Political Institutions in Italy
In: Italian Political Science Review: Rivista italiana di scienza politica, Band 38, Heft 2, S. 306-308
ISSN: 0048-8402
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In: Italian Political Science Review: Rivista italiana di scienza politica, Band 38, Heft 2, S. 306-308
ISSN: 0048-8402
In: Italian Political Science Review: Rivista italiana di scienza politica, Band 39, Heft 2, S. 295-305
ISSN: 0048-8402
In: Iurisprudentia
In: Esperienze / Facoltà di giurisprudenza, Università degli studi SuorOrsola Benincasa 12
Economic processes, consisting of interactions between human beings, exploit the social capital of persons endowed with specific culture and identities. The role of institutions and policy makers is to build positive social capital and exploit it to reach their objectives. However, social capital is elusive and has several dimensions by which to interpret its multifaceted functions in economics and society. We cannot forget, furthermore, that social capital sometimes is undesirable for society, for instance when used for unethical uses. Even so, it is widely accepted that social capital has stable and positive effects.
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In: Ausonius éditions
In: Scripta antiqua 44
In: Italian Political Science Review: Rivista italiana di scienza politica, Band 38, Heft 2, S. 249-274
ISSN: 0048-8402
The paper analyzes the socio-cultural contemporary context in terms of a contradictory unbinding of social bondings and the de-construction of work organization. The existence of multiple bondings in institutional work, even if significant and rewarding, however, have the character to be unstable, leading to insecurity in the professional identity. The concept of network, if it is to be effective and not cause suffering to the participants, requires a relentless commitment to the government and regulation of the institutional bondings.Keywords: Network working group; Professional identity; Institution ; Il contributo analizza il quadro socio-culturale contemporaneo in termini di una contraddittoria slegatura del legame sociale e della de-costruzione dell'organizzazione del lavoro. L'esistenza di più legami lavorativi, anche se significativi e gratificanti, hanno tuttavia il carattere di essere instabili, comportando insicurezza nella identità professionale. Il lavoro di rete, se vuole essere efficace e non produrre sofferenza ai partecipanti, richiede un incessante impegno nel governo e nella regolazione dei legami istituiti.Keywords: Lavoro di rete; Identità professionale; Istituzione
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L'interculturalità e i limiti di un ordine globalizzato. Alcuni spunti di riflessione sull'inevitabile interferire della contingenza nelle umane istituzioni Riassunto: In questo testo desidero discutere da un'ottica strutturale il punto di consistenza della differenza tra paradigma del multiculturalismo e paradigma dell'interculturalità. Il primo esprime se stesso come differenziazione tra ordini culturali, che prevede comunque la presenza di un ordine o di un meta-ordine globale, il quale governa, in qualità di fondamento universale, lo svolgersi della coesistenza. Il secondo nega proprio questa possibilità, prevedendo come unica strada percorribile il lavoro contingente e situazionale di "traduzione" da un ordine culturale a un altro. Questo testo si propone di valutare proprio le ragioni in base alle quali del paradigma dell'interculturalità possa essere un candidato migliore per illuminare, ma anche per sottoporre a critica, la struttura titanica della globalizzazione.Parole chiave: Ordini politico/culturali; Globalizzazione; Estraneità; Traduzione; Contingenza Abstract: In this paper I wish to discuss at a structural level where the difference between the paradigm of multiculturalism and the paradigm of interculturality lies: whereas the first expresses itself in a differentiation among cultural orders, which however contemplates the presence of a global or meta-order capable of functioning as a universal ground of commonness, the second exactly negates such a possibility, by allowing as the only viable practice the contingent and situated work of "translation" from one cultural order to the other. This paper assesses exactly why the intercultural paradigm may be a better candidate in order to highlight and, at the same time, criticize the titanic structure of globalization.Keywords: Cultural/Political Orders; Globalization; Alienness; Translation; Contingency.
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In: Biblioteca di studi ispanici 13
In the 13th century many attempts were made to set up personal rule over Alessandria, with varying degrees of success. The first was Manfredi II Lancia, viceroy of Emperor Frederick II. This was followed by Guglielmo VII of Monferrato, whose plans were opposed initially by Oberto Pelavicino and subsequently by Carlo of Angiò. Dominion over Alessandria actively involved the population and the dignitaries of the city (divided by loyalty to the rival Lanzavecchia and Del Pozzo families). They were able to establish or end the rule of one family or another. Hence, the political élite of Alessandria took advantage of the aspirations of foreign rulers to solve internal problems, by according them with different powers as the situation demanded and as the loyalties of the rival factions changed. ; Nel XIII secolo Alessandria conobbe diversi tentativi, più o meno riusciti, di governo personale. Il primo fu quello di Manfredi II Lancia, vicario dell'imperatore Federico II. Il secondo esperimento signorile fu quello di Guglielmo VII di Monferrato, contrastato da Oberto Pelavicino e poi da Carlo d'Angiò. La questione del dominio su Alessandria coinvolse pienamente anche il Popolo e le partes della città (legate alle due famiglie rivali dei Lanzavecchia e dei Del Pozzo): esse esercitarono spesso un ruolo attivo nell'affermazione e nella conclusione dei governi signorili. Pertanto, l'élite politica di Alessandria si servì delle aspirazioni dei signori stranieri per risolvere i propri problemi interni, attribuendo loro, di volta in volta, poteri diversi, a seconda della situazione del momento e degli orientamenti politici delle diverse partes.
