Il libro dell'incontro: vittime e responsabili della lotta armata a confronto
In: La cultura 955
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In: La cultura 955
In: Percorsi. Storia, diritto
La prima pandemia del terzo millennio ci costringe ad affrontare una situazione senza precedenti che ci interroga profondamente, ponendoci dilemmi etici, sociali e giuridici. Come giudicare ciò che sta accadendo? Come tentare di non compiere ingiustizie nel frangente drammatico che stiamo attraversando? Muovendo dalle riflessioni di Hannah Arendt e dall'esempio dei Giusti tra le Nazioni e dell'Umanità, si cerca di offrire qualche spunto di riflessione a partire dall'esempio di chi, testimone del male, ha saputo esercitare correttamente la facoltà di giudizio quando tutti, intorno, sembravano averla persa.
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This book chapter stems from a EU-funded project entitled "Victims and Corporations. Implementation of Directive 2012/29/EU for Victims of Corporate Crimes and Corporate Violence" co-funded by the conjunct programme "Rights, Equality and Citizenship" and "Justice" of the European Union (www.victimsandcorporations.eu). The project's findings are presented in the collective publication of which this essay is only one among various interdisciplinary contributions. European Union Directive 2012/29/UE introduces a 'system' of minimum standards on the rights, support and protection for victims of crimes, and their participation to criminal proceedings, without prejudice to the rights of the offender. Within the scope of the Directive and its definition of 'victim', though, there is a relevant group of victims who have not yet received enough consideration, and whose access to justice may be at stake. It is the victims of corporate crimes, and particularly of corporate violence, meaning those criminal offences committed by corporations in the course of their legitimate activities, which result in harms to natural persons' health, integrity, or life. Within the vast area of corporate crime, the project focuses on three main strands of victimisation: environmental crime, food safety violations and offences in the pharmaceutical industry with the aim to explore intersections and potential synergies between Directive 2012/29/EU and the existing body of EU legal tools in these three sectors. Section 1 of this particular chapter provides an overview of the current 'state of the art' with respect to the general issue of victims' rights, support and protection in light of the EU legal system. Directive 2012/29/UE is analysed in connection with the comprehensive, multi-level, 'package' of legal tools and measures concerning the rights and the protection of victims of crime in the EU. The chapter analyses the EU legal instruments devoted to both victims of crime in general and specific 'vulnerable' groups of victims (children, victims of gender violence, victims of human trafficking, etc.). Particular attention is devoted to the issue of victims' protection, seen as a crucial - yet problematic - topic in between victims' support and victims' access to justice. The rights and safeguards of the suspected and the accused persons are constantly kept in mind in order to counterbalance the risks of a 'victim-centred' paradigm, which may put fundamental principles of criminal law and criminal procedure at stake. Section 2 of this book chapter focuses on victims of corporate crime and corporate violence in particular, pointing out how these victims as such are not—or at least not yet—formally recognised as belonging to a 'vulnerable group' in either international or European (soft or hard) legal sources, despite the studies now available about the specific character of corporate victimisation and the many cases occurring worldwide. Section 2 of the book chapter examines Directive 2012/29/EU with a focus on its implementation in the specific field of corporate crime and corporate violence. The provisions of the Victims Directive that most directly pertain to corporate (violence) victimisation are analysed, pointing out questions and thorny problems, such as those concerning the prevention of corporate violence in order to avoid victimisation in the first place, and to protect corporate victims from ongoing risks and repeat victimisation. Section 3 of the book chapter is devoted to future legal challenges and open issues in responding to the needs of victims of corporate violence and in addressing their rights throughout the European Union.
