Questo studio è dedicato alla rappresentazione degli automi nel Romanticismo, con particolare attenzione ai concetti di 'perturbante' e 'ambivalenza'. La riflessione include i temi dello specchio, dell'immagine ideale del sé (Ideal-Ich) e della figura femminile, in una prospettiva che tiene conto delle tracce del mito pigmalionico e del mito prometeico nell'immaginario romantico. Il primo paragrafo ripercorre sommariamente le forme dell'automa nel tempo a partire dall'età classica; seguono un breve inquadramento delle categorie storico-filosofiche dominanti nel Romanticismo, l'identificazione del fantastico come modo letterario e l'analisi comparata di due casi studio: L'uomo della sabbia (1816) di E.T.A. Hoffmann e L'Ève future (1886) di August Villiers de L'Isle-Adam. Il confronto mira a illuminare le costanti e le varianti dei significati incarnati dall'automa in due opere che coprono un arco che va dalla fase di ascesa del Romanticismo con Hoffmann, alla sua tarda espressione con Villiers.
Questo video contiene alcuni passaggi della conversazione tra Michela Murgia ed Emanuela Piga Bruni, che si è tenuta nel 2014 a Bologna, nel corso del Festival It.a.cà. Festival del turismo responsabile. Il dialogo propone una riflessione sulle questioni politiche e culturali connesse alla letteratura di viaggio e alle guide turistiche a partire dal libro Viaggio in Sardegna.Durata: 17 min.
Although the distinction between migrant and tourist is artificial — linked to statistical, juridical and economic definitions used to delimit the travel and hospitality sector — these words are associated with conflicting and often opposite images, stereotypes and emotions. On the one hand, migrants or refugees are usually perceived as dead weights, carriers of anguish and danger, to be rejected as a social problem. On the other hand, tourists or travelers are depicted as opportunities, special guests to be accommodated in comfortable places, as bearers of a positive economic value. Aiming at going beyond a mere critique of kinetophobia (fear of movement) and of the different forms it takes, the essay invites to question the "residentialist" foundations of the nation-state and to develop a new understanding of the interaction between mobility and belonging. By exploring the symbolic meanings and political implications that the migrant / tourist categories carry with them, the essay maps the emergence of a world where freedom of movement is the main factor of social stratification. Finally, the essay introduces the reflections presented in this volume, highlighting how the different and complementary disciplinary perspectives of the essays collected not only call into question the conceptual categories that define the practice of traveling and the experience of diversity, but they contribute to developing new perspectives on mobility understood as a total social phenomenon. ; Sebbene la distinzione tra migrante e turista sia artificiale – frutto di definizioni statistiche, normative e fiscali utilizzate per delimitare il settore del viaggio e dell'ospitalità – a queste parole si associano immagini, stereotipi ed emozioni contrastanti, spesso opposte. Da un lato, i migranti o rifugiati percepiti come pesi morti, portatori di angoscia e pericolosità, da respingere in quanto problema sociale. Dall'altro, i turisti o viaggiatori descritti come ospiti da accogliere in luoghi confortevoli, quali portatori di un plusvalore immediato, in primis economico. Con l'intento di andare oltre una mera critica della cinetofobia (paura del movimento) e delle diverse forme che questa assume, il saggio invita a rimettere in discussione le fondamenta "residenzialiste" dello Stato-nazione e a sviluppare una nuova comprensione dell'interazione tra mobilità e appartenenza. Esplorando i significati simbolici e le implicazioni politiche che le categorie migranti/turisti si portano dietro, il saggio mappa l'emergere di un mondo dove la libertà di movimento è il principale fattore di stratificazione sociale. Infine, il saggio introduce le riflessioni presentate in questo volume, evidenziando come le prospettive disciplinari diverse e complementari dei saggi qui raccolti non solo rimettono in discussione le categorie di pensiero con le quali si definisce la pratica del viaggio e l'esperienza della diversità, ma contribuiscono a sviluppare nuove prospettive sulla mobilità intesa come un fenomeno sociale totale.