In: Analele Universității București: Annals of the University of Bucharest = Les Annales de l'Université de Bucarest. Științe politice = Political science series = Série Sciences politiques, Band 15, Heft 2, S. 25-37
Food security is one of the most complex problems that the world is facing today. This paper discusses the role of international trade in food security and analyzes whether there is a real option to promote or attract land investments, alongside domestic production and international trade for the nations touched by food insecurity. Considering food security as a common purpose for all nations, independently of their level of development or political ideologies, the research concludes that serious cooperation within international agricultural trade negotiations represents the main step towards resolving the most important world challenges such as achieving global food security alongside "Green Growth". International trade is connected with economic development: free trade brings on medium and long term economic growth. Fighting against poverty requires efficient economic policies and, due to the high degree of economic integration reached by the international economy, this is possible only if governments cooperate with each other and with international organizations, avoiding protectionism.
La complessa e problematica diffusione spaziale del fenomeno liquido land grabbing offre agli Autori l'occasione non soltanto per indicare l'itinerario scientifico con cui è possibile superare la difficoltà di conoscere i luoghi da cui partono e quelli in cui si consuma il processo di accaparramento delle terre, ma anche l'opportunità di riflettere sulla funzione epistemologica della cartografia. L'articolo spiega infatti perché le rappresentazioni tematiche sono utili, oltre che a palesare visivamente la distribuzione dei fenomeni esaminati, anche a spingere le indagini verso l'interpretazione dei loro significati più nascosti. Dietro gran parte delle negoziazioni per l'acquisizione delle terre si celano infatti rapporti compositi che vedono protagonisti gruppi economici e finanziari di Stati, imprese e società, mossi da interessi declinati alla crescita finanziaria piuttosto che allo sviluppo economico sostenibile. Pochi, incompleti e talora discordanti sono i dati quantitativi del fenomeno che gli Autori, dopo un'attenta analisi ed elaborazione critica, hanno georeferito. Le rappresentazioni cartografiche che ne sono scaturite hanno delineato il complesso e caleidoscopico mondo del land grabbing che a scala mondiale disegna non solo le scontate direttrici di matrice colonialista Nord-Sud, ma anche quelle di nuova generazione Sud-Sud, Nord-Nord e Sud-Nord. Le vecchie e nuove traiettorie confermano che il fenomeno dell'accaparramento delle terre si è ormai globalizzato coinvolgendo, con ruoli e funzioni diverse, la gran parte dei paesi del mondo e disegnando una nuova geografia, dove i confini tra paesi predati e predatori sono meno netti e più liquidi e dove la linea di demarcazione, che un tempo poteva corrispondere a quella dell'equatore geografico, è venuta a mancare in quanto alcuni paesi preda sono al tempo stesso anche predatori. L'emersione di questi nuovi flussi impone di fare chiarezza su alcune indicazioni contradditorie delle politiche agricole internazionali in particolare quelle farisaicamente preoccupate di produrre biocarburanti estendendo le colture no food e scarsamente attente agli appetiti speculativi del land grabbing che sottraggono risorse vitali alle popolazioni rurali costringendole ad abbandonare le loro terre e ad emigrare. ; The complex and problematic spatial diffusion of the liquid land grabbing phenomenon offers the AA not only the opportunity to indicate the scientific itinerary with which it is possible to overcome the difficulty of knowing the places from which they originate and those in which the process of land grabbing takes place, but also the opportunity to reflect on the epistemological function of cartography. The article explains why the thematic representations are useful, as well as visually revealing the distribution of the phenomena examined, also to push the investigations towards the interpretation of their most hidden meanings. Behind most of the land acquisition negotiations lie mixed relationships involving economic and from state financial groups; businesses and companies, driven by declining interests in financial growth rather than sustainable economic development. The Authors, after careful analysis and critical elaboration, have geo-referenced, incomplete and contrasting quantitative data of the phenomenon. The cartographic representations that have arisen have outlined the complex and kaleidoscopic world of land grabbing that on a global scale not only outlines the obvious directions of colonialist North-South, but also those of new generation South-South, North-North and SouthNorth. The old and new trajectories confirm that the phenomenon of land grabbing has become globalized by now involving, with different roles and functions, most of the countries of the world and designing a new geography, where the boundaries between predated and predatory countries are less strict and more flowing and where the demarcation line, which at one time could have corresponded geographically to that of the equator, has failed as some prey countries are also predators. The emergence of these new flows makes it necessary to clarify some of the contradictory indications of international agricultural policies, in particular those hypocritically concerned with producing biofuels by extending no food cultivations and are barely attentive to the speculative appetites for land grabbing that take vital resources from the rural populations forcing them to leave their lands and emigrate.
