quello più complesso incarnato dai Beatles, a renderli così speciali. Definiti "uomini di idee", "intellettuali" , in quanto portavoce di una generazione e guida di una controcultura globale, c'è anche chi li paragona ai giocolieri e menestrelli medievali. Sì, l'epoca è sicuramente diversa a livello tecnologico e geopolitico, ma proprio come i menestrelli, i Beatles hanno usato la loro musica per rivestire più ruoli: intrattenitori, critici, cronisti, opinionisti, corteggiati ma anche ostacolati da quelli che volevano far loro da "padroni". "Who would have thought that the pop music of the 1960s would develop into a force as vital as that of the jongleur of old?".
BASE
Nel diritto canonico classico, la necessità di evitare scandali nelle comunità e, dunque, di scongiurare turbamenti dell'ordine sociale giustificò la disapplicazione di norme giuridiche. Con riguardo alla consuetudine, la regola fu declinata, in base alle contingenze politiche e religiose, per riconoscere ovvero negare efficacia alle norme consuetudinarie, adottando soluzioni diverse per acquisire il consenso della società: occorreva, infatti, tenere conto tanto della volontà popolare manifestata nell'adesione agli usi quanto della coscienza sociale espressa nella reazione all'applicazione o alla mancata applicazione di essi. Innocenzo III contribuì a definire la rilevanza giuridica della nozione di scandalo, ora estirpando le consuetudini contrarie agli usi della Chiesa romana che più rischiavano di frammentare l'unità della fede, ora garantendo il rispetto dei riti a cui le popolazioni mostravano maggiore attaccamento, attraverso il principio per cui occorreva evitare a tutti i costi manifestazioni di dissenso o opposizione nella comunità cristiana. La politica di Innocenzo III sollecitò, su tale punto, le riflessioni della scienza giuridica canonistica: le sue decretali e le costituzioni del quarto concilio lateranense furono, infatti, utilizzate nel periodo del grande scisma, per argomentare la necessità di mantenere l'unità all'interno della Chiesa, pur nel rispetto dei diversi riti religiosi. ; According to medieval canon law, legal rules could be waived, thus avoiding any scandals and therefore preventing a motive for public discord. As regards the custom, this principle was shaped according to the religious and political contingencies, in order to recognize or deny any effects to customary rules. Different solutions were adopted with a view to maintaining social support towards the institutions: it was necessary to take into account both the popular spirit expressed abiding by the customs and the reactions of public opinion to the application or non-application of them. Innocent III helped to figure out the legal relevance of scandals, through the principle that it was essential to avoid at all costs dissents or oppositions in the Christian community: sometimes he uprooted the customs contrary to that of the Roman Church, which were considered dangerous to the unity of faith; other times he secured the application of the rites to which the population showed the greatest attachment. The policy of Innocent III urged, on this point, the remarks of the canonical doctrine: his decretals and the fourth Lateran council constitutions were utilized in the period of the great schism, in order to balance out the need both to maintain the unity within the Church and to respect the different ceremonial practices. ; Ciencias Religiosas ; Derecho
BASE
In: Princeton Near East paper 31
In this paper I discuss Davide Sparti's book Wittgenstein politico and I examine the possibility to read Wittgenstein's later works from an ethical and political point of view. I defend the following thesis: we can understand the political interest of Wittgenstein's philosophy only if we analyse its ethical value. I pay attention especially to the main themes presented in Sparti's book, and I sketch an analysis of the relationship between Philosophische Untersuchungen's ethical meaning and the ethical meaning of the whole wittgensteinian approach to philosophy. Moreover, I argue against the tendency currently shown by philosophy of politics to judge Wittgenstein's thought a conservative one.
