Un' industria di lusso al servizio del grande commercio: il mercato dei drappi serici e della seta nella Firenze del Quattrocento
In: Biblioteca storica toscana
In: Serie 1 41
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In: Serie 1 37
ITALIANO: Il saggio si propone di fornire una possibile soluzione a un antico enigma che è al tempo stesso storiografico e archivistico: perché i libri contabili basso medievali e rinascimentali sono presenti negli archivi fiorentini (e più in generale toscani) con una abbondanza quasi straripante, di fronte a un panorama italiano (per non dire europeo) assai magro? Per quale motivo tra Firenze e Prato si conservano, per i secoli XIII-XVI, più libri di conto che in tutta l'Europa messa insieme? E infine, come spiegare che gli archivi familiari dei nobili fiorentini conservassero, ancora in tarda età granducale, mastri, registri di cassa e giornali redatti alcuni secoli addietro, la cui utilità pratica era apparentemente pari a zero? Lavorando su molteplici fronti, quello della storia economica, quello della storia delle tecniche e della formazione culturale, quello della storia politico-sociale, l'autore mette a confronto il caso fiorentino con quello delle altre grandi città mercantili italiane, proponendo infine una immagine di Firenze leggermente diversa da quella stereotipata di culla dell'Umanesimo. / ENGLISH: The essay aims to provide a possible solution to an old historiographical and archival enigma: why are late medieval and Renaissance account books present in Florentine (and more generally Tuscan) archives with an almost overflowing abundance, as compares to the rather scant Italian (not to say European) panorama? Why have more account books dating from the 13th and 16th centuries been preserved between Florence and Prato than in the rest of Europe? And finally, how can we explain that even in the late grand-ducal age the family archives of the Florentine nobles still preserved ledgers, cashbooks and journals written a few centuries earlier, despite these writings seemingly had no practical usefulness whatsoever? By employing multiple perspectives – economic history, the history of techniques and cultural formation, socio-political history – the author compares the Florentine case with other great Italian mercantile cities, in the end yielding a picture of Florence slightly different from the stereotyped image of the cradle of Humanism.
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The essay aims to provide a possible solution to an old historiographical and archival enigma: why are late medieval and Renaissance account books present in Florentine (and more generally Tuscan) archives with an almost overflowing abundance, as compares to the rather scant Italian (not to say European) panorama? Why have more account books dating from the 13th and 16th centuries been preserved between Florence and Prato than in the rest of Europe? And finally, how can we explain that even in the late grand-ducal age the family archives of the Florentine nobles still preserved ledgers, cashbooks and journals written a few centuries earlier, despite these writings seemingly had no practical usefulness whatsoever? By employing multiple perspectives – economic history, the history of techniques and cultural formation, socio-political history – the author compares the Florentine case with other great Italian mercantile cities, inthe end yielding a picture of Florence slightly different from the stereotyped image of the cradle of Humanism. ; Il saggio si propone di fornire una possibile soluzione a un antico enigma che è al tempo stesso storiografico e archivistico: perché i libri contabili basso medievali e rinascimentali sono presenti negli archivi fiorentini (e più in generale toscani) con una abbondanza quasi straripante, di fronte a un panorama italiano (per non dire europeo) assai magro? Per quale motivo tra Firenze e Prato si conservano, per i secoli XIII-XVI, più libri di conto che in tutta l'Europa messa insieme? E infine, come spiegare che gli archivi familiari dei nobili fiorentini conservassero, ancora in tarda età granducale, mastri, registri di cassa e giornali redatti alcuni secoli addietro, la cui utilità pratica era apparentemente pari a zero? Lavorando su molteplici fronti, quello della storia economica, quello della storia delle tecniche e della formazione culturale, quello della storia politico-sociale, l'autore mette a confronto il caso fiorentino con quello delle altre grandi città mercantili italiane, proponendo infine una immagine di Firenze leggermente diversa da quella stereotipata di culla dell'Umanesimo.
