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This paper discusses Kant's dealing with a fundamental of modern politics, that is concept of sovereignty, as well as its own capacity to reshape political order. Overcoming failures and fallacies that traditionally such a concept has maintained, Kant's political philosophy focuses on the way to reach international peace institutionally. Starting from the discuss of contradiction in sovereignty, the paper points out the analogy between individuals and states; then, elements of Kant's cosmopolitan philosophy will be presented, which is assumed as a theory of a 'world republic'. Kant's project seeks to rewrite the modern state theory, defending individual rights, the rule of law and promoting republicanism, which is, according to him, a theory that shares state's powers and defends representation. Extending such a theory from domestic to the global sphere, Kant's final solution for a World Republic implies a change of paradigm (though not completely espounded), by which modern sovereignty gets reassessed into a blended institutionalized coercion that emphasizes vertical power-sharing, thanks to federalism. Accordingly, this model of supranational world republicanism seeks to realize a cosmopolitan way for the world order. L'articolo discute la relazione della filosofia politica di Kant con un concetto fondamentale della politica moderna, com'è quello di sovranità, così come la sua capacità di rimodellare l'ordine politico. Superando i problemi a cui quel concetto appare legato, la filosofia politica di Kant si concentra sulla modalità di raggiungere l'obiettivo della pace internazionale attraverso le istituzioni. Muovendo da una peculiare contraddizione della sovranità, il lavoro si sposta sull'analisi dell'analogia tra individui e stati, per mettere infine in luce gli elementi che fanno della filosofia politica kantiana una teoria della 'repubblica mondiale'. Tuttavia, la proposta kantiana in favore della repubblica mondiale impone al contempo un cambio di paradigma (per quanto non chiarito nella sua ...

This paper discusses Kant's dealing with a fundamental of modern politics, that is concept of sovereignty, as well as its own capacity to reshape political order. Overcoming failures and fallacies that traditionally such a concept has maintained, Kant's political philosophy focuses on the way to reach international peace institutionally. Starting from the discuss of contradiction in sovereignty, the paper points out the analogy between individuals and states; then, elements of Kant's cosmopolitan philosophy will be presented, which is assumed as a theory of a 'world republic'. Kant's project seeks to rewrite the modern state theory, defending individual rights, the rule of law and promoting republicanism, which is, according to him, a theory that shares state's powers and defends representation. Extending such a theory from domestic to the global sphere, Kant's final solution for a World Republic implies a change of paradigm (though not completely espounded), by which modern sovereignty gets reassessed into a blended institutionalized coercion that emphasizes vertical power-sharing, thanks to federalism. Accordingly, this model of supranational world republicanism seeks to realize a cosmopolitan way for the world order. L'articolo discute la relazione della filosofia politica di Kant con un concetto fondamentale della politica moderna, com'è quello di sovranità, così come la sua capacità di rimodellare l'ordine politico. Superando i problemi a cui quel concetto appare legato, la filosofia politica di Kant si concentra sulla modalità di raggiungere l'obiettivo della pace internazionale attraverso le istituzioni. Muovendo da una peculiare contraddizione della sovranità, il lavoro si sposta sull'analisi dell'analogia tra individui e stati, per mettere infine in luce gli elementi che fanno della filosofia politica kantiana una teoria della 'repubblica mondiale'. Tuttavia, la proposta kantiana in favore della repubblica mondiale impone al contempo un cambio di paradigma (per quanto non chiarito nella sua ...

Contemporary readers have largely interpreted Kant's political philosophy as a piece of classical liberalism, challenging earlier receptions, which straightforwardly emphasized its legacy with the French revolution and stressed the revolutionary potential of Kant's republicanism. Discussing Kant's political writings analytically, this paper aims to reshape in positive terms his dealings with (modern) democracy. It defends the thesis according to which the philosopher, as it appears in the essay Toward Perpetual Peace, claims for a democratic version of republicanism. Nonetheless, Kant's ʻideal theory' of politics and the state, by which a just order would be established, harshly criticizes the ʻancient' concept of democracy as it merely identifies a form of despotism. Thus, Kantian democratic reform of republicanism illuminates his normative project, which merging liberalism and democracy favors the promotion of the rights of men, universal citizenship as well as individual liberty.

A partire da una ricognizione generale della tradizionale "strategia della cittadinanza" (Zolo), e tenendo fermo il modello delineato da T.H. Marshall nel saggio Cittadinanza e classe sociale (1950), il lavoro discute il problemi e le prospettive aperte da una sua possibile rivisitazione in forma sovranazionale. Prendendo le mosse dal paradigma marshalliano, e muovendosi per affinità e per differenze, si giunge così all'idea di una possibile cittadinanza "oltre lo stato". La prima parte del lavoro fa riferimento alla elaborazione teorica della "democrazia cosmopolitica" fatta propria da David Held, sviluppata nel volume del 1995 Democrazia e ordine globale (trad. it. Trieste, 1999) e approfondita successivamente in vari lavori (Cosmopolitanism: Ideals and Realties, Cambridge, 2010). Muovendo dal tema della 'centralizzazione' dello spazio politico, col quale le nuove proposte della cittadinanza devono necessariamente confrontarsi, nella seconda parte si passa alla spiegazione dei tratti salienti della proposta indicata da Held, che auspica la realizzazione di una forma di governo democratico di tipo cosmopolitico. In questa costruzione, da lui definita nel volume del 1995 "democrazia cosmopolitica", il concetto di cittadinanza assume implicitamente un ruolo strategico; quest'ultima viene poi interpretata alla luce dei concetti fondamentali della teoria politica moderna, quali statualità e sovranità. Nella terza e conclusiva parte, il testo trae un bilancio (necessariamente provvisorio) del problema dell'estensione dell'idea di cittadinanza alla sfera mondiale, discutendo in particolare alcuni aspetti problematici della questione, fornendo inoltre esempi tratti dal caso più rilevante di cittadinanza sovranazionale che conosciamo, ovvero quello della cittadinanza europea.