Esodi ed approdi di genere: famiglie transnazionali e nuove migrazioni dall'Ecuador
In: Collana ISMU 14
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In: Collana ISMU 14
In: Alternativas: cuadernos de trabajo social, Heft 13, S. 217
ISSN: 1989-9971
Los estudios sobre la población migrante ecuatoriana en Italia están siendo cada vez más numerosos e importantes. El trabajo desde la perspectiva cualitativa aporta los elementos que desde la subjetividad se tienen que tener presentes. Las relaciones entre familia y emigración, complejas en esencia, se abordan en este texto que introduce al lector en los elementos básicos de análisis.
Se presenta los resultados de algunas investigaciones sobre migración realizados en los últimos cinco años por la Universidad de los Estudios de Génova
World Affairs Online
In: Mondi migranti: rivista di studi e ricerche sulle migrazioni internazionali, Heft 3, S. 27-42
ISSN: 1972-4896
In: Mondi migranti: rivista di studi e ricerche sulle migrazioni internazionali, Heft 2, S. 171-190
ISSN: 1972-4896
In: Social identities: journal for the study of race, nation and culture, Band 22, Heft 3, S. 291-306
ISSN: 1363-0296
In: Mondi migranti: rivista di studi e ricerche sulle migrazioni internazionali, Heft 2, S. 105-121
ISSN: 1972-4896
In: Mondi migranti: rivista di studi e ricerche sulle migrazioni internazionali, Heft 3, S. 25-31
ISSN: 1972-4896
In: Bulletin of Latin American research: the journal of the Society for Latin American Studies (SLAS), Band 30, Heft 3, S. 282-297
ISSN: 1470-9856
In: Mondi migranti: rivista di studi e ricerche sulle migrazioni internazionali, Heft 2, S. 147-160
ISSN: 1972-4896
In questo contributo presentiamo la storia di Luis (l'intervista qui riportata č stata raccolta a Quito nel 2008, dopo il suo rientro in Ecuador), giovane migrante ecuadoriano in transito verso gli Stati Uniti. Luis ha attraversato per alcune settimane paesi diversi, utilizzando mezzi di trasporto diversi, spesso nascondendosi, insieme ai suoi compagni, per non farsi prendere dalle polizie di frontiera dei numerosi paesi di transito. L'esperienza di Luis insieme a quella di migliaia di ecuadoriani e altri latinoamericani ripercorre quella che in letteratura viene definita "migrazione di transito". Partendo dall'esperienza di questo giovane migrante vogliamo qui riflettere sul significato che negli ultimi anni hanno assunto i cosiddetti "paesi di transito", paesi cioč che per la loro posizione geografica vengono attraversati da potenziali migranti diretti verso i paesi sviluppati del nord Europa o del nord America. Ci troviamo all'interno di un tema molto complesso, non a caso ad oggi non esiste una definizione universalmente accettata dei termini "migranti in transito" e i "paesi di transito" e soprattutto non esiste nel diritto internazionale una categoria specifica che li identifichi. Tuttavia il dibattito sul tema č oggi molto intenso non solo a livello accademico ma soprattutto a livello politico poiché la questione sul ruolo svolto dai paesi di transito nel controllo e nella gestione dell'immigrazione irregolare (come si puň osservare nel caso degli accordi tra Italia e Libia) appare sempre piů centrale e determinante. Come si puň facilmente intuire la preoccupazione politica attorno al ruolo dei paesi di transito č strettamente legata alle ansie sicuritarie e di controllo dei paesi ricchi loro confinanti; si parla di paesi di transito per lo piů da un punto di vista di politiche migratorie restrittive che cercano di bloccare flussi in entrata percepiti come pericolosi e sostanzialmente non desiderati. Č infine importante sottolineare che l'inasprimento dei controlli alle frontiere e le enormi difficoltŕ di accesso legale hanno agevolato lo sviluppo di un'industria della clandestinitŕ, in cui coyoteros, chulqueros, intermediari di vario tipo sono diventati soggetti indispensabili. In questo senso il caso del cammino verso gli Stati Uniti č paradigmatico: piů i controlli si sono inaspriti e piů si č sviluppato un sistema capillare e organizzato di gestione dell'immigrazione illegale. E cosě proprio quei paesi che retoricamente si dichiarano in lotta contro i trafficanti di esseri umani sono i primi a incrementare lo sviluppo di queste organizzazioni, attraverso politiche evidentemente fallimentari che non riescono a bloccare gli arrivi dei migranti ma rendono altamente rischioso il viaggio e violano i loro diritti innanzitutto come esseri umani.
