Le donne al tempo di Gregorio Magno: la testimonianza del Registrum epistolarum
In: Oi christianoi
In: Sezione medievale 1
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In: Studi e ricerche dei Quaderni catanesi 4
La particolare inclinazione di Martino I re di Sicilia per "gli amori e i piaceri" era nota anche ai suoi contemporanei; così come noto era che Martino, morto in assenza di eredi legittimi nonostante le nozze prima con Maria di Sicilia e poi con Bianca di Navarra, aveva avuto però due figli illegittimi, Federico e Violante. Federico era figlio di Tarsia Rizzari e Violante di Agatuccia Pesci. Le giovani amanti del re appartenevano cioè a due tra le famiglie catanesi più in vista che parteciparono alle rivolte di Catania del 1392-1394 contro lo stesso Martino e il padre, Martino di Montblanc. L'indagine riconduce alle strategie matrimoniali del tempo, che usavano le donne di ceto socialmente più elevato per raggiungere obiettivi politici nonché economici, la presenza di "due nemiche" alla corte, anzi nel letto di re Martino. The particular inclination of Martin I King of Sicily for "love and pleasure" was known even to his contemporaries; it was also known that Martin, who died without legal heirs despite the marriages with Maria of Sicily and with Bianca of Navarra, however, had two illegitimate children, Federico and Violante. Federico was the son of Tarsia Rizzari and Violante the son of Agatuccia Pesci. The young lovers of the king belonged to two of the most prominent families in Catania who had participated in the riots of Catania in 1392-1394 against the same Martin and his father, Martin of Montblanc. The research ascribes to the wedding strategies of medieval time, in which young ladies from upper social class were used by their families as pawns on a chessboard to achieve favorable results in their political and economic projects, as well as to the presence of "two enemies" in the court, indeed in King Martin's bed.
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La figura di Adelaide del Vasto, contessa di Sicilia al fianco di Ruggero I, è qui seguita negli ultimi anni della sua esistenza, quando, ormai vedova e libera da ogni impegno politico nell'isola, fu chiesta in sposa dal re di Gerusalemme, Baldovino di Boulogne. L'indagine recupera i dati storici per interpretarli alla luce della storia della mentalità e dell'immaginario medievali. Specialmente indagati e commentati sono l'inserimento nel contratto matrimoniale della clausola che prevedeva il passaggio della corona gerosolomitana al figlio di Adelaide Ruggero II in caso di sterilità della coppia e le accuse di bigamia formulate contro lo stesso Baldovino che causarono il ripudio della contessa normanna.The historical character of Adelaide del Vasto, Countess of Sicily married to RogerI, is described in the last few years of her life, when she became a widow and was free from any political involvement on the island and was asked to marry the King of Jerusalem, Baldwin of Boulogne. The study retrieves historical data to interpret them in view of the history of medieval mentalities and imagery. Especially researched and discussed was the inclusion of the clause in the marriage contract providing that the crown of Jerusalem should be passed down to the son of Adelaide Ruggero II, in case of infertility of the couple. Also taken into consideration were the allegations of bigamy against the same Baldovino that caused the rejection of the Norman Countess.
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La presenza femminile nel mondo dello spettacolo fu oggetto di biasimo da parte dei legislatori laici ed ecclesiastici. Forte fu l'influenza negativa del pensiero cristiano che non solo disapprovava i contenuti, spesso osceni delle rappresentazioni, e le movenze scandalose degli addetti ai lavori, ma temeva anche pericolosi fenomeni di imitazione negli spettatori. La conseguente emarginazione, segnata da pesanti divieti legislativi, non stroncò tuttavia le attività teatrali, che godevano di un forte consenso popolare impossibile da trascurare, e non impedì che, negli ambienti privati, varie circostanze, dalle feste nuziali ai cortei funebri, dalle giostre cavalleresche ai bagordi carnascialeschi, fossero accompagnate da banchetti e danze. La battaglia che la Chiesa aveva incardinato sul rigore morale, ostile allo svago e al piacere, era destinata a essere persa. Ma il giudizio morale spesso negativo, che colpisce ancora ai nostri giorni il "mestiere" di attori, attrici e ballerine, può essere certamente riferito, almeno come retaggio culturale, a quella «lunga tradizione di condanne».The presence of women in the world of entertainment was the subject of criticism by ecclesiastic legislators and laity. The negative influence of Christian thought was strong, that it not only disapproved the contents, often with actors' obscene representations and scandalous movements, but also feared the dangerous phenomena of imitation in the spectators. However, the result of this marginalization, marked by heavy legislative prohibitions, did not put an end to theatrical activities, which enjoyed strong popular support, impossible to ignore. It also did not prevent banquets and dances which accompanied, in private settings, various circumstances, from weddings to funeral processions, from joisting rides to carrousels and carnival revelry. The battle of the Church that hinged on moral severity, adverse to entertainment and pleasure, was bound to be lost. But the moral judgment, often negative, even in our present day, still affects the "occupation" of actors, actresses and dancers, and it certainly can be referred, at least as a cultural heritage, to the «long tradition of convictions».
