Ercole Consalvi: le scelte per la Chiesa
In: Miscellanea historiae pontificiae 67
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In: Miscellanea historiae pontificiae 67
The aim here is to present Rome's conception and vision of patronage in Latin America at the beginning of the 19th century. From Latin America and the Iberian Peninsula, the question of patronage is read in a purely political key, according to a political use of religion. Rome, on the other hand, clearly had another approach to the question. Its reading key was twofold: eminently religious, but also inevitably political in its implications. In any case, the religious need was truly primary over the political one. The religious question is confused with the political one in relation to the legitimacy of political power. The ultimate question is very essential: who legitimately holds power? In the long 19th century, two authorities, that of the state and that of the Church, confronted each other regarding decision-making powers in the Church, who can decide what. If the Holy See is not at ease with constitutional regimes, this does not prevent it from operating according to its religious purposes: ultimately it has no difficulty with the institution of patronage, but with the way it is implemented. ; Si vuole qui presentare la concezione e la visione che Roma aveva del patronato in America Latina all'inizio del XIX secolo. Dall'America Latina e dalla penisola iberica la questione del patronato è letta in chiave prettamente politica, secondo un uso politico della religione. Roma invece aveva chiaramente un altro approccio alla questione. La sua chiave di lettura era duplice: eminentemente religiosa, ma pure inevitabilmente politica nelle sue implicazioni. In ogni caso l'esigenza religiosa era realmente primaria su quella politica. La questione religiosa si confonde con quella politica in rapporto alla legittimità del potere politico. La domanda ultima è assai essenziale: chi detiene legittimamente il potere? Nel lungo '800 si confrontano due autorità, quella statale e quella della Chiesa, in ordine ai poteri decisionali nella Chiesa, chi può decidere cosa. Se la Santa Sede non si trova a suo agio con i regimi costituzionali questo non le impedisce comunque di operare secondo i suoi fini religiosi: in definitiva non ha difficoltà con l'istituto del patronato, ma con le modalità di attuazione. ; O objetivo do presente artigo é apresentar a conceção e visão de Roma do padroado na América Latina no início do século XIX. Da América Latina e da Península Ibérica, a questão do padroado é lida numa chave política da religião. Roma tinha claramente uma outra abordagem à questão. A sua chave de leitura era dupla: eminentemente religiosa, verdadeiramente primária, mas também inevitavelmente política nas suas implicações. A questão religiosa é confundida com a questão política em relação à legitimidade do poder político. A questão última é muito essencial: quem detém legitimamente o poder? No longo século XIX, duas autoridades, a do Estado e a da Igreja, confrontaram-se relativamente ao poder de decisão na Igreja, quem pode decidir o quê. Se a Santa Sé não está à vontade com os regimes constitucionais, isso não a impede de funcionar de acordo com os seus objetivos religiosos: em última análise, não tem qualquer dificuldade com a instituição do padroado, mas sim com a forma como é implementado.
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In: Archivum historiae pontificiae 54 (2020)
In: Cultura studium 120
In: Religione e società 22
In: Cultura Studium 274
In: Pontificia
Il volume fa parte di un programma pluriennale di mostre e volumi miscellanei che, dal 2011, dedicano attenzione al pontificato di Leone XII; in particolare, s'indaga l'incidenza dell'antico, la sua percezione e le relative attività di scavo, restauro e tutela che si sviluppano nel terzo decennio dell'Ottocento. In questo senso, occorre sottolineare quanto sia distintiva la presenza dell'antichità che, in specie a Roma, risulta rilevante. Qui, più che altrove, il materiale 'antico' legittima il riconoscimento di un autonomo valore tanto che, se si guarda alla concretezza del fare, si può notare come gli interventi vengano precisati in rapporto a specifiche situazioni così da inquadrare l'opera nel contesto storico cui essa appartiene. Il fascino di cose lontane determina la centralità del mito di Roma: città dei forestieri, meta di visitatori illustri attratti dall'urbe antica, papale e moderna; sito dove 'vive' il passato, dove artefici e studiosi sono pronti a recepire le sollecitazioni "intorno all'antico", dove il rapporto con l'antico assume una caratterizzazione operativa. Così, mentre tutto il pontificato leonino è inteso a rilanciare la funzione della Chiesa e a promuovere la Santa Sede e la città che l'ospita a centro d'irradiazione dell'autorità papale, proprio nell'ambito politico e culturale dello Stato pontificio, archeologia, arte e architettura del passato richiedono cure, restauri e normative adeguate. In questa prospettiva, oltre ad indagare l'incidenza dell'antico sulla cultura della tutela quale emerge dai documenti pontifici dell'epoca, l'attenzione si è concentrata sugli interventi analizzando soprattutto il caso della sistemazione dell'area del Foro e, a proposito di restauro architettonico, vengono messi in luce i caratteri di un'operatività fondata sul principio della "fedeltà storica", non trascurando la pratica del reimpiego degli spolia che trovano applicazione anche nella ricostruzione della basilica ostiense.
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