Spazio sacrificale, spazio politico: saggi di teologia politica e antropologia fondativa
In: Girardiana
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In: Seminario filosofico per le scienze politiche e sociali
In: Miti simboli e politica, Serie aracione 2
Gli esordi politico-letterari del giurista tedesco Carl Schmitt (1888-1985) e quelli letterari di René Girard (1923-2015), lo studioso francese delle origini religiose della cultura umana, sono focalizzati sui caratteri romantici dell'individualismo moderno. Ce ne dà conferma uno sguardo parallelo sulle loro rispettive bibliografie. Nel 1919, Schmitt pubblica Politische Romantik, un testo fondamentale per precisarne il successivo percorso teorico; nel 1961 esce la prima opera importante di Girard, Mensonge romantique e vérité romanesque. Cinquant'anni dopo le loro prime opere, entrambi gli Autori si lasciano accostare per la scelta di un medesimo oggetto di riflessione. Del 1967 è Clausewitz als politischer Denker di Schmitt, del 2007 è Achever Clausewitz di Girard. Questa convergenza di interessi si spiega perché, ai loro occhi, il Romanticismo segna il deteriorarsi delle tradizionali forme d'ordine di natura religiosa e politica e l'affermarsi di nuove credenze ed esperienze, fortemente individualizzate, destinate poi a sfociare, attraverso varie declinazioni teologico-politiche, in un diffuso dispotismo delle ideologie (Barberi 2013; 2018).
BASE
Le considerazioni su sacro e santo del saggio riprendono i termini di un confronto del 1987 tra Walter Burkert e René Girard per evocare i miti dell'origine e i meccanismi generativi dell'ordine sociale: caccia e sacrificio, colpa e riparazione, capri espiatori e risoluzioni sacrificali delle crisi che hanno segnato e continuano a ritualizzare la formazione culturale dell'umanità e delle istituzioni politiche.
BASE
In: Girardiana
In: Serie strumenti 6