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Environment and social movements
La ricognizione si sofferma sul rapporta tra i movimenti sociali e l'ambiente in virtù della rilevanza sociologica di studiare i movimenti globali nella attuale configurazione della storia economica dei vari Paesi. Ci sono esempi di raffigurazione dell'azione sociale.
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Women's Movements Facing the Reconfigured State
In: Italian Political Science Review: Rivista italiana di scienza politica, Band 37, Heft 3, S. 459-469
ISSN: 0048-8402
Introduzione a: Romanticism. From Antipatriarchal Movement to Male Dominance's Disguise ; Introduction: Romanticism. From Antipatriarchal Movement to Male Dominance's Disguise
Gli articoli presentati nella parte monografica del n.23 de "La camera blu" intendono, attraverso una prospettiva multidisciplinare–storica, etnografica, sociologica, letteraria–analizzare in che modoil Romanticismo, movimento, se pur contraddittoriamente, anti-patriarcale nelle sue origini sette-ottocentesche, sia stato poi 'normalizzato' all'epoca delle politiche capitaliste e nazionaliste dellaseconda metà del XIX secolo, fino a divenire uno strumento culturale funzionale alla subordinazione delle donne, allo sfruttamento del loro lavoro di cura, e alla legittimazione dellaviolenza maschile ; This issue of La camera blu. Journal of Women's and Gender Studies aims at adopting a multi-disciplinary perspective (historical, ethnographical, sociological, literary) in analyzing the way Romanticism, a movement – even if contradictorily – anti-patriarchal in its XVIIIth - XIXth centuries' origins, finished to be normalized, from the second XIXth century's capitalist and nationalist era. From then, romantic rhetorics becomes more and more a cultural tool aimed at increasing the subordinate role of women and the exploitation of her care work , as well at legitimizing gender violence.
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Social Movements as Networks: Relational Approaches to Collective Action
In: Italian Political Science Review: Rivista italiana di scienza politica, Band 37, Heft 1, S. 141-143
ISSN: 0048-8402
Tra pacifismo e ambientalismo: il Nuclear Freeze Movement e la risposta dell'amministrazione Reagan ; Between pacifism and environmentalism: the Nuclear Freeze Movement and the Reagan Administration
Negli anni Ottanta si assiste tanto nel vecchio quanto nel nuovo continente alla rinascita del movimento antinucleare. Mentre in Europa l'origine di questa ondata di proteste antinucleari è collegata alla "doppia decisione" NATO del 1979, negli Stati Uniti la genesi si colloca nel contesto dalla mobilitazione dei gruppi ambientalisti in seguito all'incidente alla centrale nucleare di Three Mile Island. Dopo l'elezione di Ronald Reagan, alle proteste contro le applicazioni pacifiche dell'atomo si affiancarono quelle contro la politica nucleare del Paese. La retorica di Reagan, il massiccio piano di riarmo, unitamente al rinnovato deteriorarsi delle relazioni tra USA e URSS contribuirono a diffondere nell'opinione pubblica la sensazione che l'amministrazione Reagan, almeno da un punto di vista teorico, non avesse escluso dalle sue opzioni il ricorso alle armi nucleari nel caso di un confronto con l'URSS. I timori legati a questa percezione produssero una nuova ondata di proteste che assunsero dimensioni di massa grazie alla mobilitazione provocata dalla Nuclear Weapons Freeze Campaign (NWFC). Il target della NWFC era l'ampio programma di riarmo nucleare sostenuto da Reagan, che secondo gli attivisti nucleari, in un quadro di crescenti tensioni internazionali, avrebbe fatto aumentare le possibilità di uno scontro atomico. Per evitare lo scenario dell'olocausto nucleare, la NWFC proponeva «un congelamento bilaterale e verificabile del collaudo, dell'installazione e della produzione di armi nucleari». L'idea del nuclear freeze, che era concepito come un passo per fermare la spirale del riarmo e tentare successivamente di negoziare riduzioni negli arsenali delle due superpotenze, riscosse un tale consenso nell'opinione pubblica americana da indurre l'amministrazione Reagan a formulare una risposta specifica. Durante la primavera del 1982 fu, infatti, creato un gruppo interdipartimentale ad hoc, l'Arms Control Information Policy Group, con il compito di arginare l'influenza della NWFC sull'opinione pubblica americana e formulare una risposta coerente alle critiche del movimento antinucleare. ; At the end of the Seventies, the antinuclear movement in both Europe and in the United States experienced a resurgence, having lain dormant for much of the previous decade. In Europe, the origin of this fresh antinuclear wave is most