I cambiamenti della toponimia. I nomi di luogo e la loro vitalitàLe città assumono un nome per diverse ragioni. Il nome antico si riferisce generalmente ad un avvenimento storico, o è coniato per caratteristiche naturali, per il nome di un esploratore, per un motivo culturale o leggendario, per il nome di un principe, per una parola in lingua locale, per il nome di un santo. In Antartide il nome della Terra della ReginaMaud si riferisce al nome della moglie del re Haakon VII di Norvegia.Il nome di luogo può rimanere inalterato per secoli, se ha una forza di identità o se il suo significato è dimenticato. I nomi cha hanno un significato politico, sia per un personaggio che per una battaglia, possono cambiare, se la situazione politica cambia radicalmente. Ma il nome antico può essere utilizzato dagli abitanti della città. Lo stesso si verificaper i nomi delle strade e della piazze della città. Ma questi nomi cambiano frequentemente.Les changements de noms de lieux: les noms des lieux et leur vitalitéLes noms des villes sont donnés pour de nombreuses raisons. L'ancien nom jusqu'ici généralement à partir d'un événement historique, ou il est inventé pour une des caractéristiques naturelles, le nom d'un explorateur, pour une question culturelle ou légendaire, le nom d'un fondateur, par le nom d'un prince, un mot dans la langue locale, le nom d'un saint.En Antarctique le Land de la Reine Maud est le nom de l'épouse du Roi Haakon VII de Norvège.Le nom de lieu peut être inchangé depuis des siècles, si elles ont une grande force d'identité ou si leur signification est oubliée. Les noms qui ont une signification politique, à la fois d'un personnage ou une bataille peuvent être modifiés, si la situation politique fortement changements.Mais l'ancien nom de lieu peut être utilisé par les habitants de la ville. La même chose se produit pour les noms des rues et places de la ville. Mais ces noms changent fréquemment.
Musint 2 is a text to be read, accompanying the new MUSINT II website, following and innovating the general features of the previous MUSINT. But, as the two on-line projects differ in both technical aspects and content while maintaining similar principles and purposes, so the new volume takes on a role that makes it a novelty more suited to the progress that characterises the archaeological disciplines under a scientific and didactic perspective. The division into three sections is still maintained. The first section contains a series of works directly related to the MUSINT II site. There is an increase in the number of presentations relating to technical and educational aspects, which are considered an innovation of the new site, compared with scientific contributions intended in a more traditional sense. The second section presents an array of significant works of virtual musealisation, specifically chosen from the most varied areas, and tries to underline their educational approach. The third section is developed in continuity with the previous edition, although it presents new features in the choice of the selected research works: in fact, it selects topics which were already proposed in their experimental phase, as well as new research that have been identified over the years through the wider knowledge on the possibilities of a digital and interactive museology.
Dal 22 al 24 settembre 2021 si è svolto a Napoli, presso la prestigiosa cornice di Castel dell'Ovo, il III Simposio scientifico internazionale organizzato dalla divisione Ellenico-romana del gruppo di esperti in toponomastica delle Nazioni Unite in collaborazione con l'Istituto Geografico Militare e con il Consiglio Regionale della Campania – Direzione Generale per il Governo del Territorio. I lavori sono constati in oltre 25 relazioni tenute da studiosi provenienti da tutto il mondo e in una mostra cartografica dal titolo Naples, land and sea. From ancient to contemporary toponymy, rimasta aperta per tutta la durata del Simposio.
"Restricted this publication is not for distribution in the United States or to American civilian or military personnel overseas"--Cover. ; Cover title. ; Digital reproduction. ; Mode of access: Internet. ; Description based on print version record.
Includes indexes. ; Based on A. Caprioli's Ritrai di cento capitani illustri, Rome, 1596. His portraits have been used in slightly altered form. ; Engraved title-page; engraved portrait illustrating each biographical sketch. ; The portraits are probably by Pompilio Totti and are based on engravings by Aliprando Caprioli's illustrations for Ritrai di cento capitani illustri, Rome, 1596. In later printings the text is attributed to Giulio Roscio. ; Dedication and prefatory note by Totti. ; Numbers 61-64 repeated, 77-80 omitted, in pagination. ; Imprint in colophon (p. [288]): In Roma, Appresso Andrea Fei, MDCXXV. ; Signatures: [a]⁴ b⁴ A-2O⁴. ; Errata: p. [15] (first series) and p. [1] at end. ; Cicognara, ; Mode of access: Internet.
