L'obiettivo di questo articolo è definire una struttura teorica per il miglioramento qualitativo della sanità. A partire dai sistemi di auditing interni ed esterni, dalla loro efficacia e cooperazione, l'articolo analizzerà le proprietà teoriche e i problemi relativi al miglioramento della qualità collegati alle politiche e alle pratiche di auditing. La ricerca è stata condotta revisionando la letteratura esistente ed effettuando sondaggi e interviste per isolare le proprietà comuni dei sistemi di auditing che generano un miglioramento nella qualità del servizio. Questo contributo punta a delineare il contesto teorico per le pratiche migliori nell'auditing interno, esterno e collaborativo nella sanità, nelle istituzioni e partecipanti connessi. Rappresenta un primo passo conoscitivo di analisi dei problemi dell'auditing del settore pubblico e del settore sanitario, entrambi da una prospettiva interna ed esterna. La struttura teorica ha consentito la proposta di un modello e di uno strumento di verifica del modello stesso. Potrebbe delineare le proprietà principali di un sistema utile di auditing e di una gestione appropriata della sanità per la qualità guidata dallo stakeholder. This article aims to define a theoretical structure for the qualitative improvement of healthcare. Starting from internal and external auditing systems, from their effectiveness and cooperation, the article will analyze the theoretical properties and problems related to quality improvement related to auditing policies and practices. The research was conducted by reviewing existing literature and conducting surveys and interviews to isolate the characteristic properties of auditing systems that generate an improvement in the quality of the service. This contribution aims to outline the theoretical context for best practices in internal, external, and collaborative auditing in healthcare, institutions, and related participants. It represents the first cognitive step in analyzing the problems of auditing the public sector and the health sector, both from an internal and external perspective. The theoretical structure allowed the proposal of a model and a tool for verifying the model itself. It could outline the main properties of a useful auditing system and appropriate stakeholder-led quality health management.
The COVID-19 outbreak is causing severe damage to the tourism sector. Gradual restrictions are imposed by the world's governments to improve social distancing and control the number of infected people. It creates a collapse in the tourism demand showing an unusual situation. The paper, after an in-depth analysis of the literature on the tourism value chain, aims to investigate actions and perspectives which influence tourism management in this challenging period. The study uses grounded theory to determine significant elements regarding the management of tourism. Through forty semi-structured interviews with individual people, the paper proposes a model of tourism restart based on value chain theory. The model finds out five relevant factors: tourist attractiveness (i.e., tourism flows, the composition of tourism flows, proximity tourism and coronavirus opportunities), receptive factors (i.e., new receptivity models, health, and prevention models), new business models (i.e., home delivery services, flow management applications, outdoor sports activities), digital divides (i.e., enhancement of the internet structure) and culture (i.e., new outdoor activities). This study contributes theoretically to the value chain theory establishing a model for tourism regeneration. Additionally, the paper gives new practical insights in terms of resilience activities that tourism entrepreneurs could implement for tourists.
The purpose of this story is to identify the role of information in the municipal public group with a view to New Public Governance and the need for mutual exchange between citizens and public bodies. The conducted analysis is quantitative subjective; the theory is demonstrated through the focus of a real case to increase the understanding of theoretical assumptions. The carried-out elaboration, after having identified the variables considered and the possible mathematical relationship between variables. The New Public Governance (NPG) sees public affection closely related to the need for information, this leads to study the real effects towards a new theory of citizen choice. The study shows that the use and dissemination of communication and processing tools in local authorities can have a positive impact on responsibility and transparency, improving trust in local governments and citizen participation in civic or political life. The information provided through open organic data on all sectors ensures greater trust in local public bodies and civic participation. The use of social indicators is a useful tool for assessing population satisfaction and understanding of the information provided to better plan and plan public services and municipal group interventions. The identified tools can be used to analyse the relapse and the involvement of both information and processing tools in the process of communicating the outputs to the stakeholders. All municipal groups have new tools for assessing planning and control. New analysis of the role of information in NPG.
