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This paper focus on European attitudes in eastern European countries, analysing the determinants of citizens's support for European institutions, stressing the impact European identity. For a long time, especially before crisis, people's evaluations followed mainly an instrumental logic, with an additional role played by European identifi cation. Subsequently, other complementary theoretical perspectives – identity and political cues – helped to explain European support. But, after the explosion of the crisis in 2008, economic motivations have regained their crucial role. Plausibly, a mix of causes helps to explain Europeanism and even today many interactions remain unexplored. Using a recent Eurobarometer survey (88.3, autumn 2017) the paper shows that European identity plays a crucial role in explaining European support also after the crisis both in western and eastern European countries. ; Niniejszy artykuł koncentruje się na postawach wobec UE/postawach europejskich w krajach Europy Wschodniej, poddając analizie czynniki warunkujące poparcie obywateli dla europejskich instytucji, przy wyeksponowaniu wpływu tożsamości europejskiej. Przez długi czas, a w szczególności przed kryzysem, oceny ludzi podporządkowane były głównie logice instrumentalnej, identyfi kacja europejska odgrywała tu dodatkową rolę. Później inne uzupełniające się perspektywy teoretyczne – związane z tożsamością i polityczne – ułatwiły interpretację europejskiego wsparcia. Niemniej po wybuchu kryzysu w 2008 r. ponownie kluczowa rola przypisana została motywacjom ekonomicznym. Prawdopodobnie, ta mieszanka przyczyn pomaga wyjaśnić europeizm i nawet obecnie wiele interakcji pozostaje niezbadanych. W oparciu o badania Eurobarometru z jesieni 2017 r. (88.3) artykuł ukazuje, że tożsamość europejska odgrywa kluczową rolę w wyjaśnianiu wsparcia europejskiego również po kryzysie, zarówno w krajach Europy Zachodniej, jak i Wschodniej.

This paper analyses the determinants of people's support for European institutions, mainly focusing on the impact of European identity, after the economic crisis and in a moment in which – after profound uncertainty for its immediate future – there is a new feeling toward European integration. Previous research on support for European institutions, before the economic and financial crisis which had hit Europe since 2008, found that people's evaluations followed mainly an instrumental logic – support being contingent on a perception of personal or national benefit accruing for EU membership – with an additional role played by European identification. This contribution expands the analysis after the beginning of the economic crisis, so to assess whether the former has affected the structure of such support, and deepens the analysis of the impact of EU identity on European institutional confidence. Using a recent Eurobarometer survey (86.2, 2016) and combining both individual and contextual data, the paper shows that European identity plays a crucial role in explaining European support also after the crisis.

Il mito degli italiani ferventi sostenitori dell'Europa è ormai tramontato. Molti segnali hanno mostrato come il sentimento di vicinanza che ha per lungo tempo legato l'opinione pubblica italiana al processo di integrazione europea si sia sensibilmente affievolito. Com'è potuto accadere un tale capovolgimento di prospettiva in un paese nel quale, a partire dagli anni '80 del secolo scorso ma anche prima, tutte le principali formazioni politiche erano fermamente europeiste e solo alcune minoranze apparivano euroscettiche? La risposta immediata e prevalente tra i commentatori imputa alla Grande Recessione degli anni 2008-12 e alla crisi economica da essa innescata (che ha coinvolto specialmente i paesi dell'Europa meridionale) il fattore scatenante. L'incerta reazione delle istituzioni europee e il prevalere di risposte macroeconomiche di austerità avrebbero, secondo questa lettura, provocato una reazione di rigetto dell'ideale europeo alimentando reazioni populiste da parte di formazioni politiche euroscettiche e incrinando le certezze degli euroentusiasti. I risultati delle elezioni per il Parlamento europeo nel 2014 segnalano tale disagio, analogamente al successo di partiti populisti in numerosi paesi europei (prevalentemente di destra ma anche di sinistra, come in Grecia e Spagna, nelle elezioni legislative nazionali post-crisi) che proprio sul rifiuto dell'austerità economica (a sinistra) e della politica d'immigrazione (a destra) avevano incentrato la loro proposta elettorale. Questo contributo si confronta direttamente con l'interpretazione prevalente ed esplora quanto di vero sia riscontrabile nell'equazione crisi economica = euroscetticismo, focalizzandosi sulle determinanti dell'euroscetticismo dell'opinione pubblica italiana prima e dopo l'esplodere della crisi economica. Con l'obiettivo di comprendere le cause del crescente euroscetticismo degli italiani, nei paragrafi successivi analizzeremo quindi la distribuzione dell'europeismo secondo alcune caratteristiche socio-politiche dell'opinione pubblica per esaminare quindi i fattori che determinano gli orientamenti pro-anti Europa, confrontando due anni cruciali: il 2007, alla vigilia dell'esplosione della crisi e il 2014, anno delle prime elezioni europee post-Lisbona ma soprattutto anno dei primi, timidi, segnali di fuoriuscita dalla recessione.