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Il saggio esamina il peso esercitato dagli uomini d'affari nei processi di mobilità socio-economica e socio-politica avvenuti nell'Italia delle città tra la metà del XIV e l'inizio del XVI secolo. Il contributo, basato in larga misura sui risultati più innovativi della più recente storiografia, ha l'obiettivo di modificare la tradizionale visione del tardo Medioevo italiano, come un'età caratterizzata dal tramonto del dinamismo imprenditoriale e dal riemergere di modelli sociali basati sulla preminenza aristocratica. Sarà dunque evidente come il modello di tanti governi oligarchici urbani sia una realtà più tarda, maturata nella piena età moderna. ; This essay examines the role played by businessmen in the socio-economic and socio-political mobility of Italian cities between the mid-fourteenth and the beginning of the sixteenth centuries. This paper, based largely on the most innovative results of recent historiography, aims to modify the traditional view of the late Italian Middle Ages as an era characterized by the decline of entrepreneurial dynamism and the re-emergence of social models based on aristocratic prominence. It becomes evident that the model of the urban oligarchic governments is a later reality matured in the modern period.
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Il saggio si propone di analizzare un fenomeno chiave nella storia economica della Firenze trecentesca: il primo sviluppo dell'industria della seta. La nascita di questa manifattura è dovuta all'immigrazione di imprenditori, maestranze e salariati di origine lucchese, come nel ben noto caso veneziano. Il contributo lucchese, dovuto ai numerosi esuli politici di orientamento guelfo, è indagato attraverso una eccezionale e pressoché sconosciuta fonte notarile fiorentina: i numerosi rogiti di Michele di Salvestro Contadini, notaio attivo dal 1324 al 1381, per molti anni in servizio presso l'Arte della seta o di Por Santa Maria. ; The essay aims to analyse a key phenomenon in 14th Florence economic history: the first development of silk industry. This manufacture owes its start-up to the immigration of entrepreneurs, craftsmen and workers from Lucca, as in the well-studied Venetian case. The Lucchese contribution, due to many political exiles of Guelph tendency, is examined through an exceptional and practically unknown Florentine notarial source: the countless deeds of Michele di Salvestro Contadini, notary working from 1324 to 1381, for many years on duty with the silk guild of Por Santa Maria.
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Il saggio si propone di analizzare un fenomeno chiave nella storia economica della Firenze trecentesca: il primo sviluppo dell'industria della seta. La nascita di questa manifattura è dovuta all'immigrazione di imprenditori, maestranze e salariati di origine lucchese, come nel ben noto caso veneziano. Il contributo lucchese, dovuto ai numerosi esuli politici di orientamento guelfo, è indagato attraverso una eccezionale e pressoché sconosciuta fonte notarile fiorentina: i numerosi rogiti di Michele di Salvestro Contadini, notaio attivo dal 1324 al 1381, per molti anni in servizio presso l'Arte della seta o di Por Santa Maria.
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Due vicende esemplari, desunte da documentazione notarile e pubblica fiorentina, illustrano l'utilizzo politico e diplomatico dell'istituto della rappresaglia a Firenze nella seconda metà del XIV secolo. Da una parte abbiamo un'azione scaturita da una clamorosa rapina contro mercanti nella Romagna del cardinale Albornoz, dall'altra un favoloso credito maturato dalle società Bonciani verso i dinasti angioini di Napoli negli anni '70 e '80 del trecento. In entrambi i casi le procedure legali si avvalgono della rappresaglia quasi unicamente come indispensabile e duttile strumento di pressione per risolvere questioni attinenti al mondo della mercatura e della finanza che finiscono per assumere un rilevante peso sul piano dei rapporti politici e diplomatici tra gli stati regionali italiani del tardo medioevo.
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Il saggio si propone di far luce sulle vicende economico-patrimoniali di messer Palla di Nofri Strozzi (Firenze 1372-Padova 1462), personaggio di spicco della Firenze del primo Rinascimento, sia come uomo politico ingiustamente travolto dalla purga medicea scatenata nel 1434 contro gli oppositori di Cosimo il Vecchio, sia come letterato, collezionista di codici librari, promotore degli studia humanitatis e committente di opere d'arte. Al centro di una frammentata serie di indagini da parte di storici dell'arte, della cultura e della politica, Palla Strozzi ha suscitato invece scarsa attenzione da parte degli storici dell'economia, nonostante un particolare non secondario: al catasto fiorentino del 1427 risultava essere il cittadino più ricco, ma dopo nemmeno cinque anni era già così oberato dai debiti da non riuscire più a pagare le tasse al fisco fiorentino. La vicenda di messer Palla, messa a confronto con quella del padre Nofri, infaticabile uomo d'affari capace di ammassare una gigantesca fortuna (poi parzialmente dissipata dal figlio), è analizzata nei dettagli grazie alla ricchissima serie archivistica delle carte strozziane: in particolare tramite lo spoglio di numerosi libri di conti intestati ad aziende e patrimoni di famiglia. Il confronto tra le differenti attitudini dei due personaggi fa emergere in tutta la sua originalità la figura di messer Palla: uomo coltissimo ma anche elitario, eppure dotato di un alto senso dello stato, capace di mostrare verso il denaro un'inclinazione che lo avvicina più all'aristocratico rentier dell'ancien régime e/o al raffinato signore padano del pieno rinascimento, piuttosto che al mondo dei grandi «mercatanti» che lo aveva generato.