This essay examines the political destiny and function in government of the civic institutions and élites of formerly independent urban polities once they had settled into the new political context of the Italian regional states in the fifteenth century. Research conducted from the 1970s onwards has established the greater weakness of Padua's municipal institutions and élite in relation to Venice, as compared to the experience of many other cities of the Terraferma dominion. The essay focuses on the profile of issues connected with land in the Paduan civic council's activity in the later fifteenth century, also seeking to gauge the extent of its autonomy in policy-making and its perception of its role, especially in relation to the action of Venetian authority. The archival material used concerns both the activity of the Paduan council and the more general conduct of government in Venice and Padua.
Il suolo rappresenta uno degli elementi fondamentali della biosfera e necessita di una politica globale di gestione, valutazione e conservazione. Tale politica per essere applicata richiede necessariamente informazioni armonizzate sia nel tempo che nello spazio. In passato il modo in cui l'uomo sfruttava le risorse del territorio evolveva lentamente, in modo graduale, come risultato di decisioni prese da singoli individui separatamente. Oggi, in un mondo sempre più complesso e densamente popolato, sta diventando sempre più urgente la necessità di pianificare qualsiasi forma di utilizzo del territorio, sfruttando al meglio le risorse ambientali e nello stesso tempo preservare tali risorse per il futuro. Una fase fondamentale della pianificazione è quella comunemente definita Valutazione del Territorio o Land Evaluation. La land evaluation nasce dall'interpretazione della carta pedologica che costituisce il documento informativo di base e che illustra le caratteristiche ed i modelli di distribuzione geografica dei suoli presenti nell'ambito di un determinato territorio. Dalla sua consultazione è possibile desumere una vasta gamma di informazioni, che si prestano ad essere impiegate nei più diversi settori attinenti la pianificazione territoriale. Il risultato finale è la produzione di carte derivate contenenti l'informazione richiesta, esplicitata in forma semplice e comprensibile da una vasta gamma di utenti non necessariamente specializzati. Tuttavia, l'approccio odierno alla Land Evaluation consente valutazioni di tipo puramente qualitativo, e che considerano poco o nulla delle moderne ricerche e delle conoscenze acquisite negli ultimi anni sui processi che avvengono nel sistema suolo. Cosicché oggi, parallelamente alla diffusione di tecniche produttive sempre più complesse e precise, l'interesse si è rivolto ad approcci alla land evaluation in grado di dare risposte di tipo quantitativo. I recenti sviluppi avutisi nel settore delle simulazioni mediante computer, hanno aperto la strada alla diffusione di tali sistemi anche negli studi di valutazione territoriale. Il presente lavoro costituisce un approccio moderno alla land evaluation il cui obiettivo è in linea con le considerazioni precedentemente fatte: migliorare il processo di valutazione del territorio, mediante l'impiego di: a) tecniche stocastiche (geostatistica) e deterministiche (environmental correlation) per lo studio della distribuzione spaziale delle variabili ambientali; b) modelli fisicamente basati per la simulazione dei processi idrologici nei suoli e per la simulazione della crescita delle colture.
