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Security in Central and Eastern Europe. Problems, Perceptions, Policies
In: Rivista di studi politici internazionali: RSPI, Band 69, Heft 2, S. 322
ISSN: 0035-6611
Defining and Defying Organized Crime. Discourse, perceptions and reality
In: Italian Political Science Review: Rivista italiana di scienza politica, Band 40, Heft 3, S. 474-475
ISSN: 0048-8402
Le détroit de Gibraltar (Antiquité - Moyen Âge), 1, Représentations, perceptions, imaginaires
In: Collection de la Casa de Velázquez volume 174
Geographical perceptions of inhabitation. Places, spaces, territories ; Percezioni geografiche dell'abitare. Luoghi, spazi, territori
The theme of inhabitation appears in various forms in the geographical discourse, taking on specific meanings. These discursive forms reflect a wide range of spatial and social phenomena: settlement methods, urbanization, displacement and distribution of the population, spatial production and organization techniques, pollution, gentrification and sprawl, housing and environmental policies, tourism practices, and many more. Thus, like a karstic river, inhabitation runs through the entire discursive field of geography. In this contribution we focus both on the theoretical dimension and on the practical-operational dimension of housing dynamics. First, a theoretical dimension. We recall the thought of Douglas Porteous and the reflections by Eric Dardel, Maurice Le Lannou and Augustin Berque to show how the meaning of inhabitation designates the intrinsic condition of possibility of human existence. Second, a practical-operational dimension that proceeds through a series of short examples: the 'Dialogue Center Przełomy' in the city of Stettin in Poland allows us to think deeply about the new functionality of contemporary urban spaces; the installation of the artists Christo and Jeanne Claude, The Floating Piers, in Lago d'Iseo; the MEA Museum etc. The perception of theories, values and housing practices that are so varied allows us to grasp the profound complexity of the housing forms in different territorial contexts. ; Il tema dell'abitare appare sotto varie forme nel discorso geografico, assumendo specifiche significati che riflettono una gamma molto ampia di fenomeni spaziali e sociali: modalità di insediamento, urbanizzazione, spostamenti e distribuzione della popolazione, tecniche di produzione e organizzazione degli spazi, inquinamento, gentrification e sprawl, politiche abitative e per l'ambiente, pratiche turistiche… L'abitare quindi percorre come un fiume carsico l'intero campo discorsivo della geografia. In questo contributo ci concentriamo sia sulla dimensione teorica che su quella pratico-operativa delle dinamiche abitative. La prima, la dimensione teorica, recupera il pensiero di Douglas Porteous e le riflessioni di Eric Dardel, Maurice Le Lannou e Augustin Berque per mostrare come accezione l'abitare designi l'intrinseca condizione di possibilità dell'esistenza umana. La dimensione pratica è invece illustrata attraverso una serie di brevi esempi: il 'Dialogue Centre Przełomy' nella città di Stettino in Polonia ci permette di riflettere a fondo sulla nuova funzionalità degli spazi urbani contemporanei; l'installazione degli artisti Christo e Jeanne Claude, The Floating Piers, nel Lago d'Iseo; il Museo MEA ecc. La percezione di teorie, valori e pratiche abitative così variegate, permette di cogliere la profonda complessità delle forme abitative in contesti territoriali differenti. Il tema dell'abitare appare sotto varie forme nel discorso geografico, assumendo specifiche significati che riflettono una gamma molto ampia di fenomeni spaziali e sociali: modalità di insediamento, urbanizzazione, spostamenti e distribuzione della popolazione, tecniche di produzione e organizzazione degli spazi, inquinamento, gentrification e sprawl, politiche abitative e per l'ambiente, pratiche turistiche… L'abitare quindi percorre come un fiume carsico l'intero campo discorsivo della geografia. In questo contributo ci concentriamo sia sulla dimensione teorica che su quella pratico-operativa delle dinamiche abitative. La prima, la dimensione teorica, recupera il pensiero di Douglas Porteous e le riflessioni di Eric Dardel, Maurice Le Lannou e Augustin Berque per mostrare come accezione l'abitare designi l'intrinseca condizione di possibilità dell'esistenza umana. La dimensione pratica è invece illustrata attraverso una serie di brevi esempi: il 'Dialogue Centre Przełomy' nella città di Stettino in Polonia ci permette di riflettere a fondo sulla nuova funzionalità degli spazi urbani contemporanei; l'installazione degli artisti Christo e Jeanne Claude, The Floating Piers, nel Lago d'Iseo; il Museo MEA ecc. La percezione di teorie, valori e pratiche abitative così variegate, permette di cogliere la profonda complessità delle forme abitative in contesti territoriali differenti.
