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ISSN: 1857-9221
Il presente studio prende in esame il Dittionario italiano-albanese del frate francescano Francesco Maria Da Lecce (1702). Egli è il primo cultore di lingua albanese che inaugura la stagione dei dizionari bilingui di autori italiani. Con diligenza l'Autore registra il patrimonio lessicale albanese della fine del XVII sec. La sua opera diventa un prezioso documento linguistico che, in un contesto culturale di tarde e non copiose attestazioni scritte, assume un rilievo particolare per la storia della lingua albanese. In tal senso, egli è il prosecutore della tradizione, è l'anello congiuntivo con la linguistica e la lessicografia ottocentesche. L'indagine si sofferma particolarmente sui prestiti lessicali italiani nel seicento albanese. La valutazione degli italianismi del Da Lecce porta necessariamente alla individuazione di due tipologie di voci: la prima, riguarda i lemmi già attestati nei testi antichi (Buzuku, Budi, Bardhi e Bogdani); la seconda, le voci che risultano ad oggi attestate per la prima volta proprio nel dizionario del Da Lecce. Rintracciarle nel dizionario rappresenta una novità, poiché esso è rimasto inedito fino al 2009 (non è stato possibile agli albanologi consultarlo per i loro studi pubblicati nel XIX e XX secolo). Di tutte le occorrenze riportate si ripercorre la storia, segnalando la prima attestazione e accezione, e si rintracciano puntualmente gli interventi del Da Lecce. Rispetto ai recenti studi sugli italianismi nella lingua albanese, il presente saggio segnala nuovi apporti di àmbito botanico, storico, geologico, religioso, gastronomico, militare e inoltre nomi di oggetti e di professioni e uffici. Le considerazioni finali riguardano la vitalità degli italianismi rintracciati nel dizionario.
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Il volume presenta la storia del testo del romanzo Dimri i vetmisë së madhe (1973) di Ismail Kadare. I reali eventi storici narrati sulle controversie nel blocco comunista hanno posto in primo piano l'atteggiamento del partito comunista albanese. La critica ufficiale dell'epoca ha stigmatizzato l'opera per motivi che esulano dall'àmbito letterario. Il romanzo ha avuto quattro edizioni. La seconda (1977) con il titolo Dimri i madh è dovuta soprattutto ai severi richiami della critica letteraria, che considerava l'opera non conforme al canone del realismo socialista. Il rifacimento per l'edizione dell'Opera omnia (1983) segna un'altra tappa del suo iter con un aggiornamento dei fatti politici e conseguente rivisitazione dei personaggi. L'ultima rielaborazione, affrancata dalle censure del regime, che riprende il titolo della prima edizione, è pubblicata in piena libertà, in Francia (1999), con poche aggiunte che definiscono in modo più articolato la figura del dittatore. La rassegna contrastiva di tutte le edizioni mira anche a stabilire il testo alla base della pubblicazione di Parigi. I notevoli ampliamenti, le trasposizioni, nonché le eliminazioni della seconda edizione (1977), che hanno reso più compatta la struttura e più snello lo stile del romanzo, permangono fino alla quarta redazione (1999). I numerosi e significativi interventi linguistici costituiscono un lavorìo infaticabile di adesione alla norma letteraria, di riscoperta della ricchezza polisemica dei lemmi e di sostituzione dei forestierismi e, nel contempo, una diligente ricerca di eleganza stilistica.
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International audience ; The arrangements offered by international community as solutions to Yugoslav dissolution process have significantly affected the development of the Kosovo conflict. These policies failed to produce consensus between the parties in conflict, instead, as the paper demonstrate, they played the role of a catalyst in the initiation of the conflict. This paper, by offering a detailed reconstruction of the process by which the international community tried to settle the Kosovo case, demonstrates how the dynamics of the conflict interacted dynamically with international community attitudes and policies towards the case. The paper discusses the attitudes and policies of international community toward the Kosovo case underlining its attachment to traditional prerequisites of international order instead of inherited causes of conflict. There are three important events that underline the interference of international community in the case of Kosovo before the war: the Conference on Yugoslavia that followed up the creation of the Badinter Committee, the Dayton Agreement and the Rambouillet Talks. These events are explained in details in three separate sections since they have immediate implications for the situation in Kosovo and consequently for the development of the conflict. We first discuss the contribution of existing normative framework to models of international community behavior and their effects in the case of Kosovo conflict following with the reaction of the conflicting parties towards offered arrangements. Both moments are assumed to be of importance in providing a larger picture in the understanding of the outgrowth of Kosovo conflict.
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International audience ; The arrangements offered by international community as solutions to Yugoslav dissolution process have significantly affected the development of the Kosovo conflict. These policies failed to produce consensus between the parties in conflict, instead, as the paper demonstrate, they played the role of a catalyst in the initiation of the conflict. This paper, by offering a detailed reconstruction of the process by which the international community tried to settle the Kosovo case, demonstrates how the dynamics of the conflict interacted dynamically with international community attitudes and policies towards the case. The paper discusses the attitudes and policies of international community toward the Kosovo case underlining its attachment to traditional prerequisites of international order instead of inherited causes of conflict. There are three important events that underline the interference of international community in the case of Kosovo before the war: the Conference on Yugoslavia that followed up the creation of the Badinter Committee, the Dayton Agreement and the Rambouillet Talks. These events are explained in details in three separate sections since they have immediate implications for the situation in Kosovo and consequently for the development of the conflict. We first discuss the contribution of existing normative framework to models of international community behavior and their effects in the case of Kosovo conflict following with the reaction of the conflicting parties towards offered arrangements. Both moments are assumed to be of importance in providing a larger picture in the understanding of the outgrowth of Kosovo conflict.
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Il presente lavoro prende in esame gli Italianismi nella lingua albanese. Le note introduttive al volume presentano un breve profilo linguistico dell'albanese, i momenti salienti della lessicografia albanese, con particolare riferimento ai dizionari bilingui che vedono l'italiano come lingua a confronto, e una rapida esposizione delle ricerche etimologiche nel campo dell'albanese, soffermandosi principalmente sugli studi sugli italianismi. Lo studio si pone l'obiettivo di aggiornare l'apporto lessicale italiano nella lingua albanese. Per questa ragione, il presente lavoro, impostato su un piano diacronico e sincronico, prende in rassegna studi principalmente etimologici, dizionari etimologici, vocabolari bilingui e monolingui, ufficiali normativi) e d'autore (non normativi), dizionari terminologici (musicali, meccanici, ecclesiastici, giuridici, economici, letterari, fisiologici, ecc.) e studi sulla terminologia della comunicazione, della stampa e della radiotelevisione, della cinematografia e della fotografia, dell'arte militare, ecc. Si fa ricorso al mezzo televisivo per lemmi usati comunemente ma non registrati nei dizionari. I riferimenti, pur circoscritti, ai quotidiani, testimoniano la vitalità dei lemmi rintracciati. La conoscenza diretta della lingua ha portato all'inserimento di voci che non hanno riferimenti bibliografici. Non mancano citazioni d'autore per dimostrare che le attestazioni nei dizionari non coincidono con la prima attestazione del lemma. Si attua il principio della concordanza fonologica, morfologica e semantica e si cerca di dare un panorama, pur sommario, delle dinamiche lessicali, rilevando la differenza tra lemma accolto e lemma vitale, poiché gli italianismi fanno stabilmente parte della contemporanea realtà linguistica albanese.
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