Ai fini della disamina condotta in questa tesi, l'attenzione sarà rivolta in particolar modo alla letteratura australiana, in cui si inserisce la scrittrice Jeannie Gunn (1870-1961). Ritengo infatti interessante analizzare il rapporto che intercorse tra una scrittrice bianca e gli aborigeni che popolavano la regione del Northern Territory, in quanto le sue due opere più famose, qui scelte per l'analisi, The Little Black Princess: a True Tale of Life in the Never-Never Land (1905) e We of the Never-Never (1908), sono ambientate in quell'area che, come è possibile notare già a partire da entrambi i titoli, è anche conosciuta con il nome di "Never-Never Land". Attraverso questi testi è possibile giungere alla conclusione come gli indigeni appaiano sostanzialmente strumentalizzati in rapporto alla causa imperialistica, volta a mantenerli in una situazione di inferiorità per motivi economici, politici e sociali. I numerosi esempi estrapolati dai libri mostrano come la Gunn tenti, a più riprese, di rispondere a una certa empatia e comprensione nei confronti dei nativi (aprendosi allo studio delle loro tradizioni culturali, come miti, usanze e costumi), relativa apertura che si accompagna sempre però a un presupposto legato alla superiorità dei bianchi (referenti, maestri, esempi di civiltà evoluta).
Il testo affronta la trasfigurazione estetica e l'interpretazione critica di fatti storici (Guerra di Spagna) nell'opera letteraria "Homage to Catalunia" di George Orwell e nell'opera cinematografica "Land and Freedom" di Ken Loach. In particolare, vengono analizzate l'esperienza estetica e la comprensione dello spettatore cinematografico nel quadro del realismo storico. Le convenzioni espressive proprie del reportage letterario e del documentarismo cinematografico sono studiate in rapporto alla tematizzazione della questione morale e politica.
Il presente lavoro ha l'obiettivo di descrivere il recente fenomeno del land grabbing che tradotto letteralmente significa accaparramento delle terre. Questo fenomeno si riferisce al fenomeno delle acquisizioni di terra su larga scala e degli investimenti esteri in agricoltura nei paesi del sud del mondo da parte di compagnie private, governi di paesi sviluppati e nuove economie emergenti. La corsa alle terre è partita in seguito alle crisi globali e finanziare degli ani 2007/2008. Il fenomeno del land grabbing da molti è considerato come una nuova forma di colonialismo, infatti l'occupazione di territori e con essi l'impadronirsi delle risorse naturali son sempre stati i motivi conduttori che hanno guidato l'espansione coloniale. Tuttavia l'accaparramento delle terre si contraddistingue dal vecchio colonialismo per diverse ragioni, ad esempio per la vastità delle terre coltivabili coinvolte in questo fenomeno e quindi per la grande richiesta della domanda e inoltre per la produzione per la quale queste terre sono destinate, ossia attualmente le terre acquisite sono finalizzate soprattutto alla produzione di prodotti alimentari di base come il grano, il riso, il mais e per la produzione agroenergetica. Un'altra importante differenza consiste nel fatto che il land grabbing contemporaneo è caratterizzato da uno scenario geopolitico molto diverso rispetto a quello del passato, e non si limita solo all'acquisizione di terre nei paesi sottosviluppati da parte dei paese ricchi ma le dinamiche delle relazioni tra i paesi del Sud del mondo sono diverse, infatti ci sono paesi come la Cina, l'India e la Corea del Sud o i paesi del Golfo che agiscono sulla stessa linea dei paesi occidentali nel fenomeno dell'acquisizione delle terre. Nello specifico il piano del presente studio è cosi strutturato: il primo capitolo, descrive il quadro generale del fenomeno della corsa alle terre analizzandone le cause e gli investitori coinvolti; il capitolo secondo è incentrato sui paesi target coinvolti dal fenomeno, sulle modalità con cui avvengono gli accordi e sull'impatto sui diritti umani delle popolazioni locali e un'ultima analisi si concentra sulla regolamentazione a livello internazionale del fenomeno. Nel capitolo terzo è analizzato il contesto dell'accaparramento delle terre nell'Africa subsahariana partendo da una breve analisi storica sull'uso e sul valore della terra in Africa per poi descrivere una panoramica generale del land grabbing in terra africana analizzandone le sue caratteristiche e l'impatto sulla popolazione locale. Il quarto capitolo si concentra sul caso particolare della Tanzania, descrivendo brevemente il quadro generale del paese e le dinamiche delle acquisizioni di terre su larga nel scala nel Paese e gli impatti sulla popolazione locale.