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La terra Jacii, caratterizzata dalla presenza di diversi casalia, subì nel XIV se¬colo gli esiti degli scontri fra Aragonesi e Angioini, della faida fra i baroni siciliani, nonché di varie catastrofi naturali. Un forte calo della popolazione è attestato dai dati che emergono dai prelievi dei collettori pontifici, incaricati, nel 1376, di riscuotere il «sussidio caritativo» concordato fra Roma e il sovrano aragonese di Sicilia, Federico IV. Proficua fu, invece, l'attenzione riservata al territorio acese dalla famiglia degli Alagona, a lungo titolare nel Trecento del castrum di Aci. Le risorse che gli Alagona investirono nella zona favorirono la riqualificazione della proprietà agricola; in particolare fu privilegiata la coltivazione della vite, destinata a caratterizzare quelle contrade anche nei secoli successivi. Presenti nell'area da noi considerata tanti fra i milites, notarii e iudici che furono fedeli sostenitori della famiglia degli Alagona anche durante la ribellione di fine secolo contro i Martini e che furono ricompensati con la concessione di fondi: si possono segnalare per consistenza patrimoniale i Ruvilenti, i de Herbis, i de Tarento, i Pesci, i Rizzari ecc. Assieme formavano il patriziato cittadino o la nobiltà urbana, «tipica¬mente siciliana», e costituivano «uno dei poli della società del regnum» che, in particolare a Catania, gli Alagona avevano contribuito a far crescere anche politicamente affidando loro la gestione delle cariche publiche. L'economia della terra di Aci poggiava quasi per intero sul settore trainante dell'agricoltura. Assieme al vigneto furono favorite tutte le colture ad alta intensità produttiva, e quindi «giardini» – in un atto notarile è citato un aranceto –, oliveti, ma anche orti, i cui prodotti erano specialmente utili a garantire l'approvvigionamento del mercato catanese. La manodopera agricola era costituita in gran numero da salariati, ma resisteva la schiavitù, nonostante le difficoltà sempre maggiori di rifornire il mercato schiavile, cosicché in età aragonese le fonti riferiscono quasi esclusivamente di schiavi saraceni, «tartari» e «greci de Romania». Da un punto di vista squisitamente commerciale, è probabile che la terra di Aci abbia usufruito della congiuntura favorevole che contraddistinse in quei decenni i centri politici e finanziari dell'isola e dunque anche l'area catanese, laddove si verificò una continuità della vita economica e commerciale, pur in quei momenti gravi vissuti dal Regnum. Ad alimentare gli scambi interni e specialmente il mercato cittadino era soprattutto lo smercio del vino. Per quanto attiene, invece, al comparto artigianale, la diffusione di talune attività è riferibile alla presenza nelle contrade di Santa Venera al Pozzo – in contrata flomarie sancte Venere o in contrata sancte Venere seu de Piscana – e Reitana di sorgenti e torrenti. Prevalenti sono la trasformazione della canna da zucchero, con l'impianto di «trappeti», e la lavorazione della canapa e del vino nelle gurne. L'indagine delinea, dunque, una situazione tale da poter concludere che la terra Jacii è stata – in positivo e in negativo – testimone privilegiata, con le sue vicende politiche, ma anche economiche e sociali, del travaglio istituzionale del XIV secolo. The Aci territory, characterized by the presence of several casalia, suffered, in the XIV century from the results of the clashes between Aragonese and Angevins and the feud among the Sicilian barons, as well as from various natural catastrophes. A large drop in population is confirmed by the data gathered by the papal collectors, who, in 1376, were tasked with collecting the «charitable subsidy» agreed on between Rome and the Aragonese sovereign of Sicily, Frederick IV. Profitable attention, on the other hand, was given to the Aci territory by the Alagona family, who were, for a long time in the 1300s, owners of the castrum at Aci. The resources which the Alagonas invested in the area favoured the re-qualification of agricultural land; vine cultivation in particular was privileged, and this was to char¬acterize the area in following centuries. In the area considered there were many milites, notarii and iudici who were faithful supporters of the Alagona family, even during the end-of-century rebellion against the Martini, and who were rewarded with