The African Charter on Human and Peoples' Rights. A Comprehensive Agenda for Human Dignity and Sustainable Democracy in Africa
In: Rivista di studi politici internazionali: RSPI, Band 71, Heft 2, S. 350-351
ISSN: 0035-6611
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In: Rivista di studi politici internazionali: RSPI, Band 71, Heft 2, S. 350-351
ISSN: 0035-6611
In: Christianity and history 8
It is proposed in this work a methodological premise and a reflection on the problems of effectiveness of the sentence, both the application and the utility and its implementation in prison. Based on the assumption that the penalty should be applied in certain first practice, only dialogue between different sciences criminals (criminal law, criminology, criminal politics) can groped to find a type of sanction that while respecting the constitutional principles, meets the needs of effectiveness and usefulness of sanctions reaction, that the criminal policy in particular puts on the table the issue. The penalty and its implementation must be in touch (and specialize), with the personality of delinquent who lives in a reality evolution continues.The study of delinquent may allow individualization of the exact penalty, adapting to his actual personality and social danger.This is close topical in the current criminal, where dangerous generalizations should be avoided and tolerances facade, since the consummation of certain types criminal is often an expression of certain socio-cultural and geographical segments: this place is essential to analyse and understand how, the criminal sanction, and should be able to converse with his basic values. This is to not ignore the citizen and needs of social defense, so that the policy is not to consider criminal, his dignity and psychological aspects of intellectual, to achieve his real resocialization end rehabilitation. ; In questo lavoro si propone una premessa metodologica e una riflessione sui problemi legati alla effettiva efficacia della pena,sia sotto l'aspetto applicativo che della sua esecuzione e utilità nel carcere. Partendo dal presupposto che la pena deve essere innanzitutto certa ed applicata concretamente,solo il dialogo fra le diverse scienze criminali (diritto penale, criminologia, politica criminale) può tentare di individuare un tipo di sanzione che, nel rispetto dei principi costituzionali, soddisfi le esigenze di effettività e utilità della reazione sanzionatoria, che la politica criminale in particolare pone sul tavolo della questione.La pena e la sua esecuzione, devono quindi essere in contatto (e specializzarsi), con la personalità del delinquente, che vive una realtà in evoluzione continua. Solo lo studio del delinquente può consentire la esatta individualizzazione della pena, adeguandola alla sua effettiva personalità e pericolosità sociale. Questo è di stretta attualità nell'attuale panorama criminale, dove vanno evitate pericolose generalizzazioni e tolleranze di facciata, dato che la consumazione di alcune tipologie delittuose è spesso espressione di determinate fasce socioculturali e geografiche: ciò posto è fondamentale analizzare e capire in che modo la sanzione criminale debba e possa dialogare con i suoi valori di fondo. Ciò al fine di non disinteressarsi del cittadino e delle esigenze di difesa sociale, di modo che la politica criminale non si distacchi dall'uomo, dalla sua dignità e dagli aspetti psico-intellettivi, ai fini di una sua reale risocializzazione e recupero.
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This contibution aims to understand the concept of human dignity in Francisco Suarez, S.J., especialli in his commentaries to the De Ultimo Fine Hominis and De Bonitate et Malitia by Thomas Aquinas. Through Suarez words, it is possible to understand what are the responsibilities of human being in the world and how she/he may exercise powers and will in the prepolitical and politica spheres.
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In: Recta ratio., 4. ser. 19
Alcuni studi e indagini nazionali condotti in strutture di ricovero, hanno portato alla luce la realtà di reparti psichiatrici che, sovente, continuano ad impiegare pratiche fortemente radicate a istanze custodialistiche, tipiche del modello manicomiale., La diffusione epidemiologica della contenzione rivela una forte contraddizione tra la pratica clinica e i principi che hanno ispirato la riforma della legislazione psichiatrica del 1978. L'assunto su cui la tesi oggetto dell'elaborato pone le sue basi è il seguente: se le evidenze scientifiche mostrano che la contenzione può essere evitata, allora essa deve essere vietata. La partita, dunque, non si gioca solo sul campo dell'interpretazione delle norme giuridiche, ma coinvolge conoscenze pertinenti alla psichiatria, la quale deve indicare i comportamenti da adottare per affrontare le problematiche che riguardano la cura del paziente. A partire dalle evidenze scientifiche, l'obiettivo del presente lavoro è quello di dimostrare che la contenzione, sia sotto forma di contenzione meccanica che di contenzione fisica, poiché illecita, deve essere abolita. L'originalità della ricerca che risiede nella scelta di costruire le basi del ragionamento giuridico sulle evidenze scientifiche, che dimostrano che la contenzione non ha alcuna valenza di atto medico-terapeutico e che esistono numerosi strumenti idonei a prevenire o contenere gli eventuali comportamenti violenti (aggressivi o clastici) del paziente e, allo stesso tempo, in grado di preservare la sua integrità e dignità e di fortificarne l'alleanza terapeutica con gli operatori sanitari. Questa scelta ha l'ambizione di proporre una alternativa alla tendenza, attualmente assai diffusa, di convertire la medicina evidence based in una medicina dell'obbedienza giurisprudenziale. Al contrario, il giurista deve impegnarsi a costruire un modello integrato di scienza penalistica che tenga in debita considerazione le evidenze emerse in ambito scientifico e le metta in comunicazione con la tecnica giuridica. ; Some national studies and surveys conducted in hospitality facilities have brought to light the reality of psychiatric wards that often continue to employ practices that are deeply rooted in custodial instances typical of the manicomial model. The epidemiological spread of the containment reveals a strong contradiction between clinical practice and the principles that inspired the 1978 psychiatric legislation reform. The assumption on which the thesis object of the elaboration puts its bases is as follows: If the scientific evidence shows that restraint can be avoided, then it must be banned. The game, therefore, does not only play on the interpretation of legal norms, but involves psychiatry evidences, which must indicate the behaviors to be taken to address the issues that concern the patient's care. From the scientific evidence, the aim of this paper is to demonstrate that restraint, both in the form of mechanical and physical restraint, since it is unlawful, must be abolished. The originality of the research that lies in choosing to build the basis of legal reasoning on scientific evidence demonstrates that the containment has no validity as therapeutic act and that there are numerous tools to prevent or contain any violent behaviors and at the same time able to preserve its integrity and dignity and to strengthen its therapeutic alliance with healthcare professionals. This choice has the ambition to propose an alternative to the currently widespread trend of converting evidence-based medicine into a medicine of law-abiding. On the contrary, the lawyer must build an integrated model of legal science that takes due account of the evidence emerging in the scientific sphere and puts them in communication with the legal technique.
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In: Filosofie n. 580
In: Logon didonai
In: Saggi 7
In: Salute e salvezza 34