Secondo il Report IFAD sulla povertà rurale, nel 2008, circa due terzi della popolazione africana viveva nelle aree rurali ed era in qualche modo coinvolta in attività agricole commerciali o di sussistenza (IFAD, 2011). L'agricoltura rappresenta il più importante settore economico per la popolazione africana e le donne risultano cruciali per la produzione agricola: rappresentano infatti il 62,8 per cento della forza lavoro (FAO, 2014). Dopo la crisi alimentare del 2007-2008 si è andato intensificando il fenomeno delle acquisizione di terre su larga scala in paesi del Sud del mondo, in particolare nel continente africano, da parte di multinazionali, governi, aziende nazionali e singoli soggetti privati. Questo processo è stato denominato anche land grabbing dalle principali organizzazioni internazionali e della società civile e ha avuto grande impatto mediatico a livello internazionale. L'intensificarsi del fenomeno ha portato a una progressiva perdita di controllo e accesso ad ampie porzioni di territorio da parte delle comunità locali, che non possono più disporre delle risorse naturali collegate alla terra. La cessione di ampi terreni avviene in molti casi senza trasparenza informativa, con violazione dei diritti umani e senza il consenso delle comunità che vi abitano e che coltivano tali aree, e a cui viene imposto un cambio radicale di vita. La terra è una risorsa centrale per l'identità, il sostentamento e la sicurezza alimentare di una comunità, dunque le conseguenze sono molteplici a livello sociale, culturale, economico e politico. Gli impatti sulle relazioni di genere e in particolare sulle donne delle comunità rurali risultano essere cruciali nel discorso sullo sviluppo. L'obiettivo di questo lavoro è indagare come le relazioni di genere, a seguito delle trasformazioni nella gestione della terra, si modificano amplificando squilibri già esistenti e creando conseguenze sulle logiche di potere delle comunità rurali e sulle vite delle persone che ne fanno parte. ; According to the IFAD Rural Poverty Report, in 2008 about two thirds of the African population lived in rural areas and were involved in agricultural activities in some form, either for commercial purposes or subsistence (IFAD, 2011). Agriculture is the most important economic sector for the African population and women are crucial within its production, representing 62,8 % of the workforce (FAO, 2014). After the food crisis of 2007-2008, the phenomenon of large-scale land acquisitions in developing countries by national and transnational companies, governments and individuals has been intensifying, particularly seen in Africa. This process, also referred to as land grabbing by the main international organisations and civil society has had a strong media impact at an international level. The intensification of the phenomenon has led to local communities progressively losing control and access to large pieces of land, no longer able to use the natural resources derived from it. As land is fundamental for the identity, the sustenance and the alimentary safety of a community, land grabbing therefore has had a variety of consequences at a social, cultural, economic and political level. The transfer of control often takes place without informative transparency or agreement from the local communities living and working in these areas, who are forced into a radical change of life, often accompanied by human rights violations. The impacts on gender relations are crucial to this narrative, in particular how women from rural communities are affected. The aim of this work is to investigate how these gender relations are changed as a consequence of the shifts in the management of land, where existing imbalances are amplified, with a strong impact on the distribution of power in rural communities and the lives of the people who belong to them.
This historical essay describes Emperor Franz Joseph's visits to the Czech lands. Both the Monarch's image and the people's attitude to his stays in Bohemia and Moravia during his long reign (1848–1916) were prone to change. Following his coronation the young ruler dissolved the Constituent Assembly and returned Austria to Absolute Rule. His popularity declined sharply even though the Czechs supported the Habsburgs during the 1848/49 revolutionary uprising. He was welcomed in Bohemia after his wedding in 1854 but this was fuelled by the hope that the current harsh rule would grow more lenient. Once constitutional rule was reinstated, Czech politicians attempted to entice Franz Joseph to hold his coronation ceremony in Bohemia. In this they did not succeed. During the final decades of his rule the emperor acquired the benign image of an "Old Monarch" and this despite the fact that Czech attachment to the monarchy had weakened considerably over time. Nevertheless the Czech people sincerely liked their Emperor and his visits were always occasions for national celebration. During these visits the aged Monarch would address old war veterans and young children and these meticulously recorded conversations formed an integral part of his official cult.
