Women's presence in contemporary Italy's environmental movements, with a case study on the Mamme No Inceneritore
In: Genre & histoire: la revue de l'Association Mnémosyne, Heft 22
ISSN: 2102-5886
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In: Genre & histoire: la revue de l'Association Mnémosyne, Heft 22
ISSN: 2102-5886
This contribution aims to study two female ecologist committees: Mums against Incinerator (Florence) and Mums of Castenedolo (Brescia). I have chosen to enquiry into the specificities of those two groups, through dedicated interviews, in order to understand if they could be included in the environmental justice movement, with 'made in Italy' features. I have also intended to bring to surface the ways in which such interviewed activists place themselves in their political performance and in particular, the perception of their gender role inside the group they belong to. ; Questo contributo mira allo studio di due comitati di mamme costituitesi in difesa dell'ambiente: le Mamme no Inceneritore di Firenze e le Mamme di Castenedolo. Mi sono proposta di indagare le specificità di questi due gruppi attraverso delle interviste mirate, per capire se essi possano essere annoverati nel movimento per la giustizia ambientale, con caratteristiche made in Italy. Ho voluto inoltre far emergere il modo in cui le attiviste che ho intervistato si posizionano nella pratica politica che hanno intrapreso, in particolar modo la percezione del loro ruolo di genere all'interno del gruppo di appartenenza.
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Questa ricerca si concentra sul dibattito di PCI e PSI intorno alla creazione di un moderno welfare state in Italia nel primissimo secondo dopoguerra. Per ricostruire tali discussioni ci si è avvalsi della documentazione prodotta (verbali, relazioni, studi) da precise commissioni di studio su lavoro e previdenza sociale istituite in seno alla Consulta Nazionale, al Ministero per la Costituente, al Ministero del Lavoro e della previdenza sociale e dall'Assemblea Costituente e dei contributi attraverso la stampa ufficiale dei partiti. Si è tentato di tratteggiare dunque la concezione dei diritti sociali di comunisti e socialisti, individuando come, aldilà di una sostanziale impreparazione in merito del personale politico dell'epoca, vi fosse la propensione a delineare uno stato sociale che si fondasse su un impianto lavoristico-occupazionale anziché universalistico, e come si sia verificata un'implicita delega alla CGIL, che ha fatto in modo si spostasse l'asse della lotta per la rivendicazione dei diritti sociali da un piano politico ad uno strettamente sindacale con pesanti conseguenze per le future sorti dello Stato sociale in Italia.
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