L'introduzione del bilancio consolidato del "gruppo pubblico", che ha trovato piena applicazione con il D.Lgs. 118/2011, ha rappresentato una delle innovazioni più complesse all'interno della riforma contabile degli enti locali, in quanto si colloca in un contesto già particolarmente sollecitato da significative modificazioni, a partire dall'introduzione della contabilità economico- patrimoniale. Qualsiasi cambiamento normativo in ambito contabile deve essere esaminato sotto più punti di vista, considerando gli obiettivi attesi, le caratteristiche organizzative degli enti locali di riferimento e l'impatto prodotto, il grado di professionalità esistente, l'utilità dichiarata e percepita, i riflessi di natura sia operativa sia strategica. Il bilancio consolidato presuppone, per la sua adeguata predisposizione e per la concreta utilizzazione, l'esistenza di una cultura contabile evoluta, di capitale umano che abbia ben compreso la finalizzazione e le caratteristiche della contabilità economico-patrimoniale, su cui il bilancio consolidato si fonda. È necessario cambiare prospettiva nei rapporti con le entità partecipate, in quanto deve essere valorizzato il concetto di controllo, di collegamento, di indirizzo, non trattandosi solo di una mera questione contabile ma della rappresentazione di un'entità più ampia, di cui l'ente locale rappresenta la capogruppo, cioè il soggetto che la governa. Appare, pertanto, di grande interesse esaminare qual è, oggi e in prospettiva, la situazione italiana in merito alla comprensione e diffusione di questo importante documento, ponendo l'attenzione su alcuni macro-temi di particolare rilievo: la finalità del bilancio consolidato e la coerenza della regolamentazione; le modalità di definizione del gruppo pubblico locale; le scelte di consolidamento dei conti; gli impatti organizzativi; il confronto internazionale; le problematiche di natura operativa; le modalità valutative. Il volume ruota intorno al ruolo informativo del bilancio consolidato, alla sua concreta utilità, alla capacità di misurare le performance del gruppo pubblico, in funzione di come viene concretamente definito (e costruito). Più in dettaglio vengono affrontati, con approccio scientifico avvalorato da analisi empiriche, alcuni aspetti che permettono di meglio comprendere la reale portata, attuale e prospettica, dell'introduzione di questo documento, fornendo delle risposte alle domande di seguito riportate a titolo di esempio. Perché è stato introdotto il bilancio consolidato? Cosa si vuole conoscere? Le scelte operative attuate, che rappresentazione forniscono del gruppo pubblico locale? Quale finalità prevale (financial accountability, strumento a supporto delle decisioni, adempimento legislativo, …)? Quali sono gli impatti organizzativi prodotti dalla sua introduzione? Vi è coerenza tra il livello medio delle competenze contabili esistenti negli enti locali e quelle necessarie? Qual è l'impatto sulle relazioni tra ente capogruppo e soggetti controllati e/o partecipati? In definitiva, l'introduzione del bilancio consolidato (come delle altre modificazioni avvenute) deriva dalla necessità (volontà) di attuare un processo di cambiamento: è interessante capire, tenendo anche conto degli attori coinvolti (regulator, users e preparers), cosa sarebbe dovuto cambiare e cosa è davvero cambiato, cercando di individuarne le cause. È quindi importante, in questa prima fase applicativa, porre in essere una post implementation analysis, attraverso la quale individuare le principali difficoltà operative e organizzative e, conseguentemente, offrire utili indicazioni (policy implication) in primis ai soggetti regolatori (regulator) ma anche a chi predispone il bilancio consolidato e a chi lo utilizza (preparer e user). Dal punto di vista metodologico, l'approccio utilizzato è quali-quantitativo, con ricorso ad analisi della letteratura, analisi empiriche fondate sia sull'esame dei bilanci consolidati predisposti a partire dalla fase di sperimentazione, sia sulla somministrazione di questionari, soprattutto indirizzati ad approfondire le problematiche di natura organizzativa (intese in senso ampio) e tecnica. L'attenzione è posta esclusivamente sui Comuni identificando, in funzione della specifica problematica indagata, campioni specifici. La struttura del lavoro è la seguente. Il primo capitolo si propone di analizzare le maggiori criticità legate all'attuazione del principio nazionale per la redazione del bilancio consolidato degli enti locali: dapprima viene approfondito il quadro normativo-contabile di riferimento, anche attraverso la ricostruzione delle sue più importanti tappe evolutive, per poi trattare brevemente, in ottica comparativa, gli aspetti salienti che caratterizzano l'equivalente standard internazionale IPSAS 35. Il secondo capitolo approfondisce, con un'analisi specifica, uno degli aspetti di maggiore criticità nella predisposizione del bilancio consolidato, cioè la definizione di gruppo pubblico locale (reporting entity) e dell'area di consolidamento, sulla quale il grado di discrezionalità è ancora elevato. Il terzo capitolo è dedicato all'analisi descrittiva delle prime applicazioni empiriche emergenti dall'esame dei questionari somministrati. In particolare, dopo una parentesi sugli aspetti metodologici, l'approfondimento è relativo a due dimensioni specifiche: l'utilità percepita del bilancio