The problem of truth, from the point of view of a historian, arises in clearly different forms compared to those of scientists and probably also of social scholars of other disciplines. History is a narration of past events, but this narration is subject to an arbitrary selection of its parts, its documentation, the facts that make up the event under discussion. History is organized on the basis of documents, testimonies and biographical elements, but also of considerations on the structures of power, on the articulations of society and on the forms of political regimes. As the history of the 1900s amply demonstrates – of which the Shoah and the Nazi destruction of the Jews as well as Soviet communism, the history of Italy and McCarthyism in the United States, as well as the genocides of the 1990s, are touched on in this article – the interpretation of the events involved the greatest difficulty in identifying a recognized and shared truth.
If it is true that geological discontinuities, as well systemic, like climate change, overpopulation, depletion of traditional energy sources, are evidences that today can hardly be questioned, this article intends to address, through the perspective of recorded history and deep history, those particular contributions that, in the complex warp of narratives that emerged on a global level, have proposed interpretations that resort to Malthusian and Neo-Malthusian paradigms. In this perspective of investigation, it is clear the role of the recent global crisis as a historical-economic phenomenon that has triggered countless debates about the overall stability of the system and accelerated the appearance of numerous questions about political-economic scenarios and the related political and social implications to come. ; Se è vero che discontinuità geologiche oltre che sistemiche come il cambiamento climatico, la sovrappopolazione, l'esaurirsi delle tradizionali fonti energetiche, sono evidenze che difficilmente oggi possono essere messe in discussione, il presente articolo intende affrontare, attraverso la prospettiva della recorded history e della deep history, quei particolari contributi che, nel complesso ordito di narrazioni emerse a livello globale, hanno prospettato interpretazioni che ricorrono a paradigmi malthusiani e neomalthusiani. In questa prospettiva di indagine risulta evidente il ruolo della recente crisi globale quale fenomeno storico-economico che ha innescato innumerevoli dibattiti circa la tenuta complessiva del sistema e accelerato la comparsa di numerosi interrogativi circa gli scenari politico-economici e relative implicazioni politiche e sociali a venire.
The behaviours of the scribes who (in a dynamic relationship of collaboration and autonomy) worked for the bishops of transjurane Burgundy are placed in correlation with the transformation of documentary cultures and institutional frameworks between the end of the Carolingian order and the age of territorial principalities. The construction of episcopal special documents depended on a bricolage of textual and graphic elements originating from both the royal model of "public" document and "private" documentary types and is here analysed in reference to the evolution of the bishops' political and institutional role. ; I comportamenti degli scribi che operarono, in un rapporto dinamico di collaborazione e autonomia, per i vescovi della Borgogna transgiurana sono messi in relazione con le trasformazioni di culture documentarie, quadri istituzionali e forme della società dalla dissoluzione dell'ordine carolingio al ricompattamento entro i principati territoriali. La costruzione di atti vescovili speciali previde un bricolage di elementi formulari e grafici provenienti tanto dal documento pubblico regio quanto da modelli arcaici o alloctoni di documento "privato" ed è qui studiata con riferimento alle esigenze di spendibilità della documentazione degli episcopi in termini sia giuridici sia politici.
"The spatiotemporal conjunction is a fundamental aspect of the juridical reflection on the historicity of law. Despite the fact that it seems to represent an issue directly connected with the question of where legal history is heading today, it still has not been the object of a focused inquiry. Against this background, the book's proposal consists in rethinking key confluences related to this problem in order to provide coordinates for a collective understanding and dialogue. The aim of this volume, however, is not to offer abstract methodological considerations, but rather to rely both on concrete studies, out of which a reflection on this conjunction emerges, as well as on the reconstruction of certain research lines featuring a spatiotemporal component. This analytical approach makes a contribution by providing some suggestions for the employment of space and time as coordinates for legal history. Indeed, contrary to those historiographical attitudes reflecting a monistic conception of space and time (as well as a Eurocentric approach), the book emphasises the need for a delocalized global perspective. In general terms, the essays collected in this book intend to take into account the multiplicity of the spatiotemporal confines, the flexibility of those instruments that serve to create chronologies and scenarios, as well as certain processes of adaptation of law to different times and into different spaces. The spatiotemporal dynamism enables historians not only to detect new perspectives and dimensions in foregone themes, but also to achieve new and compelling interpretations of legal history. As far as the relationship between space and law is concerned, the book analyses experiences in which space operates as a determining factor of law, e.g. in terms of a field of action for law. Moreover, it outlines the attempted scales of spatiality in order to develop legal historical research. With reference to the connection between time and law, the volume sketches the possibility of considering the factor of time, not just as a descriptive tool, but as an ascriptive moment (quasi an inner feature) of a legal problem, thus making it possible to appreciate the synchronic aspects of the 'juridical experience'. As a whole, the volume aims to present spatiotemporality as a challenge for legal history. Indeed, reassessing the value of the spatiotemporal coordinates for legal history implies thinking through both the thematic and methodological boundaries of the discipline."
