The story of the Partito Democratico provides an important glimpse of the transformations that have affected the Italian political and party system over the past decade. Born by merger of the two main parties of the center-left coalition, DS and Margherita, which for twenty years have been protagonists together with Berlusconi's center-right in the bipolar evolution of Italian politics, a dozen years after its birth act, the PD is a party whose political project has yet to be considered undetermined and uncomplete. In this article a first balance of this experience is outlined, through the reconstruction of the different political phases lived by the PD, from his birth act (2007) to 2019, trying to indicate the main causes that have so far influenced its alternating events, from the debut to 2018 National elections until the electoral defeat of 2018 and the limited recovery of consensus that occurred in the 2019 European and Regional elections. ; La historia del Partito Democratico (PD) ofrece un ejemplo importante de las transformaciones que han llamado la atención sobre el sistema político y de partidos italiano en el curso de la última década. Nacido de la fusión de dos de los principales partidos de la coalición de centro-izquierda, DS y La Margherita, que durante veinte años han sido protagonistas junto al centro-derecha de Berlusconi de la evolución en sentido bipolar de la política italiana, una docena de años después de su acto de nacimiento, el PD es un partido cuyo proyecto político debe considerarse todavía indeterminado e incompleto. El presente artículo delinea un primer balance de esta experiencia política a través de la reconstrucción de las diversas fases políticas de la vida política del PD, desde su nacimiento en 2007 hasta 2019, tratando de indicar las principales causas que han condicionado sus vicisitudes, desde sus inicios en las elecciones de 2008 hasta la derrota electoral de 2018 y la limitada recuperación registrada en las elecciones europeas y regionales de 2019.
During the last fifteen years, the applications of experimental method in political science has grown so much that today many political scientists consider it a tool of great utility for their analyses. Given its own characteristics, the experimental design seems to be a methodology at the cut egde for the study of political behaviour, both for interdisciplinary approach, which make easier the dialogue with other social and human sciences, such as cognitive psychology, economics, and sociology, and for its attitude to test research hypothesis according with the theoretical model of causal explanation. After a short introduction on the nature of experimental methods and the validity of the laboratory proof, some of the most interesting experimental results in political science are discussed, paying particular attention to electoral behaviour, voting, decision making, coordination and cooperation mechanisms in international relations. The wide range of applications, including those in the field of genetic and neuroscience, testifies the utility and saliency of the experimental method in answering to new research questions.
Le primarie del 14 ottobre 2007 hanno rappresentato il primo passo politico ed organizzativo nella costruzione del Partito Democratico. In quella occasione, attraverso l'elezione delle assemblee costituenti nazionale e regionali, si è costituito il primo gruppo dirigente in fieri del nuovo partito. Lo studio di questo processo rappresenta un caso di particolare interesse per comprendere le dinamiche di selezione di quadri e gruppi dirigenti in una fase di transizione caratterizzata dalla formazione di nuovi soggetti politici, anche attraverso il ricorso a meccanismi di reclutamento inediti per il nostro paese, quali forme di consultazioni aperte agli elettori, che si intendono come potenzialmente più aperte e inclusive. In che misura il processo costituente del PD possa rappresentare una occasione di rinnovamento del ceto politico attraverso forme di selezione aperte agli elettori nella scelta di candidati a ruoli di dirigenza è tuttavia cosa ancora da acclarare. È noto che poco più di due terzi degli eletti nell'Assemblea costituente nazionale provengono da precedenti esperienze politiche nei due partiti protagonisti del processo costituente stesso, la Margherita e i DS, mentre poco meno di un terzo della platea è formata da persone estranee ai partiti fondativi. A dimostrazione del fatto che la selezione del gruppo dirigente risente ovviamente ancora di una forte path dependency. Utilizzando i dati relativi alle primarie messi a disposizione dall'Ufficio Amministrativo Nazionale del PD e quelli raccolti attraverso un sondaggio somministrato ai costituenti nazionali dal Dipartimento degli Studi sociali e politici dell'Università di Milano in occasione della prima seduta dell'Assemblea costituente nazionale, il paper si propone di fornire un ritratto accurato e attendibile dei costituenti nazionali sotto diversi profili. Dopo aver esaminato i risultati delle singole liste collegate ai candidati segretari per delineare la geografia politica del partito sulla base degli equilibri che ne derivano al livello di ciascuna regione, mettendo anche in luce il contributo relativo di ciascuna realtà regionale alla formazione del nuovo soggetto politico in termini di partecipazione al voto, si cerca di analizzare le caratteristiche del gruppo dirigente costituente in rapporto alle nuove lealtà interne. Successivamente, analizzando il profilo politico e professionale degli eletti, si cerca di verificare in che misura la rappresentanza costituente assuma connotati nuovi o consueti a seconda delle aree di provenienza, anche in rapporto a quelli che erano gli insediamenti tradizionali dei due partiti fondativi. Infine si esaminano giudizi, orientamenti e valutazioni dei delegati all'Assemblea costituente rispetto ad alcune importanti tematiche dell'agenda politica. E si cerca di mettere a fuoco le differenze interne che potrebbero essere di maggiore ostacolo nella costruzione di questo nuovo soggetto politico.