often traced back to NATO's 'double track' decision of 1979. In America, environmental groups mobilized against the use of nuclear power following the accident at Three Mile Island, while at the same time the fear of nuclear war reinforced the movement for nuclear disarmament, which criticised the nuclear military build-up and the collapse of détente. In the early 1980s therefore the American antinuclear movement experienced a renaissance, due also to the convergence between the well-established pacifist tradition and the new political environmentalism. The organization through which the U.S. antinuclear movement became a mass phenomenon during Reagan tenure was the Nuclear Weapons Freeze Campaign (NWFC). The target of the NWFC was Reagan's nuclear build-up that, according to antinuclear activists, was increasing the peril of a nuclear confrontation. To avoid this scenario the movement proposed a bilateral freeze on nuclear weapons. At the same time the Reagan administration created an ad hoc interdepartmental group, the Arms Control Information Policy Group in order to face the NWFC's influence on public opinion and to shape the public debate on arms control issue. The interplay between the Freeze movement and the White House took the form of a competition to gain the support of American public opinion. In analyzing this interplay, this study try to understand how the resurgence of antinuclear activism in the Eighties how the fear of nuclear annihilation helped to elevate public awareness of peace and disarmament issues, how disarmament movements attempted to influence government decision-making, how the dialogue about nuclear weapons between antinuclear groups and policy-makers evolved.
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The phenomenological movement: forerunners, contemporaries, and successors of Husserl's philosophy
In: Azimuth 15 (2020)
Little movements II: self-practice in contemporary art ; [on the occasion of the Exhibition Little Movements II: Self-Practice in Contemporary Art, Museion, 29/06/13 - 03/11/13]
La libera circolazione dei "talenti" in Europa ; The free movement of "talents" in the European Union
Oggetto della ricerca è l'analisi del quadro normativo comunitario e interno relativo alla circolazione delle libere professioni, e, in particolare, al reciproco riconoscimento dei titoli accademici e professionali sia in generale, sia con particolare riguardo a talune categorie professionali: i medici e i docenti universitari. Nel primo capitolo, dopo aver analizzato l'istituto della libertà di circolazione delle attività professionali nell'economia del disegno comunitario originario, vengono ripercorse le tappe attraverso le quali si è giunti al mercato unico delle attività autonome, quale punto di arrivo, peraltro non definitivo, di un percorso al quale hanno contribuito sia l'attività legislativa che la giurisprudenza della Corte di Giustizia Europea. In particolare si analizza come il legislatore comunitario ha abbandonato il primo approccio c.d "settoriale", a favore di uno "generale" che prevede il reciproco riconoscimento dei titoli con potere di adattamento (o diritto di compensazione) da parte dello Stato ospite. La parte centrale del capitolo è incentrata sull'esame della direttiva 2005/36/CE con la quale si è inteso ampliare le ipotesi di esercizio della professione in virtù del titolo originario. La direttiva, che contiene il regime disciplinare attualmente vigente in tema di riconoscimento delle qualifiche professionali è stata recepita in Italia con il d.lgs. 9 novembre 2007, n. 206, al quale è dedicato l'ultimo paragrafo del capitolo. Nel secondo capitolo l'attenzione si sposta sulle professioni mediche, sulla considerazione che, in quest'ambito, il tema del riconoscimento dei titoli professionali riveste profili di particolare interesse, in quanto connesso con la tutela di un diritto fondamentale quale quello della salute. Il terzo capitolo è incentrato sul tema dell'internazionalizzazione dell'università e della mobilità dei docenti. Il sistema dell'alta formazione è un nodo strategico per l'integrazione sociale e culturale europea: infatti, le università svolgono un ruolo fondamentale nell'azione di promozione e garanzia della crescita e dell'arricchimento intellettuale della società. Nel primo paragrafo vengono sono descritti i principali interventi delle Istituzioni comunitarie che, sulla base dei suddetti presupposti, mirano alla promozione e al miglioramento della qualità e della competitività fino alla "modernizzazione" dei sistemi di istruzione superiore; viene, poi, esaminata l'azione del cd. Processo di Bologna, un progetto intergovernativo finalizzato alla costruzione del cd. Spazio europeo dell'istruzione