the concession of lands: the Ruvilenti, de Herbis, de Tarento, Pesci and Rizzari families also had considerable patrimonies. Together they made up the town patriciate or the urban nobility, 'typically Sicilian', and constituted «one of the poles of the society of the regnum». In Catania in particular, the patriciate had grown politically, due to the Alagona family who had assigned to them the running of public offices. The economy of the Aci territory was based almost entirely on agriculture, which was the leading sector. Alongside the vineyards, preference was given to all the highly productive cultivations, and therefore to groves and orchards (in a notarial deed an orange grove was quoted), olive groves, but also market gardens whose produce was particularly useful to guarantee supplies to the Catania market. The agricultural labour force was made up of many paid hands, but slavery still endured, notwith¬standing the increasing number of difficulties in stocking the market with slaves, so that, in the Aragonese period, sources refer almost exclusively to Saracen slaves, Tar¬tars, and Greeks from Romania. From a strictly commercial point of view, it is probable that the Aci territory had taken advantage of the favourable economic situation that characterized the political and financial centres of the island in those decades, and therefore the Catania area, where economic and commercial activities continued even in the critical moments the Regnum went through. Internal exchanges and especially the town market consisted, above all, on the sale of wine. As regards the craft sector, the spread of certain activities is attributable to the presence of springs and streams in the country areas of Santa Venera al Pozzo – in contrata flomarie sancte Venere o in contrata sancte Venere seu de Piscana – and Reitana. The processing of cane sugar by means of the press system («trappeto»), and the manufacture of hemp and linen in pools of stagnant water («gurne») were widespread. The study outlines, therefore, a situation allowing us to conclude that the Aci territory, has been – positively and negatively – a privileged witness, through its political but also economic and social events, to the institutional development during the XIV century.
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La società merovingia si caratterizza per un eccezionale tasso di mortalità infantile che le fonti - in particolare le opere di Gregorio di Tours - attestano nonostante la scarsa attenzione riservata ai pueri. La mortalità naturale era aggravata da nuove gravidanze che diminuivano la produzione del latte materno, da malattie letali che la insufficiente farmacopea del tempo non riusciva a fronteggiare, da aggressioni che provenivano talvolta dallo stesso ambito parentale. Si pensi specialmente alle pratiche abortive - resistenti ai severi divieti legislativi - che i sermoni vescovili e i penitenziali non si stancavano di condannare. Epidemie dissenteriche, febbri malariche e tifoidee, morbi di ogni genere erano spesso causati dalle carenti norme igieniche e dallo scarso apporto vitaminico e calorico dell'alimentazione. Gli scritti gregoriani sono così popolati da bambini ciechi e sordi, deformi, artritici, paralizzati, epilettici. Le forme singolari che le contratture muscolari facevano assumere talvolta ai corpi infantili, li trasformavano in fenomeni da baraccone da esporre alla curiosità popolare per trarne un seppur misero guadagno. Le stesse fonti testimoniano nel contempo momenti di vita familiare serena; documentano l'affetto di padri e madri che, con tenerezza, accudiscono ai loro piccoli e -disperati e impotenti davanti alle loro malattie- si rivolgono all'intercessione dei santi per invocarne la guarigione. Né mancano genitori che si preoccupano della preparazione culturale dei bambini affidandoli alle cure di rinomati precettori o, più spesso, offrendoli (o forse piuttosto abbandonandoli) ai grandi istituti monastici laddove avrebbero ricevuto certamente una buona istruzione. Insomma la società altomedievale in realtà non rinnega il puer, ma niente ci induce a sostenere che lo valuti nella sua specificità. Egli "in fin dei conti è un essere ambiguo, allo stesso tempo presente e assente". The Merovingian is characterised by an exceptionally high rate of infant mortality that the sources - in particular the works