In this article we take into consideration the difficult path of the Left in the attempt to overcome the ancient paradigm of identity, intrinsically linked to classical communism. We will retrace the electoral history and the consensus for Left and Centre-Left parties from the Post-war period to the present. We will analyse the transition from "membership voting" to the current situation of intense electoral volatility. An empirical analysis of the answers provided by the Delegates of the Democratic Party from 2007 to 2019 shows how the heirs of the Communist Party have undergone a constant process of fragmentation, both within the camp and within the parties themselves. The work closes with an attempt to understand (and predict) what the future of the difficult path of the Left within the epochal changes of Western society might be.
Facendo riferimento al dibattito teorico e alle evidenze empiriche della letteratura nordamericana in tema di studio delle elezioni primarie, il principale obiettivo del paper è quello di esaminare gli atteggia-menti post voto dei selettori in termini di lealtà, incertezza e defezione, cercando di comprendere se e quali differenze emergano relativamente alle loro rispettive percezioni. Specificamente, gli orientamenti di voto post primarie in vista delle elezioni politiche sono indagati in prospettiva diacronica e sincronica alla luce di alcuni fattori quali l'adesione partitica, la propensione a partecipare alle consultazioni primarie, lo spazio politico e la logica di voto. In definitiva, il main argument che si intende sostenere (a livello di ana-lisi diacronica) con questo saggio è, da un lato, la progressiva riduzione dei livelli di fedeltà anche in quelle fasce del selettorato che tradizionalmente sono considerate le roccaforti della lealtà post primarie in vista delle elezioni politiche, ovvero gli iscritti, le matricole e gli elettori con logica di voto di tipo sincero; dall'altro lato, l'incremento dei livelli di defezione nel periodo compreso tra il 2005 e il 2012 con riferimento a tutte principali le categorie del selettorato
The paper is divided in five sections: 1) The origin of the secular-religious cleavage from the Italian unitary state to the end of "Prima Repubblica", where we will first try to set out the historical and genetic framework which characterized the evolution of the Italian political system, from the birth of the unitary Italian state to the end of the so-called First Republic. We will analyze the different phases about the relationship between the Catholic Church and the Italian political system, paying particular attention to the dynamics of the Italian party system until the eve of so-called Second Re-public. From this analysis emerges as the unity of Catholics in politics, despite being a constant issue of the last century, has never been the only strategic option available to the Catholic Church to defend its values and interests. 2)Theoretical framework, where we explore the dimension of the solidarity concept in the main political traditions In this section, we will first try to set out the problems in the relationship between the individual and the society, particularly focusing on the problems of solidarity in modern societies. Besides, we will consider the problems of social citizenship within the Welfare State, in the light of the complexities of contemporary societies, in order to single out the main arguments justifying solidarity-based public policies, with particular reference to social policies. Finally, taking account of the present communitarian criticisms to the modern view of society, we will try to sketch a model of 'selective solidarity', able to integrate the traditional notions of justice and solidarity. 3)The roots of the solidarity concept in the Italian welfare system, where we will focus on the following themes: a) the evolution of social policies in Italy, within the framework of the solidarity model present in the Italian welfare state system. b) social policies will be analysed trough the evolution of the welfare system beginning from the introduction of the Constitution of the Italian Republic. 