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Il ruolo degli incentivi economici nell'istruzione universitaria ; The Impact of Financial Aids in Higher Education
2010/2011 ; The aim of this thesis is to investigate whether the Italian University grants are an effective tool to prevent student drop out and to favor the degree attainment whitin accademic path, both for merit and need-based financial aids. The survey units are italian student enrolled on a degree course in Chemistry, Physics and Mathematics from 2002/02 until 2007/08 in the University of Trieste. On the one hand, the Erdisu (Local Governmental Agency) offers some grants every year to eligible students from low-income families (scarcely related to the merit). The main objective of this intervention is to give equal opportunity to achieve higher education to motivated students irrespective of their income. On the other hand, Fonda Foundation offers some (only) merit-based grants to students enrolled in Chemistry, Physics and Mathematics degree courses. The goal is to award the best students enrolled in the above courses. In order to estimate the causal effect of receiving a grant, we follow the literature on counterfactual analysis and we matching treated and control units using Genetic matching and Coarsened Exact Matching. The results suggest that the need-based financial aids have positive impact to prevent drop-out at 2nd year, but non significant effect on graduation time, whereas the merit-based scholarships increase the probability to achieve the degree on time. ; XXIV Ciclo ; 1973
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Esperienze di vita universitaria degli studenti nel contesto della riforma: Studio in due contesti Metropolitani (Roma, Parigi)
In: http://hdl.handle.net/11573/917209
open ; . ; Sistemi Sociali, Organizzazione e Analisi delle Politiche Pubbliche ; Higher Education, University Student, Bologna Process, ; open ; Villani, Marialuisa ; Villani, Marialuisa
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Criteria, Indicators e Benchmarking for the Quality and Evaluation Impact of the ICT in the Higher Education System ; Criteri, Indicatori e Benchmarking per la Qualità e la Valutazione dell'Impatto delle ICT nel Sistema dell'Istruzione Superiore
The aim of this paper is to describe how the absence of interpretative frameworks of quality assessment in terms of the adoption of ICT in the context of teaching-learning university is pretty serious. The use of technology is transforming the nature of teaching and learning as well as the organization and management of teaching, though, in terms of evidence, it must also clearly determine its effectiveness. The literature points out that, beyond the systemic international comparative surveys, are still absent appropriate models of Quality Assurance (QA) to assess the extent of these changes and the existing ones appear poorly aligned with institutional strategies related to quality policies University. In order to overcome this limitation is necessary to develop criteria, indicators and benchmarking will be able to reflect this reality, even considering the fact that there is a diversity in institutions in the adoption of ICT both domestically and internationally that feeds or less a different digital divide even within those institutions that have adopted innovative ICT. ; L'obiettivo del presente contributo è quello di descrivere come l'assenza di quadri interpretativi della valutazione della qualità sul piano dell'adozione delle ICT nei contesti di insegnamento-apprendimento universitario sia piuttosto grave, poiché l'impiego delle tecnologie sta trasformando la natura dell'insegnamento e dell'apprendimento oltre che l'organizzazione e la gestione didattica, anche se, sul piano delle evidenze, occorre ancora con chiarezza determinarne l'efficacia. La letteratura rileva come, al di là delle ricognizioni sistemiche internazionali di tipo comparativo, siano ancora assenti modelli adeguati di Assicurazione della qualità (AQ) atti a valutare la portata di tali cambiamenti e quelli esistenti appaiano scarsamente allineati alle strategie istituzionali legate alle politiche di qualità delle Università. Al fine di superare questo limite occorre sviluppare criteri, indicatori e strategie di benchmarking capaci di dare ...