L'Espressionismo Astratto, nato in seguito alla Seconda Guerra Mondiale e sviluppatosi fino a primi anni Cinquanta, deve la sua importanza principalmente al fatto di essere stato ricono-sciuto come la prima corrente artistica tipicamente americana grazie alla quale gli Stati Uniti riuscirono a trasferire la capitale mondiale dell'arte da Parigi a New York. Già dai primi decenni del Novecento va fatto risalire l'agognato obiettivo degli Stati Uniti di giungere ad un'arte americana pura, finalmente liberata dalle dipendenze stilistiche europee. Tuttavia, sebbene l'Espressionismo Astratto abbia incarnato ufficialmente questo ideale, esso non nacque solo dal genio dei suoi esponenti, ma anche e particolarmente in virtù di una contaminazione con altre culture minori. Infatti, in seguito ad una convergenza di fattori politici e culturali gli artisti, affrancatisi progressivamente dai realismi promossi dal governo statunitense e dalle influenze del vecchio continente, si lasciarono ispirare in un primo momento dall'arte e dalla cultura dei Nativi Americani e, successivamente, dal Buddhismo Zen.
Il contributo affronta un tema centrale, ma finora relativamente poco indagato, nella dottrina costituzional-comparatistica, ovvero il rilievo metodologico delle culture costituzionali e il loro rapporto con la storia. Nella prima parte l'articolo esamina l'evoluzione del concetto di cultura, con particolare riguardo alla disciplina antropologica, evidenziando vari filoni che tematizzano la relazione tra cultura(e) e storia(e). Nella seconda parte si concentra su alcuni approcci alla cultura giuridica interni alla comparazione giusprivatistica: quello di Legrand, che valorizza la differenza culturale rispetto a tendenze omologanti ed è influenzato dalla filosofia postmoderna, quello di Friedman, che mette in luce le linee di sviluppo della modernità occidentale (soprattutto statunitense), quello di Cotterrell, più critico sulla portata analitica del concetto di cultura giuridica e legato alle posizioni di Malinowski, e quello di Sacco, di matrice strutturalista e vicino all'antropologia giuridica francese. Nella terza parte il saggio mette a fuoco il concetto di cultura costituzionale nelle esperienze tedesca, statunitense e italiana, con rifermento ad alcuni autori emblematici per ciascuna di esse. Per la Germania si considera in particolare l'opera di Häberle, che ha sviluppato una corposa dottrina della Verfassungslehre als Kulturwissenschaft rielaborando in un contesto pluralistico l'eredità del Kulturstaat. Per gli Stati Uniti viene valorizzato dapprima uno scritto di Adorno sulla differenza tra Kultur e culture, ci si sofferma poi su alcuni esponenti del democratic constitutionalism e infine su Kahn, con la sua cultural analysis of law: tutti, in maniera diversa, hanno sottolineato la dimensione politica della cultura costituzionale americana. Per l'Italia è Paolo Ridola la figura di riferimento, rispetto al quale vengono rimarcati i legami con Häberle e con gli studiosi dell'esperienza giuridica, ma soprattutto il suo approccio kulturgeschichtlich, caratterizzato dall'intreccio profondo tra culture costituzionali e storia. In tale intreccio si coglie l'influenza di diversi filoni della storiografia novecentesca, un'influenza che fa assumere a molte delle sue opere sul costituzionalismo un taglio storiografico e che differenzia il suo "stile" anche da quello più aperto e indefinito dei comparatisti cd. postmoderni.
