Alla fine del primo biennio di attività, il Comitato paritetico per la prevenzione del fenomeno del mobbing dell'Università degli Studi di Trieste ha ritenuto di offrire un articolato momento di riflessione sugli strumenti e le tecniche per la prevenzione delle molestie morali nei luoghi di lavoro. Il Convegno "Organismi e strumenti per la prevenzione del fenomeno del mobbing" è stato organizzato quale occasione per fare il punto sul lavoro svolto e sui primi risultati dell'attività del Comitato, ma ha voluto anche analizzare gli strumenti e le possibili strategie organizzative utili per intervenire in tale ambito. Nell'occasione è stato analizzato il ruolo degli organismi chiamati a svolgere attività preventiva nei luoghi di lavoro che forniscono supporto e sostegno a favore delle vittime delle molestie morali.
L'adozione di nuove tecnologie e la diffusione dell'innovazione rappresentano due elementi centrali nel processo di sviluppo di tutti i settori dell'economia e sono tra i maggiori drivers della crescita economica. Il settore agro-industriale ed il suo ruolo sono oggetto di forte attenzione nel dibattito scientifico e politico. Gli obiettivi comunitari previsti dalla futura Politica agricola comune (PAC), e quelli dalla strategia programmatica della nascente bio-economia (Commissione europea 2010a; Commissione europea 2010b) puntano ad aumentare la competitività delle imprese che operano nel settore e ad incrementare l'offerta di beni alimentari, di energia da fonti rinnovabili e dei beni con funzioni positive sulla salute umana (per esempio i cosiddetti nutraceutici). Gli stessi documenti programmatici pongono una forte attenzione al problema dalla minimizzazione degli impatti sull'ambiente e all'uso efficiente delle risorse naturali, principalmente cercando di ottimizzare l'uso e il riuso dei substrati biologici (OECD 2009).
The article explores, through the case of Martin Kasarda's novel (azda) Posledná večera (1991) and the ensuing controversy and complaints of public insult against the author and the publishers by some members of the Slovak Parliament, the article explores the difficult process of democratization in Slovakia during the period following the end of the Czechoslovak Socialist Republic. The author focuses on the clashes between two fundamental civic rights such as freedom of speech and freedom of religion, and between culture and politics. The article compares the Slovak case with other contemporary situations such as complaints against Martin Scorsese's film The Last Temptation of Christ and the issue of Salman Rushdie's The Satanic Verses.
La terra di Aci, assegnata da re Martino I al demanio nel 1398, fu più volte infeudata, a partire dal 1420-22; il governo baronale, tuttavia, segnò un periodo di sviluppo che si avvertì in ogni comparto. La Sicilia tutta, d'altronde, godette per quasi tutto il secolo XV di una positiva congiuntura politico-militare e fu risparmiata dai disastri naturali. Tutto ciò si tradusse in un notevole incremento demografico nell'intera isola e nel territorio acese, dove, agli inizi del XVI secolo, si contavano già 350 fuochi. Erano certo state decisive le concessioni elargite ai signori di Aci dalla corona aragonese, specialmente il privilegio di affidare e la Fiera franca. La terra di Aci divenne un'area di forte immigrazione che attirò anche numerosi cittadini dalla vicina Catania, determinando un lungo contenzioso fra i baroni acesi e l'universitas catanese. L'istituzione della Fiera franca, che aveva luogo presso la contrada di Santa Venera dal 19 luglio al 2 agosto di ogni anno, rivitalizzò la produzione e gli scambi commerciali, attività alla quale si dedicarono anche esponenti del patriziato urbano. La coltivazione della 'cannamele', in particolare, diede luogo ad una fiorente industria saccarifera che affiancò la tradizionale produzione vinaria, rivitalizzando il mercato del lavoro.The land of Aci, assigned by King Martino as state property in 1398, was subjugated several times, starting from 1420-22; the baronial government, however, marked a period of development that was noted in every sector. Throughout almost all the 15 th century, Sicily enjoyed a positive political-military alliance and was saved from natural disasters. This resulted in a considerable population increase in the whole island, and in the Aci area, where at the beginning of the century there were already 350 families. The concessions bestowed on the Lords of Aci by the Aragon crown, especially the privilege of trust and the free market were of considerable importance. The land of Aci became an area with a lot of immigration that attracted also numerous citizens from the nearby Catania, causing a long period of strife between the Aci barons and Catania university. The institution of the Fiera franca, the free market, which took place in la contrada di Santa Venera from July 19 to August 2 every year, revitalized the activities of production and commercial exchange, which also exponents of the urban patrician class were involved in. The cultivation of 'cannamele', in particular, gave rise to a flourishing sweet industry that, along with the traditional wine industry, revitalized the work market.
