Independence gay: alle origini del Gay Pride
In: Controcorrente 36
In: Storia e memoria 13
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In: Storia e memoria 13
This article explains the present situation of the Lithuanian libraries in the light of what happened during the period of the Soviet Union occupation and after regaining the independence in 1990.Lithuania has a very old and important tradition in the library field that can be traced to the Fourteenth Century. When Lithuania was a independent nation its libraries developed in a way similar to the other European libraries, till the Soviet Union occupation. In fact, after the second world war the Soviet librarianship was introduced in Lithuania with negative and positive consequences. The regaining of the independence in 1990 became a landmark for Lithuanian society and libraries as fundamental reforms have been changing the political, economic and cultural framework of the State.The article describes the present system of the Lithuanian libraries and the recent juridical and administrative measures, with their consequences on the development of libraries. It has reserved the biggest attention to the public libraries as them are more undergone to the changing.The last part of the article is devoted to the analysis of the future prospects of the main aims to pursue for improving the quality of Lithuanian libraries and librarians. What is more, it is also given prominence to the help and cooperation that some international organisation and institution, expecially Scandinavians, are supplying to the Lithuanian libraries.
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In: https://morethesis.unimore.it/theses/available/etd-11192018-210427/
Il 1 Ottobre 2017 si è svolto il Referendum per l'indipendenza della Catalogna. Circa il 90% degli oltre 2 milioni di votanti si è espresso a favore dell'indipendenza. Tale risultato ha peggiorato il già esistente conflitto tra il governo catalano e il governo centrale spagnolo, generando così un'incertezza politica che ha superato i confini spagnoli riverberandosi sugli altri stati membri dell'Unione Europea. Oggetto della mia tesi è l'analisi degli effetti economici nel settore finanziario e turistico in Catalogna verificatisi a seguito della conseguente incertezza politica e conflittualità istituzionale. In particolare, l'obiettivo di questo studio è quello di esaminare i dati forniti da report trimestrali e annuali di fonti statistiche confrontandoli con la personale visione di importanti figure del commercio italo – catalano circa lo scenario economico post Referendum. Partendo da un excursus storico, ho quindi esaminato l'evoluzione del rapporto intercorso fra la regione catalana ed il resto della Spagna. Indubbiamente, questa relazione politica si è rivelata controversa e difficile durante i secoli passati, tanto da far nascere e diffondere nella popolazione catalana, un sempre più forte sentimento d'indipendenza dallo stato centrale. L'apice di tale forza indipendentista è stato raggiunto con l'illegale proclamazione della Repubblica Catalana Indipendente il 27 Ottobre 2017. Nel secondo capitolo, ho rivolto particolare attenzione agli scenari economici prospettati dagli esperti del settore, qualora la Catalogna si proclamasse uno stato indipendente. Nell'analisi ho quindi esaminato le possibili conseguenze per le multinazionali presenti nel territorio e la discutibile permanenza del nuovo stato nell'Unione Europea e nell'Euro zona. Gli effetti economici causati dall'instabilità politica sono stati dimostrati dal report annuale della BBVA, ma specialmente dalle oltre 3,000 aziende che hanno trasferito la loro sede legale al di fuori della Catalogna. Le conseguenze nel settore finanziario e turistico sono state confermate dalle interviste e dai dati raccolti con un questionario rivolto ai ristoratori italiani presenti nella capitale catalana. Nel terzo capitolo, quindi, ho riscontrato che, malgrado la dislocazione di banche e aziende e la riduzione del flusso turistico, la Catalogna e, in particolare Barcellona, si confermano essere un polo economico di attrazione mondiale per la forte presenza di investimenti e start-up. Infine, nel quarto capitolo ho ritenuto interessante studiare il ruolo assunto dalla lingua catalana nella Catalogna. Negli ultimi decenni, le leggi promosse dal governo catalano, in favore di un processo di "immersione" linguistica nella società, hanno creato uno squilibrio tra le due lingue ufficiali. La decisione da parte di multinazionali spagnole e straniere di utilizzare o meno il catalano nei loro siti web è forte oggetto di discussione, data l'assenza di una normativa che ne obblighi il suo utilizzo. La lingua catalana è compresa e parlata dalla maggior parte della popolazione, ma secondo i dati raccolti da un questionario rivolto ai catalani, il desiderio dei partiti pro-indipendentisti di renderla la prima lingua ufficiale di uno Stato Catalano Indipendente, avrà forti ripercussioni nell'economia, nell'educazione, nella politica.