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Italian perceptions of the Ottomans: conflict and politics through Pontifical and Venetian sources
In: Italien in Geschichte und Gegenwart Bd. 33
La question agraire à Rome: droit romain et société: perceptions historiques et historiographiques
In: Athenaeum
In: Biblioteca 44
Perception of security and the media. Analysis and reflection ; Media e percezione della sicurezza. Analisi e riflessioni
Scientific literature on the perception of security has shown a lack of correlation between official crime statistics and people's perceptions. In planning security policy it is therefore important not only to study crime rates in a given area but also to analyse "uncontrollable" feelings of insecurity. Here we examined the role played by the media in this phenomenon. In recent years, the Italian media have paid special attention to security as an individual or collective state to safeguard against risks arising from crime and deviance. The attention of public opinion has concentrated largely on insecurity related to certain types of crime and certain well-defined social categories, underestimating others and risk factors with much graver implications for individual safety. We found two basic contradictions in the way the media has recently constructed the topic of security: 1. an increased sense of insecurity is not justified by an increase in crime rates which are actually in general decline; 2. certain concrete risk factors for personal safety are underestimated in favour of excessive emphasis on insecurity arising from certain types of criminality and the presence of certain social categories. It is therefore plausible that the media played a role in imposing and aggravating this distorted perception, both quantitatively and with regard to its causes. ; La letteratura scientifica riguardante la percezione della sicurezza ha evidenziato come non vi sia correlazione tra dato statistico ufficiale sulla criminalità e percezione di sicurezza dei cittadini. Nelle progettazione delle politiche di sicurezza appare allora importante non soltanto lo studio del quantum di pressione criminale in un determinato luogo, ma diventa almeno altrettanto importante l'analisi accurata delle "incontrollabili" logiche dei sentimenti di insicurezza. Lo studio qui presentato si interroga sul ruolo dei media su tale questione. Negli ultimi anni, infatti, i media italiani hanno enfatizzato il discorso sulla sicurezza attraverso l'adozione di una particolare attenzione di tale termine: quello di uno stato individuale e collettivo da tutelare dai rischi derivanti dalla criminalità e dalla devianza. In tale ottica, l'attenzione dell'opinione pubblica si è concentrata soprattutto sull'insicurezza derivante da alcune particolari fattispecie di reati e da alcune categorie sociali ben definite, sottovalutando invece altri e ben più gravi fattori di rischio per la safety individuale. Si evidenziano così due contraddizioni di fondo relative al modo in cui è stato costruito negli ultimi anni il tema della sicurezza da parte dei medi: da un lato, l'impossibilità di giustificare l'aumento del sentimento di insicurezza con un aumento della criminalità (smentito da un trend generalmente in calo) che normalmente viene associato ad esso; dall'altro, la sottovalutazione di alcuni concreti fattori di rischio per la safety a favore di una eccessiva enfatizzazione dell'insicurezza derivante da un particolare tipo di criminalità e dalla presenza di particolari categorie sociali. È dunque lecito ipotizzare che i media abbiano rivestito un ruolo decisivo nell'imporre questa idea di sicurezza e nell'alimentare una percezione distorta dell'insicurezza, sia dal punto di vista quantitativo che delle cause che la originano.
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MUP - Mapping Urban Perception. Metodi di indagine della vita pubblica per il progetto urbano. Il caso di Bologna
La tesi di laurea affronta il tema dello spazio pubblico, sia nella sua definizione teorica che nella sua configurazione fisica, investigandolo attraverso le pratiche tradizionali di programmazione di tipo top-down e attraverso le azioni spontanee promosse della cittadinanza di tipo bottom-up. Contributi di studiosi, afferenti a discipline diverse, hanno apportato alla letteratura urbanistica contemporanea nuovi saperi e consapevolezze, alimentando una esplorazione approfondita sulla complessità delle dinamiche urbane e contribuendo alla definizione di diversi metodi di interpretare e studiare la città. Se da un lato l'attenzione nei confronti della vita e dell'uso dello spazio pubblico, è sempre maggiore, dall'altra il crescente rapporto emotivo che i cittadini hanno sviluppato nei confronti della città, a seguito della diffusione dei social networks e della fruizione della città digitale, fa emergere non più solo bisogni, ma principalmente desideri. La tesi sviluppa una metodologia in grado di rilevare le metriche della vita pubblica, applicata ad un caso specifico a Bologna, città da sempre attenta, particolarmente negli ultimi anni, al coinvolgimento della cittadinanza nelle politiche e nei progetti urbani. Scomponendo la vita pubblica di Bologna in situazioni ed azioni che si svolgono nella città è stato redatto il Codice di Bologna, in grado di far emergere l'identità stessa della città. L'esito della tesi è MUP, uno strumento web-GIS, sviluppato sulla sequenza urbana di via Zamboni, capace di raccogliere e rendere esplorabili le situazioni del codice, con il fine di avviare un dialogo tra cittadini, amministrazioni e professionisti, funzionale per la redazione di un progetto urbano condiviso. Il percorso immaginato segue una logica aggregativa di analisi e conoscenze, risultato di confronti con testi scientifici, validato mediante l'applicazione ad un caso di studio riferito ad una scala progettuale urbana (scenario urbano complesso).
