La sociologia positivistica in Italia: (1880 - 1920)
In: Biblioteca di cultura 380
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In: Biblioteca di cultura 380
In: Transnational Dispute Management special issue 'The Interaction Between International Investment Law and Special Economic Zones (SEZs)' (2021) (Y. Levashova, J. Chaisse,and I. Rachkov eds.)
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Questo articolo esamina la tensione tra una concezione ideale dello stato come garante del benessere sociale e la sua problematica, incompiuta e parziale realizzazione, così come si manifesta tra i volontari Caritas in una città del Mezzogiorno. Le politiche austeritarie dell'ultimo decennio hanno indebolito la rete di protezioni sociali del welfare nazionale, delegando ampi settori dell'assistenza sociale ad associazioni di volontariato e organizzazioni del Terzo settore. Attraverso l'etnografia del volontariato Caritas, l'articolo analizza l'interazione tra circuiti formali e informali di distribuzione alimentare nel contesto di trasformazione del welfare. Prendendo in esame il processo di burocratizzazione della distribuzione alimentare, dovuto alla gestione di risorse pubbliche, l'articolo propone di leggere la coesistenza di diverse concezioni redistributive attraverso il concetto di economia morale. I volontari reagiscono ai processi di delega che hanno caratterizzato la decentralizzazione del welfare e il graduale approfondirsi delle diseguaglianze nel contesto della crisi, operando distinzioni tra diversi piani morali delle pratiche redistributive che convivono nella loro azione di volontariato. In tal modo, il coinvolgimento dello stato nelle iniziative caritatevoli e il coinvolgimento dei volontari nella burocrazia dell'assistenza sociale alimentano le contraddizioni tra l'impegno etico dei volontari e le loro aspettative intorno al ruolo dello stato. ; info:eu-repo/semantics/publishedVersion
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In this article, I look at anger and resentment as intertwined feelings underlying popular reactions to the perception of state failure in tackling social disparities. I adopt a perspective that articulates the anthropological study of the state with the Gramscian theorization of the integral state. I examine how anger and resentment shape the everyday perceptions of politics in the urban periphery of Brindisi. I organize my analysis around the examination of a corruption scandal that led to the mayor's arrest, which I deploy as the prism to explore popular relatedness to the state, highlighting the 'disconnection of feeling' between the political elite and popular classes. I argue that by framing the resentful feelings of the latter through the idea of disconnection, we can advance a useful description of the relatedness to the state in the current historical conjuncture. ; info:eu-repo/semantics/publishedVersion
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In: Common Market Law Review, Band 57, Heft 6, S. 2008-2010
ISSN: 0165-0750
In: IIC - International Review of Intellectual Property and Competition Law, Band 51, Heft 5, S. 559-593
ISSN: 2195-0237
AbstractChina's economy has been growing at a rapid rate over the past 30 years. Initially, economic development was pursued through leveraging the supply of cheap labour for export purposes. After China joined the World Trade Organization, the Chinese government realized the importance of cultivating innovation capabilities. As such, Chinese policymakers formulated what is known as an "indigenous innovation" policy, emphasizing the importance of Chinese-owned technology, standards, and intellectual property rights (IPRs). Academic scholars have studied China's innovation policy from different disciplinary angles, in particular from the perspective of its political economy. Important contributions have analyzed the connections between China's standardization regime and its IPR regime – especially in the area of information and communications technology. Although these contributions provide a valuable account of the dynamics within the regime(s), this phenomenon has not been analyzed from a legal perspective. This article aims to fill this gap by tracking the evolution of the legal framework of China's innovation policy since the 1950s, including recent developments. More specifically, it seeks to determine how China's innovation policy has resulted in the development and adoption of laws, rules, and regulations regarding standardization and IPRs with the aim of realizing China's innovative potential and economic prosperity.
In: IIC - International Review of Intellectual Property and Competition Law, Band 49, Heft 9, S. 1048-1079
ISSN: 2195-0237
In: IIC (2018) 49:1048–1079.
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Working paper
In: Trusts & Trustees, 2016, 22(3):318–328.
SSRN
In: Transnational Dispute Management, 2016, Vol 13, Issue 1
SSRN
Working paper
In: Journal of Intellectual Property Rights, 2014, 19(March):104-112.
SSRN
Working paper
In: European Intellectual Property Review, 2014, 36(12):790-801
SSRN
Lo studio della pittura sarda del tardo Quattrocento è viziato, all'origine, dalle enormi lacune documentarie che ne ostacolano i percorsi di studio. La Sardegna del XV secolo non è un'isola sperduta nel Mediterraneo, ma un'isola al centro del Mediterraneo. Al centro dei traffici e delle influenze di molteplici correnti artistiche regionali che, se da un lato ne arricchiscono il valore artistico, dall'altro ne complicano notevolmente i percorsi di ricerca. Nello specifico si sono analizzati gli studi bibliografici che dalla fine dell'Ottocento sino alle soglie della storiografia più recente hanno interessato la pittura tardomedievale in Sardegna cercando di capire in quale condizione storica, politica e sociale si mossero i primi studiosi stranieri che visitarono l'isola alla ricerca dei cosiddetti pittori "primitivi". Attraverso le fonti ottocentesche si è ricostruito il percorso effettuato da diverse opere sarde esportate all'estero e definito le figure di studiosi e collezionisti quali: Georgiana Goddard King, Anna Rose Giles, Ellen Giles, William Middleditch Scott e Piero Tozzi. Questo lavoro ha permesso di comparare a livello internazionale i contenuti delle fonti consentendoci d'individuare i punti deboli di alcune delle ipotesi scientifiche più accreditate e d'indirizzare le energie su percorsi tanto inesplorati quanto percorribili. In particolare l'analisi della bibliografia su Joan Barceló ha evidenziato alcune discrepanze tra i suoi dati storico/documentari e gli elementi stilistici a egli pertinenti tanto da metterne in dubbio il catalogo delle opere finora assegnategli. Alla luce dei dati, pur con una diagnosi critica, severa e attenta, sembra assai difficile dimostrare che in Sardegna operò un solo Joan Barceló. Questo lavoro di ricerca, pertanto, ha proposto che esistano due artisti dallo stesso nome, escludendo la possibilità che l'autore del Retablo della Visitazione conservato nella Pinacoteca Nazionale di Cagliari, potesse essere lo stesso pittore cui fu affidato nel 1508 l'incarico per la ...