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Università e istruzione superiore come risorse strategiche: elementi per una politica
In: Documenti Isvet 86
Università e nuove forme di valutazione. Strategie individuali, produzione scientifica, effetti istituzionali
Dalla fine degli anni '90, il sistema universitario italiano è stato protagonista di interventi riformisti che ne hanno cambiato la struttura didattica, le dinamiche di reclutamento, gli assetti gestionali ed organizzativi con impatti enormi sulla vita degli accademici. Negli stessi anni le immatricolazioni si sono stabilizzate, seppure con alterne fluttuazioni, configurando l'istruzione universitaria come "istruzione di massa". Parallelamente i forti tagli alla spesa per università e ricerca, contrariamente al discorso pubblico sulla transizione alla "società della conoscenza", hanno messo a dura prova la tenuta del sistema universitario nel suo complesso. In questo intricato quadro le politiche di valutazione hanno contribuito a trasformare le pratiche, le strategie e i comportamenti delle istituzioni e del corpo accademico. Nel presente volume l'attenzione è posta proprio sui mutamenti nella produzione scientifica (come espressione dell'attività di ricerca), nelle scelte strategiche e negli atteggiamenti degli accademici, tentando di evidenziare gli effetti di condizionamento a livello aggregato, di singola istituzione ed individuale.
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Follow up del progetto PRODID per lo sviluppo professionale dei docenti universitari: prima analisi dei Syllabi di insegnamento
La necessità di riconoscere e formare le competenze di insegnamento per supportare la qualità della didattica universitaria appare, da tempo, una priorità politica internazionale. Le istituzioni universitarie hanno la responsabilità di garantire opportunità di sviluppo professionale e un'appropriata formazione dell'expertise didattico di alto livello con una focalizzazione non solo su ambiti strettamente disciplinari, ma anche sulla promozione di competenze pedagogico-didattiche, professionali, organizzativo-gestionali e di leadership, funzionali alla gestione di organizzazioni complesse e alle attività – oltre che di ricerca e didattica – sempre più manageriali (Deem, Hillyard, Reed, 2007), ad alto impatto sul territorio. Il progetto PRODID - Preparazione alla professionalità Docente e Innovazione Didattica ha avuto come finalità la realizzazione, anche in Italia, di Teaching Learning Centeres e di modellistiche curricolari, condivise da una rete di Atenei, utili per la qualificazione della didattica universitaria.
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L'Universita del duemila, ovvero quando lo studente diventa un bene scarso
In: Polis: ricerche e studi su società e politica in Italia, Band 10, Heft 2, S. 245-267
ISSN: 1120-9488
Il ruolo degli incentivi economici nell'istruzione universitaria
Grazia Graziosi, "Il ruolo degli incentivi economici nell'istruzione universitaria", Working Paper Series 5, 2012 ; The aim of this work is to investigate whether the Italian University grants are an effective tool to prevent student dropout and to favor the degree attainment within academic path both for merit and need-based financial aids. The survey units are Italian students enrolled on a degree course in Chemistry, Physics and Mathematics from 2002/03 until 2007/08 in the University of Trieste. On the one hand, the Erdisu (Local Governmental Agency) offers some grants every year to eligible students from low-income families (scarcely related to the merit). The main objective of this intervention is to give equal opportunity to achieve higher education to motivated students irrespective of their income. On the other hand, Fonda Foundation offer some (only) merit-based grants to students enrolled in Chemistry, Physics and Mathematics degree courses. The goal is to award the best students enrolled in the above courses. In order to estimate the causal effect of receiving a grant, we follow the literature on counterfactual analysis and we match treated and control units using Genetic matching and Coarsened Exact Matching. The results suggest that the need-based financial aids have positive impact to prevent drop-out at2nd year, but non significant effect on graduation time, whereas the merit-based scholarships increase the probability to achieve the degree on time.
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Universita e sistma economico: un rapporto difficile
In: Stato e mercato, Heft 2, S. 255-286
ISSN: 0392-9701
Prospettive di parità nella formazione e nel mercato del lavoro: Strumenti e ricerche
In: Temi dello sviluppo locale - Open Access
This volume aims to provide an overview of equal opportunities, particularly in the areas of higher and university education and the labor market. It is composed of different contributions and the result of an interdisciplinary reflection gained during the drafting of the Gender Report of the "Gabriele d'Annunzio" University (Chieti-Pescara, Italy). The text is proposed as a useful tool for training in this sector and as a sociological reflection on culture and the processes of construction of gender stereotypes.
