François Mathieu, Les cloches d'église du Québec, sujets de culture, Québec, Septentrion, 2010, 212 p
In: Recherches sociographiques, Band 52, Heft 2, S. 433
ISSN: 1705-6225
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In: Recherches sociographiques, Band 52, Heft 2, S. 433
ISSN: 1705-6225
In: Défense nationale: problèmes politiques, économiques, scientifiques, militaires, Band 54, Heft 12, S. 18-20
ISSN: 0035-1075, 0336-1489
In: Défense nationale, Band 19980, S. 18-20
I luoghi del potere sono molteplici: si organizzano a scala edilizia come alla scala urbana articolandosi tra luoghi formali di rappresentanza e gli informali dove avvengono i negoziati e, spesso, si prendono le decisioni. I regimi democratici enfatizzano la partecipazione o la trasparenza, ma operano con un certo grado di discrezione che sfrutta lo spazio informale e l'isolamento. Un parlamento è allo stesso tempo una procedura politica e un edificio specializzato. I parlamenti ospitano il potere legislativo mentre, secondo il modello ereditato da Montesquieu, il potere esecutivo e giudiziario sono separati, tanto nello spazio quanto nei loro attori. L'esempio italiano è un caso emblematico; la Camera dei deputati è a Palazzo Montecitorio, il Primo Ministro è accanto a Palazzo Chigi, il Senato si incontra a Palazzo Madama e la Corte Superiore è ospitata nel Palazzo di Giustizia. Il caso del Quebec è un po' più ambiguo, dal momento in cui il Parlamento ospita sia la Camera dell'Assemblea che la sede del Primo Ministro mentre la magistratura è in definitiva alla Corte Suprema di Ottawa. L'espressione architettonica deve però ugualmente rivestirsi di un ruolo figurativo, di fronte al processo politico e il territorio che rappresenta. L'analisi proposta consente di collocare lo spazio urbano attraverso gli obiettivi di rappresentanza e formalità che devono comprendere anche quelli di informalità e incontri spontanei. Mostra quanto spazio urbano è quello dello scambio e della collaborazione, metafora di un progetto politico ancora da definire.
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