International audience ; The article develops an argument about the exile of Dante in order to identify some critical issues posed by this "historical fact" as well as this "textual data". First, the author considers the problem of a proper historical evaluation of Dante's exile in keeping with recent propositions coming from studies of medieval history and historical sociology of intellectual groups. Then, focusing on Dante's answers to the problem of the say-ability (dicibilità) of his own political experience, the author highlights the refusal be Dante of the "erotic-political" discourse - which was instead typical of the Sicilian and Tuscan poetry as well as of ovidian Tristia and Epistulae ex-Pontus. By this way, the author points out the gradual shift in Dante's authorship and self-representation from a Boethian model to the reinvention of the apostolic-prophetic model. The conclusions highlight the paradoxes of authorship launched by Dante and by him delivered to the Italian literary tradition. ; Quest'articolo investiga l'esilio di Dante in modo da fare emergere alcuni problemi posti da questo "fatto storico" non meno che da questo" dato testuale. In primo luogo, l'autore considera il problema di una corretta valutazione storica dell'esilio di Dante sulla scorta di alcuni recenti proposte formulate nell'ambito degli studi di medievistica e di sociologia storica dei gruppi intellettuali. Quindi, focalizzandosi sulle risposte date da Dante al problema della dicibilità della sua esperienza politica, l'autore sottolinea il rifiuto da parte di Dante del regime discorsivo "erotico-politico" - proprio invece della tradizione poetica Siciliana e Toscana, così come degli ovidiani Trista e Epistulae ex Ponto. In tal modo, l'autore sottolinea il progressivo slittamento nella costruzione autoriale di Dante da un modello boeziano alla riformulaizone dei modello apostolico-profetico. Le conclusioni sottolineano i paradossi dell'autorialità varata da Dante e da lui consegnata alla tradizione letteraria italiana.
International audience ; The article develops an argument about the exile of Dante in order to identify some critical issues posed by this "historical fact" as well as this "textual data". First, the author considers the problem of a proper historical evaluation of Dante's exile in keeping with recent propositions coming from studies of medieval history and historical sociology of intellectual groups. Then, focusing on Dante's answers to the problem of the say-ability (dicibilità) of his own political experience, the author highlights the refusal be Dante of the "erotic-political" discourse - which was instead typical of the Sicilian and Tuscan poetry as well as of ovidian Tristia and Epistulae ex-Pontus. By this way, the author points out the gradual shift in Dante's authorship and self-representation from a Boethian model to the reinvention of the apostolic-prophetic model. The conclusions highlight the paradoxes of authorship launched by Dante and by him delivered to the Italian literary tradition. ; Quest'articolo investiga l'esilio di Dante in modo da fare emergere alcuni problemi posti da questo "fatto storico" non meno che da questo" dato testuale. In primo luogo, l'autore considera il problema di una corretta valutazione storica dell'esilio di Dante sulla scorta di alcuni recenti proposte formulate nell'ambito degli studi di medievistica e di sociologia storica dei gruppi intellettuali. Quindi, focalizzandosi sulle risposte date da Dante al problema della dicibilità della sua esperienza politica, l'autore sottolinea il rifiuto da parte di Dante del regime discorsivo "erotico-politico" - proprio invece della tradizione poetica Siciliana e Toscana, così come degli ovidiani Trista e Epistulae ex Ponto. In tal modo, l'autore sottolinea il progressivo slittamento nella costruzione autoriale di Dante da un modello boeziano alla riformulaizone dei modello apostolico-profetico. Le conclusioni sottolineano i paradossi dell'autorialità varata da Dante e da lui consegnata alla tradizione letteraria italiana.
