La musica della vita: quaderno di biopolitica e bioetica di un giurista
In: Marcopolo 2
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In: Marcopolo 2
In: Marcopolo 1
In: Materiali e studi di diritto pubblico 4
In: Pubblicazioni della Facoltà Giuridica dell'Università di Napoli 224
In: Stato, Chiese e pluralismo confessionale
ISSN: 1971-8543
SOMMARIO: 1. Una vexata quaestio e l'andamento carsico del suo periodico riproporsi - 2. Premessa di metodo: guardare un paesaggio consueto con nuovi occhi per scoprire orizzonti prima inesplorati - 3. I meri fatti e il caso sub judice come modo di "leggerli" - 4. Le questioni di merito: a) del buon uso dei simboli pubblici, veicoli di messaggi "istituzionali" o espressione di sentimenti popolari condivisi - 5. b) L'antica saggezza del "ragionevole accomodamento" come bussola tratta dalle esperienze multiculturali per navigare oggi il mare tempestoso del mondo variegato - 6. Dal diario di bordo di un vecchio professore.
Secularism as a critical dialogue respecting cultural differences
ABSTRACT: The ruling decision pronounced by the United Sections of the Supreme Court of Cassation in Italy, which calls for a "reasonable accomodation" about the posting of the crucifix in the class-rooms, as a precious opportunity to promote at the public school - primary place of socialization beyond family - dialogical practices of intercultural and inter-religious encounter.
"What do public law jurists do? They take a factual, that is, historical situation [.] as if it were crystallised, they translate it into concepts, they express it in systemic terms. They must do so, it is necessary that they do so. Their own work, for its part, serves to give consistency to the state, and awareness to the very forces that preside over the formation and maintenance, if I may say so, of the state. And so there is necessarily in these jurists an adhesion, an acceptance of facts and forces, an acceptance of the political formula of the state, of the current pro tempore structure by which the state is governed. This acceptance is the technical condition of the jurist's technical work. By accepting, the public law jurist obeys, whether he wants to or not, the imperative call of reality, that is, of political forces. And this is the delicate, terribly delicate work of the science of public law: accepting the ephemeral and trying to transform it into the stable". ; "Che cosa fanno i giuristi di diritto pubblico? Prendono una situazione di fatto, cioè storica [.] come fosse cristallizzata, la traducono in concetti, la esprimono in termini di sistema. Debbono fare così, è necessario che facciano così. Il loro stesso lavoro serve per la sua parte a dare consistenza allo Stato, e consapevolezza alle stesse forze che presiedono alla formazione e alla manutenzione, se è così lecito dire, dello Stato. E perciò c'è in questi giuristi necessariamente una adesione, una accettazione dei fatti e delle forze, una accettazione della formula politica dello Stato, dell'assetto attuale pro tempore con cui lo Stato si regge. Questa accettazione è la condizione tecnica del lavoro tecnico del giurista. Accettando, il giurista di diritto pubblico obbedisce, si voglia o no, all'imperativo richiamodella realtà cioè delle forze politiche. E questo è il delicato, terribilmente delicato lavoro della scienza del diritto pubblico: accettare il labile e cercare di trasformarlo in stabile".
BASE
In: Diplomacy and statecraft, Band 18, Heft 3, S. 539-549
ISSN: 1557-301X
In: Diplomacy & statecraft, Band 18, Heft 3, S. 539-550
ISSN: 0959-2296
In: Diplomacy and statecraft, Band 14, Heft 3, S. 57-69
ISSN: 1557-301X
In: Diplomacy & statecraft, Band 14, Heft 3, S. 57-69
ISSN: 0959-2296
In: Diplomacy and statecraft, Band 3, Heft 1, S. 143-146
ISSN: 1557-301X
In: Diplomacy and statecraft, Band 2, Heft 1, S. 173-181
ISSN: 1557-301X