Lobbying, Pluralism and Democracy
In: Italian Political Science Review: Rivista italiana di scienza politica, Band 34, Heft 1, S. 146-148
ISSN: 0048-8402
127 Ergebnisse
Sortierung:
In: Italian Political Science Review: Rivista italiana di scienza politica, Band 34, Heft 1, S. 146-148
ISSN: 0048-8402
This translation by Italian language exposes the general report presented by the Brazilian intellectual, Gilberto Freyre, to the 30th study session of the International Institute of Different Civilizations, held in Lisbon, April 15-18, 1957. It is about the cultural aspect of the problems of ethnic and cultural pluralism in intertropical communities. This text was first published in Brazil, in 1968, in a set of essays entitled Brasis, Brasil e Brasília where the author addresses social issues - sociological, anthropological and even political - of general interest, not just Brazilian, and under mainly scientific criteria. ; A presente tradução em língua italiana, de minha autoria, expõe o relatório geral apresentado pelo intelectual nordestino, Gilberto Freyre, à 30ª sessão de estudos do Instituto Internacional de Civilizações Diferentes, realizada em Lisboa, de 15 a 18 de abril de 1957, sobre o aspecto cultural dos problemas de pluralismo étnico e cultural em comunidades intertropicais. Este texto foi publicado, pela primeira vez no Brasil, em 1968, dentro de um conjunto de ensaios intitulado Brasis, Brasil e Brasília onde o autor aborda temas sociais - sociológicos, antropológicos e até políticos - de interesse geral, e não apenas brasileiro, e sob critério principalmente científico.
BASE
Riconoscere che i concetti di laicità e secolarismo possiedono un'origine e uno sviluppo condizionato dalla cultura occidentale e dal cristianesimo significa prendere in considerazione l'eventualità di un ripensamento della distinzione tra ordine politico, religione e diritto nelle democrazie multiculturali e multireligiose. L'obiettivo di questo lavoro è mettere in discussione una concezione neutralista del secolarismo, alla cui base vi è il convincimento per cui l'esclusione dell'elemento religioso dalla sfera pubblica e normativa sono garanzia di eguaglianza in un contesto caratterizzato dal 'fatto del pluralismo'. Pertanto abbiamo analizzato il pensiero di due fra i più influenti filosofi politici, John Rawls e Jürgen Habermas, portavoci di una visione neutralista del secolarismo, e le critiche a essi rivolte da alcuni teorici del multiculturalismo – Bikhu Parekh e Tariq Modood –, che propongono, invece, l'abbandono della retorica della neutralità nella costruzione della sfera politica e normativa. Di conseguenza questi ultimi si rivolgono con maggiore apertura rispetto alle richieste provenienti dagli individui appartenenti a minoranze religiose e culturali, senza respingerle sulla base della loro natura culturale o religiosa. Al contrario, in particolare quando tali richieste di riconoscimento riguardano aree rilevanti della vita degli individui, come possono essere la famiglia, il matrimonio, le questioni ereditarie ecc., ossia aree in cui la natura culturalmente condizionata di alcune istituzioni è maggiormente visibile, viene presa qui in considerazione la possibilità che esse possano essere regolate e gestite in maniera differente. A tal proposito si è approfondita la proposta di far fronte a queste richieste attraverso l'adozione di sistemi di pluralismo normativo, con una particolare attenzione a un esperimento avviato in Gran Bretagna, che prevede per le comunità religiose la possibilità del risolvere le proprie controversie in materia di diritto di famiglia in tribunali arbitrali religiosi, che tuttavia operano sotto il controllo indiretto delle corti inglesi. La descrizione di questo caso è stata finalizzata a mettere in luce la necessità di ricercare nuovi strumenti coerenti con la visione del secolarismo che abbiamo cercato di proporre, ossia di una laicità che di fronte alle nuove istanze presenti nei contesti culturalmente e religiosamente plurali, piuttosto che arroccarsi dietro la convinzione che si possa garantire uguaglianza solo se si dà una sfera pubblica e normativa neutrale e che vi sia una soluzione razionale ai conflitti tra valori, tenta di accogliere la diversità nei suoi propri termini, andando alla ricerca di nuovi strumenti teorico-politici. Infatti, i canali di partecipazione attraverso i quali i sistemi democratici hanno cercato d'integrare la diversità non sembrano riuscire a far fronte alle richieste provenienti da individui che non si riconoscono a pieno titolo nella cultura della maggioranza. Ciò significa pensare a nuove strategie d'inclusione – di cui il pluralismo normativo può essere un esempio –, se si vogliono garantire proprio