La lezione di Antonio Rosmini-Serbati: principi giuridici fondamentali e diritti umani
In: Ulisse 2
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In: Testimonianze 42
The essay studies the construction of the concept of jurist in Emilio Betti as an organic representative of society. He is not a political representative, with or without mandate constraint, nor a legal representative, who transfers interests and relates them. The organic representative is a longa manus, an authoritative extension of the best of society. Its authority, disregarding political power, can reconcile the interests at stake, say the law with the sentence, rebalancing social imbalances, which can also be caused by the laws themselves. The function of social rebalancing combined with equity understood not only as formal but substantial justice makes Betti's theoretical tension a methodological tool possible for all the sciences of knowledge and also for the associated life in the footsteps of Aristotle's Nicomachean Ethichs, Politics and Rhetoric. The decision-making choice of the jurist emerges as one of the most relevant legal issues of our time, that of due process. Its necessary solution, both on the level of the legislation of each state, and on the level of all the individual narratives of each procedural event, can find solid references in Betti's Romanesque studies, starting from those on the seven Kings of Rome, up to those on the Roman praetor. It makes possible to distinguish the gnoseological and thoughtful decision-making of the jurist from that which puts an end to the state of exception of the politician theorized by Carl Schmitt. And it also makes allows to distinguish a logic based on a broad ethical and cultural vision of society, from a logic emptied of deontology and based only on syllogistic argumentation, in which the means can replaces the end. ; L'articolo studia la costruzione concettuale del giurista in Emilio Betti come un rappresentante organico della società. Non è un rappresentante politico, con o senza vincolo di mandato, né un rappresentante legale, che trasferisce interessi e li relaziona. Il rappresentante organico è una longa manus, un'estensione autorevole del meglio della società. La sua autorevolezza, disinteressandosi del potere politico, può contemperare gli interessi in gioco, dire il diritto con la sentenza, riequilibrando gli squilibri sociali, provocati anche dalle stesse leggi. La funzione di riequilibrio sociale, capace di coniugarsi con l'equità, nella potenzialità di quest'ultima di porsi non solo come giustizia formale, ma sostanziale, è ciò che rende capace la tensione teoretica bettiana di divenire strumento metodologico possibile per tutte le scienze del sapere, ma anche per la vita associata, sulle orme dell'Etica nicomachea, della Politica e della Retorica di Aristotele. La scelta decisionale del giurista emerge come una delle più rilevanti questioni giuridiche del nostro tempo, quella del giusto processo. La sua soluzione necessaria, sia sul piano della legislazione di ciascuno stato, sia sul piano di tutte le singole narrazioni di ciascuna vicenda processuale, può trovare riferimenti solidi negli studi romanistici di Betti, a partire da quelli sui Sette Re di Roma, fino a giungere a quelli sul Pretore romano. Permette di distinguere il decisionismo gnoseologico e ponderato del giurista da quello che mette fine allo stato d'eccezione del politico, teorizzato da Carl Schmitt. E permette anche di distinguere una logica fondata su una visione etica e culturale ampia della società, da una logica svuotata di deontologia e fondata soltanto sull'argomentazione sillogistica, nella quale il mezzo può sostituire il fine.
BASE
Il saggio si interroga sulle cause, prima ancora che sugli effetti, della polemica tra Giorgio Del Vecchio e Giovanni Gentile, nell'ambito dello scenario culturale fascista. Più che seguire una traccia storica sui perché delle divergenze teoretiche, nella cultura fascista e nell'idealismo italiano, propone un'analisi filosofica sui germi del neoidealismo italiano, che, nel loro diverso utilizzo, si mostrano come il motivo dominante della differente costruzione giuridico-concettuale di due diverse filosofie del diritto. Da un'analisi attenta delle fonti risulta facile, infatti, riscontrare come ci fosse consapevolezza, nei due studiosi dell'età fascista, che la divergenza di pensiero giuridico dipendesse da una divergenza di Weltanschauung filosofica, prima ancora che politica. Rileva, in tal senso, particolarmente, il diverso utilizzo fatto da entrambi della filosofia di Antonio Rosmini Serbati al fine di studiare il senso filosofico dei distinguo giuridico-concettuali. In effetti, la filosofia giuridica di Del Vecchio, rispetto a quella di Gentile, si caratterizza per un'assenza di confronto con i temi - sempre più diffusi nelle Facoltà di Filosofia, ma non in quelle di Giurisprudenza, italiane in quegli anni - della Riforma spaventiana della dialettica di Hegel rispetto a quelli neokantiani. L'interesse alle differenze tra le costruzioni concettuali non può però trascurare la vicenda della conflittualità antropologica, prima ancora che politica, tra i due antagonisti. Il conflitto dell'uomo con l'uomo diventa centrale, ancora una volta, attraverso le idee di fortuna e sfortuna in politica, punti di partenza e di conclusione del saggio. The essay explores the causes (even before exploring the effects) of the controversy between Giorgio Del Vecchio and Giovanni Gentile, within the fascist cultural scenery. Rather than follow a historical track about theoretic differences in the fascism culture and in the Italian idealism, the essay offers a philosophical analysis on the seeds of Italian "neo-idealism", that could show us the cause of the different legal and conceptual construction of two different juridical philosophies.From a careful analysis of the sources it is easy to understand that, during fascism period, Giorgio Del Vecchio and Giovanni Gentile knew that divergence about their juridical thinking depended on a divergence of "philosophical Weltanschauung", even before depend on a politic divergence.It's important to underline that both of them have used differently the Antonio Rosmini Serbati's philosophy for studying the philosophical significance of the distinction among juridical concepts.Indeed, the legal philosophy of Del Vecchio, compared to that of Gentile, is characterized by an absence of comparison between the themes of the "spaventiana reform" of Hegel's dialectic, (more and more popular in the Italian colleges of philosophy, but not in colleges of law, of the time), and the themes of the "neo-kantism".The interest in differences between conceptual constructions cannot overlook the anthropological conflict, (even before of the political conflict), between the two antagonists. The conflict of man with man makes central, once again, through the ideas of good luck and bad luck in politics, as departing point departure and arriving point of the essay.
BASE
In: Geopolitical, Social Security and Freedom Journal, Band 5, Heft 1, S. 80-98
ISSN: 2587-3326
Abstract
The authors try to define a new aspect of the post-soviet space that arise with the war in Ukraine. Starting from a historical analysis, they consider the question of the concept of the security state and its role within new international dynamics, the new globalization, the transformation of the world via social-media and the new possible peace perspectives in the 21st century.
In: Land use policy: the international journal covering all aspects of land use, Band 68, S. 160-167
ISSN: 0264-8377