superiore e della ricerca. Vengono, infine, trattate le questioni del riconoscimento dei titoli accademici per lo svolgimento di una professione non regolamentata o per la prosecuzione degli studi e ripercorsi i diversi programmi di mobilità europea rivolti ai docenti universitari. Al fine di rivedere i punti di criticità del sistema di riconoscimento, previsto dalla direttiva 2005/36/CE, è, attualmente, in corso un processo di revisione della stessa: il 19 dicembre 2011 è stata, infatti, pubblicata una proposta di modifica. La promozione della libera circolazione delle professioni è, infatti, considerato come uno strumento essenziale del potenziale di ripresa economica, dell'incremento occupazionale e della crescita sociale dell'Europa di oggi. ; The research focuses on the anlysis of the EU and the internal regulatory frameworks concerning free movement of liberal professions and, in particular, the mutual recognition of academic and professional qualifications both in general and with particular regard to certainf professional groups: doctors and university teachers. In the first chapter, after analyzing the institution of freedom of movement of professional activities within the original EU outline, the author thinks back to the steps through which the single market of the autonomous activities has been reached, as a point of arrival, however not definitive, of a path which both the legislative activity and the jurisprudence of the European Court of Justice have contributed to. In particular, the analysis shows how the Community legislator has abandoned the first approach, the so-called "sectoral" approach, in favour of a "general one" which envisages mutual recognition of qualifications with power of adjustment (or right of set off) by the host Government. The central part of the chapter focuses on the examination of Directive 2005/36/EC with which it was intended to broaden the assumptions of practice of profession under the original title. The Directive, which contains the regulatory regime currently in force in terms of recognition of professional qualifications has been implemented in Italy by Legislative Decree of 9 November 2007 n. 206, which the last paragraph of the chapter is dedicated to. The second chapter focuses on the medical professions, considering that in this context the issue of recognition of professional qualifications is of particular interest, as it is related to the protection of a fundamental right, namely the right to health. The third chapter focuses on internationalization and mobility of university teachers. The system of higher education is a strategic hub for the European social and cultural integration: in fact, the universities play a key role in the activities of promotion and guarantee of intellectual growth and enrichment of society. The first section describes the main steps of the Community institutions: on the basis of the above-mentioned assumptions, they aim at promoting and improving the quality and competitiveness in order to fulfill the "modernization" of higher education systems; furthermore, the so-called Bologna Process is examined: it is an intergovernmental project aimed at building the so-called European area of higher education and research. The issue of recognition of academic qualifications for carrying out unregulated professions or continue their studies is eventually dealt with, together with the various European mobility programs addressed to university teachers. The Directive 2005/36/EC is currently undergoing a review process in order to review the critical points of its recognition system: on 19 December 2011, in fact, a proposed amendment was published. The promotion of free movement of professionals is, in fact, regarded as an essential tool of the potential for economic recovery, increase employment and social growth of today's Europe. ; Dottorato di ricerca in Persona, impresa e lavoro: principi e tutele di diritto interno, internazionale, comunitario e comparato (XXIII ciclo)
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La radicalizzazione del Civil Rights Movement e il Black Panther Party nella stampa italiana
