Immigratie en arbeid
In: Tijdschrift voor arbeidsvraagstukken, Band 32, Heft 1
ISSN: 2468-9424
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In: Tijdschrift voor arbeidsvraagstukken, Band 32, Heft 1
ISSN: 2468-9424
In: Sociologia e politiche sociali, Heft 1, S. 105-121
ISSN: 1972-5116
The theoretical disorientation concerning the concept of social capital is contrasted with its application to the study of a rich variety of empirical phenomena. Methodologically, social capital has been usefully employed at various analytical levels, micro, meso and macro. The goal of this essay is to emphasize the modalities used to operationalize this concept in the immigration field and so to discuss its impact on immigrants' political integration. Analytically, we will consider two dimensions related to social capital: structure and relationship. Empirically, we will present immigrants' social capital both with respect to its meso level dimension concerning immigrants' organizations and with respect to its individual dimension.
In: Rendiconti
ISSN: 1124-1667
After acknowledging the existence of different definitions of migrant, this work addresses the issue of achieving estimates that are comparable across time and space. Consequently, the first part of the work focusses on the definitions of migrant adopted by widely used statistical sources of migration data (ISTAT, UN, IOM, WORLD BANK, EUROSTAT). The second part critically analyses the migration data provided by ISTAT, EUROSTAT and UN, respectively referring to Italy, Europe and the world. As regards UN data on international migrations, the countries that define migrants by citizenship were kept separate from those that define them by place of birth. Finally, a comparison is offered between the data on immigration in Italy provided by UN (defined by place of birth) and those provided by ISTAT (defined by citizenship).
In: Rendiconti
ISSN: 1124-1667
After acknowledging the existence of different definitions of migrant, this work addresses the issue of achieving estimates that are comparable across time and space. Consequently, the first part of the work focusses on the definitions of migrant adopted by widely used statistical sources of migration data (ISTAT, UN, IOM, WORLD BANK, EUROSTAT). The second part critically analyses the migration data provided by ISTAT, EUROSTAT and UN, respectively referring to Italy, Europe and the world. As regards UN data on international migrations, the countries that define migrants by citizenship were kept separate from those that define them by place of birth. Finally, a comparison is offered between the data on immigration in Italy provided by UN (defined by place of birth) and those provided by ISTAT (defined by citizenship).
Il presente capitolo del rapporto Orim sviluppa il tema immigrazione e salute lungo un percorso di ricerca, che si è consolidato nel corso di più di un decennio, ed è innanzitutto finalizzato al monitoraggio dei principali fenomeni che hanno riguardato i ricoveri ospedalieri degli immigrati presenti in Lombardia nell'ultimo anno (i dati elaborati sono relativi al 2010). Si è cercato di monitorare lo stato di salute della popolazione immigrata in Lombardia e contestualmente il livello di accesso alle varie strutture ospedaliere. Ci si concentra poi sul modello socio-sanitario lombardo, soprattutto in ordine all'approccio utilizzato nei confronti dell'assistenza agli immigrati irregolari. la definizione di politiche sanitarie regionali a favore dei cittadini immigrati si colloca in un contesto spesso caratterizzato dalla sostanziale mancanza di azioni di coordinamento e/o collegamento tra le competenze degli attori coinvolti: ad esempio, il flusso di informazioni tra i diversi assessorati risulta a volte frammentato e insufficiente. Le Regioni, pur essendo centrali nella politica sanitaria, sulla tematica dell'immigrazione hanno spesso assunto un ruolo deficitario e inefficace rispetto alla complessità del fenomeno che si cerca di governare, limitandosi per lo più a un mero trasferimento di informazioni sull'asse nazionale-locale, laddove sarebbe invece indispensabile una specifica azione su scala regionale in grado di contestualizzare, attraverso atti di governo locali, gli orientamenti di politica nazionale.
BASE
In: Samenleving en politiek: Sampol ; tijdschrift voor en democratisch socialisme, Band 14, Heft 8, S. 48-55
ISSN: 1372-0740
In: Christen-democratische verkenningen: CDV, Heft 3, S. 77-83
ISSN: 0167-9155
In: Parolechiave, Heft 46, S. 1-19
ISSN: 1122-5300
In: Mondoperaio: rivista mensile periodico dei socialisti, Heft 6, S. 44
ISSN: 0392-1115
In: Salute e società, Heft 1, S. 43-58
ISSN: 1972-4845
In: Biblioteca di testi e studi 578
In: FIERI 4
Il termine «integrazione», riferito all'inserimento degli immigrati nelle società riceventi, dà luogo a molte discussioni e a non poche confusioni. Occorre distinguere in primo luogo tra la dimensione dell'integrazione come processo sociale che avviene per così dire "dal basso", e quella dell'integrazione degli immigrati come obiettivo consapevole di un insieme di politiche, perseguito quindi "dall'alto": ossia, in sintesi, delle politiche d'integrazione, come strategia pubblica, esplicita, di governo del fenomeno. Le politiche evidentemente incidono sui processi d'integrazione, ma questi sono influenzati da svariati fattori, che vanno oltre le politiche esplicite in materia: vi contribuiscono anzitutto il mercato del lavoro, che può offrire o meno opportunità di lavoro, di crescita professionale, di sviluppo di attività indipendenti; le politiche di welfare, con la loro capacità di offrire protezione sociale e di attutire le disuguaglianze di partenza; i sistemi educativi, come ascensore sociale per le seconde generazioni; le società civili con le loro organizzazioni pro-sociali e l'impegno a contrastare razzismi e discriminazioni. Per es., negli Stati Uniti diverse ondate di immigrati europei si sono integrati nella maggior parte dei casi in modo soddisfacente non per effetto di politiche d'integrazione particolarmente generose, ma grazie alle opportunità offerte da un mercato per decenni straordinariamente dinamico; in Germania il robusto e universalistico sistema di welfare ha prodotto nei fatti molta più integrazione degli immigrati delle politiche di altri paesi, apparentemente più liberali, ma non sostenute da una dotazione altrettanto consistente di misure di politica sociale.
BASE
Il dibattito pubblico si concentra abitualmente sugli argomenti a favore o contro l'integrazione degli immigrati e dei loro figli. Vi sono ovviamente buone ragioni per insistere sugli obiettivi delle politiche d'integrazione; in questo articolo, tuttavia, non ci concentreremo sui motivi (demografici, economici ed etici) a favore delle politiche di integrazione. Invece di ragionare sul "se" (se integrare, perché integrare, e cosi via), questo articolo si propone di ragionare sul 'come': come si integra? Come gli Stati europei sviluppano politiche di integrazione? Quali criteri avere in mente per rilanciare e implementare politiche di integrazione?
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Il dibattito pubblico si concentra abitualmente sugli argomenti a favore o contro l'integrazione degli immigrati e dei loro figli. Vi sono ovviamente buone ragioni per insistere sugli obiettivi delle politiche d'integrazione; in questo articolo, tuttavia, non ci concentreremo sui motivi (demografici, economici ed etici) a favore delle politiche di integrazione. Invece di ragionare sul "se" (se integrare, perché integrare, e cosi via), questo articolo si propone di ragionare sul 'come': come si integra? Come gli Stati europei sviluppano politiche di integrazione? Quali criteri avere in mente per rilanciare e implementare politiche di integrazione?
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In: Teoria politica: Theory of politics = Teoría politica, Band 23, Heft 1, S. 223-226
ISSN: 0394-1248