La sfida dell'eccellenza nell'Università di massa
In: Il politico: rivista italiana di scienze politiche ; rivista quardrimestrale, Band 66, Heft 1, S. 157-168
ISSN: 0032-325X
Perche in Italia ci sono pochi diplomati e pochi laureati? Vincoli strutturali e decisioni razionali degli attori come cause della contenuta espansione della scolarita superiore
In: Polis: ricerche e studi su società e politica in Italia, Band 11, Heft 3, S. 345-365
ISSN: 1120-9488
Prospettive di riforma ed evoluzione dell'università italiana (1946-1982) ; Reform prospects and evolution of Italian University (1946-1982)
Dottorato di ricerca in Storia d'Europa, società, politica, istituzioni (xix-xx) ; L'obbiettivo di questo lavoro è tracciare una storia istituzionale dell'università, inquadrandola nel più generale contesto sociale ed economico che determinò le politiche formative del paese dall'immediato dopo guerra, passando per gli anni dell'espansione economica e quelli successivi della stagnazione, giungendo fino ai primi anni ottanta. La ricerca ha seguito due direttive: da un lato l'evoluzione dell'università determinata dalla politica istituzionale e i cambiamenti della struttura universitaria, dall'altro lo stravolgimento del ruolo sociale dell'università, determinato dal passaggio dal modello liberale di università d'elitè funzionale alla formazione di una ristretta classe dirigente, a indispensabile strumento per la formazione di numerose e ampie categorie di forza lavoro in un paese avviato verso la completa industrializzazione, verso l'enorme sviluppo del settore terziario e in un contesto di profonda urbanizzazione e in generale di superamento dei rapporti sociali dei decenni precedenti alla guerra. La prima traccia di ricerca è stata sviluppata su due categorie di fonti principali: da un lato il dibattito politico-parlamentare intorno ai progetti di legge (le aperture degli accessi del '61 e specialmente del '69, le liberalizzazioni dei piani di studio dello stesso anno, i provvedimenti sulla docenza degli anni settanta), alle indagini conoscitive (quella promossa dal ministro Gonella nel '47 e quella varata da Medici e conclusa con Gui ministro tra il '63 e il '65), alle proposte di riforma (i progetti n. 2.314 del '65, n. 612 del '69, l'elaborazione della "Bozza Cervone" fra '77 e '78), alla regolazione dell'assetto giuridico ed economico del personale docente, ai piani di finanziamento e sviluppo dell'università; dall'altro attraverso lo studio del dibattito interno e fra i partiti utilizzando come fonti i periodici ad essi vicini o attenti al tema ("Riforma della Scuola" e "Rinascita" per il PCI, "Scuola e Città" e "Il Ponte" per il PSI, "La Discussione" e "Tuttoscuola" per la DC, in seguito riviste come "Universitas", ecc.), oltre che atti di convegni e pubblicazioni curate dai protagonisti dell'epoca. Nella ricerca, un ampio spazio è dato al tema della pianificazione scolastica (animato dagli studi di tecnici dell'economia e della formazione), strettamente connessa al dibattito sulla pianificazione economica sviluppatosi prevalentemente negli anni del centrosinistra. La seconda traccia di studio, quella relativa ai cambiamenti sociali e culturali causa ed effetto dell'espansione dell'utenza universitaria, è stata analizzata attraverso lo studio di fonti inconsuete per la storiografia tradizionale, come gli studi di sociologia e di scienze della formazione sviluppatisi a partire dagli anni settanta, i quali fecero largo uso delle cifre sistematizzate da ISTAT e CENSIS sistematizzate nelle tabelle statistiche che completano il presente lavoro. Analizzare l'evoluzione delle componenti sociali ha significato anche indagare le vicende legate alla docenza universitaria, al suo ruolo rispetto al dibattito politico, alle richieste portate avanti e alle funzioni assunte all'interno delle facoltà di fronte ai profondi cambiamenti descritti. Per quanto riguarda gli estremi cronologici della ricerca, la scelta di interrompere la ricerca alla prima metà degli anni '80 risponde all'analisi più complessiva che si fa di quel periodo della storia politica ed economica non soltanto italiana, le cui successive vicende di riforma dell'università rappresentano a mio avviso l'emblema del netto cambio di fase vissuto dalla politica e dalla società anche per quanto riguarda l'istruzione superiore. La suddivisione in capitoli rispecchia invece più fedelmente le fasi della politica universitaria. Nel primo capitolo si fa il punto sull'eredità dell'apparato normativo ereditato dal fascismo e sulle effettive possibilità che si aprirono o meno alle forze politiche per inaugurare una nuova fase, mettendo in luce anche le prime strategie