In: Child & family social work, Band 27, Heft 1, S. 1-10
ISSN: 1365-2206
AbstractDuring the COVID‐19 pandemic, families experienced new challenges related to reorganizing living spaces and the need to renegotiate domestic and care roles. This paper aims to understand how Italian families have reacted to this situation with respect to psychological well‐being, the management of domestic and care activities and solidarity networks of care. The participants were 560 Italian subjects who reported having a parental role. The protocol included a measure of well‐being (the General Health Questionnaire‐12) and some questions related to the time dedicated to domestic activities or to caring for people, the perception of conflict within the family and solidarity networks of care. The data underline how mothers continued to devote more time to home and care activities than fathers, despite the presence of both partners at home during the lockdown. The results also indicate that mothers participated to a greater extent than fathers in solidarity activities, confirming that this dimension is linked to gender. Furthermore, fathers and mothers perceived a lower condition of well‐being in relation to the pre‐pandemic period.
The Covid-19 pandemic situation redefines the rules of social and relational behavior. These changes affect the economic, political, individual and family dimension. In particular, families experience new challenges, related to the new ways of working, reorganizing and sharing living spaces and the need to renegotiate the domestic and care roles previously delegated outside. These new conditions of cohabitation can lead to the emergence of conflicts, with important consequences for the psychological well-being of the subjects. This survey is part of a wider multidisciplinary research and focuses on the redistribution of gender roles in domestic and care activities, on family conflict and on the happiness level of respondents. The quantitative survey involved 550 married/cohabiting subjects (76.0% women). The data underline how despite women continue to devote more time to home and care activities than men, this is not perceived as a conflict. Despite the partners spend more time at home, the difference in gender roles within the family is confirmed. The conflict is perceived especially in couples with children in the age of 7-11 and 12-14. During the lockdown period, men and women perceive a lower condition of happiness, and in relation to the normative value (pre-pandemic period). Furthermore, there is a lower perception of happiness in those who experience conflict situations. ; L'emergenza Covid-19 sta ridefinendo regole di comportamento sociale ma anche relazionali, che hanno inevitabili ripercussioni a livello economico, politico, individuale e famigliare. In particolare, le famiglie si sono trovate a sperimentare nuove sfide, dettate dalle nuove modalità di lavoro, dalla riorganizzazione e condivisione più assidua degli spazi abitativi e dalla necessità di rinegoziare i ruoli domestici e di cura, che spesso venivano delegati all'esterno. Tali nuove condizioni di convivenza possono portare al sorgere di conflitti, con importanti conseguenze per la salute psicologica dei soggetti. Il presente lavoro fa parte di una più ampia ricerca multidisciplinare e si focalizza sulla ridistribuzione dei ruoli nelle attività domestiche e di cura ai tempi del covid-19, sul conflitto familiare e sui livelli di felicità dei soggetti. La ricerca quantitativa ha coinvolto 550 soggetti coniugati/conviventi (76.0% donne). I risultati mostrano come benché la donna continui a dedicare maggior tempo alle attività domestiche e di cura rispetto all'uomo, questo non sia percepito come motivo di conflitto. Nonostante, quindi, entrambi i partner stiano passando maggior tempo tra le mura domestiche, permane la differenza dei ruoli rivestiti all'interno della famiglia. Il conflitto è percepito soprattutto nelle coppie con figli nella fascia d'età 7-11 e 12-14. Per quanto riguarda la percezione di benessere, misurato attraverso il costrutto della felicità, nella situazione di quarantena, sia per le donne che per gli uomini, è inferiore rispetto ai valori normativi di riferimento (condizione pre-pandemica). Si registra, inoltre, una percezione di benessere inferiore in coloro che sperimentano situazioni conflittuali.
BASE
World Affairs Online