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Gender, physical education and the perception of teachers: an exploration ; Il genere e l'educazione fisica e le percezioni degli insegnanti: un'indagine esplorativa
COVID-19 has accentuated new methodological and epistemological-ontological questions in Physical Educa-tion. It is not only a didactic problem but sits alongside other central important issues waiting to be resolved, such as gender discrimination. This contribution presents evidence, gathered from twenty-eight P.E. teachers, on the subject of gender and the awareness that derives from it. This evidence deals with the tendencies towards competitiveness and performance inherited from sport, historically a male domain. Physical Education, due to its educational role, must address the issue of gender, in order to outline original and up to date strategies. The gender-related data from the questionnaire demonstrate that for the didactic orientation criteria applicable to Physical Education to be determined, teacher training needs to be initiated in the reflective laboratory, allowing for the fact that professional experience gained in school or through university training does not explore these issues in depth. ; La pandemia accentua nell'educazione fisica, nuovi interrogativi sul piano metodologico ed epistemologico- on-tologico. Se la didattica deve rinunciare a contatti e vicinanze corporee, altri nodi centrali attendono di essere sciolti, come la discriminazione di genere. Il contributo presenta evidenze, emerse da ventotto insegnanti di educazione fisica, riferite al genere e alla consapevolezza che ne deriva. Tali evidenze devono fare i conti con orientamenti alla competitività e performance ereditati dallo sport, storicamente dominio maschile. L'educazione fisica, per il suo ruolo educativo, deve affrontare il problema del genere per delineare strategie proprie, originali, attuali. I dati del questionario, riguardo il genere, fanno emerge la necessità di attivare una formazione, degli/delle insegnanti, sul laboratorio riflessivo, da cui determinare criteri di orientamento didattico applicabili all'educazione fisica, anche in ragione della dimensione etica e politica dell'esperienza educativa o formativa ...
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La plusdotazione in classe: le percezioni di alcuni insegnanti, genitori e dirigenti veneti ; Giftedness in the classroom: perceptions of some teachers, parents and head teachers in Veneto
La plusdotazione è un'interazione di fattori biologici e contestuali (Gagné, 2001). Tuttavia, fin dal passato, si tende a far rientrare in questa categoria i soggetti che dimostrano un quoziente intellettivo (Q.I.) sopra la media, privilegiando i fattori ritenuti "biologici". La normativa scolastica identifica le caratteristiche dei bambini con plusdotazione (gifted children) come bisogni educativi speciali (BES), dato confermato anche da alcune ricerche (De Angelis, 2017; Pinnelli, 2019) e sancito dalla recente nota ministeriale n. 562 del 3 aprile 2019, rimarcando così quella "specialità" propria di chi dimostra difficoltà o svantaggio (Dovigo, 2014b). Il campione di ricerca è costituito da: 37 insegnanti di scuola primaria; 15 genitori e 3 dirigenti scolastici. Gli insegnanti sono stati raggruppati in 6 focus group, mentre i genitori e i dirigenti hanno partecipato a una intervista individuale. Tutti gli incontri sono stati audio registrati e poi trascritti. I dati, poi, sono stati analizzati con il software NVivo. Le percezioni di alcuni insegnanti della scuola primaria, di alcuni dirigenti e genitori dimostrano il prevalere di un approccio medico, dove l'etichetta avrebbe la priorità nel riconoscere la plusdotazione nei bambini, per adottare, di conseguenza, delle pratiche sbilanciate sul versante cognitivo. La priorità sembra data al punteggio del QI piuttosto che al riconoscimento e alla valorizzazione dei talenti. Il considerare lo sviluppo dei talenti, attraverso un approccio bio-psico sociale (con riferimento all'ICF (OMS, 2001), ci induce a spostare il focus sulle potenzialità e sui talenti di ciascuno, e interrogarci su una possibile didattica dei talenti. Il passaggio è fondamentale se vogliamo dare maggiore importanza al ruolo dell'insegnante, che non può e non deve essere quello di un "assistente" al clinico, intento a individuare difficoltà, disturbi e bisogni "speciali", ma promotore di apprendimento, facendo leva sui talenti di tutti, verso un modello di "scuola dei talenti" (Baldacci, 2002; Margiotta, 2018). ; Giftedness is an interaction of biological and contextual factors (Gagné, 2001). However, since the past, there has been a tendency to include in this category subjects who demonstrate an intellectual quotient (IQ) above