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In this study, we are concerned with the "carteggio interno" of the Fondo Sforzesco, preserved in the State Archive of Milan. This huge documentary deposit can provide the historian both with an unprecedented amount of data and sources of outstanding heuristical potential and with some possible deception, like the lack of information or the complete silence about important events. Starting from a dossier of documents (parts of them enclosed in a digital appendix), we will analize the centrality of the letter. The flexible format of the letter is suitable to express personal feelings, emotions, and also a certain degree of informality and confidence. Writing to the prince, the correspondent is normally inclined to go beyond the rules and to use confidential terms or remember personal acquaintance, in a characteristic mixture between the political sphere and the private and personal dimension. As narrative texts, letters require a careful exegesis and interpretation. Finally, the huge dimensions and the narrative appeal of the "carteggio" may give the wrong impression of a pervasive and powerful State, where the relationship with the prince dominates the political life. ; Nell'ambito della "storia documentaria delle istituzioni" ci si propone di esaminare il carteggio interno del Fondo Sforzesco dell'ASMi e di metterne in luce la ricchezza, le potenzialità per la ricerca e anche qualche possibile insidia interpretativa. A partire da un dossier di documenti, che in parte sono forniti come corredo iconografico al testo, si analizza la centralità della lettera all'interno di questo corpus di carte. La forma epistolare è prima di tutto un medium di comunicazione interpersonale, poco formalizzata e libera nell'espressione: chi scrive al principe segue certe regole e stili, ma può anche utilizzare toni confidenziali e personali, in una commistione tra pubblico e privato particolarmente congeniale alle relazioni politiche dello stato principesco. Le lettere sono costruite come testi narrativi e vanno attentamente interpretate e contestualizzate. Le stesse dimensioni del carteggio, che costituisce una raccolta imponente, condizionano il lettore che è tentato di vedervi un'immagine della pervasività e della potenza dello stato ducale.
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L'idea fondamentale da cui prende avvio la presente tesi di dottorato è che sia possibile parlare di una svolta nel modo di concettualizzare e implementare le politiche sociali, il cui fuoco diviene sempre più la costruzione di reti di partnership fra attori pubblici e privati, in cui una serie di soggetti sociali plurimi (stakeholders) attivano fra loro una riflessività relazionale. L'ipotesi generale della ricerca è che, dopo le politiche improntate a modelli statalisti e mercatisti, o un loro mix, nella politica sociale italiana emerga l'esigenza di una svolta riflessiva e relazionale, verso un modello societario, sussidiario e plurale, e che di fatto – specie a livello locale – stiano sorgendo molte iniziative in tal senso. Una delle idee più promettenti sembra essere la creazione di distretti sociali per far collaborare tra loro attori pubblici, privati e di Terzo settore al fine di creare forme innovative di servizi per la famiglia e la persona. La presente tesi si focalizza sul tentativo della Provincia di Trento di distrettualizzare le politiche per la famiglia. Tramite l'analisi del progetto "Trentino – Territorio Amico della Famiglia" e di una sua verticalizzazione, il Distretto Famiglia, si è studiato l'apporto delle partnership pubblico-privato nella formazione di strumenti innovativi di governance che possano determinare una svolta morfogenetica nell'elaborazione di politiche per la famiglia. Le conclusioni del lavoro, attraverso una comparazione tra esperienze territoriali, presentano la differenziazione delle partnership sociali, in base ad alcuni variabili (pluralità di attori, pluralità di risorse, shared project, capitale sociale, decision making, mutual action, logiche di lavoro relazionale, sussidiarietà). Le diverse modalità di gestione delle partnership (capacitante, professionale e generativa) sintetizzano i portati culturali, strutturali e personali coinvolti nelle singole costruzioni. Solo le partnership che interpretano il loro potenziale regolativo e promozionale secondo la riflessività relazionale tendono a generare beni comuni nel contesto sociale. ; The fundamental idea that inspires this dissertation is that it is possible to speak of a breakthrough in the way of framing and implementing social policies today. More and more the focus becomes building up partnership networks among public and private actors in which a plurality of stakeholders act according to relational reflexivity. The general hypothesis of this research is that Italian social policies, after assuming models marked by statist and market driven policies (or a mix), show the need to adopt a relational model supported by subsidiary policies. Many welfare initiatives are springing up in this direction particularly at the local level. One of the most promising examples seem to be the creation of social districts in which public, private and third sector actors can cooperate together in order to create innovative forms of personal social services addressed to families. The empirical part of this dissertation focuses on the attempt made by the Province of Trento to produce new family policies according to these new orientations. Through the analysis of the "Trentino – Territorio Amico della Famiglia" and its vertical integration, the Family District, this study shows how a public-private partnership can create innovative tools of social governance that lead to a morphogenetic development of family policies. The conclusions of the work, through a comparison between different territorial experiences, present the differentiation of social partnership according to certain variables (number of players, resources, shared project, social capital, decision making, mutual action, the logic of relational work, subsidiarity). The different ways of managing these partnerships (enabling, professional and generative) represent the synthesis brought about by the cultural, structural and personal contributions involved in building each one of them. Only those partnerships that interpret their regulatory and promotional potential through relational reflexivity tend to lead to generativity actions.