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Il 17 dicembre 2018 l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza - l'Autorità nazionale di garanzia per i diritti delle persone minorenni in Italia - ha reso pubblico il documento di studio e di proposta intitolato "La mediazione penale e altri percorsi di giustizia riparativa nel procedimento penale minorile". Si tratta di un lavoro che, sulla base delle competenze che la legge assegna all'Autorità garante, prende le mosse dall'urgenza di fornire agli operatori del settore - magistrati, avvocati, assistenti sociali e altri soggetti che intervengono nella giustizia minorile - alcune indicazioni utili a facilitare il ricorso a percorsi di giustizia riparativa la cui efficacia e positività è comprovata da decenni di esperienze sul campo in diverse parti d'Italia e che tuttavia ancora non godono di un riconoscimento normativo esplicito, nonostante le raccomandazioni internazionali, la più recente delle quali è costituita dalla Raccomandazione CM/Rec(2018)8 del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa relativa alla giustizia riparativa in ambito penale. Un riferimento ai "percorsi di giustizia riparativa e di mediazione con le vittime di reato", i quali espressamente devono essere "favoriti", è presente nella norma di apertura del d.lgs. 2 ottobre 2018 n. 121 di attuazione della Riforma Orlando, laddove sono richiamate le "regole e finalità" che devono guidare l'esecuzione della pena detentiva e delle misure penali di comunità nei confronti delle persone minorenni. Tale riferimento rischia di rimanere ambiguo nel suo significato e dare adito a interpretazioni fuorvianti, non essendo la giustizia riparativa e la mediazione disciplinate nel decreto legislativo stesso e non essendo stata esercitata, a seguito di parere negativo delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato nell'attuale legislatura, la delega in questa materia contenuta nella legge 23 giugno 2017, n. 103 (A.G. n. 29). Sulla scorta di un ciclo di audizioni, condotte da una commissione appositamente costituita, è stato condotto un monitoraggio nazionale per raccogliere le buone prassi e le criticità in particolare in ordine, in particolare, al delicato rapporto tra giustizia riparativa e procedimento penale minorile. Si sono voluti in questo modo indagare, da un lato, i nodi problematici sollevati dall'ingresso della restorative justice nel sistema processuale minorile rispetto a garanzie e diritti nell'ottica della realizzazione della child friendly justice sollecitata da Unione Europea e Consiglio d'Europa e, dall'altro, far emergere e diffondere possibili soluzioni insieme all'indicazione di pratiche corrette. Tutto in attesa di una legge volta a legittimare in pieno, e orientare, l'apporto significativo della giustizia riparativa al sistema penale. Il documento, disponibile sul sito dell'Autorità garante, contiene, oltre ad alcuni approfondimenti e agli esiti del monitoraggio su scala nazionale, le raccomandazioni dell'Autorità garante rivolte alle istituzioni competenti in ordine ai seguenti temi: 1. Disponibilità e accesso alla mediazione penale e in generale alla giustizia riparativa; 2. Disciplina normativa (de iure condendo); 3. Modalità d'innesto dei percorsi di giustizia riparativa nel procedimento penale a normativa invariata; 4. Reti per la giustizia riparativa; 5. Sensibilizzazione, formazione e informazione. Destinatari delle raccomandazioni sono Parlamento, Governo, ministeri (Giustizia, Interno, Difesa, Istruzione, Economia e Finanze), regioni, comuni, Consiglio superiore della magistratura, Scuola Superiore della Magistratura, autorità giudiziaria, Consiglio Nazionale Forense, ordini degli avvocati, uffici e i centri di mediazione penale e di giustizia riparativa. Il documento riporta inoltre in allegato la traduzione non ufficiale in lingua italiana, ad opera dell'ufficio dell'Autorità garante, della citata Raccomandazione del Consiglio d'Europa CM/Rec(2018)8 sulla giustizia riparativa in materia penale, del 3 ottobre 2018. ; Study document issued by the Italian Authority Guarantor for Children and Adolescents concerning restorative justice in juvenile criminal matters. The document includes recommendations for legislators and practitioners (courts, prosecution, social services, advocacy and RJ centers and offices).
