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Security in Roman times: Rome, Italy and the emperors
Using literary, epigraphic, numismatic and iconographic sources this book investigates the safety devices that were in place for the protection of the emperor and the city of Rome in the imperial age. In the aftermath of the civil wars Augustus continued to provide for his physical safety in the same way as in the old Republic while, at the same time, overturning the taboo of armed men in the city. During the Augustan age, the division of the city into 14 regions and 265 vici was designed to establish control over the urban space. Augustus' successors consolidated his policy but the specific roles of the various military or paramilitary forces remain a matter for debate. Drawing on the testimony of ancient authors such as Tacitus and Suetonius and on material evidence, the volume examines both the circumstances in which these forces intervened and the strategies that they adopted. It also examines the pre-Augustan, Augustan and post-Augustan sense of 'securitas', both as a philosophical and a political concept. The final section expands the focus from the city of Rome to the Italian peninsula where the security of the emperor as he travelled to his country residences required advance planning and implementation.
Venafrum città di Augusto: tra coltura e cultura, topografia, archeologia e storia
In: Urbana species 3
Soldati e veterani nella vita cittadina dell'Italia imperiale
In: Urbana species 1
Stranieri illustri e comunità immigrate a Roma: vox diversa populorum
In: Vita e costumi nel mondo romano antico 28
Orbis in urbe: fenomeni migratori nella Roma imperiale
In: Vita e costumi nel mondo romano antico 26
Soldati delle milizie urbane fuori di Roma: la documentazione epigrafica
In: Opuscula epigraphica dell'Università degli Studi di Roma - La Sapienza, Dipartimento di Scienze Storiche Archeologiche Antropologiche dell'Antichità 5
Un anonimo senatore di 'Histonium' ('A. Didius Gallus Fabricius Veiento'?) e i 'vexilla argentea'
The paper focuses on the proposal of integration and a different chronology for a Latin inscription of Histonium (regio IV Italiae), relating to an anonymous beneficiary of vexilla argentea. The paper contains also an analysis of the rare examples of this kind of donum militare as reward for military valor in Roman imperial army.
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Nata claro rubriorum genere: La familia Rubriorum e i suoi monumenti a Roma tra I e II secolo d.C
In this paper the Author makes a review of the most important funerary monuments which gave hospitality in Rome to slaves and freedmen of the Rubria gens. The starting point is a not very wellknown urban inscription, CIL, VI 36262, that concerns the building or more probably the acquisition and enlargement of a big familiar sepulchrum on the via Appia.The attention payed to this and another Roman tomb of Publii and Titii Rubrii on the via Portuensis is the starting point to an analysis concerning the origin of this senatorial family; her different ascending and descending branches; her history and political rise; her economical interests which could have been large and solid; and the significant social role of women (Rubriae, in this case) more and more engaged on building investments in Rome, starting from the Ist and the beginning of the IInd Cent. A.D. ; La presente ricerca si articola in tre parti che riguardano rispettivamente: alcuni complessi sepolcrali degli schiavi e liberti dei Rubrii a Roma sulla via Portuense e sulla via Appia; il testo dell'iscrizione CIL, VI 36262, le sue possibili integrazioni e interpretazioni; il ramo dei Publii e dei Titi della medesima gens, le sue origini, la sua ascesa e l'attività di costruzione dei suoi sepolcri familiari. Per i Rubrii dell'Appia, come quelli della via Portuense, la costruzione o piuttosto l'acquisto, l'ampliamento e gli intervente successivi sul proprio monumento sepolcrale e sulle sue pertinente costituirono, alla fine del I secolo dell'epoca imperiale, uno strumento efficace per riflettere il prestigio e la notorietà raggiunta dalla gens di appartenenza e parallelamente fornirono un'eccellente opportunità per dare rilievo anche ai suoi membri di più modesta condizione.
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Divinità provinciali nel cuore dell'Impero. Le dediche dei militari traci nella Roma imperiale
International audience ; Nell'ultimo secolo, i segni monumentali ed epigrafici che indicano la presenza dei Traci al di fuori della loro terra d'origine sono stati ripetutamente oggetto d'indagine. Ancora poco indagati restano tuttavia alcuni aspetti legati alle forme d'integrazione dei Traci nel tessuto e nella società urbana; mentre la loro religione è stata analizzata insieme a quella degli altri soldati, senza ricevere un'attenzione specifica. La base d'indagine a disposizione è costituita, quasi esclusivamente, da testimonianze epigrafiche e archeologiche: fonti parziali dunque, anche se numericamente non irrilevanti. E proprio la presenza, cospicua e significativa, dei Traci nelle truppe urbane ci è sembrata meritevole di essere ancora una volta considerata. Il nostro obiettivo, in questa sede, è quello di dare evidenza, in primo luogo, al modo specifico trace di « dare un nome » alle divinità, inserendoci dunque in un dibattito particolarmente attuale presso la comunità scientifica; e, in secondo luogo, alla forma individuata, da una percentuale non insignificante della popolazione militare, come la più efficace per manifestare il proprio atteggiamento religioso e un'appartenenza (alla propria comunità, al corpo militare o a entrambi).