Imprint from colphon. ; T.p. engraving with arms of Philip III of Spain, to whom the work is dedicated. ; Cicognara, ; Mode of access: Internet. ; Binding, c. 1: limp vellum. Title written on spine: Architetura Militare del Barca. Written on top edges: Barca. Partially effaced armorial stamp on t.p. at lower right. Copy 2: limp vellum. Edges sprinkled red.
Includes indexes. ; Text in Italian; documenti in French or Italian. ; "Con oltre cento documenti inediti annotati." ; "Bibliografia politica del Principe Napoleone": page 348. ; Includes bibliographical references (page ii (2nd group)). ; Mode of access: Internet.
Illustrated with wood engravings, many full-page. ; Includes descriptions and illustrations of various sorts of machinery, i.e. pumps, hoisting arrangements, mills, etc. ; Cicognara, ; Mode of access: Internet. ; Bound in old vellum; gilt leather label on spine; edges stained red; Muzio's bookplate on front pastedown.
During the three decades of the early Italian Wars (c. 1494-1530) kings and peoples (or rath- er armies) belonging to different ethnic groups came into the Peninsula, and especially into Lombardy, thus fostering comparative reflections on the forms of government, fiscal systems, institutions, customs and «nature» among intellectuals, diplomats, statesmen, historians and scholars. This contribution aims to assess if, and how, these issues circulated at a lower and less-specialized cultural and social level. For this purpose, six Lombard chronicles and historical works written in the vernacular are scrutinized here. The authors (in chronological order Giovan Pietro Cagnola, Bernardino Corio, Ambrogio da Paullo, Antonio Grumello, Giovanni Andrea Prato, Gian Marco Burigozzo) did not share the same cultural level, nor did they be- long to the same social milieu, and none of them was a "professional" intellectual. Out of these authors at least two of the most learned and better connected to the court, that is Cagnola and Corio, show a clearer leaning to the naturalization of politics. ; Il trentennio delle prime guerre d'Italia (1494-1530 circa) portò nella penisola e con particolare intensità in Lombardia sovrani e popoli (o meglio eserciti) di diverse etnie, stimolando tra intellettuali, diplomatici, uomini di stato, storici e letterati riflessioni comparative sulle loro forme di governo, regimi fiscali, istituzioni, usanze e "natura". Col presente contributo si è tentato di vedere se e come questi temi circolavano a un livello culturale e sociale meno elevato e meno specializzato, esaminando in questa prospettiva sei tra cronache e storie lombarde in volgare, opera di autori (in ordine di anzianità Giovan Pietro Cagnola, Bernardino Corio, Ambrogio da Paullo, Antonio Grumello, Giovanni Andrea Prato, Gian Marco Burigozzo) non omogenei tra loro per cultura e per status, ma comunque non intellettuali "professionisti", constatando per- lomeno da parte delle due figure più colte e legate alla corte, Cagnola e Corio, una compiuta tendenza alla naturalizzazione del politico.
Nel volume di Silvia Salvatici si può leggere una descrizione puntualmente documentata dei passaggi riguardanti la teorizzazione e realizzazione degli aiuti umanitari tra le vicende di guerre ed emergenze mondiali dell'età contemporanea. Quest'evoluzione è approfondita nelle tre parti con cui si trattano le diverse forme assunte dall'umanitarismo fino ai nostri giorni, di cui si mostrano le sfide attuali che vanno affrontate per rispondere ancora una volta con un'azione adeguata e rinnovata dell'aiuto umanitario.
Nel presente saggio si analizza lo sviluppo della cooperazione informativa quale perno intorno al quale ruotano le politiche di sicurezza interna dell'Unione europea. Strumento fondamentale di attuazione del canone di disponibilità in senso lato, essa presenta due profili: quello dinamico e quello statico. A quest'ultimo viene dedicato uno specifico approfondimento, con un'analisi dei due principali filoni di intervento dell'Unione: il problema della conservazione dei Passenger Name Record (PNR) e la direttiva "Frattini" sulla data retention.
