Attualità antropologico-filosofica di Lévi-Strauss: un itinerario dalla politica al diritto
In: Transdiscipline 3
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In una fase avanzata della dissoluzione del soggetto moderno, convintamente operata dalle filosofie strutturaliste e post-strutturaliste, occorre meditare su ciò che della soggettività è andato perduto in tale rimozione, ma anche, e soprattutto, su ciò che questa rimozione ha lasciato sul terreno. L'idea principale del lavoro è che la radicalità dell'operazione strutturalista sul soggetto non si sia limitata a risultati decostruttivi, ma abbia lasciato allo scoperto frammenti sparsi, ma sostanziali, che, adeguatamente esaminati, potrebbero rinviare a una configurazione ontologica del soggetto stesso, sepolta dalle stratificazioni autoreferenziali dei discorsi dell'uomo sull'uomo sviluppati nel corso della modernità; frammenti utili, dunque, a un ripensamento del soggetto alla luce delle sfide poste dall'epoca contemporanea. Si tenta pertanto di ritornare alle origini dello strutturalismo, e segnatamente a Claude Lévi-Strauss, e di rintracciare nelle ricche vene filosofiche aperte dalla sua antropologia le risorse teoretiche e concettuali per tale ripensamento.
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L'articolo mira a esaminare, ed elaborare, i diversi livelli di contenuto presenti nel saggio del 1949 di Claude Lévi-Strauss "Guerre et commerce chez les Indiens de l'Amérique du Sud", tradotto in italiano per la Rivista. Più specificamente, del saggio lévi-straussiano si indagano: la dimensione estetico-letteraria, che testimonia di un tratto peculiare della sensibilità e dell'approccio intellettuale dell'Autore; il contenuto propriamente antropologico, ma il cui valore scientifico e gli esiti teorici non hanno lasciato indifferenti le altre scienze umane e sociali; e, infine, le implicazioni filosofiche - giuridiche e politiche - delle questioni ivi trattate.
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