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In Sicilia lo strumento principale che ha caratterizzato le modalità d'intervento dei poteri pubblici in economia è stato quello della partecipazione diretta o indiretta, quello cioè della Regione che si propone come ente fautore del sostegno allo sviluppo dell'industria e successivamente come soggetto imprenditore. Le formule organizzative attraverso le quali si è concretizzato l'intervento regionale in economia furono la società per azioni a partecipazione regionale, l'azienda autonoma regionale e l'ente pubblico regionale1. La storia dello sviluppo economico siciliano nel secondo dopoguerra conferma come il ricorso allo strumento dell'ente pubblico economico sia stato molto frequente nella realtà locale come, peraltro, anche in altre Regioni d'Italia. Tracce, queste, di una vicenda storica che intuiamo subito avere complesse implicazioni tali da generare la necessità di interrogarsi sul modo nel quale le istituzioni politiche hanno influito sulle dinamiche economiche siciliane nel secondo dopoguerra; per quanto noti e approfonditi siano stati infatti gli elementi caratterizzanti e i percorsi peculiari dello sviluppo economico siciliano, rimangono scarsamente approfonditi il tenore dei rapporti e i nessi politici, istituzionali ed economici tra centro e periferia, in altre parole rimane ancora parzialmente inesplorata quella parte dell'indagine inerente l'evoluzione dei processi di industrializzazione della Sicilia nel secondo dopoguerra attuata parallelamente dalle autorità regionali e dallo Stato attraverso i loro enti e strumenti. È lecito chiedersi quali siano stati i tempi, le modalità, gli ostacoli e gli eventuali risultati delle azioni di pianificazione intraprese dai poteri pubblici centrali e regionali nella prospettiva dello sviluppo economico del territorio; il coordinamento delle azioni di promozione del progresso industriale si presentava in tal senso, sin dall'inizio, come una delle sfide fondamentali per un adeguato e consistente rilancio economico delle aree più arretrate del Mezzogiorno italiano; ecco che lo studio dei provvedimenti legislativi emanati rappresenta un approfondimento indispensabile e obiettivo primario di questo lavoro. ; In Sicily, the main tool that has characterized the mode of action of the public authorities in the economy has been the direct or indirect holding, that of the region which is proposed as an advocate organization to support the development of industry and later as an entrepreneur subject. The organizational form through which the intervention took the form of regional economy were the corporation to regional participation, the company and the autonomous regional public regional entity. The history of economic development in the post-war Sicilian confirms that the use of the economic instrument of the public powers has been very common in the local as, moreover, also in other regions of Italy. Traces of these, a historical event that we immediately have complex implications that would generate the need to research the way in which political institutions have an impact on the economic dynamics of Sicily after World War II, to the extent known and depth were in fact the key features and Sicilian peculiar paths of economic development remain poorly detailed content of the reports and the links political, institutional and economic relations between center and periphery, in other words that still remains partially unexplored part of the investigation concerning the evolution of the processes of industrialization of Sicily in the second postwar implemented in parallel by the regional authorities and the State through their bodies and instruments. You might be wondering what were the times, methods, obstacles and possible results of planning actions taken by the public authorities in the central and regional perspective of economic development of the territory, the coordination of measures to promote industrial progress is presented in this sense, from the outset, as one of the key challenges for an adequate and substantial economic recovery in less developed areas of Southern Italian.
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