This volume aims to investigate, with an interdisciplinary approach, how legal property regimes, land law and land registration systems are intertwined with economic, social, and political spheres; to analyse the social functions and legal and political implications of various land registration systems in different contexts and how, for example, they operated in a colonial framework; to scrutinise the relations between politics and property, as well as the transformation of the property concept, in its meaning and function. ; Introduction / Elisabetta Fiocchi Malaspina - Simona Tarozzi (pp. 9-13). -- Transfer of Immovable Properties, Publicity and Land Law in the Age of Justinian: the Perspective of the Praetorian Prefect / Silvia Schiavo (pp. 15-28). -- L'evasione fiscale come problema circolare nelle esperienze storiche: esempi della tarda antichità / Paola Bianchi (pp. 29-50). -- Land Grant in Late Antiquity: a pattern for Modern Colonial Regulations? / Simona Tarozzi (pp. 51-67). -- Contextualización iushistórica de la reforma agraria chilena (siglo XX) / Agustín Parise (pp. 69-93). -- La influencia del Derecho Romano en la adquisición y en el sistema de transferencia en los derechos reales en el siglo XIX, Argentina / Pamela Alejandra Cacciavillani (pp. 95-110). -- The indigenous concept of land in Andean constitutionalism / Silvia Bagni (pp. 111-136). -- The "trascrizione" system in Italy from the end of the nineteenth century to the promulgation of the civil code (1942) / Alan Sandonà (pp. 137-160). -- Registro e colonialismo em Angola / Mariana Dias Paes (pp. 161-176). -- Tracing Social Spaces: Global Perspectives on the History of Land Registration / Elisabetta Fiocchi Malaspina (pp. 177-202). -- The politics of real property in the Kingdom of Sardinia, 1720–1848 / Charles Bartlett (pp. 203-226).
In seguito alla crisi dei prezzi dei prodotti alimentari tra il 2007 ed il 2008, é emersa sul panorama internazionale una nuova pratica, definita sinteticamente "land grabbing" (letteralmente accaparramento delle terre). Con tale espressione si indica, in prima approssimazione, l'acquisizione o l'affitto in larga scala di terre destinate ad uso agricolo, da parte di investitori stranieri pubblici e privati. Il fenomeno è concentrato prevalentemente nei Paesi in via di sviluppo e, in modo particolare, in Africa. I Pvs, spinti dalla necessità di liquidità ed infrastrutture, hanno posto in essere un politica favorevole agli Investimenti Diretti Esteri, consentendo l'acquisto o l'affitto di terra fertile, per corrispettivi o canoni piuttosto esigui e termini contrattuali particolarmente estesi (generalmente ricompresi in un range temporale tra i trenta e novantanove anni). La conclusione di tali contratti di investimento è formalmente indirizzata alla produzione di materie prime per il fabbisogno alimentare ed energetico dei Paesi d'origine. Prima facie, essi sembrerebbero un "normale" esercizio della sovranità permanente dello Stato di destinazione sulle proprie risorse naturali, che detiene il pieno diritto di regolarne lo sfruttamento. Nella fattispecie, emerge, infatti, in modo preponderante il ruolo degli Stati ospite. Le transazioni si svolgono in maniera formalmente legittima e vengono veicolate dallo Stato recipiente, le cui autorità nazionali o regionali concludono leciti accordi con gli investitori. Numerose perplessità sorgono, però, in merito alla compatibilità di tale pratica con il diritto internazionale vigente. Simili investimenti presentano, infatti, un alto potenziale di rischio a carico delle popolazioni del Paese ospite, in particolare sotto il profilo dell'accesso alla terra, e quindi dell'approvvigionamento alimentare. È possibile che sulle terre oggetto d'investimento insistano già coltivazioni o allevamenti di comunità rurali, che utilizzano la terra in virtù di consuetudini o diritti d'uso, cui solitamente é collegato un minor livello di tutela rispetto ai titoli formali di proprietà, peraltro piuttosto rari. In alcune regioni del mondo, i soggetti titolari risultano quindi particolarmente vulnerabili, considerata la difficoltà