consolidato e le difficoltà incontrate sia sul piano tecnico-contabile sia sul piano strettamente operativo. Il quarto capitolo affronta, sempre attraverso l'esame dei questionari, un tema di grande rilevanza, cioè l'impatto organizzativo del bilancio consolidato esaminando, tra l'altro, quali sono e saranno le ripercussioni indotte dalla sua introduzione, le modalità con cui è stata attuata, i soggetti coinvolti all'interno dell'ente locale, il grado di collaborazione delle partecipate. Il quinto capitolo sposta l'analisi sugli aspetti valutativi, partendo dalla considerazione che il bilancio consolidato va esaminato congiuntamente a quello individuale dell'ente locale. L'obiettivo è esprimere delle valutazioni sulla differente situazione economica emergente dai due bilanci, che si riflette (si potrebbe riflettere) sulla valutazione delle politiche fiscali, delle condizioni finanziarie, del grado di rischio, dell'impatto economico e sociale sul territorio di riferimento. Il sesto e ultimo capitolo riprende le tematiche dei capitoli precedenti e le sviluppa da un punto di vista empirico, valutandone l'impatto sulle differenti fattispecie di enti territoriali, evidenziando le criticità rilevate nelle fasi operative e le proposte di soluzione individuate. A conclusione del lavoro, si ringraziano tutti gli Autori per l'impegno profuso e per lo spirito di gruppo che hanno trasmesso; i Curatori dell'intero progetto di ricerca, i proff. Luca Bartocci e Riccardo Mussari, per le efficaci modalità con cui hanno coordinato i lavori; Sidrea per aver promosso e sostenuto questa linea di ricerca.
Financial markets have the obligation to support the real economy has become the development and sustainable economic growth. Capital is an indispensable tool for economic growth and prosperity, which is accelerated through the financial markets, and Islamic finance tools have developed significantly in Islamic countries in recent years. Promoting macroeconomic objectives such as sustainability and achieving endogenous and viable economic growth are the purposes of all economic systems. Increasing growth of financial methods and development of these systems drives from this reality that the sustainable development of the financial system is an integral part of economic system development. Islamic financing has emerged in the world financial literature, intending to provide a new model for replacing conventional financial plans and providing financial, commercial and investment facilities and opportunities by the principles of Sharia. This system has been able to identify its various dimensions. Due to the particular benefits and advantages of Islamic financing, the issue of Islamic financing has become critical in the international arena. By assuming Islamic financial systems, it can be concluded that they do not permit the use of current financial methods since usury is forbidden in Islam. So, they attempt to create Islamic financial instruments. As an Islamic and non-usury financial instrument, Sukuk has found a suitable position among Islamic governments and companies. Islamic financing has emerged in the world financial literature to provide a new model for replacing traditional and conventional financial systems and providing financial, commercial and investment facilities and opportunities under the principles of Sharia. The purpose of the present study is to investigate the role of Islamic financing of Sukuk on the economic growth of Malaysia, Iran, Pakistan, Qatar, Bahrain, Turkey, Indonesia, UAE and Saudi Arabia; applying the panel data, will be analysed the variables affecting economic growth (government spending, gross capital formation, labour force, exports and Sukuk).
AbstractThis paper aims to investigate the relationship between Halal certification and corporate social responsibility (CSR) disclosures in Italian food and beverage companies. We employ an explorative method using content analysis, followed by chi‐square test, correlation analysis, and a multivariate regression to address the research objectives. We find a relationship between being a Halal or non‐Halal company and CSR disclosures. Additionally, there is a significant and positive relationship between Halal certified CSR firms' disclosure index and return on investment. The paper reveals that companies with Halal certificates have a greater tendency towards CSR. The results are relevant for academics and practitioners. To the best of our knowledge, our paper strengthens the discussion on halal certification and CSR scientifically. Additionally, our results are useful for practitioners as managers and entrepreneurs, to understand halal certification's value and its link with the environmental, economic and social space.
The article describes how the fight against AIDS is tackled, from an organizational and legislative point of view, especially with regard to HIV test offer to as many people as possible, with a focus on people with higher at-risk behaviors, in order to reduce the cases of immunodeficiency and unawareness of the serological state. The community-based services and the implementing policies of Piedmont Region answer to the need for integration already offered by the Regional Health Service. The features and results confirmed by a pilot project can be a useful reference for the activation of integrated services on the territory.