Deleuze: il non-tutto in immagine : sulla risonanza tra Differenza e ripetizione e L'immagine-tempo
In: OT/Orbis tertius [nuova serie], n. 14
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In: OT/Orbis tertius [nuova serie], n. 14
In: Melusine 8
In: L' educazione sentimentale: rivista semestrale, Heft 34, S. 84-93
ISSN: 2037-7649
Questo scritto parla dell'evento come occasione etica. L'evento non è ciò che accade ma ciò che nell'accadere ci chiama singolarmente alla scelta etica. Ciò che accade è solo l'occasione, l'occursus (B. Spinoza). L'evento richiede una situazione singolare di attenzione capace di raccogliere, in ciò che accade, un segno o "ciò che ci fa segno" (G. Deleuze). L'occasione (occursus) per questa riflessione è stata la vicenda Covid, con le conseguenze che ne sono derivate. È stata un "evento" o un semplice, terribile, occursus? Il secondo punto riguarda il tempo dell'evento: credo sia un tempo vuoto, una discontinuità, una frattura che contiene una domanda. L'istante (hexaiphnes) dell'evento convoca il soggetto a una scelta etica.
In: L' educazione sentimentale: rivista semestrale, Heft 16, S. 94-104
ISSN: 2037-7649
Nel mondo contemporaneo la bellezza č ancora un valore in se stessa? Questa la questione che propongo nel saggio. La estetizzazione del mondo della vita, ovvero la sempre crescente quantitŕ di "bellezza" presente nei beni economici, č la situazione problematica che prendo in considerazione: come č possibile un punto di vista etico nel campo dell'estetica, se la bellezza oggi non ha solo un valore simbolico, secondo l'affermazione kantiana del paragrafo 59 della("Io dico che la bellezza č il simbolo del bene morale") ma ha piuttosto un sempre crescente significato economico? Sono dell'idea che ciň che il pensatore francese Jean-Francois Lyotard chiamava "condizione postmoderna" (1979) implichi una nuova condizione della bellezza, che va sotto il nome di estetizzazione: il design, inteso come un punto di vista che privilegia la forma e l'aspetto attraente dei beni economici o "la pelle della cultura" (D. De Kerkhove) assume la prioritŕ sull'Arte e sugli artefatti di alto livello, e diventa l'aspetto principale della bellezza. Dunque noi dobbiamo prendere in considerazione i processi di valorizzazione economica e le basi istituzionali dei sistemi (Sistema-Arte, Sistema-Design. Sistema-Moda e cosi via) come la vera sfera nella quale porre il problema della bellezza e del gusto. Questa situazione implica una significativa variazione storica della domanda etica circa la bellezza: come costruire una nuova specie di giudizio di gusto (in termini kantiani: Urtheilskraft) che sia in grado di sfuggire a una sorta di compulsione consumistica al piacere o all'attuale "imperativo estetico" che si presenta nella forma paradossale dell'ingiunzione: "Enjoy!". Giocare - con o contro - questo imperativo estetico, questa la via che propongo per un'etica dell'estetica.
In: Biblioteca
In: Estetica e culture visuali 5
In: Eterotopie 108
In: L' educazione sentimentale: rivista semestrale, Heft 21, S. 109-122
ISSN: 2037-7649