La ricerca indaga tensioni e trasformazioni che investono le principali correnti di pensiero politico in Francia nei primi anni della monarchia di Luglio, e vi osserva l'emergere del concetto di classe. Assumendo la dimensione dell'avvenimento come punto di intersezione fra storia e teoria, l'elaborato si concentra sul periodo novembre 1831-giugno 1832 per analizzare il modo in cui, nell'ordine del discorso politico repubblicano, liberale e socialista, le vicende di questi mesi vengono interpretate cercando di dar nome alle figure sociali che esse fanno irrompere nel dibattito pubblico. Il titolo Fra il nome e la storia fa dunque riferimento allo sforzo di indagare il campo di tensione che si apre fra concreto divenire storico e grandi operazioni di nominazione che segnano l'affiorare di strutture concettuali della lunga durata. L'emergere della nozione di classe operaia e delle categorie che intorno a essa si organizzano viene interpretata come una «formazione discorsiva» che pone in questione significato e confini del politico. La frattura del 1848 è assunta come orizzonte e margine esterno della ricerca nella misura in cui si ipotizza che essa segni una prima affermazione del regime di verità di tale formazione discorsiva: lo statuto politico del lavoro. L'elaborato consta di quattro capitoli. I primi tre indagano la riflessione sul politico e la funzione che in essa svolge il concetto di classe a partire dall'interpretazione di alcuni avvenimenti del tornante 1831-32 proposta nel discorso repubblicano del quotidiano «Le National» e della Société des Amis du Peuple, in quello del liberalismo dottrinario di François Guizot e in quello socialista nascente, prima del movimento sansimoniano, e poi muovendo fino al 1848 francese con l'analisi propostane da Karl Marx. Il quarto capitolo indaga infine la dimensione del «sociale», la sua elaborazione e articolazione attraverso il lavoro di studio e oggettivazione delle figure del mondo del lavoro. ; The research investigates the tensions and transformations of the main streams of political thought in France, considering the emergence of the notion of class. Starting from a conception of event as a point of intersection between history and theory, the dissertation focuses on the period November 1831-June 1832 in order to analyze how republican, liberal and socialist discourses interpreted the events unfolding during those months in the attempt of naming the social figures that swarmed in the public debate. The title Between the Name and the History hence refers to the analysis of the field of tension that emerges between the concrete historical becoming and the naming operations that signal the rise of long-lasting conceptual structures. The dissertation understands the appearance of the notion of working class as a «discursive formation» that questions the boundaries of the political. The 1848 break is taken as the horizon and external limit of the dissertation, since the research hypothesizes this rift as a first utterance of the regime of truth belonging to this discursive formation: the political statute of labor. The dissertation consists of four chapters. The first three chapters investigate the reflections on the political and the function of the concept of class in these reflections, triggered by some events occurring in 1831-1832. The first chapter analyzes the rhetoric emerging in the republican discourse, particularly in the newspaper National and in the Société des Amis du Peuple. The second chapter examines the reflections that sprung from the doctrinaire liberalism discourse of Guizot. The third chapter investigates the considerations of the rising socialist discourse: from the saint-simonian movement to Marx's analysis of 1848 in France. The fourth chapter is centered upon the «social» dimension: namely, its elaboration and articulation through the study and the objectification of different figures in the realm of labor.