of Gregorio di Tours - attest, nothwithstanding the scarse attention paid to pueri. The number of natural deaths were increased by new pregnancies that caused a drop in the production of maternal milk, fatal illnesses that the drugs of the period were unable to cure and occasional aggressions from parents themselves. Abortion practices too were carried out, disregarding the severe prohibitions imposed by law and the tireless condemnations coming from bishops and prisons alike. Epidemics of dysentery, the ague, typhoid fever and diseases of all kinds were often caused by poor hygienic standards and diets lacking in vitamins and calories. Gregorian writing is full of descriptions of children who are blind, deaf, deformed, arthritic, paralysed or epileptic. Sometimes children's bodies took on such peculiar shapes as the result of muscle contraction that the children were put in sideshows open to the curiosity of a paying public. The same sources, however, also report moments of happy family life; mothers and fathers who lovingly look after their little ones and, despairingly helpless when they fall ill, turn to the intercession of saints to supplicate their recovery. There were also parents who, concerned about their children's education, engaged distinguished tutors, or, more often, offered (or perhaps we should say abandoned) them to important monastic orders where they were certain to receive a good education. In short, the society of the early Middle Ages did not actually disown the puer, but nothing makes us affirm that they considered him for his specificity. He was «after all an ambiguous being, at the same time present and absent».
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La terra di Aci, assegnata da re Martino I al demanio nel 1398, fu più volte infeudata, a partire dal 1420-22; il governo baronale, tuttavia, segnò un periodo di sviluppo che si avvertì in ogni comparto. La Sicilia tutta, d'altronde, godette per quasi tutto il secolo XV di una positiva congiuntura politico-militare e fu risparmiata dai disastri naturali. Tutto ciò si tradusse in un notevole incremento demografico nell'intera isola e nel territorio acese, dove, agli inizi del XVI secolo, si contavano già 350 fuochi. Erano certo state decisive le concessioni elargite ai signori di Aci dalla corona aragonese, specialmente il privilegio di affidare e la Fiera franca. La terra di Aci divenne un'area di forte immigrazione che attirò anche numerosi cittadini dalla vicina Catania, determinando un lungo contenzioso fra i baroni acesi e l'universitas catanese. L'istituzione della Fiera franca, che aveva luogo presso la contrada di Santa Venera dal 19 luglio al 2 agosto di ogni anno, rivitalizzò la produzione e gli scambi commerciali, attività alla quale si dedicarono anche esponenti del patriziato urbano. La coltivazione della 'cannamele', in particolare, diede luogo ad una fiorente industria saccarifera che affiancò la tradizionale produzione vinaria, rivitalizzando il mercato del lavoro.The land of Aci, assigned by King Martino as state property in 1398, was subjugated several times, starting from 1420-22; the baronial government, however, marked a period of development that was noted in every sector. Throughout almost all the 15 th century, Sicily enjoyed a positive political-military alliance and was saved from natural disasters. This resulted in a considerable population increase in the whole island, and in the Aci area, where at the beginning of the century there were already 350 families. The concessions bestowed on the Lords of Aci by the Aragon crown, especially the privilege of trust and the free market were of considerable importance. The land of Aci became an area with a lot of immigration that attracted also numerous citizens from the nearby Catania, causing a long period of strife between the Aci barons and Catania university. The institution of the Fiera franca, the free market, which took place in la contrada di Santa Venera from July 19 to August 2 every year, revitalized the activities of production and commercial exchange, which also exponents of the urban patrician class were involved in. The cultivation of 'cannamele', in particular, gave rise to a flourishing sweet industry that, along with the traditional wine industry, revitalized the work market.
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