Questo lavoro intende trattare la radicalizzazione delle battaglie condotte negli Stati Uniti dal Civil Rights Movement a partire dal 1965 da una prospettiva italiana, analizzando sia l'impatto che esse ebbero all'interno della stampa sia il dibattito politico e culturale che ne scaturì. La seconda metà degli anni '60 infatti fu caratterizzata dall'esplosione di una serie di tumulti razziali che colpirono i ghetti delle grandi città del Nord aprendo così una nuova fase all'interno del Movimento per i diritti civili, segnata in primo luogo dal generale distacco nei confronti della strategia della non violenza che aveva dominato gli anni precedenti. Scopo del lavoro è dunque analizzare questa radicalizzazione a partire dalle speranze, timori, preoccupazioni e fraintendimenti che essa stessa avrebbe provocato all'interno di alcuni dei principali quotidiani italiani, intersecando il loro racconto con la ricostruzione storica dei fatti. Si è fatto riferimento a speranze, timori e fraintendimenti perché, paradossalmente, questi avvenimenti si verificarono in un momento in cui lo stesso Movimento per i diritti civili, guidato da Martin Luther King, aveva ottenuto due fondamentali conquiste: il Civil Rights Act (1964), che sanciva la fine della segregazione razziale vietando le discriminazioni legali basate sulla razza e sul colore e il Voting Rights Act (1965), che abolì i test di alfabetismo e gli altri dispositivi usati per negare il voto ai neri. La vittoria sarebbe stata storica e avrebbe rappresentato anche il frutto di proteste, marce, sit-in e altre manifestazioni all'insegna della non violenza, alle quali le autorità avrebbero risposto in molti casi in maniera opposta. Eppure il periodo immediatamente successivo sarebbe stato caratterizzato dal progressivo allontanamento dalla strada che aveva condotto a quei successi: nel 1965 infatti esplose la rivolta nel quartiere di Watts, a Los Angeles, seguita da quelle di Newark e Detroit del 1967, nel 1966 vi fu la nascita dello slogan del Black power ("Potere nero"), prospettiva politica abbracciata da organizzazioni che miravano ad adottare un approccio radicale e allo stesso tempo nazionalista ed infine, sempre nel 1966, nacque il Black Panther Party, sviluppatosi in origine con l'intenzione di difendere la comunità nera dagli abusi della polizia ma capace di assumere nel tempo posizioni più marcatamente socialiste e rivoluzionarie. Tutta questa serie di eventi, svoltisi in un arco limitato di anni, vengono in questa sede analizzati, come accennato, attraverso il punto di vista di alcuni dei più importanti quotidiani italiani dell'epoca, ovvero "l'Unità", il "Corriere della Sera" e "la Stampa", tenendo conto, oltre che dello specifico quadro generale americano, sia del contesto politico italiano ed internazionale sia delle peculiarità della stampa del nostro Paese. A questo scopo vengono usati come fonte i quotidiani appena citati, adoperando come supporto le ricostruzioni storiografiche di storici italiani e americani. Non potendo poi contare sui quotidiani, per trattare l'esperienza del Black Panther Party si è usufruito dei contributi di riviste della sinistra extraparlamentare e dei movimenti underground come "Lotta Continua e "Re Nudo": fu infatti in un simile contesto, teso a valorizzare i movimenti rivoluzionari stranieri, che le Pantere Nere trovarono maggiore spazio. Per quanto riguarda i limiti cronologici, si è partiti dall'agosto 1965, periodo in cui si verificò la rivolta di Watts, fino al 1968, anno segnato da molti avvenimenti tra i quali i disordini provocati in seguito all'uccisione di Martin Luther King e la clamorosa protesta portata avanti ai Giochi olimpici di Città del Messico dai velocisti afroamericani Tommie Smith e John Carlos, rispettivamente primo e terzo nella gara finale dei 200 metri piani. Il Black Panther Party invece è stato studiato a partire dalla nascita, avvenuta nell'ottobre 1966, fino al 1972, momento in cui "Lotta Continua" prese coscienza del fallimento delle speranze suscitate dalle Pantere Nere dopo la scissione del febbraio 1971. A proposito della scelta di trattare il seguente argomento è necessario a mio avviso ricollegarsi alla sua attualità: dopo il 1965 infatti le rivendicazioni degli afroamericani iniziarono a coincidere con richieste più strettamente economiche e sociali; l'attenzione venne quindi spostata dal piano dell'uguaglianza legale al piano dell"uguaglianza sostanziale. Tuttavia in seguito all'avvento del backlash conservatore avviato a partire dall'elezione di Richard Nixon e proseguito negli anni '80 da Ronald Reagan, queste richieste, almeno in parte, sarebbero rimaste in sospeso se non addirittura disattese. Secondo molti studiosi infatti, contemporaneamente alla nascita della legislazione sui diritti civili, avrebbe iniziato a svilupparsi una reazione conservatrice che si sarebbe prefissa, anche con mezzi nuovi come un razzismo non più esplicito ma spesso ambiguo e subdolo, di negare l'apertura a qualsiasi nuova concessione. Ciò comunque non significa che gli obiettivi raggiunti da Martin Luther King e dal resto del movimento, ovvero il Civil Rights Act e il Voting Rights Act, siano sfuggiti del tutto a questa offensiva e nemmeno che le richieste economiche e sociali fossero totalmente assenti nelle lotte portate avanti dal