La cappella degli Angeli in Santa Scolastica a Subiaco costituisce una testimonianza artistica assai significativa, sia per la presenza del ciclo dipinto a tema angelico, un tema iconografico raro nel contesto peninsulare di quegli anni, sia per il carattere del luogo, che ingloba una grotta alla base della fabbrica abbaziale. L'importanza dell'oratorio è legata però soprattutto alla figura del committente, il vescovo di Mallorca Lluís de Prades, che si rifugiò a Subiaco nel terzo decennio del Quattrocento, dopo aver abbandonato la fazione avignonese dello scisma, e che qui fu sepolto dopo la morte a Roma nel 1429. Studi recenti hanno già proposto significativi collegamenti tra la cappella sublacense e il mondo aragonese, ma in questa sede un rinnovato sguardo alla figura del prelato e al suo retaggio culturale rende possibile comprendere la natura di questo luogo e il significato delle pitture. Il presente studio, dunque, si concentrerà dapprima sulla vicenda biografica del vescovo tra Spagna e Italia, quindi sulla ricostruzione del tessuto delle sue relazioni politiche e culturali. Si passerà quindi ad analizzare la peculiare architettura della cappella e il ciclo dipinto dal punto di vista formale e soprattutto iconografico, e si presenteranno alcune ipotesi di lettura dei dipinti, e del luogo che li accoglie, in relazione alla figura del loro committente.
La cappella degli Angeli in Santa Scolastica a Subiaco costituisce una testimonianza artistica assai significativa, sia per la presenza del ciclo dipinto a tema angelico, un tema iconografico raro nel contesto peninsulare di quegli anni, sia per il carattere del luogo, che ingloba una grotta alla base della fabbrica abbaziale. L'importanza dell'oratorio è legata però soprattutto alla figura del committente, il vescovo di Mallorca Lluís de Prades, che si rifugiò a Subiaco nel terzo decennio del Quattrocento, dopo aver abbandonato la fazione avignonese dello scisma, e che qui fu sepolto dopo la morte a Roma nel 1429. Studi recenti hanno già proposto significativi collegamenti tra la cappella sublacense e il mondo aragonese, ma in questa sede un rinnovato sguardo alla figura del prelato e al suo retaggio culturale rende possibile comprendere la natura di questo luogo e il significato delle pitture. Il presente studio, dunque, si concentrerà dapprima sulla vicenda biografica del vescovo tra Spagna e Italia, quindi sulla ricostruzione del tessuto delle sue relazioni politiche e culturali. Si passerà quindi ad analizzare la peculiare architettura della cappella e il ciclo dipinto dal punto di vista formale e soprattutto iconografico, e si presenteranno alcune ipotesi di lettura dei dipinti, e del luogo che li accoglie, in relazione alla figura del loro committente. ; The Chapel of the Angels at the monastery of Santa Scolastica in Subiaco is an important artistic legacy, both for the presence of a pictorial cycle dedicated to the angels - a rare iconographic subject in the context of the period - and for the nature of its location, in a cave at the base of the monastic complex. The importance of the chapel is further enhanced by the figure of its patron, the bishop of Mallorca Llu s de Prades, who took refuge in Subiaco in the third decade of the fifteenth century, after abandoning the Avignonese faction of the Great Schism, and who was buried here after his death in Rome in 1429. Recent studies have already provided significant insight into links between the chapel and the Aragonese context of the time; this analysis of the historical figure of the prelate and his cultural background throws light on the nature of the site and the meaning of its decorations. The article analyses the life of the bishop in Spain and Italy, using documents found recently in the monastic archive of Subiaco, and his network of political and cultural relationships. It then analyses the architecture of the chapel and its paintings, from both a formal and iconographic point of view, and offers some hypotheses on the meaning of the cycle in relation to the themes that marked Llu s de Prades' life and worship.