di azionare i loro incerti diritti sulla terra e di ottenere, di conseguenza, un'adeguata protezione giurisdizionale. Egualmente preoccupante, sotto il profilo ambientale, é la tendenza, nell'implementazione di questo tipo d'investimenti, a sfruttare la terra per la coltivazione di biocarburanti o la realizzazione di vasti appezzamenti di monoculture, che riducono, evidentemente, la possibilità di mantenere una diversificazione ambientale adeguata. Una volta accertata la rilevanza giuridica del fenomeno della corsa alle terre ed averne individuato una qualificazione autonoma, il lavoro si propone, quindi, di valutare la questione della legittimità dell'esercizio della sovranità permanente da parte del Paese di destinazione, quando l'alienazione di porzioni di territorio oggetto d'investimento si esplichi in modalità tali da generare le esternalizzazioni negative brevemente accennate: l'esercizio della sovranità da parte dello Stato non può, infatti, prescindere da precisi obblighi che su di esso gravano ai sensi del diritto internazionale, inerenti alla tutela dei diritti umani, da una parte, ed alla protezione dell'ambiente, dall'altra. ; After the outbreak of the food price crisis in 2007 – 2008 a new practice, known as land grabbing, has emerged on the international scene. The race to land is generally understood as the phenomenon of large-scale investments in land by foreign investors, which include both States and private companies, especially in developing countries. Driven by the necessity to attract foreign capital and finance infrastructure projects, developing countries have implemented favorable Foreign Direct Investment (FDI) policies, thus allowing the purchase or lease of fertile land lots, for rather meager rental prices and long terms (usually ranging from thirty to ninety-nine years) . Formally, these investments are directed towards the production of raw materials, necessary to address food and energy requirements, in particular for those countries which are net importers of agricultural products. The host State may well then decide to conclude lawful deals with the investors towards this aim. Prima facie, therefore, the conclusion of investment contracts in land apparently reflects the host country's exercise of permanent sovereignty over its natural resources, which has the full right to regulate the exploitation thereof. Nevertheless the analysis of the phenomenon of land grabbing raises some doubts in relation to the compatibility of this practice with current international law norms. Such investments potentially carry a number of high risks to the population of the host country, in particular in terms of access to land and food supply. It is likely, in fact, that on the land subject to a given investment, there may already exist crops or herds of rural communities, who use the land by virtue of custom or usage rights, usually granted a lower level of protection if compared to the formal titles of ownership, rare at best in most developing countries. In some regions of the world, the holders are therefore particularly vulnerable to displacement, given the difficulty to exercise their uncertain land rights and to obtain, as a result, adequate judicial protection. Equally worrying, environmentally, is the implementation of investment contracts aimed at exploiting land to farm biofuels or realize large plots of monoculture, thus reducing the possibility to keep adequate land biological diversity. After the analysis of the juridical significance of land grabbing and the identification of its autonomous legal characterization, the thesis examines the question of the legitimacy of the race to land with regards to the exercise of permanent sovereignty over natural resources by the host country, especially in those cases where the alienation of land generates considerably negative externalities on the local population: sovereignty cannot, in fact, be exercised without due regard to the specific obligations incumbent upon States under international law, related, in particular, to the protection of human rights and the environment.