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L'obbiettivo di questa tesi è stato quello di analizzare empiricamente gli eventi di protesta che si sono presentati in Italia nel 2009 e nel 2010. Ho diviso la tesi in sei capitoli partendo dalla spiegazione della teoria e della metodologia utilizzate per la comprensione e lo studio della protesta, giungendo ad analizzare il quadro storico di un ventennio di storia italiana partendo dagli anni novanta, per poi soffermarmi sull'analisi approfondita della protesta di un biennio di storia con l'ausilio di schemi e grafici, che saranno il fulcro della mia tesi, per arrivare alle conclusioni. Nel capitolo teorico ho ricostruito le varie teorie che sono state elaborate sul tema e che cercano di capire le ragioni che spingono alla protesta. Tali teorie sono cambiate nel tempo adeguandosi agli eventi di protesta che di volta in volta si trovavano ad analizzare. Nel secondo capitolo ho analizzato la metodologia impiegata nello studio della protesta chiamato metodo PEA (Protest Event Analysis). Il metodo Pea è un metodo di indagine innovativo, che permette di misurare gli effetti che la struttura delle opportunità politiche ha sulla protesta, inoltre permette di raccogliere dati in maniera sistematica e di studiare sia brevi che periodi di tempo molto lunghi. La fonte che viene impiegata con maggior frequenza è l'articolo di giornale, esso infatti risulta, rispetto alle altre possibili fonti, più facilmente accessibile, maggiormente affidabile, offre inoltre una copertura continuativa nel tempo, è inclusivo e di facile codifica. La teoria della struttura delle opportunità ci dice che il contesto politico è determinante per riuscire a capire e studiare la protesta. Non sarebbe possibile esprimere delle deduzioni finali senza prima conoscere il contesto politico e culturale di un paese. Solo dopo la descrizione del quadro storico sono passata ad analizzare i risultati di due anni di protesta in Italia, il 2009 e il 2010, utilizzando il metodo PEA impiegando due giornali diffusi a livello nazionale, il Corriere della Sera e la Repubblica, ricollegandomi poi alle teorie presenti al primo capitolo. I risultati sono stati suddivisi in due diversi capitoli: uno analizza le frequenze semplici delle varie variabili analizzate e gli incroci tabulari tra variabili dicotomiche, l'altro analizza le differenze tra i due giornali impiegati per la ricerca. Concludendo posso dire che con la ricerca effettuata ho potuto riscontrare la plausibilità di alcune teorie formulate, in modo particolare quella sulla struttura delle opportunità politiche, che più delle altre sembra aver inquadrato quali fattori possono dare luogo alla protesta e in che modo tali fattori possono effettivamente influenzare il successo della protesta, l'intensità e la radicalità delle forme d'azione impiegate nella protesta.
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In: Anthropological quarterly: AQ, Band 97, Heft 2, S. 387-412
ISSN: 1534-1518
ABSTRACT: This article examines the current mining revival in Europe, focusing on the dispute over lithium mining projects in Portugal. Lithium's growing role in energy storage explains its global speculative boom and its popularity in the socio-technological imaginary of the energy transition. In Portugal, lithium mining applications have skyrocketed in the last decade following the European call for the internal supply of critical raw materials. In 2018, the Portuguese government launched the National Lithium Strategy to assess potential resources and the feasibility of industrial development projects. The lithium rush has quickly become a controversial topic in national debates on energy transition and sustainable development. Community participation has also become an issue, as a highly centralized decisionmaking process has turned a politically sensitive issue into a technocratic matter, triggering opposition from local communities who remain aware of the socio-environmental legacy of past mining booms and busts. The analysis focuses on a specific case in 2019, when the lithium rush came to public attention, to unpack the politics of time underlying the mining revival and opposition to it in the context of the energy transition. The latter is examined as a field of negotiation, friction, and conflict through which the different temporalities of the European periphery are articulated. Highlighting the relevance of internal and external unequal relations for understanding the conflict over lithium, the article argues that while the case of Portugal exemplifies lithium onshoring in the Global North, it also shows that the making of internal resource frontiers for the energy transition builds on—and reinforces—historical dynamics of dispossession and peripheralization; and that such stratification of unequal relations finds temporal refraction in the ways socio-ecological futures are anticipated and imagined in the dispute over the energy transition.