Empowerment and Economic Development in Africa
In: Rivista di studi politici internazionali: RSPI, Band 68, Heft 2, S. 331
ISSN: 0035-6611
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In: Rivista di studi politici internazionali: RSPI, Band 68, Heft 2, S. 331
ISSN: 0035-6611
The debate over the question of the sustainability of development has been for some time underway in relation to the environment and to public health. More recently attention has turned to other aspects of sustainability as well, now that a generally accepted meaning of the term has been reached which defines it as the sum total of policies for satisfying the needs of the present generation without compromising the capacity of future generations to satisfy their own needs. Within this broader context the role of public administration is obvious. One of the key questions that this volume has attempted to provide an answer is: can the European vision hold true in the same terms for Italy as well? - The debate over the question of the sustainability of development has been for some time underway in relation to the environment and to public health. More recently attention has turned to other aspects of sustainability as well, now that a generally accepted meaning of the term has been reached which defines it as the sum total of policies for satisfying the needs of the present generation without compromising the capacity of future generations to satisfy their own needs. Within this broader context the role of public administration is obvious. One of the key questions that this volume has attempted to provide an answer is: can the European vision hold true in the same terms for Italy as well?
In: Seminario Giuridico della Università di Bologna
In: Miscellanee 24
World Affairs Online
Il presente lavoro è mirato a controllare l'asserzione sulla scarsa determinazione dei governi occidentali nel favorire la democratizzazione dei paesi dell'est Europa. L'analisi empirica mostra che la modalità principale di applicazione della condizionalità politica da parte della EBRO è stata lo sbarramento all'accesso verso i regimi autoritari. Tuttavia, non tutte le dittature sono state sanzionate. Un trattamento diverso è stato riservato alla Serbia e Georgia da un lato e ai cinque paesi dell'Asia e all' Azeirbaijan dall'altro.
BASE
In: Vivere e imaparare
In: Pubblicazioni della Facoltà di Scienze Politiche, Università di Macerata 9
In: Rivista di studi politici internazionali: RSPI, Band 68, Heft 4, S. 678
ISSN: 0035-6611
Negli atenei italiani le biblioteche sono chiamate a governare processi organizzativi e di servizio di maggiore complessità rispetto al passato anche recente. Questi processi reclamano nuovi livelli di professionalità e di autonomia, dunque una ridefinizione delle competenze e delle funzioni dei bibliotecari universitari. L'ultimo Contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) del personale tecnico amministrativo può avere (in parte sta già avendo) un impatto notevolissimo sulla crescita e sul destino delle professioni (segnatamente di quella bibliotecaria) all'interno degli atenei. Con questo contratto siamo entrati nel territorio delle competenze gestionali e di comunicazione: si è consapevoli che il sapere tecnico non basta da solo ad assicurare la crescita professionale degli individui e quella delle organizzazioni e che l'ambito applicativo di questi processi non coinvolge soltanto le figure apicali, ma anche tutte le altre. Inoltre, la valorizzazione dei contenuti professionali di più alto profilo non si basa più sul comando gerarchico e sul controllo, ma sulla formazione permanente, sulla partecipazione a progetti di ricerca, sulla responsabilizzazione.L'attuale cornice contrattuale sembra adatta a ospitare le destinazioni professionali verso cui i bibliotecari universitari italiani si stanno avviando e che rimandano a un fenomeno emergente di più larga portata: la tendenziale trasformazione dei lavoratori della conoscenza da knowledge provider a knowledge integrator, vale a dire da specialisti che conoscono un procedimento e forniscono una risposta a persone capaci di integrare le loro conoscenze con quelle altrui per ottenere risultati originali (Butera). Questo profilo può rappresentare anche le funzioni che i bibliotecari - nelle università in modo marcato - svolgono o aspirano a svolgere, indipendentemente dai livelli di responsabilità e all'interno di diversi processi.Organizzare servizi bibliotecari nelle università sta assumendo anche nel nostro Paese il significato di attivare ambienti in cui si realizzano facilitazioni per l'accesso alle informazioni, ma in cui contemporaneamente si sviluppano esperienze di elaborazione, condivisione e conversione di conoscenza. Tutto ciò implica la capacità di arricchire e trasformare costantemente il proprio bagaglio professionale con nuovi innesti: è necessario possedere competenze trasversali, competenze che un macrosistema flessibile di politiche del personale può aiutare a valorizzare. La formazione continua deve diventare la colonna portante del sistema professionale negli atenei. Essa è disciplinata dall'art. 45 del CCNL, che stabilisce un esplicito nesso tra crescita del personale e crescita qualitativa dei servizi, ma che lascia in sospeso aspetti rilevanti della programmazione degli interventi formativi. Sono aspetti su cui i coordinamenti bibliotecari di ateneo possono svolgere un ruolo di primo piano e formalmente riconosciuto, reclamando il diritto-dovere di concorrere alla messa a punto delle attività di programmazione e al sostegno di tutte le fasi attuative dei piani di formazione che coinvolgano il personale bibliotecario. Ciò, per giocare d'anticipo