BASE
In: Sociologia
In: Biblioteca contemporanea
ISSN: 2364-2807
ISSN: 2365-3140
Quando il 29 luglio 1529, nella cattedrale di Barcellona, Carlo V e Clemente VII firmarono la pace, che dalla città catalana prese nome, Trivento era uno snodo importante nel piano strategico e delle operazioni militari della Corona spagnola nel Regno di Napoli. Posta, com'era, lungo la strada d'accesso terrestre al Regno di Napoli, in una zona di confine con la Santa Sede, circondata da potentati ecclesiastici come Montecassino o la badia di S. Sofia di Benevento, era inevitabile che un sovrano come Carlo V avesse mire su di essa per stabilire un controllo serrato in ambito civile ed ecclesiastico, da un lato con il conferimento del titolo feudale alla fedele e leale nobiltà e dall'altro lato controllando gli avvicendamenti episcopali sulla cattedra più antica del Contado di Molise. Eppure, nell'ambito della storia e delle vicende che riguardarono il regio patronato nel Mezzogiorno d'Italia, sulla diocesi di Trivento è stata fatta ancora poca luce, soprattutto in relazione al maggior rilievo economico e politico che ebbero altre diocesi e arcidiocesi del Regno su cui pure il sovrano spagnolo intese stabilire il proprio controllo. Il presente lavoro intende colmare questo vuoto. La storia della diocesi molisana ha rappresentato l'occasione per osservare la periferia del Regno di Napoli nell'età spagnola, alla luce delle complesse dinamiche politiche nelle molteplici e differenti relazioni tra "centri", Spagna/Roma/Napoli e "periferie" dell'Impero e del Regno. In quel vasto spazio territoriale che fu il Regno di Napoli, periferia dell'assai più ampio Impero spagnolo, si muovono le trame per la nomina dei vescovi della diocesi di regio patronato e dunque degli ecclesiastici candidati alla diocesi di Trivento. Alla luce del costante dialogo tra i centri del potere sono ricostruiti i processi di nomina e i profili dei candidati alla diocesi molisana. Quest'ultimi erano segnati da un cursus honorum di tutto rispetto, perfettamente inseriti nel dialogo e nelle trame politiche vicereali della corte napoletana. La storia che emerge è storia politica, storia sociale, storia religiosa, in un moltiplicarsi di spunti di riflessioni che inevitabilmente emergono confrontandosi con una realtà diocesana e con le linee evolutive a essa riconducibili all'indomani del Tridentino e nelle attività pastorali del clero che operava nel territorio. Quanti dei vescovi nominati dal sovrano spagnolo raggiunsero Trivento e, una volta sul posto, cosa fecero? Cosa cambiò nella storia del territorio? Seguendo le vicende della storia diocesana sono analizzati i motivi che indussero la Monarchia spagnola alla scelta di Trivento come diocesi di regio patronato e, dall'altro lato, le risposte e gli esiti che, nel lungo periodo, si ebbero sul territorio. L'intero lavoro di tesi si snoda tra i centri del potere politico chiamati a nominare i vescovi di regio patronato e la compagine locale, per quel che attiene il territorio, le strutture demografiche, il panorama socio-economico, il sistema devozionale, la composizione del clero diocesano. Tutti elementi utili a contestualizzare e tracciare la storia diocesana nel lungo periodo dell'età spagnola. ; In 1529, the 29th July, Charles V and Clement VII signed the peace in the Barcelona's cathedral, taking name from the Catalan town. Trivento was an important turning point in the strategic plan and land warfare of Spanish Monarchy in the Kingdom of Naples. Trivento was on the access land road for the Kingdom of Naples, in a border area with the Holy See, surrounded by church states, such us Montecassino or S. Sofia of Benevento. Charles V chose this land to establish civil and ecclesiastical control, on one hand, for conferring the feuds to the faithful and loyal feudal nobility and, on the other hand, for controlling the bishops election on the oldest diocese of the Contado di Molise. Between the history of the royal patronage in the Southern Italy the diocese of Trivento was not still completely known, especially in relation to the economic and political importance of other dioceses and archdioceses under royal patronage in the Spanish Empire. This study aims to fill this knowledge gap. The history of the diocese of Molise was an opportunity to observe the periphery of the Kingdom of Naples during the Spanish age, considering the complex political dynamics in their different relationships between "centers", Spain/Rome/Naples and "peripheries" of the Empire and of the Kingdom. In the vast territory of the Kingdom of Naples, the periphery of the expansive Spanish Empire, the plots for the elections of bishops of the diocese under royal patronage moved. The processes of elections and the profiles of candidates for the diocese of Molise were reconstructed in the dialogue between the centers of power. The candidates were marked by a cursus honorum respectable, they were perfectly inserted in dialogue and political plots viceregal court of Naples. The history that grows is political history, social history, religious history, in a increasing of points of view that emerge following the diocese's history aftermath of Council of Trento and in the pastoral activities of the clergy that worked in the territory. How many bishops were elected by the Spanish court, that reached Trivento and, once there, what did they do? What changed in the history of the area? Following the events of the diocesan history, the reasons that lead the Spanish Monarchy to choice Trivento for the royal patronage are analyze and, on the other hand, the responses and outcomes, that there were in the area and in the long period, were investigated. The present study ranges between the political traits of the centers of power, that elected the bishops under royal patronage, and the local partnership, considering the territory, population structures, the socio-economic landscape, the devotional system and the composition of the diocesan clergy. All relevant information are useful to context and to mark the history of the diocese during the long Spanish age. ; Dottorato di ricerca in Storia della società italiana XIV-XX secolo (XXV ciclo)
BASE