quei presupposti di valore che la democrazia promuove, ossia il pluralismo e l'eguale libertà di tutti i cittadini. ; If we recognize that the concept of secularism originates and develops from the influence of Western culture and Christianity, we must take into account the possibility to rethink the distinction between politics, religion and law in multicultural and multireligious democracies. The aim of this work is to question the neutralist conception of secularism, which is characterized by the belief that the exclusion of religious elements from public sphere and legislation to guarantee of equality in a context characterized by religious pluralism. At this aim, I analyze the thought of two of the most influential political philosophers, John Rawls and Jürgen Habermas, who represent the neutralist view of secularism, as well as the criticism addressed to them by multiculturalist theorists – Bhikhu Parekh and Tariq Modood –, who suggest giving up the abandon of the rhetoric of neutrality in the construction of the political sphere and regulations, to pay more attention to the demands coming from individuals belonging to religious and cultural minorities. Indeed, particularly when these issues involve significant areas where the culturally conditioned nature of some institutions is more visible – family, marriage, hereditary issues – the possibility that they can be regulated in a different way is also taken into account. Therefore, a detailed analysis of the proposal is given to adopt a system of legal pluralism, with a special attention to an experiment started in the UK, which provides religious communities the possibility to go to religious arbitration tribunals, operating under the indirect control of the English courts, related to family law. The description of this case aims at emphasizing the need to seek for new consistent means with the idea of secularism I have tried to suggest. Such a secularism is based upon the belief that only a neutral public sphere and legislation can guarantee equality, but tries to embrace diversity and to suggest new political theories. As matter of fact, the channels of participation through which democratic systems have tried to integrate diversity do not seem to be able to face the requests from individuals who do not fully identify into the majority culture, which means thinking about new strategies of inclusion – for example legal pluralism – so to ensure the very value assumptions promoted by democracy, that is to say pluralism and equal liberty. ; Dottorato di ricerca in Relazioni e processi interculturali (XXV ciclo)
BASE
Il presente lavoro di ricerca si inserisce nell'attuale corrente di rinnovata attenzione allo status di cittadino e segue un percorso di analisi finalizzato ad individuare le modalità mediante le quali la cittadinanza, intesa come appartenenza in una comunità sociale e politica organizzata, sia sottoposta a tensioni nell'alveo di ordinamenti giuridici che si caratterizzano per un crescente pluralismo etnico, religioso, linguistico e culturale. La ricerca esamina la "cittadinanza come appartenenza" nelle sue principali "dinamiche": acquisizione, denazionalizzazione e doppia cittadinanza. Al termine dell'analisi comparata, che assume come focus i casi canadese, britannico e australiano, si rileva che la "cittadinanza come appartenenza" pare sottoposta ad un restrictive e cultural turn e sembra perciò declinata in maniera escludente nei confronti di determinate categorie di soggetti. Linea che di fatto si traduce nella cd. culturalizzazione della cittadinanza, nel preoccupante ritorno ad una dimensione di privilegio e nella valorizzazione d'una appartenenza soprattutto formale. ; The research study is part of the present renewed interest in citizenship and aims at exploring the ways through which citizenship, intended as membership and belonging in a social and political community, is under pressure and subjected to powerful changes due to the increasing ethnic, religious, linguistic and cultural pluralism that characterizes contemporary Western societies. The research examines "citizenship as belonging" in its three main "dynamics": acquisition of citizenship – notably naturalization –, denationalization and dual citizenship. At the end of the comparative analysis – which takes Canada, UK and Australia as prototypical case studies – it could be argued that "citizenship as belonging" is undergone a restrictive and cultural turn that ends up excluding some classes of people. This restrictive and cultural turn results in the so-called culturalization of citizenship, in the worrying return to "citizenship as a privilege" rhetoric and in the promotion of the sole formal belonging to the community.
