Horizons of meaning to understand well-being and discomfort in health organizations ; Orizzonti di senso per comprendere il benessere e il malessere nelle organizzazioni sanitarie
The paper proposes a reflection on the meaning of the construct "organizational well- being", starting from the definitions given by the psychologists of work, indicating the need to contextualize its framing within broader horizons of meaning that make it more widely intelligible social, political and economic determinations, avoiding the reduction and banalization of the phenomenology of subjective experiences of discomfort and malaise in the workplace. The text proposes two frames of reference for this contextualization that concern the role of the economy in its relationship with society (and politics), and their effects on the structure of subjectivity as it has unfolded in recent decades. Finally, some indications are proposed that the organizational actors can adopt to promote actions and relationships based on "taking care of oneself and others" as a key not to succumb to an adaptive-passive representation to generalized malaise; trying to understand the phenomena of the relationship with work in the context of the overall economic-financial dynamics in order to be aware of those spaces of "local" responsibility within which it is still possible to carry out gestures of care that, without changing the world, allow us to reduce unnecessary discomfort. ; Il contributo propone una riflessione sul significato del costrutto "benessere organizzativo", a partire dalle definizioni date dagli psicologi del lavoro, indicando la necessità di contestualizzare il suo inquadramento entro più ampi orizzonti di senso che ne rendano più ampiamente intellegibili le determinazioni sociali, politiche ed economiche, evitando la riduzione e la banalizzazione della fenomenologia dei vissuti soggettivi di disagio e di malessere nei contesti di lavoro. Il testo propone due cornici di riferimento per questa contestualizzazione che riguardano il ruolo dell'economia nel suo rapporto con la società (e la politica), e le ricadute sulla struttura della soggettività così come si è dispiegata negli ultimi decenni. Infine, vengono proposte alcune indicazioni che gli attori organizzativi possono far proprie per promuovere azioni e relazioni improntate al "prendersi cura di sé e degli altri" come chiave per non soccombere a una rappresentazione adattiva-passiva al malessere generalizzato; cercando di comprendere i fenomeni del rapporto col lavoro nel contesto delle dinamiche economico-finanziarie complessive per avere consapevolezza di quegli spazi di responsabilità "locali" entro i quali sono ancora possibili gesti di cura che, senza cambiare il mondo, consentono di ridurre il malessere non necessario.