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Dottorato di ricerca in Diritto dei mercati europei e globali, crisi, diritti, regolazione ; Le riforme che hanno riguardato la regolazione europea, in primo luogo la sua governance multilivello, nei settori della vigilanza finanziaria, dell'energia e delle telecomunicazioni, hanno permesso di superare il sistema multipolare costituito dalle autorità nazionali in networks, in favore di piattaforme di cooperazione che ruotano intorno ad agenzie europee indipendenti (EBA, ESMA, EIOPA, ACER e BEREC). Tali organismi appaiono in grado di garantire un dialogo più efficace con la Commissione europea e con i regolatori statali, al fine di creare e applicare uniformemente standard regolatori e best practices. Il principale fine della tesi è quello di eseguire una comparazione tra i sistemi regolatori europeo e statunitense. La comparazione ha trovato la propria ragion d'essere soprattutto nelle spinte provenienti dal diritto globale verso una regolazione sempre più imparziale rispetto agli operatori economici e alle istituzioni. L'analisi viene condotta individuando uno specifico settore di indagine, il mercato dell'energia elettrica e del gas. L'istituzione di agenzie europee indipendenti, può essere letta come un segnale dell'avvio di un processo verso l'istituzione di autorità indipendenti "federali" europee? La comparazione con le commissioni statunitensi è in tal senso funzionale a comprendere se queste possano rappresentare un modello per l'ordinamento europeo, alla luce delle spinte economiche e giuridiche globali che impongono una regolazione sempre più neutrale. ; In the last ten years, several structural reforms involved European regulation's institutions – firstly their multilevel governance - especially the fields of financial supervision, energy and telecommunications. These reforms made it possible to abandon the former system, based on formal or informal networks of independent regulatory authorities, in order to establish new independent agencies (EBA, ESMA, EIOPA, ACER, and BEREC). These agencies are able to interact with the EU Commission and the national regulators in the elaboration and application of shared regulatory standards and best practices. This work is focused on making a comparison between the European regulatory system and the U.S. one. Above all, the comparison arises from global public law's pushes toward a more neutral regulation, both from governments and from economic operators. The analysis was carried out by identifying a specific research field: the electricity and natural gas market. Is it possible to see in the institution of these new EU independent agencies the first step toward the creation of "federal" European authorities? The comparison is useful to understand if the U.S. independent commissions could represent a model for the European legal framework, also considering the economic and legal pressure for an always more neutral regulation.
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SFRH/BPD/96373/2013 ; La crescita di un forte movimento in favore dell'indipendenza dalla Spagna a partire dal 2010 ha portato alla ribalta della stampa internazionale l'emergenza della cosiddetta questione catalana. Nel presente articolo verrà analizzato il contesto storico, politico ed istituzionale dell'emergenza delle spinte separatiste, le caratteristiche del movimento ed i suoi attori principali, l'impatto che questo ha avuto sul sistema politico regionale e spagnolo e le prospettive della situazione nel breve periodo. In particolare, si cercherà di contestualizzare l'esperienza catalana degli ultimi anni nella più generale crisi europea, tenendo conto di due dimensioni fondamentali: quella territoriale, legata alle identità nazionali, e quella politica, legata ai limiti istituzionali della rappresentanza politica. ; publishersversion ; published
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In: Nazionalismi, storia e geopolitica 2
In: Il politico: rivista italiana di scienze politiche ; rivista quardrimestrale, Band 74, Heft 1, S. 115-147
ISSN: 0032-325X
After a brief account of the origin of the Kosovo crisis & of the attempts made by the international community to bring it to a solution, in the present work, the Author starts analyzing the stands taken by States in relation to the declaration of independence issued on the 17 February 2008 by the Assembly of Kosovo. By weighing the validity of the arguments advanced in favour or against the independence of Kosovo, the Author first highlights the violation of the terms of the UN Security Council resolution 1244/99 by the unilateral declaration of independence & the contradictions & omissions inherent in the claim of uniqueness about Kosovo advanced by most of the States which have decided to recognize the new entity. The Author then claims that the independence of Kosovo cannot be characterized neither as an exercise of a (dubious) right to a remedial secession nor as a fait accompli. He therefore concludes that Kosovo does not qualify yet as a subject of international law, that the acts of recognition of the new entity adopted by several States are premature and, as such, illegitimate & that, notwithstanding it is resolutely denied in any official statement, the conduct of abovementioned States seems to be permeated by the philosophy of the remedial secession. Adapted from the source document.