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La Direttiva 2012/29/UE tutela le vittime di reato e mira ad assicurare loro un più effettivo accesso alla giustizia nel rispetto delle garanzie del giusto processo, del diritto di difesa e del principio del contraddittorio. La Direttiva sottolinea, in particolare, la necessità di proteggere in modo personalizzato e individualizzato tutte le vittime di reato, con speciale riguardo per le persone 'vulnerabili'. Tanto negli ordinamenti nazionali quanto nell'operato delle istituzioni si riscontra, però, un'ancora insufficiente attenzione verso una nutrita categoria di vittime: le vittime della criminalità d'impresa e, in particolare, le vittime di quella che la letteratura internazionale definisce corporate violence. Con la locuzione corporate violence si identificano le condotte penalmente rilevanti, pur riconducibili all'ordinaria attività d'impresa, lesive della salute, dell'integrità fisica o della vita delle persone: illeciti ambientali che determinano danni alla vita, alla incolumità pubblica o individuale; commercializzazione di prodotti difettosi o pericolosi che cagionano pregiudizio alla vita o alla salute dei consumatori (per esempio, prodotti alimentari e farmaceutici); infortuni sul lavoro dovuti a violazione della disciplina sulla sicurezza sul lavoro. Il volume, frutto di un progetto finanziato dall'Unione Europea (www.victimsandcorporations.eu), offre uno studio approfondito della Direttiva 2012/29/EU sotto i profili giuridici e vittimologico-criminologici, analizzando le implicazioni teoriche e pratiche dell'applicazione della Direttiva Vittima in generale e nei casi di corporate violence, con un'attenzione al più ampio quadro delle politiche europee in materia ambientale, farmaceutica e alimentare e delle politiche europee e internazionali in tema di vittime e soggetti vulnerabili. L'opera affronta le principali questioni connesse alla peculiare vulnerabilità delle vittime di corporate violence (squilibri informativi, patologie lungolatenti, incertezza scientifica, ecc.), delineando, anche alla luce delle indicazioni emerse da una articolata ricerca empirica, proposte e indicazioni in ordine alla partecipazione al procedimento penale e al sostegno, all'assistenza e alla protezione delle persone offese. L'opera include anche una serie di raccomandazioni, distillate dai significativi risultati del progetto e rivolte al legislatore e ai policy maker. Il volume è caratterizzato dal taglio interdisciplinare e da una costante lettura sistematica delle fonti normative europee e internazionali, anche alla luce della giurisprudenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea e della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. L'opera si presta a essere strumento utile per studiosi e professionisti. ; The book is the final publication of the EU-funded project "Victims and Corporations. Implementation of Directive 2012/29/EU for victims of corporate crimes and corporate violence" (www.victimsandcorporations.eu). European Union Directive 2012/29/UE introduces a 'system' of minimum standards on the rights, support and protection for victims of crimes, and their participation to criminal proceedings, without prejudice to the rights of the offender. Within the scope of the Directive and its definition of 'victim', though, there is a relevant group of victims who have not yet received enough consideration, and whose access to justice may be at stake. It is the victims of corporate crimes, and particularly of corporate violence, meaning those criminal offences committed by corporations in the course of their legitimate activities, which result in harms to natural persons' health, integrity, or life. Within the vast area of corporate crime, the project and this publication focus on three main strands of victimisation: environmental crime, food safety violations and offences in the pharmaceutical industry with the aim to explore intersections and potential synergies between Directive 2012/29/EU and the existing body of EU legal tools in these three sectors. The publication also includes an overview of the current 'state of the art' with respect to the general issue of victims' rights, support and protection in light of the EU Directive; a comparison with the principles emerging from the ECtHR case law and the broader field of international law; a study of the existing criminological and victimological literature on corporate crime and corporate violence, its harms, and its victims, integrated with the results of the empirical research which was part of the Project; an analytical discussion of said results with respect to the specific issues related to access to justice by victims of corporate violence and to support needs of said victims; a discussion of the possible benefits of integrating a restorative justice approach in dealing with corporate violence crimes. The book is completed with a set of recommendations for national lawmakers and policymakers.
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