d'intervento abbozzate dai principali partiti nel corso degli anni '50. Nel secondo capitolo sono affrontate le previsioni scolastiche e i progetti di riforma ad esse più o meno legate: dagli studi della SVIMEZ in poi (influenzati da quelli più ampi condotti dall'OCSE), la programmazione scolastica e le previsioni sullo sviluppo economico del paese assunsero un ruolo determinante per la politica di riforma di scuola e università, politica che nei primi anni sessanta si concretizzò nell'istituzione della scuola media unica (1962), nelle prime aperture dell'università ai diplomati di istituti e soprattutto nella prima vera proposta di riforma dell'università, quella di Luigi Gui del 1966, l'unica inserita in un progetto organico di riforma di tutta l'istruzione, il Piano Gui, dichiaratamente ispirato dagli studi di previsione (anche se non sempre coerente con essi). Con il terzo capitolo si affronta la lunga discussione dentro e fuori il Parlamento in merito al più ambizioso progetto di riforma del periodo, il n. 612, sostenuto dai socialisti proprio mentre l'esperienza dei governi di centrosinistra andava esaurendosi nei primi anni settanta; dello stesso periodo (1969) è l'apertura degli accessi all'università a qualsiasi tipologia di diplomato e le liberalizzazioni dei piani di studio, veri spartiacque della storia dell'università italiana. Il terzo capitolo si chiude infine con l'analisi dei "provvedimenti urgenti" del 1973, emblema di un modello di sviluppo dell'università fortemente precario, sintomo dell'incapacità di riformare e investire seriamente nella qualità dell'istruzione universitaria a vantaggio di una strategia prettamente quantitativa. Le tematiche affrontate nel quarto e ultimo capitolo sono invece determinate dall'inedita fase politica vissuta dal paese dalla metà degli anni settanta, caratterizzata dall'avvicinamento fra maggioranza e opposizione fino alla creazione dei governi di "solidarietà nazionale", nati ufficialmente per far fronte a crisi economica e terrorismo politico. Mentre l'attenzione sulla riforma universitaria andava velocemente calando (nonostante un ennesimo dibattito durato anni in Parlamento su un altro complesso progetto di riforma, la "bozza Cervone"), si verificarono gli ultimi cambiamenti sostanziali della struttura accademica attraverso l'ultimo capitolo del riformismo per decreti, tramite il quale furono istituiti i dipartimenti e le figure di ricercatore e docente associato nei primi anni ottanta. Chiude il lavoro l'Appendice Statistica in cui sono raccolte le cifre dell'università italiana (studenti, docenti, rapporti quantitativi e distribuzione, finanziamenti) dal 1946 al 1985. ; The aim of this study is tracing an istitutional history of university, by focusing in the wider social and economic context that determined the higher education policies after Second World War – spanning from the economic espansion years and the later stagnation to the early eighties. The research follows two main paths: on the one hand the university evolution and change of structure as determined by institutional factors; on the other hand the revolutionized social role of universities over the period under investigation. Indeed, the passage from a liberal model of élite universities – destined to the education of ruling classes – to a mass university – an essential instrument in training numerous labor force categories – took place in a rapidly and profoundly changing context. At that time Italy was headed towards full industrialization, was experiencing a massive development of the third sector and mass urbanization. In general, Italy was overcoming the social relations of the decades before Second world war. The First research line was developed on the basis of two main sources. On the one hand I analyzed the political-parliamentary debate on Education Bill proposals (the opening of the access of 1961 and especially of 1969, the curriculum liberalizations of the same year, the measures on univerity teaching in the seventies), on the investigations (the one proposed by Minister Gonella in 1947, launched from Minister Medici and concluded by Gui which was Education Minister from 1963 to 1965), on the various reform proposals of the analyzed decades (projects n. 2.314 of '65, n. 612 of '69, the elaboration of the "Bozza Cervone" between '77 and '78) and about the regulation of the legal and economic framework of higher education teachers and the plans of university funding and development. On the other hand, I studied the internal party debates by employing periodicals close to political parties or particularly sensitive to higher education issues ("Riforma della