In: Italian Political Science Review: Rivista italiana di scienza politica, Band 40, Heft 2, S. 219-249
ISSN: 0048-8402
Lebanon is often considered the unique country in the Arab world that witnessed some form of democracy. Confessional conflicts and the long civil war have revealed the instability of "Lebanese democracy" but, at the same time, its everlasting endurance that prevents authoritarianism. One of the most interesting interpretations of this phenomenon is Lijphart's model of consociational democracy focusing on the role of elites. The consociational model works in Lebanon since its independence (1943) to the outbreak of the civil war (1975) and with some important modifications, it has been re-established during the Lebanese Second Republic (from 1989 until today). The founding elements of those periods are the various national pacts (1943, 1898, 2008) that contributed to the development of a system based on the balance among confessions. The civil war had modified the basis of the 1943 National pact and those of the consociational model. However, in the post war period, Lebanon adopted a new formula that was, again, clearly inspired by consociativism. The new consociational model is less flexible both at the institutional (troika system) and the social levels and increased confessional divisions thus preventing the attainment of any compromise among communities, which could guarantee a political equilibrium. Paradoxically consociativism has been institutionalized and transformed in a sort of "communitarized constitutionalism", a system that perceives fragmentation both insuperable and fundamental. Adapted from the source document.
In: Il politico: rivista italiana di scienze politiche ; rivista quardrimestrale, Band 75, Heft 3, S. 101-117
ISSN: 0032-325X
A common assumption in political studies is that the fundamental artificiality of current African boundaries -- that were inherited from the colonial period -- is a main reason of their intrinsic weakness. This assumption needs to be reviewed and reassessed critically. A fair number of African borders have histories much more complex than the simple results of European colonial enterprise. On the contrary, the delimitations of colonial borders were very often deeply influenced by dynamics which developed on the spot and relied to aspects of inter-African relations that went back in time. All this makes these borders well recognizable and recognized by the people they are meant to separate. The current boundary between Ghana and the Ivory Coast was established during the two final decades of the 19th century as a frontier between British and French territories. However, when considered in a long term historical perspective, the process which led to the definition of colonial territorial jurisdictions was but a follow up of two centuries of competition for hegemony by different local power centers. However the definition of the colonial border marked a turning point. It was a lengthy process which lasted several years and was negotiated on the ground in a context of underlying or open conflict between African actors. This type of African agency interacted with vested interests and strategies of the European powers, contributing to a large extent to consolidate a new balance, whose most visible seal was the colonial border which was finally agreed upon. In the process fundamental identities were re-interpreted and re-defined, setting the background for the 20th century social and political landscape of the region. International boundaries are a crucial marker of post-colonial African citizenship, which was created by independence as a territorial citizenship. Current trends in minimizing the role of international boundaries vis-a-vis other forms of internal and regional boundaries can have dangerous implications in putting at stake formal and substantial rights. Adapted from the source document.
In: Est-ovest: rivista di studi sull'integrazione europea, Heft 2, S. 197-208
ISSN: 0046-256X
In: Rubbettino Università