ITALIANO: Il generale ridimensionamento subito dai benedettini a favore dei cistercensi in seguito allo scisma anacletista si registrò anche nell'Urbe dove, se negli anni '40 del XII secolo si ricorda il primo insediamento romano dell'ordine di Cîteaux ad aquas salvias, in ambito benedettino non si ritrovano iniziative di rilievo fino alla seconda metà del secolo, almeno stando a quanto si conosce finora. C'è da premettere, infatti, che il tema dell'architettura monastica a Roma rimane ancora da indagare a fondo, in particolare per quanto concerne l'area della clausura che, certo anche a causa dei rimaneggiamenti subiti, rimane spesso poco nota, mentre sugli edifici di culto le nostre conoscenze sono decisamente più approfondite. Il primo cantiere rilevante in questi anni, e anche quello più precisamente databile, è quello di San Lorenzo fuori le Mura che vide l'organizzazione delle fabbriche residenziali attorno a un chiostro, un elemento fino ad allora poco usato nel contesto non solo romano, ma in generale centroitaliano. Proprio l'adozione dell'impianto claustrale segna i maggiori cantieri della prima metà del secolo successivo, quando sotto gli auspici di Innocenzo III cominciò una fase di rinnovamento dei monasteri più importanti, come i Santi Quattro Coronati, San Saba e soprattutto San Paolo fuori le Mura, ma anche Santa Scolastica a Subiaco, da considerarsi nell'ambito romano sia per la provenienza delle maestranze utilizzate nella realizzazione del chiostro, sia per il suo legame politico e culturale con la Roma pontificia. In questi cantieri, non tutti sondabili nelle strutture residenziali oggi troppo rimaneggiate per ricavarne elementi significativi, si viene a elaborare un tipo di struttura claustrale, che a San Paolo raggiungerà la sua massima espressione, che possiamo definire come tipicamente romana per il gusto antichizzante dei rivestimenti marmorei e dei corredi plastici e per l'uso della scriptura exposta a esibire il significato simbolico del luogo e a ricordarne il patronato. / ENGLISH: After the defeat of the schismatic pope Anacletus II, even in Rome there was a decline of the Benedictines in favor of the Cistercians. In the 40's of the 12th century, is indeed recorded the first Cistercian settlement – ad Aquas salvias –, while the Benedictine abbeys didn't experienced significant building interventions until the second half of the century, at least at the current state of knowledge. The monastic architecture in Rome, in fact, is yet to be investigated in detail, in particular with regard to the cloistered area where little remains because of the copious restorations. In those years, however, the first important construction site is that of San Lorenzo fuori le Mura, precisely dating at 1189, where the residential structures for the monks were organized around a cloister, an element hitherto very rare in Rome and generally in Central-Southern Italy. Only later, during the first half of the next century and under the auspices of pope Innocent III, the cloistered plan will characterize the renovation of all the main abbeys, such as Santi Quattro Coronati, San Saba and especially San Paolo fuori le Mura and Santa Scolastica in Subiaco, that must be considered within the Roman context both for the origin of the artists, both for its political and cultural ties with the papal Rome. In all these monuments, it is developed a particular kind of cloister which can be defined as typically Roman and that will reach its highest expression in San Paolo. It is a structure characterized by a strong reference to the antique in the marble panelling, in the sculptures and in the use of the scriptura exposta that remembers the symbolic meaning of the place and its patronage.
