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L'atrofia che ha colpito la civiltà araba e musulmana si è verificata spesso nella storia umana e ha colpito puntualmente ogni volta che un utopismo (materialista, religioso o razzista) si è impadronito dello spazio e del tempo, della ratio e dell'immaginario collettivo di una civiltà. L'utopia è regina finché si rifugia nei libri o si isola dalla società; ma quando l'utopismo si azzarda sulla scacchiera della storia, il vero problema diventa il potere. Vi è una forma di nazionalismo pan-arabo che percepisce l'unità per giustapposizione e assimilazione. Vi è una forma d'islamismo che percepisce l'unità per sottomissione. La legittimità di una entità politica dipenderà, sempre di più, dalla sua capacità di declinare l'unità nella diversità.

The author accuses Arab glottodidactics of ideological compIicity with the political systems of the Arab countries and of a leveling of the cultural and linguistic reality, by adopting the archaic and anachronistic motto: "one nation, one language." Indeed, beneath the apparent linguistic homogeneity of Arabic, the fragmentation of the oral language should not be underestimated. In designing a possible project for the teaching of Arabic in the Italian schools, it is necessary, first of all, to define who the recipients are and what their needs are, in order then to be able to evaluate the adequacy of the variety or varieties of the language to be taught, of the teaching aids and methods to be used, the level and types of competence to be reached, and the tools to be developed for testing such competence. The author then draws up a profile of the teaching staff, illustrates and evaluates the French and American experiences in this field, and suggests creating a European Association of Teachers of Arabic (EATA), while expressing the hope that such a project will be realistic, secular and pluralistic in nature.