International audience ; The article develops an argument about the exile of Dante in order to identify some critical issues posed by this "historical fact" as well as this "textual data". First, the author considers the problem of a proper historical evaluation of Dante's exile in keeping with recent propositions coming from studies of medieval history and historical sociology of intellectual groups. Then, focusing on Dante's answers to the problem of the say-ability (dicibilità) of his own political experience, the author highlights the refusal be Dante of the "erotic-political" discourse - which was instead typical of the Sicilian and Tuscan poetry as well as of ovidian Tristia and Epistulae ex-Pontus. By this way, the author points out the gradual shift in Dante's authorship and self-representation from a Boethian model to the reinvention of the apostolic-prophetic model. The conclusions highlight the paradoxes of authorship launched by Dante and by him delivered to the Italian literary tradition. ; Quest'articolo investiga l'esilio di Dante in modo da fare emergere alcuni problemi posti da questo "fatto storico" non meno che da questo" dato testuale. In primo luogo, l'autore considera il problema di una corretta valutazione storica dell'esilio di Dante sulla scorta di alcuni recenti proposte formulate nell'ambito degli studi di medievistica e di sociologia storica dei gruppi intellettuali. Quindi, focalizzandosi sulle risposte date da Dante al problema della dicibilità della sua esperienza politica, l'autore sottolinea il rifiuto da parte di Dante del regime discorsivo "erotico-politico" - proprio invece della tradizione poetica Siciliana e Toscana, così come degli ovidiani Trista e Epistulae ex Ponto. In tal modo, l'autore sottolinea il progressivo slittamento nella costruzione autoriale di Dante da un modello boeziano alla riformulaizone dei modello apostolico-profetico. Le conclusioni sottolineano i paradossi dell'autorialità varata da Dante e da lui consegnata alla tradizione letteraria italiana.
International audience ; The article develops an argument about the exile of Dante in order to identify some critical issues posed by this "historical fact" as well as this "textual data". First, the author considers the problem of a proper historical evaluation of Dante's exile in keeping with recent propositions coming from studies of medieval history and historical sociology of intellectual groups. Then, focusing on Dante's answers to the problem of the say-ability (dicibilità) of his own political experience, the author highlights the refusal be Dante of the "erotic-political" discourse - which was instead typical of the Sicilian and Tuscan poetry as well as of ovidian Tristia and Epistulae ex-Pontus. By this way, the author points out the gradual shift in Dante's authorship and self-representation from a Boethian model to the reinvention of the apostolic-prophetic model. The conclusions highlight the paradoxes of authorship launched by Dante and by him delivered to the Italian literary tradition. ; Quest'articolo investiga l'esilio di Dante in modo da fare emergere alcuni problemi posti da questo "fatto storico" non meno che da questo" dato testuale. In primo luogo, l'autore considera il problema di una corretta valutazione storica dell'esilio di Dante sulla scorta di alcuni recenti proposte formulate nell'ambito degli studi di medievistica e di sociologia storica dei gruppi intellettuali. Quindi, focalizzandosi sulle risposte date da Dante al problema della dicibilità della sua esperienza politica, l'autore sottolinea il rifiuto da parte di Dante del regime discorsivo "erotico-politico" - proprio invece della tradizione poetica Siciliana e Toscana, così come degli ovidiani Trista e Epistulae ex Ponto. In tal modo, l'autore sottolinea il progressivo slittamento nella costruzione autoriale di Dante da un modello boeziano alla riformulaizone dei modello apostolico-profetico. Le conclusioni sottolineano i paradossi dell'autorialità varata da Dante e da lui consegnata alla tradizione letteraria italiana.