Il generale ridimensionamento subito dai benedettini a favore dei cistercensi in seguito allo scisma anacletista si registrò anche nell'Urbe dove, se negli anni '40 del XII secolo si ricorda il primo insediamento romano dell'ordine di Cîteaux ad aquas salvias, in ambito benedettino non si ritrovano iniziative di rilievo fino alla seconda metà del secolo, almeno stando a quanto si conosce finora. C'è da premettere, infatti, che il tema dell'architettura monastica a Roma rimane ancora da indagare a fondo, in particolare per quanto concerne l'area della clausura che, certo anche a causa dei rimaneggiamenti subiti, rimane spesso poco nota, mentre sugli edifici di culto le nostre conoscenze sono decisamente più approfondite. Il primo cantiere rilevante in questi anni, e anche quello più precisamente databile (1189), è quello di San Lorenzo fuori le mura che vide l'organizzazione delle fabbriche residenziali attorno a un chiostro, un elemento fino ad allora poco usato nel contesto non solo romano, ma in generale centroitaliano. Proprio l'adozione dell'impianto claustrale segna i maggiori cantieri della prima metà del secolo successivo, quando sotto gli auspici di Innocenzo III cominciò una fase di rinnovamento dei monasteri più importanti, come i Santi Quattro Coronati, San Saba e soprattutto San Paolo fuori le mura, ma anche Santa Scolastica a Subiaco, da considerarsi nell'ambito romano sia per la provenienza delle maestranze utilizzate nella realizzazione del chiostro, sia per il suo legame politico e culturale con la Roma pontificia. In questi cantieri, non tutti sondabili nelle strutture residenziali oggi troppo rimaneggiate per ricavarne elementi significativi, si viene ad elaborare un tipo di struttura claustrale, che a San Paolo raggiungerà la sua massima espressione, che possiamo definire come tipicamente romana per il gusto antichizzante dei rivestimenti marmorei e dei corredi plastici e per l'uso della scriptura exposta a esibire il significato simbolico del luogo e a ricordarne il patronato. ; After the defeat of the schismatic pope Anacletus II, even in Rome the Benedictines declined, outpaced by the Cistercians. In the 1140s there is record of the first Cistercian settlement ad aquas salvias, while the Benedictine abbeys did not experience significant building interventions until the second half of the century, at least at the current state of knowledge. The monastic architecture in Rome, in fact, is yet to be investigated in detail, in particular with regard to cloistered areas where little remains because of copious restorations. The first important construction site which can be dated to this period (and specifically to 1189) is that of San Lorenzo fuori le mura, where the residential structures for the monks were organized around a cloister, a characteristic hitherto very rare in Rome and in south-central Italy in general. Only later, during the first half of the following century, and under the auspices of pope Innocent III, the cloistered plan started to characterize the renovation of all the main abbeys, such as Santi Quattro Coronati, San Saba and especially San Paolo fuori le mura and Santa Scolastica in Subiaco. The latter must be considered within the Roman context both in terms of the origins of the artists, and for its political and cultural ties with the papal Rome. In all these monuments, a particular kind of cloister developed which can be defined as typically Roman, its highest expression being San Paolo. It is a structure characterized by a strong reference to antiquity: in the marble panelling, in the sculptures and in the use of the scriptura exposta as an expression of the symbolic meaning of the place and its patronage.
Il generale ridimensionamento subito dai benedettini a favore dei cistercensi in seguito allo scisma anacletista si registrò anche nell'Urbe dove, se negli anni '40 del XII secolo si ricorda il primo insediamento romano dell'ordine di Cîteaux ad aquas salvias, in ambito benedettino non si ritrovano iniziative di rilievo fino alla seconda metà del secolo, almeno stando a quanto si conosce finora. C'è da premettere, infatti, che il tema dell'architettura monastica a Roma rimane ancora da indagare a fondo, in particolare per quanto concerne l'area della clausura che, certo anche a causa dei rimaneggiamenti subiti, rimane spesso poco nota, mentre sugli edifici di culto le nostre conoscenze sono decisamente più approfondite. Il primo cantiere rilevante in questi anni, e anche quello più precisamente databile, è quello di San Lorenzo fuori le Mura che vide l'organizzazione delle fabbriche residenziali attorno a un chiostro, un elemento fino ad allora poco usato nel contesto non solo romano, ma in generale centroitaliano. Proprio l'adozione dell'impianto claustrale segna i maggiori cantieri della prima metà del secolo successivo, quando sotto gli auspici di Innocenzo III cominciò una fase di rinnovamento dei monasteri più importanti, come i Santi Quattro Coronati, San Saba e soprattutto San Paolo fuori le Mura, ma anche Santa Scolastica a Subiaco, da considerarsi nell'ambito romano sia per la provenienza delle maestranze utilizzate nella realizzazione del chiostro, sia per il suo legame politico e culturale con la Roma pontificia. In questi cantieri, non tutti sondabili nelle strutture residenziali oggi troppo rimaneggiate per ricavarne elementi significativi, si viene a elaborare un tipo di struttura claustrale, che a San Paolo raggiungerà la sua massima espressione, che possiamo definire come tipicamente romana per il gusto antichizzante dei rivestimenti marmorei e dei corredi plastici e per l'uso della scriptura exposta a esibire il significato simbolico del luogo e a ricordarne il patronato.