Fin dalla preistoria le isole maltesi sono smpre state meta di migrazione. In primi abitanti arrivarono dalla Sicilia 5000 anni avanti Cristo, seguiti da varie ondate migratorie, sempre dalla Sicilia, fino all'eta` del bronzo. Verso l'800 a.C. i Fenici s'insediarono accanto alla popolazione autoctona e idue gruppi col tempo si fusero. I Romani conquistarono Malta nel 218 a.C. e nei primi secoli si formo` una civilta` con caratteristiche puniche, greche e latine, segnando il destino plurilingue dell'isola. Con il crollo dell'Impero Romano Malta passo` ai Bizantini, i quail furono spodestati dai Musulmani nell'870. La lingua parlata dagli autoctoni nei periodi punico, romano e bizantino e` sconosciuta. La riconquista latina e Cristiana delle isole maltesi inizio` nel 1090, ma l'assenza di una politica linguistica d parte dei Normanni in poi assicuro` la sopravvivenza del dialetto arabo , inttodotto nel 1048 e progressivamente romanizzato senza arrivare alla sostituzione del nucleo arabo. Gli studi comparative dimostrano una forte affinita` con l'arabo di Sicilia e con l'andalusi. ; peer-reviewed
Gli studi sui toponimi registrano negli ultimi decenni, sia in Italia che all'estero, un forte incremento, sancito dalla recentissima costituzione della "Unione IGU/ICA Commissione sulla Toponomastica", un organismo operante a livello mondiale con statuto e obiettivi ben definiti, come quelli riportati nella Mozione finale del Convegno Internazionale Toponimi e Antroponimi: beni-documento e spie di identità per la lettura, la didattica e il governo del territorio. Tale assise fu organizzata nel 2002 dalla Cattedra di Geografia dell'Università di Salerno, coperta dal prof. V. Aversano, poi fondatore del La.Car.Topon.St. (Laboratorio di Cartografia e Toponomastica Storica). Grazie alle ricerche propiziate anche da questi due ultimi eventi, è stato rivalutato, in un approccio geografico-interdisciplinare, il ruolo dei toponimi, nella consapevolezza che essi spesso rimangono gli unici documenti della «storia globale» in grado di informarci sugli "spazi vissuti", sui "generi di vita e strutture sociali" (usi e costumanze, sfruttamento del suolo, ecc.), sui rapporti materiali e culturali con l'esterno. Partendo da questi dati di fatto, l'A. intende affermare il valore, finora disconosciuto, dei toponimi presenti anche nelle carte geografiche (di cui costituiscono «l'altra metà del cielo»), ai fini della Ricerca, della Didattica e della Pianificazione territoriale e settoriale (compreso il marketing del territorio). Il contributo infatti dimostra come da questi "documenti", talora anche "monumenti" (quando antichi e rari), peraltro riconosciuti come beni culturali immateriali da parte dell'UNESCO, si possano ricavare, prescindendo dalla "tecnocrazia": la georeferenziazione degli oggetti geografici denominati, anche se privi di simbolo; la delimitazione di spazi regionali di varia scala; la gerarchia dei centri abitati e le loro funzioni; elementi utili al governo del territorio, in quanto espressivi delle vocazioni dei luoghi e perfino delle zone "a rischio"; l'identità culturale di aree più o meno vaste, a seconda che i toponimi siano considerati singolarmente o nella loro rete complessiva. ; The researches about the place names have had in recent decades, both in Italy and abroad, a strong increase, enshrined in the recently foundation of "Union IGU/ICA Commission on Toponymy", an organization operating worldwide with clearly defined statute and goals, like those of the final Motion of the International Conference "Place names and anthroponyms: cultural heritage and spies of identity for the reading, teaching and government of the territory". This Assembly was organized in 2002 by the Geography chair of Salerno University filled by prof. V. Aversano, later founder of La.Car.Topon.St. (Laboratory of Historical Cartography and Toponymy). Thanks to the researches propitiated also by these lasts two events, the role of place names, in a geographical and interdisciplinary approach, was revalued in the knowledge that they are often the only documents of «global history», able to give informations about "lived spaces", "kinds of life and social structures" (uses and customs, land use, etc.), as well as on material and cultural relations with the outside world. Starting from these facts, the A. intends to underline the value, so far ignored, of place names present in the maps (of which they constitute "the other half of the sky"), for the purpose of the Research, Education and Spatial planning (including the territorial marketing). The contribution shows that from these "documents", sometimes also "monuments" (when old and rare), as well recognized as intangible cultural heritage by UNESCO, you can get, regardless of "the technocracy": the geo-referencing of geographic objects, even without symbols; the delimitation of regional spaces of varying scale; the hierarchy of settlements and their functions; elements useful to the government of the territory, as expressive of places' vocations and even of areas "at risk"; the cultural identity of more or less extensive areas, depending on the place names, considered individually or in their overall network.