Il mio lavoro di tesi mira ad analizzare il processo di riforma fondiaria in atto dal 2009 in Burkina Faso, alla luce delle politiche di sviluppo rurale adottate a livello regionale (Africa occidentale francofona) e del percorso storico-politico che dalla conquista coloniale francese ci conduce all'ultima fase di democratizzazione del Burkina Faso. Ripercorrendo le principali strategie ed obiettivi di riforma agraria e fondiaria perseguiti dai Governi a livello regionale e nazionale intendo fare luce sui nodi irrisolti delle politiche di sviluppo rurale e sul rapporto politico che il Burkina Faso ha inteso costruire con il mondo rurale a partire dall'indipendenza, con un particolare focus sul periodo della rivoluzione sankarista (1983-1987). L'analisi storica dei sistemi di riconoscimento dei diritti locali di accesso e utilizzo della terra consente di avanzare riflessioni sull'ordine politico interno che i regimi coloniali e post-coloniali hanno inteso costruire con il mondo rurale e sull'effettiva inclusione della popolazione rurale nelle politiche di sviluppo adottate dai Governi a livello regionale e nazionale. Allo stesso tempo, identificando organi e istituzioni a cui è stato affidato a partire dall'indipendenza il potere di gestire le risorse e conferire diritti fondiari agli abitanti delle aree rurali ho intenzione di far emergere alcuni dei rapporti di forza e di potere esistenti tra livello nazionale e locale e il legame che intercorre tra di essi. L'obiettivo è quello di riflettere sulla possibilità che la riforma fondiaria in atto in Burkina Faso possa garantire una maggiore democraticità dei processi di sviluppo rurale e governance della terra. Attraverso l'analisi di tale processo di riforma è possibile contribuire al dibattito relativo alle strategie di sviluppo rurale in Africa occidentale tenendo conto delle problematicità politiche che tali processi di riforma si trovano ad affrontare ; The ongoing international debate on rural development focuses on the legalization of land property rights as a mean to guarantee land tenure security, to promote agricultural investment and rural development. As a result in francophone West Africa new land policies have been elaborated with the specific aim of resolving a dual institutional and juridical system of land tenure which causes land conflicts and hinder economic growth. My thesis aims to analyze the ongoing process of land tenure reform in Burkina Faso in light of the rural development policies implemented in francophone West Africa since the colonial period. It also takes into account the rural development paths adopted by the Government of Burkina Faso from the French colonial conquest to the late democratization period. By retracing the main strategies of land and agrarian reform at regional and national level I shed light on the unresolved political relationship that the State has built with the rural population since independence. In particular I identify statutory and customary institutions who have been entrusted over time with the power to manage natural resources and to allocate land rights in order to bring out some of the power relationships existing between national and local levels. Through the historical analysis of land tenure systems I advance considerations on the inclusion of rural people in the rural development policies. The main aim is to reflect on the possibility of the ongoing land tenure reform in Burkina Faso to ensure a democratic governance of the land and a more inclusive process of rural development. With this focus on land tenure reform in Burkina Faso my thesis will lead to a critical analysis of the new wave of land policies in West Africa and contribute to the ongoing debate on rural development from a political point of view.
During the period immediately after World War II, planning in North America and Europe followed highly centralized, top-down, command-and-control approaches that were based on the rational-comprehensive model of planning, which implies an all-knowing, all-powerful government. Part and parcel of this approach was the government's control of development land and its value. Beginning in the 1970s, as the precepts of an all-knowing, interventionist state clashed with the reality of uncontrollable global forces driven by multinationals and international finance, it became clear that planning had become a market-driven process, a "servant of the market", and that inflexible, detailed plans would not work in most real-life situations. Consequently, such plans were either ignored or overridden. This crisis of planning spurred a search for alternatives based on public-private partnerships, negotiation, and flexibility including ways to transfer increased land values to the public trough the development process. This approach is generally known as Land Value Recapture (LVR). This paper presents an example of LVR in the US, a rather unique example in the US. It concludes by suggesting that the belief that the increase in land values is not the result of the landowner's activities, and are therefore "unearned" and should be recaptured for the public benefit, is not part of the American planning culture. LVR, then, might have a hard time supplanting other market-based regulatory strategies that are voluntary for developers and less restrictive of property rights for the landowner.DOI: http://dx.medra.org/10.19254/LaborEst.09.11
The article aims at investigating the nexus between the land-locked condition and the energy security needs of a hydrocarbons-exporting country. Addressing the bilateral relations between Azerbaijan and Georgia, the article looks at the dynamics of dependence naturally unfolding between a land-locked country and its main transit one. Introducing the elements which may provide the land-locked country with a sounder bargaining power vis a vis its transit country, the article will focus on the tools exploited by Baku in order to reduce the asymmetry of power ensured to Georgia by its role of 'window to the West' for Azerbaijani national hydrocarbons. Findings suggest that the Oil & Gas sector provides land-locked country with effective tools enabling it to downgrade the vulnerability vis a vis transit country and to foster functional interdependence with the latter.