Europa fonte di benefici o entità che impone vincoli? Sogno romantico o progetto concreto, capace di assicurare crescita e benessere? Quale che sia la lettura che i cittadini danno dell'Europa, un fatto è certo: essa entra nel dibattito pubblico con una forza e una invadenza inedite. Ed entra anche nelle campagne elettorali. Con ogni probabilità, infatti, mai nessuna elezione nazionale è stata dominata dal tema Europa come quella che ha portato al rinnovo del Parlamento italiano nel febbraio 2013. In un precedente studio (Belluati, Serricchio, 2014) è stata posta in evidenza la circostanza che più o meno tutti i grandi organi di informazione nazionali, notoriamente restii a ospitare le tematiche europee, soprattutto nelle prime pagine, vi abbiano invece dedicato grande attenzione durante quella campagna elettorale. Secondo alcuni commentatori, tra cui Lucia Annunziata, direttore dello "Huffington Post Italia", l'Europa è stata al centro del dibattito elettorale soprattutto perché Monti, l'uomo dell'Europa per eccellenza, ha deciso di candidarsi in prima persona, svestendo i panni di tecnocrate e indossando quelli di politico. Da qui la strategia del pdl (e della Lega) di attaccarlo, soprattutto in virtù della (presunta) forza che gli derivava dalla sua credibilità internazionale (ed europea) e il mini-tour europeo di Bersani per proporsi come alternativa credibile e alla ricerca anche di una legittimazione tra i principali leader europei, Merkel e Hollande in testa. Sullo sfondo, naturalmente, il tema strisciante della pesante crisi economica e delle risposte, deboli, carenti o addirittura mancanti: e qui l'Europa è chiamata piuttosto direttamente in causa da imprenditori politici come Grillo e quindi da formazioni di estrema destra, oltre che dalla Lega. In definitiva, le elezioni nazionali del 2013 hanno inaugurato una (lunga) stagione politica in cui l'Europa è davvero posta, forse per la prima volta, al centro del dibattito e della contesa elettorale; una stagione proseguita poi con una serie di tappe in cui le elezioni europee del maggio 2014 e l'inizio del semestre di presidenza italiano, il 1° luglio del 2014, rappresentano gli snodi cruciali.

Il ruolo dell'Europa nella vita dei paesi membri e nei contesti internazionali è diventato negli anni un'evidenza difficilmente controvertibile. Sebbene lo scoppio della crisi economica e i processi di globalizzazione rendano inevitabili politiche federate che obbligano i governi nazionali a cedere parte della propria sovranità in materie importanti, per l'opinione pubblica l'Europa resta un argomento difficile da maneggiare (Kirchner, 1992; Keohane e Hoffman, 1991). Partendo da questa consapevolezza, questo contributo intende analizzare il peso che l'Europa ha assunto nel dibattito pubblico interno e nelle dinamiche d'opinione recenti, per arrivare a trattare del ruolo che ha avuto nelle ultime elezioni politiche in cui, per la prima volta, attori europei sono entrati nella competizione ed hanno tentato di influenzare l'esito del voto. Lo scopo di questo articolo è di mostrare come il processo di integrazione europea tra alti e bassi si stia inserendo nel dibattito italiano producendo effetti non sempre lineari. Da un lato il sistema dei media e la politica si stanno, in parte, adeguando al cambiamento, per altro verso gli orientamenti dell'opinione pubblica non sembrano mostrare altrettanta disponibilità. Il momento elettorale, oltre alla portata euristica rispetto al comportamento di voto, può essere visto anche come indicatore del processo di complessità che il progetto europeo sta attraversando. Lo scopo di questo contributo è quello di analizzare il coverage sull'Europa di stampa e Tv in campagna elettorale alla ricerca dei frames interpretativi presenti nel discorso pubblico, intrecciandoli con i dati di opinione emersi dalle rilevazioni effettuate nello stesso periodo. Il fine è quello di descrivere e spiegare, attraverso un modello causale, il processo in atto

In June 2009, European citizens voted in the European Parliamentary elections. Despite the relevance of the election, turnout across countries was particularly low. In Italy, too, abstention is growing and this paper aims to explain why. Traditionally, low turnout in European Parliamentary elections is explained by the fact that they are considered second-order elections and, thus, less important than national elections. According to this perspective, national factors are the main cause of lower turnout as compared to national elections. Thus, it is generally considered that low turnout is not related to citizens' support for the European Union or other European attitudes, such as European identity. In this article, this perspective is questioned and other individual factors are considered. In particular, a number of European attitudes are considered as independent variables together with national factors. The findings show that abstention in European Parliamentary elections in Italy is directly linked to citizens' disaffection with politics, rather than disaffection with government performance. Furthermore, attitudes toward the European Union integration project play a role only when the level of political involvement is high. Thus, European questions matter and turnout in European Parliamentary elections is driven not only by national-level factors, but also by citizens' satisfaction with the European Union and sense of European identity.