International audience ; The article develops an argument about the exile of Dante in order to identify some critical issues posed by this "historical fact" as well as this "textual data". First, the author considers the problem of a proper historical evaluation of Dante's exile in keeping with recent propositions coming from studies of medieval history and historical sociology of intellectual groups. Then, focusing on Dante's answers to the problem of the say-ability (dicibilità) of his own political experience, the author highlights the refusal be Dante of the "erotic-political" discourse - which was instead typical of the Sicilian and Tuscan poetry as well as of ovidian Tristia and Epistulae ex-Pontus. By this way, the author points out the gradual shift in Dante's authorship and self-representation from a Boethian model to the reinvention of the apostolic-prophetic model. The conclusions highlight the paradoxes of authorship launched by Dante and by him delivered to the Italian literary tradition. ; Quest'articolo investiga l'esilio di Dante in modo da fare emergere alcuni problemi posti da questo "fatto storico" non meno che da questo" dato testuale. In primo luogo, l'autore considera il problema di una corretta valutazione storica dell'esilio di Dante sulla scorta di alcuni recenti proposte formulate nell'ambito degli studi di medievistica e di sociologia storica dei gruppi intellettuali. Quindi, focalizzandosi sulle risposte date da Dante al problema della dicibilità della sua esperienza politica, l'autore sottolinea il rifiuto da parte di Dante del regime discorsivo "erotico-politico" - proprio invece della tradizione poetica Siciliana e Toscana, così come degli ovidiani Trista e Epistulae ex Ponto. In tal modo, l'autore sottolinea il progressivo slittamento nella costruzione autoriale di Dante da un modello boeziano alla riformulaizone dei modello apostolico-profetico. Le conclusioni sottolineano i paradossi dell'autorialità varata da Dante e da lui consegnata alla tradizione letteraria italiana.
The purpose of this study is to examine the Miljenko Smoje's literary world. First of all I analyzed the particularities of Split, the city where the author lived all his life long. To better understand the mentality of the people living there I decided to follow three main paths: the historical, the geographical, and the cultural one. Infact without a deep comprehension of the culture it is even impossible to really understand the smojan work. I have focussed the attention on the concept of conflict, considered as a purposeful and inclusive attitude recognized not only in spalatian mentality, but even in all Mediterranean area. Then I described the history of spalatian dialectal literature since Marko Uvodić Splićanin till feralovci. This part of the study has been dedicated in particular to the poetics analysis of the considered authors. Finally I analyzed Miljenko Smoje's life and work, firstly across its biography and secondly by a careful study of the most important literary works such us Naše Malo misto (Our Little place) and Velo misto (Big place). In this last part of the study I wanted to demonstrate the importance of Smoje's work inside the cultural and literary develop not only of Split, but of Croatia and Yugoslavia in general, emphasizing and underling that the use of medias (newspapers and television) have contributed to the success of this author, very popular, but still really undiscovered and poorly studied by Croatian critics.
The Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium legislates on the ordinary (and extraordinary) process for the designation of bishops in the oriental Churches and on the respective method, which is twofold: by list or by direct election. By expressing personal opinions and reflections, felt to be useful and opportune, the author makes himself an echo of observations, complaints, demands and protests in oriental Churches with regard to this canonical process. ; O Codex Canonum Ecclesiarum Orientalium legisla sobre o processo ordinário (e extraordinário) para a designação dos bispos das Igrejas orientais e sobre o respectivo método, que é duplo: por lista ou por eleição directa. Exprimindo opiniões e reflexões pessoais, que julga úteis e oportunas, o autor faz-se eco de observações, queixas, reivindicações e protestos das Igrejas orientais sobre este processo canónico.