the average, favoring factors considered "biological". The school legislation identifies the characteristics of gifted children as special educational needs (BES), a figure also confirmed by some researches (De Angelis, 2017; Pinnelli, 2019) and sanctioned by the recent ministerial note n. 562 of 3 April 2019, thus underlining that "speciality" of those who demonstrate difficulties or disadvantages (Dovigo, 2014b). The research sample consists of: 37 primary school teachers; 15 parents and 3 head teachers. The teachers were grouped into 6 focus groups, while the parents and managers participated in an individual interview. All the meetings were audio recorded and then transcribed. The data was then analyzed with the NVivo software. The perceptions of some primary school teachers, some managers and parents demonstrate the prevalence of a medical approach, where the etiquette would have priority in recognizing giftedness in children, to consequently adopt unbalanced practices on the cognitive side. Priority seems to be given to the IQ score rather than the recognition and enhancement of talents. Considering the development of talents, through a bio-psycho-social approach (with reference to the ICF (WHO, 2001), leads us to shift the focus on the potential and talents of each one, and ask ourselves about a possible teaching of talents. Transition is essential if we want to give greater importance to the role of the teacher, who cannot and must not be that of an "assistant" to the clinician, intent on identifying difficulties, disorders and "special" needs, but a promoter of learning, developping talents of everyone, towards a model of "school of talents" (Baldacci, 2002; Margiotta, 2018).
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The social perception of the camorristic phenomenon. Opinions of some adolescents living in Campania ; La percezione sociale della camorra. L'opinione di un gruppo di giovani campani
The purpose of this work is to represent and critically analyse the perception about organized delinquency and, in particular, about Camorra's phenomenon. In order to reach this task, we decided to study this perception between the young people of Campania: 250 students attending the last three years of secondary education (high, technical and professional schools) and living in the cities of Miano, Arzano and Casoria. The research was realized using a questionnaire. First, we picked up general information about our sampling, then we asked the students to answer to many questions on different topics such as: criminal behaviours, typical camorristic attitudes, Italian State's reaction, relationship and connivance between public authorities and organized delinquency, precautionary measures, conspiracy of silence and tendency of camorristic criminals to turn State's evidence and dissociate themselves from their past views. We underline an important limit of this research: the number of people interviewed is too small to consider it representative of the total population, nevertheless we consider the results of the research worthy of consideration for some interesting informations about camorristic phenomenon in the perception of Neapolitan adolescents. First of all, we must notify that the 28% of students refused any kind of answer. All the other students showed a sharp knowledge about Camorra's typical delinquency, its characteristic crimes, law's broken contents and, finally, about camorristic regional control, purposes and means. In particular, there is a general and diffused disapproval of camorristic way of life: system of values, power aims, violent behaviours and unlawful activities. There is also a great disapproval about "omertà" – the conspiracy of silence –, even if it is a predictable attitude in front of the risk of dangerous consequences for complaint behaviour. Students expressed to have no confidence in public power and control: they're afraid of collusion, of complicity between State and organised delinquency, but they're also afraid of public inability to control and repress Camorra's crimes. In conclusion, our students signify an hostile attitude with Camorra's reality and politics, but on the other hand they showa worrying resignationanda forced and inevitable cohabitation with it. ; Obiettivo del presente lavoro è la presentazione e l'analisi critica della percezione in tema di delinquenza organizzata, e specificamente della camorra, manifestata da alcuni gruppi di studenti campani frequentanti gli ultimi tre anni delle scuole medie superiori (licei, istituti tecnici, scuole professionali). A tale fine si è proceduto alla somministrazione di un questionario, all'uopo predisposto, a 250 giovani della provincia napoletana, residenti nei comuni di Miano, Arzano e Casoria. Raccolte