sulle carenze di programmazione che spesso si manifestano: genericità dei programmi, sovrapposizione di diversi livelli di intervento (di base, di aggiornamento, avanzati), assenza di contenuti formativi che insistano sulla cultura di progetto e di risultato, sui processi e sui comportamenti organizzativi, sulle capacità di relazione, ecc. Il contratto introduce, al pari di ciò che accade in altri paesi europei, un sistema di quantificazione e di verifica formale dell'apprendimento e di certificazione di qualità dei percorsi formativi (i crediti). Anche qui non mancano questioni meritevoli di immediata attenzione da parte dei bibliotecari: si possono avviare iniziative di coordinamento interateneo, avvalendosi del contributo che può venire dalla stessa commissione università-ricerca dell'AIB e da AIB-Seminari. In particolare, occorerebbe tenere in grande evidenza l'opportunità offerta dal comma 5 dell'art. 45, laddove si parla di corsi organizzati da consorzi interuniversitari, e occorrerebbe approntare un sistema di valutazione qualitativa dell'offerta di formazione per i bibliotecari universitari esistente sul mercato. Premesse del genere comportano la necessità di compiere un lavoro preliminare, quello di classificare in qualche modo le competenze dei bibliotecari. Si tratterebbe di accertare quali competenze individuali occorrono prioritariamente, per poterne fare oggetto di formazione mirata e poterle proficuamente valorizzare dentro le più vaste competenze organizzative dei sistemi bibliotecari di ateneo. Anche queste ultime andrebbero classificate, per stabilire le priorità e investire di più e meglio su ciò che oggi può rendere le biblioteche accademiche un valore, una risorsa strategica. Un tentativo di classificazione delle competenze organizzative dei sistemi bibliotecari di ateneo potrebbe assumere come modello iniziale di riferimento quello, piuttosto noto, di Kochanski e Ruse, necessariamente adattandolo. ; My intervention takes its cue from a contribution by Serafina Spinelli on university cooperation. It is a very clear and detailed analysis in which the origins and short historical path of university library systems are reconstructed and their current configuration is summed up. Some possible lines of development of the matter are also presented and some challenges to be faced are indicated. These challenges include the organizational redesigning of the library systems, the necessity to increase the rate of effectiveness of the cooperation, the problems regarding digital libraries, projection towards the exterior of the library profession in universities and even of the library systems: something that originates from the new requirements of organization of knowledge and scientific communication in universities. A large number of these processes can be interpreted together as a sort of mission for inter-university coordination. They are complex processes, which demand new levels of professionalism and autonomy, therefore a clear and strong redefinition of the skills (understood as collections of knowledge, abilities and indentities) and of the functions of university librarians. And they are processes to be positioned within the macro-scenarios of the totality, of the new competitive and instable contexts, in which universities also operate. After all, and more generally speaking, it is precisely around the central position of the skills (individual and organizational), the capacity to integrate diversified skills (internal and external to the organizations), the development of the professions within the organizations, in short it is around the use of knowledge as a primary organizational resource, that a service society can be born and be consolidated. There is moreover a negative pendant, which involves the high level professionalisms and more advanced sectors: that which is called skill shortage, lack of necessary skills, deficit of skills on the market. This is a phenomenon of considerable dimensions, which forces reflections on the theme of high-level formation, which makes prospects of permanent formation essential and, finally, forces a reclassification of existing professions, closely connected with the start of wide-ranging and long ranging formation processes. How do Italian universities respond? With a series of reform processes in the sign of autonomy, those which we all know and daily experience and which at this time bring didactic autonomy to the fore; they also repond with the start of an overall revision of their organizational set-up. The latest National Collective Contract of Work (CCNL) of the technical administrative personnel is an important stage along this path.
BASE
In: Rivista di studi politici internazionali: RSPI, Band 69, Heft 2, S. 199-206
ISSN: 0035-6611
NEPAD, New Partnership for Africa's Development, is a plan for the development of the African continent, formally adopted by the OAU in Jul 2001. This framework is a promise made by African leaders to eradicate poverty & to place African countries on a path of sustainable growth. Globalization has put African countries at great risk since it penalizes poor & underdeveloped countries, but it has also offered a series of opportunities that world leaders cannot afford to ignore. First & foremost the delocalization of productive processes could favor the African economy, also igniting interesting investment opportunities. NEPAD is the vision that Africa needs to adapt its own development to globalization standards. 1 Appendix. M. Williamson
In: Est-ovest: rivista di studi sull'integrazione europea, Heft 3, S. 130-148
ISSN: 0046-256X
In: Affari esteri: rivista trimestrale, Band 21, S. 133-142
ISSN: 0001-964X