4) Catholic Church's influence and pressure on the party system after the collapse of Italian political system (the era of "Seconda Repubblica"), where we will analyze the changes in the relations between the Catholic Church and the new Italian political parties, after the collapse of the so-called "Prima Repubblica". The end of the political unity of catholics led the Catholic hierarchies to declare a position of political neutrality. Consequently, there is a greater articulation in the pressure on public opinion to support values such as family, education and life (the beginning and the end). And this involves a change of strategy from the logic of direct action towards a single party, to the logic of indirect action towards the public opinion with Catholic values orientation. For these reasons, in Italy is extremely difficult to affirm public policies inspired to liberal values. 5)The "good life" between individual-public choice and 'lobbies', where will analyze the different positions of the political parties on the controversy over Eluana Englaro (2009) and the debate on living wills and their decisions in the parliamentary arena. It is interesting to note a certain divergence between public opinion and political decisions on the issue of living wills. Finally, the case study will pose the question as to whether or not an ethical fracture has been created between political parties and coalitions, which are competing among themselves for support.
Prendendo spunto dalle argomentazioni e dalle evidenze empiriche di una ampia pubblicistica nordamericana in tema di studio delle elezioni primarie, il presente saggio si propone di descrivere e spiegare le caratteristiche, gli effetti e le conseguenze delle elezioni primarie comunali di Milano del ciclo 2011 che hanno visto a sorpresa la sconfitta del front runner (Boeri) a favore del principale challenger (Pisapia). Saranno anche prese in esame alcune differenze (in chiave comparata e diacronica) rispetto alle primarie comunali meneghine del ciclo 2006. Particolare attenzione sarà riservata all'analisi della scelta dei candidati, al contesto dell'anno di elezione, alle caratteristiche socio-politiche del selettorato milanese e ai profili degli elettori rispetto ai candidati, oltre che alle conseguenze politiche ed elettorali prima, durante e dopo le primarie comunali. Infine, si esaminerà il rendimento elettorale dei candidati rispetto alla dimensione territoriale, con analisi di lungo periodo. Specificamente, si sottolineeranno anche gli aspetti di novità delle elezioni comunali milanesi, a partire dalle peculiari modalità di impiego dei mezzi di comunicazione (Internet e social network). Le elezioni primarie meneghine hanno avuto considerevoli effetti e conseguenze politiche a livello comunale, regionale e nazionale, alimentando un vivace dibattito nazionale (tanto tra i politici, quanto tra gli studiosi) sulla bontà stessa dello strumento delle primarie. Studiare le primarie comunali di Milano significa pertanto anche interrogarsi sulle potenzialità e sulle criticità delle elezioni primarie come efficace strumento di selezione delle candidature alla carica di sindaco
Il sistema politico italiano viene ancora oggi interpretato, secondo molto scienziati della politica, in termini di una transizione incompiuta, sia dal punto di vista degli assetti istituzionali sia dal punto di vista del grado di strutturazione del sistema dei partiti. Il confronto politico attuale evidenzia profonde difficoltà di natura politica e culturale che attraversano il nostro sistema dei partiti non solo nell'attuale fase, ma lungo tutto l'arco temporale della Repubblica italiana. L'attuale discussione parlamentare è, anche a seguito della forte delegittimazione in corso del ceto politico, ancora oggi bloccata su ipotesi di modifica del vigente sistema bicamerale, della forma di governo (in direzione di un rafforzamento dei poteri