in via preliminare le informazioni anagrafiche e socio-ambientali relative agli intervistati, i ragazzi sono stati successivamente coinvolti sulle tematiche al centro del nostro interesse, spazianti, tra l'altro, dalle questioni definitorie e nominalistiche, alle attività delinquenziali più tipicamente camorristiche, alle modalità di risposta dello Stato, ai rapporti tra delinquenza organizzata e apparato statale, ai suggerimenti di carattere preventivo, alle considerazioni sulle spinose questioni inerenti l'omertà e i collaboratori di giustizia. Pur con gli ovvi limiti legati alla ridotta rappresentatività del gruppo di soggetti intervistati, dai dati emersi è stato possibile identificare alcune linee guida circa l'attuale percezione sociale della camorra da parte dei giovani napoletani. Premesso che ci si è trovati di fronte ad un tasso elevato di rifiuto a rispondere (pari al 28% sul totale delle risposte) – dato questo comunque significativo e oggetto di specifica analisi –, emerge primariamente una informazione piuttosto dettagliata in relazione alla delinquenza camorristica, ai contenuti normativi che le sono propri, alle tipologie di reato per lo più messe in atto,al controllo sul territorio,alle finalità e agli strumenti utilizzati per perseguirle. In relazione alle linee guida evidenziatesi,si rileva unanimità nella disapprovazione della camorra,dell'apparato valoriale che la caratterizza, delle finalità di potere, dell'esercizio della violenza, della costante pratica di attività illecite. Forte riprovazione emerge anche nei confronti dell'omertà, atteggiamento questo, d'altro canto, in buona parte anche giustificato, in ragione delle conseguenze che potrebbero scaturire da scelte non allineate a quanto dalle camorra imposto con la minaccia. Altro momento fondante nelle opinioni degli intervistati è l'assoluta sfiducia manifestata nei riguardi del potere pubblico:ciò sia nella direzione di una situazione di collusione, collaborazione, complicità tra Stato e delinquenza organizzata,sia in quella della incapacità e inettitudine del sistema pubblico nel predisporre controllo e prevenzione-repressione nei confronti della camorra. Si appalesa infine un inquietante vissuto come rassegnato, di contiguità coatta ma inevitabile, di forzata inania, emergendo, ora della fine, un atteggiamento di fondo sicuramente nemico e ostile alla realtà camorristica, ma, nel contempo, ormai aduso alla convivenza con essa
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Tra "lacune di luogo" e "iperspazi": poesia, percezione e immaginario in Andrea Zanzotto. ; Between "lacune di luogo" and "iperspazi": poetry, perception and imaginary in Andrea Zanzotto
Il titolo di questo lavoro, prendendo spunto da un verso tratto dalla raccolta La Beltà e alludendo a una mancanza («lacune di luogo»), intende darsi come dimostrazione di quella idea di negatività messa in luce da Agamben. Sin da subito, quando si studia la poesia di Andrea Zanzotto, ci si trova a dover affrontare una vera e propria topologia dell'irreale, che rende vani i tentativi di impiegare categorie come quelle di Natura o di paesaggio, da sempre considerati peraltro come i topoi prediletti dal poeta. Se da una parte Zanzotto dichiara costantemente l'inappropriabilità della "Cosa", sia essa il paesaggio o l'essenza della lingua, dall'altra egli si ostina ad indicare la presenza di un reale non pienamente assimilabile al linguaggio. ; As exemplified by recent works (Contro le radici; Rootedness; The philosopher's plant), the image of the root recurs very often in contemporary metaphorology. This figure is used not only in politics in order to communicate a relationship between culture and groundedness, but also in other fields. More precisely, the vegetal metaphor is a paradigm through which contemporary philosophers and writers depict the relation between man and the world. This inquiry starts from Heidegger's stance. According to him, a valuable work of art has to be rooted in the native land of the artist. The aim of this work is to highlight the controversial aspects of this statement through the work of Andrea Zanzotto. Although he is the most "rooted" poet in Italian literature, his poetics is related to a philosophical questioning that leads to doubt of the interdependence between authenticity and groundedness. Therefore, the discovery of a reality without any center is reflected by peculiar images and figures. The lexicon used to describe is very close to the botanical and geological metaphors used by philosophers like Deleuze, Guattari, Glissant. Thanks to a methodology founded on phenomenology and aesthetics, this survey wants to offer a new interpretation of Zanzotto's poetry and prose.
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