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Divinità provinciali nel cuore dell'Impero. Le dediche dei militari traci nella Roma imperiale
International audience ; Nell'ultimo secolo, i segni monumentali ed epigrafici che indicano la presenza dei Traci al di fuori della loro terra d'origine sono stati ripetutamente oggetto d'indagine. Ancora poco indagati restano tuttavia alcuni aspetti legati alle forme d'integrazione dei Traci nel tessuto e nella società urbana; mentre la loro religione è stata analizzata insieme a quella degli altri soldati, senza ricevere un'attenzione specifica. La base d'indagine a disposizione è costituita, quasi esclusivamente, da testimonianze epigrafiche e archeologiche: fonti parziali dunque, anche se numericamente non irrilevanti. E proprio la presenza, cospicua e significativa, dei Traci nelle truppe urbane ci è sembrata meritevole di essere ancora una volta considerata. Il nostro obiettivo, in questa sede, è quello di dare evidenza, in primo luogo, al modo specifico trace di « dare un nome » alle divinità, inserendoci dunque in un dibattito particolarmente attuale presso la comunità scientifica; e, in secondo luogo, alla forma individuata, da una percentuale non insignificante della popolazione militare, come la più efficace per manifestare il proprio atteggiamento religioso e un'appartenenza (alla propria comunità, al corpo militare o a entrambi).
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Divinità provinciali nel cuore dell'Impero. Le dediche dei militari traci nella Roma imperiale
International audience ; Nell'ultimo secolo, i segni monumentali ed epigrafici che indicano la presenza dei Traci al di fuori della loro terra d'origine sono stati ripetutamente oggetto d'indagine. Ancora poco indagati restano tuttavia alcuni aspetti legati alle forme d'integrazione dei Traci nel tessuto e nella società urbana; mentre la loro religione è stata analizzata insieme a quella degli altri soldati, senza ricevere un'attenzione specifica. La base d'indagine a disposizione è costituita, quasi esclusivamente, da testimonianze epigrafiche e archeologiche: fonti parziali dunque, anche se numericamente non irrilevanti. E proprio la presenza, cospicua e significativa, dei Traci nelle truppe urbane ci è sembrata meritevole di essere ancora una volta considerata. Il nostro obiettivo, in questa sede, è quello di dare evidenza, in primo luogo, al modo specifico trace di « dare un nome » alle divinità, inserendoci dunque in un dibattito particolarmente attuale presso la comunità scientifica; e, in secondo luogo, alla forma individuata, da una percentuale non insignificante della popolazione militare, come la più efficace per manifestare il proprio atteggiamento religioso e un'appartenenza (alla propria comunità, al corpo militare o a entrambi).
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Divinità provinciali nel cuore dell'Impero. Le dediche dei militari traci nella Roma imperiale
International audience ; Nell'ultimo secolo, i segni monumentali ed epigrafici che indicano la presenza dei Traci al di fuori della loro terra d'origine sono stati ripetutamente oggetto d'indagine. Ancora poco indagati restano tuttavia alcuni aspetti legati alle forme d'integrazione dei Traci nel tessuto e nella società urbana; mentre la loro religione è stata analizzata insieme a quella degli altri soldati, senza ricevere un'attenzione specifica. La base d'indagine a disposizione è costituita, quasi esclusivamente, da testimonianze epigrafiche e archeologiche: fonti parziali dunque, anche se numericamente non irrilevanti. E proprio la presenza, cospicua e significativa, dei Traci nelle truppe urbane ci è sembrata meritevole di essere ancora una volta considerata. Il nostro obiettivo, in questa sede, è quello di dare evidenza, in primo luogo, al modo specifico trace di « dare un nome » alle divinità, inserendoci dunque in un dibattito particolarmente attuale presso la comunità scientifica; e, in secondo luogo, alla forma individuata, da una percentuale non insignificante della popolazione militare, come la più efficace per manifestare il proprio atteggiamento religioso e un'appartenenza (alla propria comunità, al corpo militare o a entrambi).
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City of encounters: public spaces and social interaction in the ancient Rome
In: RomeScapes