Il saggio ripercorre le fortune editoriali dell'opera di Robert Dodsley OEconomy of Human Life nell'Italia del secondo Settecento. Attraverso lo studio delle differenti versioni approntate, si sottolinea come le traduzioni si prefiggessero obiettivi diversi: le prime, addirittura ritoccando il testo, avevano ridotto il lavoro di Dodsley – un'opera dove non mancano le critiche al cattolicesimo – a un testo pienamente compatibile con le aspettative del pubblico italiano; l'ultima, in una Milano del 1800 dominata dal modello rivoluzionario di Francia, sottolineava invece il profilo deistico dell'opera e puntava a riconciliare per quella via i valori del 1789 con la morale cristiana. In tal modo, tutte le versioni hanno finito per distorcere l'intentio operis: l'esempio è utile per sottolineare come la storia delle traduzioni, collocata in un quadro dove il contesto politicoideologico torna ad avere significato, sia una disciplina in cui linguistica e storia profondamente interagiscono.This essay aims to provide a historical, chronologically presented overview of Robert Dodsley's OEconomy of Human Life fortune in Italy during the second half of the XVIII century. By analyzing various printed editions, the author discusses how the translations served several purposes: some, by considerably shortening the text, were used to appease the acquired taste for English books while in others the translators had overtly censored entire passages in order not to hurt the feelings of the devout Catholic audience and thus it could became a long bestsellers. The latest edition of Dodsley's book published in 1800, in particular, openly underlined the deistic character of the work and consciously attempted to reconcile the values of the French Revolution with Christian morality.The author, by offering numerous examples of different translations, tries to emphasize how translations can manipulate the original text and thus twist the intentio operis for many, diverse reasons – be it political, ideological or simply economical – and supports the claim that the history of translations should be a multidisciplinary topic to be explored with both the tools of linguistics and history.
The present work focuses on a specific aspect of the general issue concerning the possible consequences of the reform of business corporations ("società di capitali") on the discipline of partnerships ("società di persone"). After the reform of business law enacted with legislative decree n. 6/2003, the majority of the literature, in the light of the provisions of art. 2361 co. 2 civil code and art. 111-duodecies of the regulatory provisions ("disposizioni di attuazione") of the civil code itself, maintains the possibility for a business corporation to be executive of a partnership. As a matter of fact, whenever all the members of a partnership are actually business corporations, it shall be possible that either one of the latter becomes the executive, either such role is played by a third party, i. e. a non-partner. After displaying the possible advantages and disadvantages stemming from a business corporation managing a partnership, the analysis investigates the legal feasibility of the case in point. First of all, the reasons supporting the theory under which a legal person cannot be manager of a partnership are examined in depth; an overview of the principal EU Member States' legal systems and of the discipline of the European Economic Interest Grouping and of European Corporate is then provider for. At the outset of such analysis, the author asserts the legal possibility for a legal person to act as manager of a corporation, including a partnership. Afterwards, the investigation covers the issue of the executive-member in the partnerships. Initially, an overview of the literature concerning the legal nature of the management is offered; then, the three different categories of partnership are analyzed, in order to understand whether such legal persons can be managed by a third party (i.e. a non-member). On the basis of the existing strict connection between executive powers and unlimited liability, the author concludes that only the members shall be manager of the partnerships. Another chapter of the thesis is centred, from the one hand, on the textual data that, after the reform of 2003, support the aforesaid conclusion; from the other hand, on the peculiar features of the corporate business that is executive of a partnership. In particular, the attention is focused on the necessity or on the mere opportunity of an article of association explicitly providing that a corporate business can be executive of the partnership; on the practical ways by which the former shall manage the latter (especially on the necessity of nominating a permanent representative of the legal person and on the possibility to designate the procurators to this end); on the disclosure obligations applicable to the case in point.
