Jeannie Gunn: cronache di una Missus nella Never-Never Land
Ai fini della disamina condotta in questa tesi, l'attenzione sarà rivolta in particolar modo alla letteratura australiana, in cui si inserisce la scrittrice Jeannie Gunn (1870-1961). Ritengo infatti interessante analizzare il rapporto che intercorse tra una scrittrice bianca e gli aborigeni che popolavano la regione del Northern Territory, in quanto le sue due opere più famose, qui scelte per l'analisi, The Little Black Princess: a True Tale of Life in the Never-Never Land (1905) e We of the Never-Never (1908), sono ambientate in quell'area che, come è possibile notare già a partire da entrambi i titoli, è anche conosciuta con il nome di "Never-Never Land". Attraverso questi testi è possibile giungere alla conclusione come gli indigeni appaiano sostanzialmente strumentalizzati in rapporto alla causa imperialistica, volta a mantenerli in una situazione di inferiorità per motivi economici, politici e sociali. I numerosi esempi estrapolati dai libri mostrano come la Gunn tenti, a più riprese, di rispondere a una certa empatia e comprensione nei confronti dei nativi (aprendosi allo studio delle loro tradizioni culturali, come miti, usanze e costumi), relativa apertura che si accompagna sempre però a un presupposto legato alla superiorità dei bianchi (referenti, maestri, esempi di civiltà evoluta).