The Role of Parental Cognitive Aging in the Intergenerational Mobility of Cognitive Abilities
In: CEIS Working Paper No. 219
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In: CEIS Working Paper No. 219
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Working paper
In: CESifo Working Paper No. 10184
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In: CEIS Working Paper No. 467
SSRN
Working paper
In: CEIS Working Paper No. 385
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Working paper
La pandemia di COVID-19 rappresenta uno spartiacque importante per la società moderna, più di quanto non lo sia stato l'attacco alle torri gemelle del 2001. Il mondo come lo conosciamo attualmente non sarà più lo stesso. Quasi tutte le attività economiche e sociali andranno riviste, ripensate e adattate al nuovo contesto. Una pandemia arrivata in un momento in cui la possibilità di "divulgare" facendosi sentire da vaste platee è molto più ampia di quanto non lo fosse solo pochi anni fa. E, infatti, fino dai giorni di Wuhan, non c'è stato momento in cui i media non hanno raccontato l'epidemia, fino a parlare di "ìnfodemia" dopo sole poche settimane dalla dichiarazione dell'OMS della "pandemia". Secondo Google Scholar, nei soli mesi di Marzo e Aprile 2020, la comunità scientifica aveva prodotto oltre 36.000 documenti, una cosa mai vista prima. A ciò vanno poi aggiunte le migliaia di contributi di chi fa comunicazione interpretando i risultati e le opinioni degli esperti. A fine dicembre 2020 il numero di documenti era salito a oltre 100.000. In questo contesto di "ìnfodemia" il libro prova a fare ordine e chiarezza, raccontando in modo semplice e rigoroso un fenomeno complesso da una prospettiva diversa che trova le sue radici in due mondi interconnessi: medicina ed economia. Non è possibile comprendere correttamente il fenomeno se non si conoscono i due mondi, le loro interconnessioni e le regole che li governano. La pandemia è stata tale non solo perché oltre 4 miliardi di persone sono state toccate da un punto di vista della salute personale. Lo è anche perché, per la prima volta, ci si è resi conto che "globale" non è solo il sistema finanziario, ma anche quello della produzione, come dimostrato dalle iniziali carenze sia di materiale sanitario a basso contenuto tecnologico (e.g., le mascherine), sia a più alto contenuto (e.g., i ventilatori polmonari). Inoltre, per la prima volta, abbiamo imparato a considerare che la struttura delle cosiddette supply chain può rappresentare un grosso vantaggio in periodi di "normalità", ma essere un boomerang notevole in casi di emergenza come quello che sono stati vissuti in questi mesi. Rispecchiando la complessità del problema, l'ambito di analisi è multidisciplinare e coinvolge branche del sapere che spaziano dall'economia all'epidemiologia, dall'informatica alla statistica, dalla biologia alla medicina e alle scienze politiche. L'obiettivo del libro è, quindi, spiegare a un pubblico non (o poco) specializzato un fenomeno complesso che, anche a causa di una non sempre efficace comunicazione (istituzionale e scientifica), ha lasciato dubbi e incertezze tra chi voleva capire: anticamera questa di scelte spesso irrazionali (a tutti i livelli). Il libro cerca, quindi, di colmare alcune di queste lacune fornendo risposte a una serie di quesiti tra cui: perché l'epidemia ha avuto origine, come si è diffusa, come è stata gestita, per quanto dovremo conviverci, che effetti ha avuto sull'economia, chi sarà più colpito, come il nuovo mondo cambierà noi e come cambierà il nostro modo di vedere il mondo. Infine, vengono presentate e discusse una serie di "lezioni apprese" dall'attuale crisi pandemica che potranno tornare utili in futuro. Un futuro che secondo tanti esperti a breve potrebbe ripetersi come l'attuale presente se il genere umano non cambierà le sue abitudini abbracciando la logica del One-health approach, l'unica al momento in grado di garantire una transizione verso un futuro sostenibile. Un futuro che vede nella collaborazione tra Paesi l'unica soluzione possibile, contro ogni logica divisiva e isolazionista. I lettori saranno condotti per mano tra i vari argomenti seguendo un filo logico ben preciso, che aiuti a capire a) perché è importante un argomento e cosa permette di capire, b) quali evidenze sono disponibili e c) se è possibile dare risposte a quesiti rilevanti per decidere su interventi di politica sanitaria ed economica. I temi sono riportati in modo chiaro e semplice, con esempi concreti e semplici rappresentazioni grafiche. I lettori più esigenti troveranno riferimenti di approfondimento, appendici e box con materiale più tecnico.
BASE
In: CEIS Working Paper No. 549
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In: Tinbergen Institute Discussion Paper 2020-065/V
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Working paper
In: CEIS Woorking Paper No. 425
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Working paper
In: IZA Discussion Paper No. 13744
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Working paper
In: CEIS Working Paper No. 573
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"In Italia c'é bisogno di più politiche per conciliare lavoro e famiglia." Così inizia la nota specifica per il nostro paese che l'OCSe ha redatto nel suo report 2011 dal titolo "Doing better for families". nel 2011 l'Italia era ben al di sotto della media OCSe rispetto ai tre indicatori cruciali per determinare la qualità di vita di una fa- miglia: occupazione femminile, tasso di fertilità e tasso di povertà infantile. "Il di- lemma italiano", riporta la nota, sta nel fatto che per la famiglia e in particolare per le donne, é molto difficile conciliare lavoro e figli. Allo stesso tempo, tuttavia, un elevato tasso di occupazione dei genitori riduce il rischio di povertà e specialmente di povertà infantile. Il tasso di povertà infantile nel 2011 in Italia era circa 15% tuttavia il rischio di povertà era molto alto per i bambini che avevano entrambi i genitori disoccupati. nel 2011, l'88% dei bambini che avevano un solo genitore disoccupato erano poveri (la media OCSe era 62%). Analogamente, il 79% dei bambini che vi- vevano con due genitori disoccupati erano poveri; tale percentuale scende al 22% quando solo uno dei due genitori ha un lavoro (le medie OCSe sono, rispettiva- mente, 50% e 17%).
BASE
In: CEIS Working Paper No. 367
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Working paper
In: CEIS Working Paper No. 418
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Working paper
In: CEIS Working Paper No. 541
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