Ordoliberalismo. Costituzione e critica dei concetti
In: Il politico: rivista italiana di scienze politiche ; rivista quardrimestrale, Band 257, Heft 2, S. 231-233
ISSN: 2239-611X
Non disponibile.
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In: Il politico: rivista italiana di scienze politiche ; rivista quardrimestrale, Band 257, Heft 2, S. 231-233
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In the last thirty years, it has been identified a theory corresponding to the biological evolution one which concerns the behavioral traits of men and their social organization (institutions, customs, beliefs, social norms, values and technologies). By tracing back the guidelines of cultural evolution and showing how it differs from biological evolution, this paper focuses on the cultural evolution theory and its capability to explain the emergence and the change of rules and institutions at the bottom of social life. In the last part of the paper, recovering F. A. Hayek's pioneering insights, I will analyze the evolutionary dynamics acting at the level of rules and institutions. I will show, on the one hand, how selection of the rules is driven by a complex process in which emerg-ing macro-systemic effects lend an evolutionary advantage to some human groups and allow us to explain how specific rules have successfully survived over time. On the other hand, I will argue that some behaviors have jointly transformed with the changing of societies by following the increasing degree of complexity in the relationships and human environments.
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Il protagonista di questo lavoro è essenzialmente il liberalismo. Esso è entrato nella cultura popolare economica e finanziaria soprattutto a partire dagli anni ottanta con l'esplosione del capitalismo finanziario globale "de-regolamentizzato" ma deve principalmente la sua più completa riformulazione, in chiave moderna, alla Scuola Austriaca e ai suoi esponenti durante la metà del XX secolo. Gli strumenti concettuali, economici e politici da costoro proposti affondano le radici in altrettanti sistemi di analisi dei fenomeni sociali, come l'individualismo metodologico e la teoria degli ordini spontanei, che affronteremo nel corso del nostro lavoro, giustificandone la possibilità sulla base della teoria della conoscenza e della critica allo scientismo e al costruttivismo metodologico avanzate da Hayek. Nella prima parte del nostro lavoro, illustrando tali strumenti concettuali, avanzeremo una serie di riflessioni sulla natura delle strutture decisionali policentriche che rivelano tra loro delle notevoli affinità nella filosofia di Hayek quanto in quella di Foucault: troveremo nei due autori l'assunzione che tanto nelle relazioni di potere quanto negli ordini spontanei autoregolatesi (come nella catallassi o ordine di mercato) non vi siano mai strutture fisse e rigide, già note in partenza, ma sempre rapporti strategici fluidi e costantemente intercambiabili nelle loro parti. Nella seconda parte affronteremo da vicino alcune delle critiche che Foucault muove nelle sue lezioni sul liberalismo, imputando principalmente a questo di essere una forma di governabilità degli individui tramite mezzi economici, sorta dall'impossibilità di stabilirne una governamentalità politica. Vedremo come ciò non sia applicabile al liberalismo nel senso in cui o intendono gli Austriaci e, nello stesso tempo, come lo stesso Foucault negli ultimi anni della sua esistenza abbia riscoperto un discorso ampio e aperto sulle pratiche di libertà e su una certa autonomia auto-costitutiva del soggetto molto vicina alla prospettiva dell'individuo liberale o dell'autonomia come parte integrante di una teoria dei sistemi sociali.
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