Citizen science (CS), "citizen science" or "participatory science", refers to the participation and active involvement of citizens in scientific research activities. While CS includes natural sciences, such as biology, chemistry and physics, and citizen social science deals with societies, citizen humanities apply to historical, literary, linguistic and philosophical disciplines. Digital public history, due to its public, participatory and collaborative vocation in a digital context, presents itself as one of the privileged fields of application of citizen humanities. The added value of citizen humanities depends primarily on two conditions underlying the digital public history: the participation of historians who do not come from the academy in the creation of collaborative projects and the communication of the results of historical research to the public on the network. The article intends to reflect on how collaborative writing, made possible by wiki tools, can be an excellent starting point for a participatory democracy that is located in the wake of citizen humanities. ; La citizen science (CS), "scienza dei cittadini" o "scienza partecipata", indica la partecipazione e il coinvolgimento attivo dei cittadini in attività di ricerca scientifica. Mentre la CS include le scienze naturali, come la biologia, la chimica e la fisica e la citizen social science si occupa delle società, le citizen humanities si applicano alle discipline storiche, letterarie, linguistiche e filosofiche. La digital public history, per la sua vocazione pubblica, partecipativa e collaborativa in un contesto digitale, si presenta come uno dei campi di applicazione privilegiata dalle citizen humanities . Il valore aggiunto delle citizen humanities dipende primariamente da due condizioni alla base della digital public history: la partecipazione degli storici che non provengono dall'accademia alla creazione di progetti collaborativi e la comunicazione dei risultati della ricerca storica al pubblico della rete. L'articolo intende riflettere su come la scrittura collaborativa, resa possibile dagli strumenti wiki, possa costituire un ottimo punto di partenza per una democrazia partecipata che si situi nel solco delle citizen humanities.
Nel corso dell'Ottocento, in Francia, il principio di formazione, attraverso gli studi classici, delle élite destinate a ricoprire le più alte funzioni professionali assunse una connotazione sempre più anacronistica e il sistema scolastico fu al centro di una serie di accesi dibattiti e tentativi più o meno riusciti di riforma dei metodi di insegnamento e dei contenuti degli studi, che si acuirono soprattutto in seguito alla battaglia di Sedan. Il permanere di una cultura e di un sistema di istruzione immobile e legato alla tradizione umanistica si scontrò violentemente a fine secolo con la democratizzazione della società, il progresso scientifico e lo sviluppo economico e con la corsa alla modernizzazione della cultura. Questo elaborato si propone di ripercorrere i principali aspetti culturali, storici ed economici che scandirono la storia della pedagogia francese, analizzando il lungo ed altalenante percorso di cambiamento delle humanités classiques durante la costituzione dell'istituzione più conservatrice della Francia del XIX secolo: l'enseignement secondaire. ; During the nineteenth century in France, the education through classical studies of the elite meant to play the highest professional roles became increasingly anachronistic and the school system was the main target of many debates and reforming processes. These attempts of changing teaching methods and subjects increased even further after the battle of Sedan. At the end of the century, the persistence of a stationary culture and of an educational system linked to the humanistic tradition clashed with the democratisation of the society, the scientific progress and the economic development and also with the rush to modernise this culture. The aim of this research is to trace the main cultural, historical and economic factors that distinguished the history of French education, while analysing the long and various changes of classical humanities during the establishment of French secondary school, which was the more conservative institution of the nineteenth century.
Il contributo espone le politiche culturali che negli anni hanno caratterizzato la progettualità del Dipartimento di Design di Palermo che ha trovato una strada da percorrere nel territorio siciliano incentrando le azioni progettuali sul radicamento nelle risorse umane e materiali del territorio. Tale orientamento ha consentito, con largo anticipo sui tempi, di privilegiare le aziende la cui eccellenza poggiasse su requisiti che non fossero mirate solo al mercato, ma che eticamente si rivolgessero ad un miglioramento generale delle condizioni della qualità della vita, derivanti da una forte valorizzazione del capitale umano, delle condizione della qualità del lavoro produttivo, e dal progressivo miglioramento degli stili di vita sobri ed adeguati al mondo reale.
How can we understand and interpret culture today? This concept – often referred to the 'centre of gravity' of the cognitive strate gies developed by human sciences1 to analyse phenomena such as the dynamics of social interactions, the performances and functioning of the politicaleconomic systems, grand and minor historical transformations, appears to be facing a theoretical identity crisis [Santoro, 2000].