movimento di liberazione nero all'inizio degli anni '60. Compito di questo lavoro tuttavia è concentrasi sulla radicalizzazione dello stesso, accompagnata anche da personaggi oggetto di non molti studi (come ad esempio il contradditorio Stokely Carmichael) e su tematiche capaci di generare un'ampia e spesso varia serie di interpretazioni ed affermazioni. Ecco che da qui nasce, a mio parere, l'esigenza di rapportarsi con quel movimento, quelle organizzazioni e quegli individui che contribuirono a spingere la società statunitense al cambiamento, provocando anche resistenze ed opposizioni. A tale proposito, come riportato da Bruno Cartosio, durante il convegno del 2004 tenuto dall'Organizzazione degli storici americani Jacquelyn Dowd Hall, nel suo discorso, avrebbe posto in relazione il percorso dei movimenti sociali degli anni '60, mettendo in particolare evidenza il Civil Rights Movement, con quelle criticità economiche e sociali che ancora oggi suscitano proteste e dibattiti; basti pensare all'"ipersegragazione dei ghetti urbani", all'aumento della disoccupazione tra i giovani neri e ad un incremento delle disuguaglianze nella distribuzione dei redditi tale da impattare duramente sulla comunità afroamericana. Pertanto la realtà sociale americana, unita ad una questione razziale ancora oggi evidentemente aperta, si richiama attualmente in maniera forte alle rivendicazioni fatte nel quadro della lotta per la liberazione del popolo nero degli anni '60.
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Free movement and access to benefits in the UK: a turn of the screw for EU migrants
One of the main topic which currently fuels the public debate and political campaigns in the UK is the exercise of free movement of EU migrants, as, while the net migration of non-EU migrant seems to have decrease, the net migration of EU citizens in the UK is reaching is highest pick ever. The government led by the Prime Minister David Cameron, in order to respect its politic agenda and to oppose the euro-sceptical right-wing party – UKIP- has approved several reforms between 2013 and 2014 against EU migrants' access to benefits, especially for those who are jobseekers or on low income. In Chapter 1, I analysed how the concept of free movement in the UK was born and has been developed since then at European level, focusing on Directive 2004/38/EC on Right of EU citizens and their family members to move and reside freely within the territory of the Member States and further developments. Then, I look in detail at the Immigration EEA Regulations 2006, which has implemented the Citizens' Directive in the UK and I highlighted the existence of discrepancies with the Directive, amendments and new proposals to modify it and the Directive itself. In Chapter 2, I focused on the principle of equal treatment under EU law and on grounds of removal from the host Member State, especially where a EU migrant has become an "unreasonable burden on the social assistance system of the UK". After that, I did a research on the benefits system in the UK, analysing its structure, the difference between social assistance, social security and SNCBs, what are the principle benefits, who is entitled and how much is the amount received, paying particularly attention to a plan of reforms entered into force between 2013 and 2014 which had the effect to curb the access to non-contributory benefits to EU (non-British) jobseekers or economically inactive persons. Finally, I tried to process and compare official data on immigration and access to benefits in order to verify if effectively EU migrants are burden on the British welfare state. In Chapter 3, I have recalled the most famous judgments of the Court of Justice of the European Union on derivative right of residence for third-country family members of a EU citizen: Chen, Baumbast, Ibrahim, Teixira, Carpenter, Zambrano and McCarthy. Then I concentrated on Zambrano derivative right of residence as the CJEU exercised its creative role very broadly and this has had lot of influence and reactions from the side of Member States. In the UK, it's very difficult to obtain a right of residence as a Zambrano carer since the national courts and authorities gave a strict construction of the main principle contained in Zambrano judgment as well as they are not able to access non-contributory benefits at all. Eventually, I tried to make some general observations on the relationship between the Court of Justice and its creative ruling on the one hand and the influence and the reactions of Member States on the other hand, in order to see what the consequences could they be and how much discretion Member States keep at present.
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