dell'esecutivo), senza tuttavia trovare sbocco in una sufficiente condivisione fra i diversi partiti politici. La revisione della legge elettorale è a sua volta oggetto di profonde divisioni tra i partiti e all'interno degli stessi. Lo stesso confronto politico, apparentemente congelato dopo l'avvento del Governo Monti, mette in luce l'esistenza le profonde difficoltà di natura politica e culturale che attraversano il nostro sistema dei partiti non solo nell'attuale fase, ma lungo tutto l'arco temporale della Repubblica italiana. Le diverse culture politiche (e fratture socio-politiche) mettono in luce l'esistenza di nuove dinamiche nell'assestamento della domanda politica a fronte delle quali l'offerta politica non sembra essere sempre riuscita a realizzare un ancoraggio stabile. Di qui alcune domande di ricerca in ordine al tema della frammentazione/omogeneità del sistema partitico: - la frammentazione del sistema partitico rappresenta una caratteristica strutturale del sistema politico italiano (valendo a prescindere dai vincoli istituzionali, dalle forme di governo in riferimento alla modellistica costituzionale, dalle leggi elettorali ecc)? ovvero, - in che misura l'attuale sistema multipartitico - che nel corso della Seconda Repubblica è stato a lungo incapsulato in due coalizioni eterogenee e poco coese (dando luogo ad una competizione bipolare che ha generato alternanza ma non capacità di governo) - rappresenta un portato irriducibile della frammentazione partitica, ovvero un tratto peculiare e ineliminabile dell'articolazione in cleavages del sistema politico italiano? La frammentazione è la cifra fra Prima e Seconda Repubblica. E la recente costruzione di soggetti politici (PD e PDL) non è stata in grado di risolverla. La transizione incompiuta (o infinita?) cambia la configurazione del sistema di partito (aggregazioni di soggetti politici, formazione di nuovi soggetti, senza stabilizzazione del sistema dato che la frammentazione si riproduce anche all'interno delle nuove forze politiche), ma non permette l'approdo ad un bipolarismo maturo dell'alternanza, forse perché le fratture insite nella storia dell'Italia (ancora prima dell'esperienza repubblicana), impediscono tale dinamica politica. Nella prima parte del paper, si ricorre alle interpretazioni consolidate della letteratura politologica italiana (G. Sartori e il multipartitismo polarizzato versus G. Galli e il bipolarismo imperfetto; cfr. Lanzalaco, 2012) per capirne la portata attuale e gli eventuali sviluppi e limiti, alla luce dei principali cleavages tuttora presenti nel nostro Paese. Inoltre, è interessante provare ad analizzare il superamento della stessa dinamica di interpretazione della cosiddetta Seconda Repubblica in una nuova fase, come quella attuale, che sembra sempre più preludere ad una terza fase della nostra esperienza repubblicana se non a un ritorno a tratti caratteristici della cosiddetta Prima Repubblica. Nella seconda parte del paper, l'obiettivo è evidenziare come il sistema partitico italiano si pone nei confronti di alcune politiche pubbliche (bioetica e immigrazione), esaminate in maniera esemplare come contrassegno dell'irriducibile frammentazione intra e inter partitica. Posta la rilevanza di alcuni temi per i cittadini-elettori, le organizzazioni chiamate a creare consenso attorno alle proprie proposte politiche (i partiti) non possono ignorare alcune politiche pubbliche considerate scivolose (slippery slope). Come spesso accade, su tali temi, esistono sensibilità e posizioni diverse non solo tra i partiti, ma anche all'interno degli stessi. Quando un tema divide i diversi orientamenti della società, il sistema partitico tende a strutturarsi attraverso fratture socio-politiche (ad esempio stato chiesa, centro-periferia, capitale-lavoro, ecc.), le quali generano confini e appartenenze. Sulla base di questa riflessione, si intende indagare in che modo alcune policies strutturano il sistema partitico italiano, evidenziando le posizioni dei e nei partiti rispetto alle singole questioni.