BASE
Il Montenegro ha condiviso con le altre ex repubbliche di Jugoslavia una lunga transizione istituzionale, avviata negli anni Novanta dello scorso secolo. L'ordinamento giuridico del piccolo Stato dei Balcani occidentali ha segnato una significativa trasformazione ispirata ai modelli socialdemocratici di riconoscimento e tutela delle libertà fondamentali e dello Stato di diritto. A tutt'oggi, tuttavia, il processo di traslazione verso la democrazia non sembra compiuto. Anche la legislazione sulla libertà religiosa (l'attesa e non ancora definita legge generale sulla libertà religiosa ed il numerus clausus di Comunità religiose munite di intesa con il governo) offre una prova evidente delle attuali difficoltà. Si tratta di segnali di una transizione in divenire che in questi ultimi anni ha perso smalto per motivi post-ideologici, di ordine culturale. Anche su tale settore di libertà giuridiche il legislatore di Podgorica dovrà intervenire con maggiore convinzione, in vista dell'ingresso del Montenegro, nel 2025, nell'Unione Europea. ; Montenegro shared with the other former republics of Yugoslavia a long institutional transition, initiated in the nineties of the last century. The legal order of the small State of the Western Balkans has marked a significant transformation, inspired by social-democratic models of recognition and protection of fundamental freedoms and the rule of law. To this day, however, the process of shifting towards democracy does not seem to have been fulfilled. Even the legislation on religious freedom (the expectation and not yet defined general law on religious freedom and the numerus clausus of religious communities enjoying an agreement with the government) offers clear evidence of the current difficulties. These are signs of a transition in progress that in recent years has lost brilliance because of post-ideological, cultural reasons. Even on this area of legal freedom, Podgorica's legislator will have to intervene with greater conviction, considering the entry of Montenegro, in 2025, in the European Union. ; Derecho canónico
BASE
In: Saggi. Storia
In: Biblioteca di testi e studi 333
In: Studi e pubblicazioni di diritto della LIUC 2
Between the late '80s and the mid-90s of last century Paul Q. Hirst tried to draw up a proposal for a "third way" different from the one which made the political fortune of Tony Blair. Associative Democracy isn't a systematic political theory. Rather it's a set of institutional proposals inspired by two linked principles, pluralism and autonomy. The first part of the article analyses the pars destruens of Hirst's work. Before the fall of the Wall Hirst stressed either the structural defects of Soviet socialism or the tendency of capitalism to centralize economic power in the hands of a few at the expense of the most. At the same time, the end of the "golden years" made the social-democratic "recipe" unsustainable and inefficient in a Western world economically less affluent, politically unstable, and socially more complex. In the face of these great changes, Hirst proposed to tackle new times using old ideas. According to the forgotten lesson of the English pluralist thought dating back to the beginning of the nineteenth century, Hirst considered association the core institution for contemporary society. Regarding the pars construens of the Associative Democracy, the author tries to critically evaluate the ways Hirst suggested combining traditional representative institutions and intermediate corporate bodies. In Hirst's opinion, the functional and pluralistic criteria should be applied in several fields including local political decision processes, decentralized welfare services, industrial policy. It's an appealing and problematic vision at the same time.
BASE
In: Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche 625
In: Collana di sociologia 619
In: Collana di sociologia 514
In: Fede e cultura
Multiculturalismo dialogico? / Gian Luigi Brena -- Pluralismo e comunicazione pubblica nella società postmoderna / Stefano Martelli -- Pluralismo e dialogo interreligioso / Paolo Gamberini -- Sfera pubblica e pluralismo comprensivo / Baldassare Pastore -- Immigrazione e cittadinanza tra integrazione e politica delle differenze / Barbara Amodeo -- Gay a scuola : la violenza reale e simbolica ai danni degli studenti omosessuali / Giuseppe Burgio -- L'unità oltre le religioni e le appartenenze : il possible ruolo della Chiesa cattolica / Salvatore Capo -- Pluralismo e differenze : una prospettiva di genere / Maria Gebbia -- Pluralismo etnico e l'ordinamento internazionale : la tutela dei diritti delle minoranze / Massimo Massaro -- Pluralismo etnico e religioso : il caso di Mazaro del Vallo / Antonino Palma -- Liberalismo e multiculturalismo : ricostruzione di un percorso / Annalisa Verza
In: Collana di sociologia 546
In: Dottrine e istituzioni