Scuola" and "Rinascita" for the communist party PCI, "Scuola e Città" and "Il Ponte" for the socialist party PSI, "La Discussione" and "Tuttoscuola" for the Christian democrat party DC, for more recent years periodical such as "Universitas", etcetera). Furthermore I used as sources conference proceedings and pubblications edited by the key actors of the debate. In the research I gave a significant space to the scholastic planning issue. This debate was strictly connected to the one on the economic planning of the country, developed mostly in the center-left wing years. The second part of the study, as said above, focuses on the social and cultural changes which were cause and consequences of the widening of the university students. This was analyzed through the study of source that are unusual to the tradition historiography, such as sociology or higher education studies which were developed from the 1970s and largely employed ISTAT and CENSIS data and researches. I have rationalized these studies in the statistics tables present in this thesis. The analysis of the evolution of social components regarded also university teaching activity issues, its role in relation to the political debate, and the role of teaching staffs within faculties in the profoundly changing circumstances described above. For what concerns the historical time range of this work, the choice to stop in the early eighties answers to a more general analysis of a chapter of the political and economic history that started in that eighties, not only in Italy. In my opinion, the following sequence of events regarding higher education reforms represent the symbol of the clear and abrupt phase change that politics and society experienced at that time. The thesis is organized as follows. The first chapter takes stock of the legislation inherited from the fascism and of the first debates on university in the Assemblea Costituente and in the Parliament, sheding light on the first intervention strategies of major political parties during the fifties. The second chapter addresses the forecasts on school attendendence and the consequent projects of reform. On the basis of first studies of SVIMEZ – influenced by the broader ones of OCSE – the education planning and the forecasts on the country development played a crucial role for the reform policies of schools and universities. Policies embodied in the early sisxties by the institution of the scuola media unica in 1962, by the first opening of access to professional high school graduates; and, in particolar, in 1966 by the first real proposal of university reform, the Piano Gui of Luigi Gui, the only one included in an integral reform plan of all education levels and explicitely inspired from the educational planning studies. The third chapter focuses on the long discussion – inside an outside the Parliament – concernig the most ambitiuos reform project of the period, the n. 612. The latter, while the experience of the center-left wing goverments were extinguishing, was backed by the socialists. However, the socialist were responsabile for the actual watershed in Italian university history, the opening of university accesses to any category of high school graduated students. Lastly, the third chapter ends with the analysis of 1973's "provvedimenti urgenti", emblem of a model of university development heavily based on precarious work. A synthom of the incapacity both in reforming and in seriously invest in education quality, favoring only quantitative strategies. While, in the fourth and last chapter, focuses on the second halph of the seventies a complete new political phase for the country, characterized by the approach between the parliamentary majority (hold by Christian democrat) and the communist opposition until the creation of natonal solidarity governments, ufficially borned to tackle the economic crisic and political terrorism. In the early eighties, while the attention on university reforms was rapidly decreasing, the last substantial change to the academic structure were made after those of 1969. During the last chapter of the "reformism by decrees", the departments and the roles of researcher and associate professor were established. The statistical appendix ends the thesis. Covering a time window that goes from 1946 to 1985, it reports all data on students, teachers, funding and their distribution in the ltalian
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Donne e istruzione: verso una parita apparente? Recenti tendenze della componente femminile dell'istruzione in Italia
In: Polis: ricerche e studi su società e politica in Italia, Band 12, Heft 3, S. 459-479
ISSN: 1120-9488