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Il saggio si propone di far luce sulle vicende economico-patrimoniali di messer Palla di Nofri Strozzi (Firenze 1372 - Padova 1462), personaggio di spicco della Firenze del primo Rinascimento, sia come uomo politico ingiustamente travolto dalla purga medicea scatenata nel 1434 contro gli oppositori di Cosimo il Vecchio, sia come letterato, collezionista di codici librari, promotore degli studia humanitatis e committente di opere d'arte. Al centro di una frammentata serie di indagini da parte di storici dell'arte, della cultura e della politica, Palla Strozzi ha suscitato invece scarsa attenzione da parte degli storici dell'economia, nonostante un particolare non secondario: al catasto fiorentino del 1427 risultava essere il cittadino più ricco, ma dopo nemmeno cinque anni era già così oberato dai debiti da non riuscire più a pagare le tasse al fisco fiorentino. La vicenda di messer Palla, messa a confronto con quella del padre Nofri, infaticabile uomo d'affari capace di ammassare una gigantesca fortuna (poi parzialmente dissipata dal figlio), è analizzata nei dettagli grazie alla ricchissima serie archivistica delle carte strozziane: in particolare tramite lo spoglio di numerosi libri di conti intestati ad aziende e patrimoni di famiglia. Il confronto tra le differenti attitudini dei due personaggi fa emergere in tutta la sua originalità la figura di messer Palla: uomo coltissimo ma anche elitario, eppure dotato di un alto senso dello stato, capace di mostrare verso il denaro un'inclinazione che lo avvicina più all'aristocratico rentier dell'ancien régime e/o al raffinato signore padano del pieno rinascimento, piuttosto che al mondo dei grandi «mercatanti» che lo aveva generato.
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Il lavoro si basa in buona parte sullo spoglio del fondo "Provvisioni" dell'Archivio di Stato di Firenze. Si tratta di grossi registri in pergamena, contenenti le leggi approvate dai Consigli della Repubblica fiorentina. Ciascuna provvisione, quindi, entrava in vigore solo dopo che tutti gli organi legislativi competenti (Consigli del Popolo e del Comune, con aggiunta del Consiglio del Centro a partire dal 1458, fino al 1494, anno in cui le assemblee cittadine furono modificate dal nuovo regime repubblicano) avevano espresso un voto positivo; tuttavia nei registri la proposta di legge veniva presentata analiticamente solo al momento della prima votazione, riprendendone semplicemente l'incipit nelle successive. Per tale motivo le indicazioni archivistiche riportate fanno riferimento alle carte in cui la provvisione è riportata nella sua completezza, mentre la data è da collegarsi al momento successivo in cui la legge veniva approvata all'ultimo Consiglio.
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In: Biblioteca storica toscana 75
Il volume analizza alcuni casi di giustizia nell'ambito del commercio mediterraneo tardo medievale. Una serie di ricerche, incentrate sulle città di Firenze, Barcellona e Ragusa (Dubrovnik), mettono in luce la varietà di fattispecie ma anche di procedimenti utilizzati dalle comunità mercantili per risolvere le loro controversie. Il minimo comune denominatore della pubblicazione è rappresentato dallo straordinario panorama documentario, in larghissima parte inedito, capace di aprire squarci assai significativi non solo nell'ambito della giustizia mercantile, ma anche della storia economica, politica e sociale nel suo complesso. --
In: I libri di Viella 173
In: I libri di Viella 132