Justice et argumentation: essais à la mémoire de Chaïm Perelman
In: Editions de l'Université de Bruxelles
In: Faculté de Droit
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In: Editions de l'Université de Bruxelles
In: Faculté de Droit
In: Enciclopedia giuridica del lavoro 9
In: Diritto pubblico del lavoro
In: Esclavage et dépendance
In: Rapporto CER-IRS sull'industria e la politica industriale italiana 10
In: Studi e ricerche 451
Originariamente pubblicato nella primavera del 1945, all'indomani della fine del secondo conflitto mondiale, questo libro racchiude un'efficace testimonianza dell'impeto «ricostruttivo» che animò La Pira in una stagione drammatica della storia italiana ed europea. Al tempo stesso il lavoro, frutto di una serie di riflessioni e considerazioni maturate negli anni di guerra, offre al lettore un'ideale sintesi tra il La Pira «sociale» degli anni Trenta e il La Pira «politico» degli anni Quaranta, attraverso un percorso che avrebbe riaffermato costantemente una profonda unità tra pensiero e azione. La nostra vocazione sociale è dunque un testo cruciale per afferrare il naturale filo di continuità esistente tra l'impegno lapiriano a fianco dei poveri, il suo ruolo di «resistente pacifico» negli anni di «Principi» e la sua attività di docente di diritto romano e nell'associazionismo cattolico, esperienze formative inscindibili in vista dei lavori «architettonici» che di lì a poco lo avrebbero visto protagonista della Costituente. L'approccio con cui La Pira affronta la «crisi del mondo» gli permette di analizzare i sistemi politici, filosofici e istituzionali dell'età moderna e contemporanea partendo dal presupposto della rottura di un'ideale «unità» dell'edificio sociale. La sua critica non approda però ad una risposta di ripiegamento bensì, declinando in modo originale rispetto per la tradizione e volontà di progresso, invita tutti a una positiva assunzione di responsabilità: a ricostruire insieme una gerarchia di valori che permetta il superamento della stagione dell'homo homini lupus, sulla base della riscoperta comune del «divino» che c'è in ogni essere, contrapposto al germe «razzista» implicito nei totalitarismi. Ne emerge quindi un'originale riaffermazione dei valori cristiani, con una particolare declinazione della lezione di Maritain e del «personalismo comunitario» (a partire dalla necessaria tutela dei «deboli» di fronti agli eccessi del liberismo) che spinge La Pira a sostenere l'esigenza di centrare la ricostruzione postbellica su una dimensione «sociale». La riaffermazione del valore della persona umana diventa dunque in queste pagine impegno di fede e progetto politico; insieme apre spiragli innovativi su quelli che negli anni a venire sarebbero stati i criteri orientativi dell'«interventismo pacifista» del sindaco di Firenze: la diplomazia «democratica», il ruolo delle città, il sogno dell'Onu «integrale». La scelta di ripubblicare questo testo, sessant'anni dopo il suo concepimento, ci riporta direttamente alla sua profonda e sorprendente attualità; al contempo offre a tutti, esperti di politica e non, una riflessione sull'uomo, sulle responsabilità dei cristiani e sulla centralità della pace e ripropone un invito deciso e universale a confrontarsi con la complessità del mondo e a cercare nel dialogo con l'altro i percorsi misteriosi della fede e della storia.
BASE
In: Pubblicazioni di scienze filosofiche e politiche 48
In: Biblioteca di testi e studi., Sociologia 104
In: Studi e ricerche 412
In: Rapporto CER-IRS sull'industria e la politica industriale italiana 9
In: Il diritto delle Comunità Europee 8
In: Rapporto sull'industria e la politica industriale italiana 2
In: Studi e ricerche 226