Il presente capitolo del Rapporto si concentra su due avvenimenti importanti, seppur non strettamente connessi, che hanno segnato la politics dell'immigrazione nel corso del 2020: l'emanazione del c.d. decreto "Rilancio" e lo svolgimento in ben otto regioni delle consultazioni per l'elezione diretta del Presidente e del Consiglio regionale.
The present chapter of the Report focuses on two important – albeit not strictly connected – events that have marked the politics of immigration over 2020: the issuing of the so-called "Recovery Decree" and the election by direct vote of the Regional Councils and Presidents in eight Italian Regions.
The previous report (ISMU Foundation, 2018) analysed the relationship between immigration and politics in light of the results of the political elections that took place in 2017 in a number of European states (France, Germany, Holland and the United King-dom). Similarly, this chapter will present some results from the analysis of the electoral programmes of the main competing parties in the Italian elections of 4 March 2018. We will focus particularly on two issues: attitudes towards migration and the European Un-ion. After presenting the electoral results, we shall analyse the same issues within the so-called "government contract" drafted and signed by the two political forces, the MS5 (the Five Star Movement) and the Lega (the League) that, at the beginning of the legisla-ture, formed a new and unprecedented majority.
The article retraces the last 20 years of direct mayoral election in Bologna. It shows how the changes in institutional and electoral settings influenced both the party system and voters' electoral responses. By analysing the electoral history of the city, we also show that personalization raised, electoral competition became more (bi)polarized, electoral turnout gradually decreased, voting results became less and less predictable attenuating Bologna past exceptionalism. This article fills a gap in a literature that has not yet offered a longitudinal study of electoral changes in Bologna since the 1990s. More precisely, the article gives an analysis of both the political supply and the electoral flows to understand how party system has changed and if and how voters have become more mobile.
L'euroscetticismo si è affermato nel corso degli anni come risultato dell'emergere di una nuova dimensione di competizione politica, alternativa e trasversale alla tradizionale contrapposizione sinistra/destra, e più strettamente legata al grado di consenso per il processo di integrazione europea. La famiglia euroscettica ha così finito per accogliere un insieme ideologicamente eterogeneo di partiti, che spesso hanno come unico legame comune l'opposizione al processo di integrazione europea e alla cessione di ulteriori porzioni di sovranità da parte degli Stati membri verso l'Unione Europea (UE). Negli ultimi anni, la crisi e le misure di austerità introdotte a livello europeo hanno dato un'ulteriore spinta allo sviluppo del fronte euroscettico, consolidando le basi elettorali dei partiti già esistenti e portando alla nascita di nuovi partiti dichiaratamente anti-UE. In questo quadro si sono svolte le elezioni europee di maggio 2014, che, a parere di molti commentatori, hanno visto un'affermazione senza precedenti del fronte euroscettico. Ma chi sono i partiti euroscettici? Dove hanno raccolto più voti? E quale è stata la reale portata del loro successo? Dopo aver analizzato in chiave teorica lo sviluppo del concetto di euroscetticismo, questo capitolo si prefigge di rispondere a queste domande, individuando prima, tra i partiti che hanno partecipato alle elezioni di maggio 2014 nei 28 Stati membri dell'Unione, quelli appartenenti alla famiglia euroscettica, e analizzando poi il loro andamento elettorale in confronto alle precedenti elezioni europee. I dati in nostro possesso confermano una crescita generalizzata del fronte anti-UE rispetto alle precedenti consultazioni elettorali, ma con forti differenze a livello di singola nazione.