This study offers an updated synthesis of the main political, religious and cultural issues in 8th and 9th century Italy. In particular, it examines the progressive transition of the Longobard religious faith from Arianism to Catholicism, and the troubled integration of Lombards, Latins and Franks. Special attention is paid to Lombards' riots in southern Italy. ; Propone una sintesi aggiornata sui principali problemi politici, religiosi e culturali dell'Italia dei secoli VIII-IX: l'evoluzione della religiosità dei longobardi dall'arianesimo al progressivo inquadramento cattolico e la difficile integrazione tra longobardi e latini e franchi. Una attenzione particolare è rivolta ai longobardi dell'Italia meridionale.
Negli ultimi quarant'anni, la storiografia sulla sessualità, sviluppata soprattutto in ambito anglosassone, ha prodotto diverse storie locali e globali, oltre che dibattiti metodologici inerenti in particolare all'utilizzo di una categoria contemporanea, come quella di omosessualità, per indagare il passato. Intorno ai punti di contatto e alle differenze paradigmatiche che intercorrono tra l'idea attuale di omosessualità e la categoria moderna di sodomia si sono sviluppati confronti talvolta inconciliabili. Sostenere una divisione netta, per cui sarebbe anacronistico intendere l'omosessualità prima della sua "comparsa" nel discorso pubblico tardo-ottocentesco, ha portato spesso a scrivere una storia dei crimini sessuali, più che della sessualità. Di contro, ignorare le imprescindibili differenze di contesto storico si è rivelato, a sua volta, semplicistico. La tesi propone uno dei possibili percorsi di storia dell'omosessualità nella Venezia moderna, spostando l'attenzione dallo statuto penale/morale di sodomia alla storia della "libertà libertina" del sesso: dal reato, spesso distorto dagli addebiti violenti dei registri della giustizia, alla longue durée, sul piano culturale, sociale e della mentalità, della libertà-dalla-norma come traccia per indagare l'omosessualità. L'approccio di storia culturale risponde al tentativo di allargare l'analisi non soltanto al versante normativo e istituzionale, teologico e giuridico, ma anche ai diversi ragionamenti eterodossi in tema di sessualità - "libertinismo/libertinaggio" - presenti in un luogo, come Venezia, più facilmente associato, per consuetudine, all'idea di libertà. La ricerca d'archivio, realizzata sulle fonti veneziane sei-settecentesche, oltre a dare conto della complessità delle definizioni di sodomia e di libertinismo rispetto alla loro riduzione teorica, permette altresì, integrandosi con i dati disponibili nella letteratura scientifica, di completare un quadro statistico complessivo dell'azione giudiziaria del Consiglio di Dieci in materia di sodomia - la magistratura veneziana incaricata della sua repressione - lungo l'intera età moderna. Dei 153 procedimenti censiti dalla presente ricerca, viene infine approfondito il caso che coinvolse Alvise V Sebastiano Mocenigo. ; Over the last four decades, the historiography of sexuality has produced a number of local and global chapters, and also aroused methodological debates deriving chiefly from the fact that a contemporary classification like homosexuality was applied to investigation of the past. The points of contact and the paradigmatic differences that exist between how homosexuality is viewed today, and the early modern category of sodomy led to the development of comparisons that can often be conflicting. Espousing the idea of a clear-cut division (anachronistic for defining homosexuality before its "appearance" in late-nineteenth-century public debate) has often meant that the history drafted was one regarding sex crimes rather than sexuality. On the other hand, overlooking essential differences in the historical context proved to be simplistic. Our thesis addresses one of the possible paths of the history of homosexuality in Early Modern Venice, shifting focus from the criminal-moral status of sodomy to the history of "libertine sexual freedom". We begin with a crime often distorted by violent charges lodged in judicial records and arrive at the lengthy duration in culture, society and attitude of independence-from-norm as a direction for investigating homosexuality. The cultural history approach meets the need to broaden the analysis not only of regulatory and institutional, theological and juridical aspects, but also of various heterodoxy arguments applied to sexuality (libertinism/libertinage) present in a place like Venice, customarily more easily identified with the idea of freedom. Archive research drew upon sixteenth- and seventeenth-century Venetian sources integrates data available in scientific literature to provide a complete overview of the judicial actions throughout the early modern age of the Council of Ten, the Venetian judiciary tasked with the repression of sodomy. Of the 153 cases reviewed by this research, we include an in-depth analysis of the action against Alvise V Sebastiano Mocenigo.