Nella società attuale, grazie alla capillare diffusione dei mezzi di comunicazione e in particolare di Internet, si assiste alla nascita di forme di partecipazione impensabili precedentemente, che portano alla creazione di nuova conoscenza intesa come bene comune e dunque, potenzialmente accessibile a chiunque dotato di una connessione alla Rete e di un PC. Questa nuova modalità di creazione della conoscenza viene chiamata peer production, che letteralmente significa produzione tra pari. La conoscenza non è più controllata e diffusa tramite le logiche del profitto bensì viene prodotta in maniera orizzontale attraverso la partecipazione e la condivisione di risorse tra individui lontani nello spazio ma connessi alla Rete. Queste nuove forme di partecipazione e condivisione della conoscenza si sviluppano attorno a tre modelli fondamentali: l'Open Access che promuove la diffusione libera e gratuita delle ricerche scientifiche; l'Open Source da cui sono scaturite una serie di licenze che hanno rivoluzionato la tradizionale concezione della proprietà intellettuale e l'Open Content inteso come la libera circolazione tramite la Rete di contenuti multimediali. Wikipedia, la più grande enciclopedia online nata nel 2001, racchiude in sé tutti gli elementi di questi tre modelli: la totale apertura dei contenuti e la libertà di partecipazione alla creazione e al miglioramento delle voci in essa presenti. Dopo aver analizzato la caratteristiche di Wikipedia, il suo funzionamento, la comunità su cui è basata e i problemi di attendibilità che sovente scaturiscono dalla totale apertura, ho avviato una ricerca sulla presenza su Wikipedia delle biografie dei 951 parlamentari italiani della XVI Legislatura. I dati sono stati raccolti nel periodo di tempo che va dal 18 maggio 2011 al 22 giugno 2011. La scheda di analisi del contenuto, utilizzata per la raccolta dei dati, analizza: le caratteristiche strutturali e gli indicatori tecnologici delle voci e delle discussioni; gli indicatori di attività della voce; la presenza di collegamenti esterni a Wikipedia e quella di altri progetti. Lo scopo di tale ricerca è quello di dimostrare come gli utenti della Rete, e in particolare di Wikipedia, partecipino alla creazione e diffusione di informazioni aperte e libere riguardanti la classe politica che li governa. Dall'indagine si evince che la presenza delle biografie dei parlamentari italiani su Wikipedia è molto elevata e, come emerge dall'analisi delle discussioni, gli utenti partecipano attivamente alla creazione delle voci e alla diffusione delle informazioni sui parlamentari, cercando di renderle il più possibile neutrali e enciclopediche.
L'articolo ha per oggetto un aspetto del pensiero politico di David Hume di estremo interesse, sebbene non sufficientemente affrontato dalla critica italiana: la concezione humeana della Storia come fenomeno culturale, che trova la massima espressione nell'opera The History of England. L'autrice si avvale, da una parte, del confronto critico e filologico di quest'opera con la precedente tradizione di studi antiquari sei-settecenteschi, per verificare i nessi e gli esiti dell'operazione intellettuale di Hume in ambito storico-politico. Dall'altra, l'articolo offre una breve, ma significativa e aggiornata, ricognizione degli studi internazionali sul rapporto tra il filosofo scozzese e la Storia. Così, anche per i ricchi riferimenti alla vasta e più recente critica anglosassone e americana sulla filosofia della storia humeana, il presente studio rappresenta un'importante messa a punto del problema.This article underlines one of the most interesting aspects of David Hume's political thought, even if it has not been sufficiently considered by Italian critics: Hume's conception of history as a cultural phenomenon, that finds its utmost expression in the work The History of England. The author offers a synthetic, relevant and up-to-date recognition of the international scholarship on the relationship between the Scottish philosopher and history. In addition, this article, is rich in references to the most recent American and British critics on the Humean philosophy of history. Finally, this work represents an important treatment of the matter.