Prendendo spunto dalle argomentazioni e dalle evidenze empiriche di una vasta pubblicistica nordamericana in tema di studio delle elezioni primarie, il presente saggio si propone di descrivere e spiegare le caratteristiche, gli effetti e le conseguenze delle elezioni primarie comunali di Milano del ciclo 2011 che hanno visto a sorpresa la sconfitta del front runner (Boeri) a favore del principale outsider (Pisapia). Saranno anche prese in esame alcune differenze (in chiave comparata e diacronica) rispetto alle primarie comunali meneghine del ciclo 2006. Particolare attenzione sarà riservata all'analisi della scelta dei candidati, al contesto dell'anno di elezione, alle caratteristiche socio-politiche del selettorato milanese, oltre che alle conseguenze politiche ed elettorali prima, durante e dopo le primarie comunali relativamente alle implicazioni del voto fuori e dentro i partiti, al rendimento del candidato vincitore (ma anche di quelli dei candidati sconfitti), all'impatto del voto fra lealtà e defezione, alla logica di voto prevalente, oltre che all'effetto delle primarie sulle sorti (non solo elettorali) dei candidati alle successive elezioni comunali. Specificamente, si sottolineeranno anche gli aspetti di novità delle elezioni comunali milanesi, a partire dalle peculiari modalità di impiego dei mezzi di comunicazione da parte dei quattro candidati nel corso della campagna elettorale primarista, che si cercherà di indagare sia dal punto di vista delle strategie dei candidati, sia dal punto di vista della percezione da parte degli elettori. In definitiva, gli obiettivi del paper saranno quelli di analizzare il contesto e le modalità di svolgimento della campagna elettorale primarista, di ricostruire le modalità di scelta e di impiego dei mezzi di comunicazione da parte dei candidati, di delineare i profili degli elettori con riferimento alle ragioni del voto. Le elezioni primarie meneghine hanno avuto considerevoli effetti e conseguenze politiche a livello comunale, regionale e nazionale, avendo avuto il merito di alimentare un vivace dibattito nazionale (tanto tra i politici, quanto tra gli intellettuali) sulla bontà stessa dello strumento delle primarie. Studiare le primarie comunali di Milano significa pertanto anche interrogarsi sulle potenzialità e sulle criticità delle elezioni primarie come efficace strumento di selezione delle candidature alla carica di sindaco.
Il presente lavoro si propone di studiare e analizzare le conseguenze politiche ed elettorali delle elezioni primarie, con riferimento alle implicazioni del voto fuori e dentro i partiti, ai rendimenti dei candidati in lizza (vincitori e sconfitti) nelle successive elezioni, all'impatto del voto fra fedeltà e defezione, oltre che all'effetto delle primarie sulle sorti politiche dei candidati successivamente alle elezioni. Saranno esaminati diversi casi di elezioni comunali, fra il 2006 e il 2011, in chiave comparata e diacronica, utilizzando dati di sondaggio rilevati da C&LS (Candidate and Leader Selection – Standing Group SISP). In particolare, verranno sviluppate quattro linee di approfondimento, prendendo spunto da una vasta pubblicistica nordamericana in tema di studio delle elezioni primarie. In primo luogo, si analizzerà il grado di competitività delle primarie, rispetto a forme di misurazione consolidata, e ad alcuni aspetti inerenti la percezione ex ante/ex post dell'offerta politica da parte degli elettori. In secondo luogo, si prenderà in considerazione il contesto di riferimento delle diverse consultazioni, con particolare attenzione al rendimento elettorale delle stesse e a quello dei candidati in lizza. In terzo luogo, si esaminerà il comportamento (in termini di lealtà, defezione e non voto) tenuto sia dai candidati sconfitti alle primarie, sia dai loro supporter in vista delle successive elezioni. Infine, si prenderà in considerazione la logica di voto prevalente in questo tipo di consultazioni, con particolare riferimento a forme tipiche del comportamento elettorale, come il voto sincero e il voto strategico, cercando di comprenderne le ripercussioni sulle successive elezioni. Infine si analizzeranno le motivazioni alla base della scelta di voto, al fine di verificare la prevalenza di fattori quali le indicazioni di partito o la reputazione personale del candidato.